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La biografia di un santo

Nel documento Aldo Nove: forme, generi e temi (pagine 68-73)

Route 66: romanzo di formattazione Storia di un teologo che viveva in un gross market

2.6 La biografia di un santo

Nel marzo del 2014, esce presso Bompiani, Tutta la luce del mondo. Il sottotitolo è Il romanzo di San Francesco. Ancora una volta, l’autore decide di dare un cambio di direzione al proprio stile e sceglie di scrivere della vita del santo. Questa svolta, per così

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dire religiosa, era stata preannunciata nel 2007, quando Nove ha composto un poema, realizzato per recuperare un rapporto con la spiritualità, dal titolo Maria, dedicato appunto alla figura della Madonna. Nove dichiara, infatti, di avere degli interessi spirituali, piuttosto che religiosi, in quanto ritiene che l’avere fede in Dio non possa coincidere con la partecipazione alle funzioni ecclesiastiche. Aldo Nove pensa che la ricerca della spiritualità sia qualcosa di completamente differente da ciò che viene inculcato dal catechismo.

Dopo alcuni anni, Nove decide di provare a scrivere in prosa di religione. In più interviste spiega che questa scelta è stata dettata dall’amore per questo santo, del quale preferisce parlare come un uomo e a cui si è avvicinato fin dall’età di dieci anni, quando per caso lesse i Fioretti di San Francesco, rimanendone affascinato tanto da sfogliarli più volte nel corso della propria vita. Nove spiega che per scrivere questo libro ha dovuto leggere molto e nella nota finale vengono riferite alcune delle opere che ha dovuto prendere in esame, per ricostruire abilmente alcuni episodi salienti della vita del santo. In particolare, viene citato Francesco e l’infinitamente piccolo di Christian Bobin, uno dei libri che lo ha appassionato maggiormente, spingendolo a documentarsi sempre di più. Ancora una volta, Aldo Nove dimostra che in lui convivono più interessi, alcuni dei quali trovano spazio in questo libro: la storia, la filosofia, la religione, la poesia, la musica, tutte concentrate in un’unica figura, quella di San Francesco.

Una biografia romanzata

Il genere che possiamo attribuire a Tutta la luce del mondo. Il romanzo di San

Francesco è la biografia, anche se Nove non tratta esattamente di tutta la vita del santo,

perché la filtra attraverso Piccardo, il nipote di Francesco. Quindi si tratta di una biografia romanzata, come suggerisce anche il sottotitolo dell’opera. Lo scrittore inizialmente aveva l’intenzione di usare la prima persona, poi ha dovuto abbandonare questa idea, perché si è accorto che era impossibile annullare del tutto la propria soggettività. Così, trovando questo escamotage narrativo, propone la vita del santo dal punto di vista di un bambino, il nipotino Piccardo,riallacciandosi ad un tipo di narrazione che già aveva sperimentato in qualche opera precedente, anche se c’è una differenza sostanziale: il racconto di San Francesco è narrato in terza persona. L’autore si pone come narratore esterno alle vicende per evitare che la propria personalità influisca nella storia.

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Tutta la luce del mondo. Il romanzo di San Francesco

Allontanamenti dalle opere precedenti…

La biografia romanzata di San Francesco è divisa in tre parti, ognuna delle quali ha tredici capitoli. La struttura del libro è quindi molto equilibrata e simmetrica. Anche il piano spazio-temporale è differente: il romanzo è ambientato ad Assisi, attorno al 1225. Prima di questo libro, quasi tutte le opere di Nove sono ambientate prevalentemente nel nord Italia, attorno alla zona di Milano e collocate cronologicamente nella contemporaneità. Nove lascia la sintesi del mondo contemporaneo per abbracciare il Medioevo, un periodo storico complesso, cercando di darne un’interpretazione nel primo capitolo, con focalizzazione esterna, il narratore non perde l’occasione per ricordare la sua provenienza dalla contemporaneità con effetti ironici. Ad esempio Nove dice ironicamente: «Ma soprattutto c’erano i miracoli. Esattamente come ora c’è Google» [TLM 18]. Dal secondo capitolo il racconto è scritto in terza persona con focalizzazione interna, narrando le vicende dal punto di vista di Piccardo.

In questo libro la punteggiatura è più regolare, sia per quanto riguarda l’uso delle virgole e dei punti, sia per i discorsi diretti che sono segnalati con le opportune virgolette.

Piccardo rimase sospeso e pensieroso, a ponderare sulle parole di quell’uomo, che gli rimbombavano dentro e assieme gli sfuggivano da tutte le parti, gravi e difficili da sostenere. “Forse sono ancora troppo giovane per meditare di queste cose sulla morte”, pensò tra sé e sé in un interminabile silenzio, “e ancora devo fare la mia strada. Poi quando mi ci approssimerò ci penserò per bene, ma adesso è ancora troppo presto per farlo”. I due si levarono da terra. “Bene” disse frate Leone “riprendiamo il cammino”. [TLM 163].

Si abbandona lo stile incisivo e antiletterario tipico del primo Nove,preferendone uno più letterario.

…e il punto di contatto: il filtro puerile

La scelta di raccontare una biografia di un santo attraverso gli occhi infantili di Piccardo è decisamente originale. Questo permette allo scrittore, fra tutte queste novità,

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di mantenere un contatto con le opere precedenti. Il nipotino di Francesco, Piccardo, è realmente esistito, anche se non ne abbiamo moltissime notizie. Questo bambino è molto curioso della storia dello zio, che è giudicato dalla propria famiglia e dalla società come un pazzo per aver lasciato tutti i propri comfort e il denaro. Piccardo non riesce a capire fino in fondo se lo zio è da considerarsi un folle o un uomo da ammirare o un santo. Così parte alla ricerca di Francesco e con lui il lettore, il quale riesce a immedesimarsi nel Piccardo ingenuo e infantile che cerca delle risposte alle proprie domande. Il linguaggio infantile usato da Nove in Tutta la luce del mondo serve a raccontare le scelte del santo, le quali sono difficili da cogliere e razionalizzare.

La struttura del romanzo

La narrazione, sebbene sia molto equilibrata nella struttura, si svolge su diversi piani. Alcuni episodi salienti della vita di San Francesco raccontati in paragrafi titolati si intrecciano con capitoli contenenti la storia del viaggio del piccolo Piccardo, che va alla ricerca dello zio. Tutta la luce del mondo è diviso in tre parti: la prima parte inquadra il periodo storico che fa da cornice alla narrazione, ovvero il Medioevo; successivamente, quando il racconto assume il punto di vista del piccolo Piccardo, si parla della famiglia di Francesco, che lo vede non come un santo, ma come uno stupido, uno scandalo. Nell’ultima sezione, infine, viene narrato l’incontro di Piccardo con lo zio Francesco. Nella seconda parte vengono anche introdotte due figure importanti nella vita di San Francesco, cioè Santa Chiara e Frate Leone. Le vite di questi ultimi sono incastonate l’una all’altra e vi sono dei parallelismi, ad esempio quando Chiara decide di scappare dalla propria casa,la sua corsa viene interrotta dalla storia di Frate Leone, nella quale si narra l’incontro del frate con il santo e non appena termina il racconto, si riprende l’episodio di Chiara che corre per raggiungere Francesco, in una struttura a cornice. Inoltre, la fuga di Chiara è sistemata nel capitolo precedente a quello che riguarda l’evasione di Piccardo,il quale si allontana da casa per cercare lo zio. Il parallelismo è suggerito anche dalle figure dei fratelli e delle sorelle: Agnese e Beatrice, le sorelle di Chiara, incoraggiano, anche se a malincuore, la fuga della santa, mentre Giovannetto, il fratello di Piccardo, tenta di dissuaderlo dall’evasione. In questa seconda parte, Piccardo incontra Frate Leone, che si offre di accompagnare il ragazzo dallo zio. Durante il percorso i due si raccontano aneddoti sul santo: uno di questi è La storia di Francesco e

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una pagina bianca che separa nettamente la narrazione. La storia viene ripresa successivamente fra le pagine 175 e 177, dove viene interposta la pagina 153, come se fosse stata spostata: il numero in fondo alla pagina è collocato sulla destra per sottolineare ulteriormente questo slittamento. In questa ventina di pagine si parla dell’incontro di Leone con Francesco e di Chiara, che una volta arrivata al convento è accolta dal santo che le mette i panni della suora, trasferendola nel monastero di San Paolo riservato alle sole donne, poi successivamente nel convento di Sant’Angelo di Panzo, dove anche la sorella Agnese l’aveva raggiunta e dove riceve la visita del padre furioso. Questa lunga parentesi entra con prepotenza nella narrazione, tanto da spostare una pagina, che viene scaraventata, così come è, più avanti nel racconto. Infine nella terza parte è descritto l’incontro del piccolo Piccardo con lo zio Francesco; vengono inseriti l’episodio delle stimmate ed alcune storie narrate dal santo in prima persona che sono differenziate nel corpo della narrazione da un carattere corsivo. In questa parte è citato anche il Cantico delle creature, il più famoso componimento poetico di San Francesco.

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CAPITOLO III

I temi

Nel documento Aldo Nove: forme, generi e temi (pagine 68-73)