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3 La Cina come mebro permanente del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite

3.4 I principi fondamentali che guidano la politica della Cina nel Consiglio di Sicurezza

3.4.1 La sovranità statale

Al fine di comprendere e studiare il comportamento della Cina nelle Nazioni Unite, è necessario esaminare la sua visione della sovranità, che come più volte ricordato è uno dei suoi principi guida in politica estera. L’innegabile verità sul modo in cui la Cina guarda alle relazioni internazionali è che questo è ancora oggi pesantemente influenzato da un’ottica di tipo Realista: nella visione cinese infatti, il mondo contemporaneo è ancora dominato prevalentemente da stati sovrani, e dunque la sovranità risulta essere il requisito principale di ogni stato; è certo vero che il concetto di sovranità cinese si è evoluto, e la sua permanenza nel Consiglio ha influito su questa maturazione, che l’ha portata ad abbracciare una visione più moderata e meno assolutista del concetto di sovranità. In questo paragrafo verranno quindi trattate le origini, storiche e culturale della visione cinese della sovranità e si passerà poi a vedere come è stata elaborata,in modo che se ne possa poi ricavare uno strumento di analisi del comportamento di voto della Cina nel Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.

La versione del concetto di sovranità sostenuta da Pechino è certamente la più tradizionalista e conservatrice, e da così modo alla Cina di giustificare la linea autoritaria con cui amministra tutti i suoi territori, di rafforzare la legittimità del suo regime, rigettare ogni critica interna circa la gestione della propria politica e soprattutto rifiutare di riconoscere qualunque sconfinamento della politica estera in merito alla propria condotta domestica.

Dal punto di vista teorico la Cina guarda alla sovranità come al più alto tra i privilegi che uno stato, e solo e soltanto uno stato nazionale, possiede;

Carla Contini. La vocazione internazionale della Cina.

Tesi di Dottorato in Scienze Politiche e Sociali. Università degli Studi di Sassari

pertanto le uniche unità di misura riconosciute al livello globale sono i territori sovrani: ne deriva che i governi che amministrano quei territori godano della unica e più alta capacità di legiferazione all’interno dei loro confini e non siano soggetti a nessun tipo di restrizione. La sovranità è il diritto univoco ed esclusivo di esercitare controllo politico su un territorio, sul suo apparato amministrativo e sulla sua popolazione; è opinione diffusa oggigiorno che, col termine sovranità si indichi convenzionalmente quella di tipo Westfaliano, che si basa su due principi: la territorialità e l’esclusione di qualunque interferenza esterna sulla politica interna. Nonostante alcuni dei limiti imposti da questo concetto siano stati prima sfidati e poi superati dai processi di globalizzazione ed interdipendenza, il sistema Wesfaliano è ancora oggi quello cui comunemente si fa riferimento per descrivere il sistema internazionale attuale.

Oltre a questa visione teorica piuttosto ortodossa, la Cina deve lo sviluppo del suo punto di vista anche alla sua esperienza storica: la Cina ha dei territori vastissimi, e nel corso dei secoli è stata più volte aggredita e sottomessa da potenze straniere: la vastità dei suoi territori (le frontiere più lunghe del mondo, confinanti con 14 stati) unita ad una visione di se come di uno stato più volte umiliato, la rendono piuttosto sensibile sul tema della sovranità.

Anche il fattore culturale incide sulla versione della sovranità adottata dalla Cina: durante la dinastia Han la Cina era nota come l’”Impero di mezzo”, termine che enfatizzava sia la centralità del suo ruolo nel mondo, sia l’assoluto controllo sui suoi territori130; secondo la tradizione il governo centrale dell’impero era insignito del suo potere da un mandato proveniente direttamente dal cielo che quindi non poteva essere messo in discussione né tantomeno

Carla Contini. La vocazione internazionale della Cina.

Tesi di Dottorato in Scienze Politiche e Sociali. Università degli Studi di Sassari

sfidato: questa tradizione contribuisce quindi a rafforzare la visione della sovranità cinese. Secondo il pensiero confuciano le dinastie governanti rinvenono la loro legittimazione e la loro stessa esistenza nel principio della “legge giusta”; i giusti legislatori dovrebbero dunque promuovere la coesione interna e fermare ogni minaccia esterna attraverso l’uso di modi gentili o attraverso l’esercizio della “governance benevola”: l’uso della forza o addirittura la governante egemonica sono considerate l’esatto opposto di “legge giusta”; la Cina è oltretutto l’unico paese al mondo ad avere una clausola antiegemonica in costituzione131; a meno di non essere usate per assicurare il mantenimento della stabilità e sovranità domestica, sono sempre considerate illegittime ed ingiustificate e si risolveranno nel fallimento e nella perdita di potere, soprattutto a livello internazionale132.

La visione della sovranità è naturalmente influenzata anche da elementi di matrice ideologica: essendo l’unica grande potenza socialista, il sistema politico e legale della Cina differisce in maniera sostanziale da quello delle potenze occidentali, e la espone così a diverse critiche provenienti da tutti gli altri Membri Permanenti. La Cina invoca dunque il principio di sovranità per respingere le ingerenze esterne nel suo sistema interno.133

Alla luce di tutti i fattori che la influenzano cosa è dunque, nel concreto, la visione cinese della sovranità? Di quali elementi si compone? Presenta essenzialmente due aspetti: uno flessibile ed uno assoluto. Dal punto di vista

131 Dal preambolo della Costituzione Cinese, versione emendata nel 2004 “China consistently opposes imperialism, hegemonism and colonialism, works to strengthen unity with the people of other countries, supports the oppressed nations and the developing countries in their just struggle to win and preserve national independence and develop their national economies” 132 È un chiaro riferimento al colonialismo occidentale, da sempre guardato dalla Cina con

sospetto e disprezzo

133 ZHAO, Suisheng. Chinese Foreign Policy: Pragmatism and Strategic Behavior. ME Sharpe,

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Tesi di Dottorato in Scienze Politiche e Sociali. Università degli Studi di Sassari

assoluto, la Cina enfatizza e giustifica il suo ferreo controllo sui territori e si oppone strenuamente a qualunque critica od osservazione esterna circa la gestione di quest’ultimo. L’aspetto più flessibile si estrinseca nella disponibilità cinese ad accettare e fornire ad altri stati aiuti esteri, soprattutto se questa serve allo scopo di rafforzare il sistema di controllo del governo centrale. Nel 2001 la Cina ha ricevuto 112 milioni di dollari dalle Nazioni unite sotto forma di aiuti dal Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo (UNDP).

3.4.2 L’integrità territoriale ed il principio di non