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Gli esordi La scrittura cannibale

Nel documento Aldo Nove: forme, generi e temi (pagine 31-40)

Aldo Nove riesce ad emergere nel panorama letterario italiano nel 1996. È infatti questo l’anno di uscita di Woobinda e altre storie senza lieto fine che viene pubblicato da Castelvecchi e di Gioventù cannibale, un’antologia di vari autori, curata da Daniele Brolli e pubblicata da Einaudi, la quale ebbe molto successo e il cui nome etichettò un fenomeno letterario sviluppatosi in Italia verso la metà degli anni Novanta. Tra questi, oltre Aldo Nove, c’erano,ad esempio, Niccolò Ammaniti, Tiziano Scarpa e Enrico Brizzi. Tutti gli autori cannibali, che non si sono mai uniti in un movimento comune, descrivono e raccontano il mondo in cui sono immersi adottando soluzioni linguistiche e stilistiche sperimentali, dando vita a storie i cui personaggi sono presentati al lettore senza nessun tipo di tabù. Nei testi cannibali c’è la volontà di riprodurre il linguaggio giovanile parlato nello scritto, includendo tutte le caratteristiche che lo contraddistinguono. Nella sua scrittura, Aldo Nove, fa uso di una lingua grammaticalmente scorretta, piena di ripetizioni, frasi spezzate e talvolta prive di senso. Si tratta di un linguaggio volgare, costellato di bestemmie e parolacce, ma allo stesso tempo contaminato da elementi provenienti dal mondo merceologico e televisivo. La generazione cannibale, infatti, appartiene al periodo in cui nascono le reti televisive private, in cui i film, i cartoni animati, ma anche le telenovelas sono importate da paesi stranieri. Oltre a ciò, questa generazione ha visto il boom delle merci, strettamente correlato all’iperconsumismo e all’omologazione. I testi cannibali forniscono al lettore una mappatura del mondo contemporaneo, o meglio, una riproduzione del mondo giovanile, che rispecchia un’intera generazione. I temi e gli stili delle storie raccontate dai cannibali derivano dai generi horror, splatter, fantasy, noir. Si tratta di opere in cui le

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vicende sono un misto di sangue, violenza e sesso, permeate da un immaginario pubblicitario e televisivo. Un modello di riferimento degli scrittori cannibali proviene dal mondo cinematografico degli anni Novanta con i film di Quentin Tarantino, in particolare Pulp Fiction, con scene crude, piene di sangue, efferatezze e situazioni macabre.

Aldo Nove riesce senza dubbio a farsi notare per la sua capacità di essere incisivo e graffiante e i protagonisti delle sue narrazioni sono personaggi caratterizzati da una forte incapacità di distinguere realtà dalla finzione. Si tratta di adulti che sono rimasti bambini, profondamente marcati da incoscienza. In questo modo il primo Aldo Nove riesce ad aprire la sua letteratura al mondo della cultura di massa.

Superwoobinda

Una raccolta di racconti

La prima forma di scrittura in prosa che Nove adotta è il racconto. Sergio Zatti nel saggio La novella: un genere senza teoria afferma che «romanzo e novella – prima ancora che due diverse misure narrative – sono in sostanza due tipi alternativi di organizzazione della narrazione.»46Il racconto è generalmente breve, non presenta sottotrame e ruota attorno ad una singola vicenda. Secondo Massimiliano Tortora, «l’Ottocento costruiva il testo attorno ad un evento eccezionale, fantastico nella stagione scapigliata (I fatali di Tarchetti ad esempio) e terreno con Verga (Rosso Malpelo su tutti), il Novecento con Tozzi e Pirandello rende quell’evento non più straordinario»47,

ma comune e parte del quotidiano. Tortora individua una bipartizione della storia novecentesca del racconto italiano: nella prima fase, dal 1945 al 1963, caratterizzata dal realismo, il narratore descrive il mondo così come gli appare, nella seconda fase, invece, dal 1963 al 2000, gli scrittori tendono a concentrarsi maggiormente sugli aspetti linguistici e stilistici del racconto, abbandonando la matrice realistica. Lo spartiacque simbolico di questa divisione individuata da Tortora è il 1963, l’anno in cui nasce il Gruppo 63 che oppone lo sperimentalismo linguistico all’esperienza neorealista, ormai in declino. Con l’avvento degli anni Sessanta il racconto cessa di ruotare attorno ad un evento, il quale scompare:

46 ZATTI 2010, p.13. 47 TORTORA 2014, p.11.

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A partire dagli anni Sessanta è proprio l’evento – che aveva dato struttura e fisionomia alla novella moderna – a dissolversi e a scomparire: il “fatto”, ordinario o eccezionale, viene insomma espulso dal racconto. E il racconto, ovviamente, si rivoluziona, arrivando talvolta ad acquisire una forma che solo in parte collima con il modello offerto dalla tradizione: spesso sembra infatti proporsi come un genere di scrittura nuovo e originale.48

Tortora cita alcuni esempi di racconti in cui l’evento tende a dissolversi, fra questi: La scoperta dell’alfabeto di Luigi Malerba, in cui c’è un’assenza di trama, dato che l’unico avvenimento è lo sforzo compiuto dal figlio del padrone per insegnare l’alfabeto al contadino Ambinelli; oppure Ti con zero di Calvino, in cui l’azione è completamente bloccata al momento in cui il protagonista scaglia una freccia verso un leone ed è in questo frangente che partono una serie di riflessioni, concentrate in un unico istante. In questi racconti, l’annullamento dell’azione comporta la soppressione dell’agente, cioè il personaggio, il quale non è particolarmente delineato, anzi risulta sfumato, senza tratti evidenti.

In Superwoobinda ci sono eventi clamorosi e in genere violenti attorno ai quali ruota il racconto, queste azioni però hanno un inizio, ma non una fine, perché c’è una brusca interruzione della narrazione. Di conseguenza, i personaggi non sono ben delineati, di loro sappiamo poco e nulla, se non il nome, l’età e il loro segno zodiacale. Quello che lega i racconti di Superwoobinda è proprio la struttura della narrazione: in tutti i racconti il personaggio del monologo si presenta, dice quale è il suo segno zodiacale e indica la sua età; quindi racconta la propria vicenda. Questo schema, che sia presente nelle prime righe del monologo o che si ritrovi più avanti nella narrazione, si ripropone in ogni storia e ricorda le didascalie delle fotografie sui giornali di gossip. Ad esempio: «Il mio vero nome invece è Giovanna Tamalo (22 anni, Bilancia)» [SW 942]. «Sono Giovanni, ho trentotto anni. Sono del segno del Cancro» [SW 960]. «Mi chiamo Matteo Pirovano e ho ventidue anni. Appartengo al segno dell’Acquario»[SW 979]. Altri elementi che danno coesione alla raccolta di racconti sono la lingua, lo stile,la coerenza tematica, spazio-temporale, socio-psicologica e la volontà da parte dell’autore di fornire una sintesi estremizzata e parodica del mondo contemporaneo.

34 La struttura e i personaggi di Superwoobinda

Nove pubblica Woobinda e altre storie senza lieto fine nel 1996. Successivamente questa raccolta venne ripresa e ristampata nel 1998dalla casa editrice Einaudi nella collana Stile Libero con l’aggiunta di nuovi racconti. La collocazione in questa collana fa capire quanto l’opera porti con sé dei tratti innovativi, poiché in Stile Libero, vengono accolte opere aperte alla contaminazione di generi della narrativa contemporanea. In effetti Superwoobinda è un’opera molto nuova, sia nella forma che nei temi. La novità è già visibile nel titolo, in cui il prefisso super, che serve a indicare l’accrescimento del materiale rispetto alla prima edizione, è usato parodicamente per richiamare il mondo delle merci con i suoi slogan formulati al fine di attirare potenziali clienti. Il richiamo merceologico avviene anche nella struttura della raccolta: infatti i racconti sono raggruppati in lotti, anziché in parti. In Woobinda ci sono quaranta storie, mentre l’edizione del 1998 presenta dodici racconti in più. Oltre a questa differenza, si può aggiungere il fatto che, mentre nella prima edizione non vi è traccia dello scrittore, in Superwoobinda tra le pagine dei Tre racconti sulla televisione spiccano alcuni elementi autobiografici, dato che il protagonista di questa storia è proprio Aldo Nove. L’inclusione di sé stesso fra i personaggi delle storie è significativa, poiché lo scrittore si pone all’interno del disagio collettivo e individuale. Con Superwoobinda abbiamo un duplice Nove: da un lato lo scrittore che usa l’ironia come strumento di denuncia implicita, dall’altro il personaggio, che è l’autore stesso, consapevole del fatto che nessuno si può sottrarre all’influenza mediatica.

I racconti di Superwoobindasono per lo più brevi,minimali, hanno una forma standardizzata e riproducono spaccati di vita contemporanea; Nove propone una visione del mondo estremizzata conseguente alla sovraesposizione televisiva e al consumismo. Ciò che ne consegue è condensato nei personaggi di Nove che hanno la mente completamente svuotata e riempita fino al collasso da merci e programmi televisivi. Si tratta di individui mediocri, che sono totalmente passivi nell’assorbimento del materiale multimediale e, infatti, tutto ciò che pensano scaturisce dall’universo televisivo che si è sostituito al pensiero autonomo. I personaggi di Nove sono guidati dai mass media e dalla violenza che questi manifestano facendola diventare un’esperienza ordinaria, poiché entra nelle case delle persone tramite la televisione sotto diverse forme. Per

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questo motivo, in Superwoobinda i soggetti spesso uccidono, quasi inconsapevolmente,perché non sanno distinguere il bene dal male e non sono in grado di ragionare e di esporre le proprie idee e i propri sentimenti. Al lettore appaiono come consumatori e idioti, incapaci di esprimersi, ma anche immersi nella solitudine e alla ricerca di attenzioni amorose che mai sopraggiungono: l’amore si traduce in pornografia e perversione, conducendo l’individuo a compiere gesti estremi.

La lingua dei personaggi di Superwoobinda

La lingua con cui questi personaggi si esprimono è semplice e povera, tendente all’oralità: frasi elementari e sgrammaticate, parole gergali di uso frequente,uso di luoghi comuni. Si tratta di un linguaggio colloquiale, talvolta infarcito di marchi di vari prodotti per designare gli oggetti, ad esempio Levi’s per jeans, Dixi per patatine fritte, Findus per i bastoncini di pesce surgelati. In questi monologhi-racconti, le frasi possono essere di due tipi: brevi e sintetiche oppure lunghe, complesse e confuse, senza punteggiatura. Per esempio, analizzando la sintassi del racconto A letto con Magalli, ci sono periodi in cui prevale la paratassi:

Sono una signora di 52 anni, bionda ossigenata. Mi chiamo Maria e il segno a cui appartengo è Gemelli. Ho il sogno di andare a letto con Magalli. Magalli assomiglia a mio marito, ma è famoso. [SW 104].

Successivamente i periodi diventano ipotattici con un largo uso di congiunzioni subordinanti e una punteggiatura quasi del tutto annullata.

Magalli quando risponde al telefono risponde con ironia con il modo di fare della persona sicura di sé della persona che ti fa sentire a tuo agio che fa delle battute anche forti ma senza mai esagerare insomma è un uomo di classe e inoltre è da considerare che è basso e con la pancia socievole un uomo di questo tipo, di cui puoi fidarti perché non assomiglia a un latin lover anche se bisogna sempre considerare che si vede spesso in televisione è tutti i giorni in televisione questo fa sì comunque che un certo desiderio lo susciti nel pubblico che lo guarda. [SW 113].

L’alternanza di questi periodi delinea la caratteristica principale dei personaggi di Nove, ovvero l’incapacità di comunicare ed esprimersi in un modo razionale.

36 Tecniche stilistiche

Un elemento stilistico adottato da Nove in moltissimi racconti è quello del troncamento dell’ultima parola della storia, per esempio: «Quando mi sono risvegliato ero nell’ospedale e c’erano i carabinieri. Non era l’aldilà e mi faceva male la testa, mi faceva male tutto e v»[SW 816].Si tratta di un’innovazione impiegata dallo scrittore che consiste in un’interruzione improvvisa di argomento, come se chi scrive o chi legge si fosse stancato delle stupidaggini che il personaggio sta dicendo e volesse cambiare pagina. Questa sperimentazione narrativa riproduce lo zapping televisivo.

Altrettanto interessante è la tecnica usata da Nove per descrivere il delirio violento, attraverso una drastica riduzione della punteggiatura ed un uso frenetico delle ripetizioni. Emblematico a tal proposito è il discorso,privo di punteggiatura e costellato da parolacce e bestemmie, nella storia di Eugenio,che perde la testa per la gelosia nei confronti della moglie, la quale in realtà sta partecipando ad un programma televisivo e sta facendo uno scherzo al marito fingendo di fare sesso con un altro uomo.

Porca puttana cosa hai fatto di là con quel pirla cosa hai fatto di là dimmi cosa hai fatto di là con questo infamone qui di là. Stai tranquillo mi ha detto la figa la moglie del tipo no non sto tranquillo voglio sapere porcodio adesso do fuoco alla casa ho tirato un pugno alla puttana che c’era lì stai tranquillo no porcodio siamo a Complotto di famiglia mi ha detto la puttana cazzo me ne frega sei a Complotto di famiglia […] [SW87,91].

I personaggi di Novesi trovano spesso in situazioni in cui dominano il delirio e la follia, sottolineate dall’uso di un linguaggio straniante. Per rendere i discorsi ancor più dissennati e dare un senso di maggiore confusione, viene eliminata anche la punteggiatura che introduce i dialoghi, così le parole che escono dalla bocca dei vari personaggi si accavallano. Sono presenti anche lunghi periodi che sono citazione delle parole di una serie di spot televisivi che fanno da intermezzo ad un programma: questi si susseguono velocemente e vogliono sottolineare come la pubblicità sia in grado di entrare nella testa dei personaggi creando confusione.

calmati Eugenio quel programma con Alberto Castagna con Raffaella Trotta quella che dice ci vediamo tra un attimo un istante solo a tra poco tra un istante Bellissima se sei alta almeno un metro settanta taglia 42 puoi partecipare a Bellissima dalla baia di Gabicci Cotonella slip il vino Ronco si

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strappa così ogni volta che premi la merenda con formaggio e frutta latte Plasmon senza coloranti con formaggio e frutta Pronto legno pulito con sapone e detergente pulisce a fondo le superfici in legno senza risciacquare allacciati la cintura ragazzo guarda dove siamo sembra l’Egitto siete a Gardaland le mie scarpe che bello sono Sanagens hanno il plantare in farmacia da Vichy per combattere la cellulite non girare a vuoto 144.11.429 quella figa di Sanremo non la Koll quell’altra quella bionda che corre in mutande tra i palazzi volume d’effetto senza ferretto in prima TV per i Filmissimi Harrison Ford prossimamente su Canale 5. [SW 91,94,98]. Ironia e parodia

La narrazione dei racconti è colorata da Nove con un tono ironico e parodico, che in alcune storie è messo decisamente in primo piano, come ad esempio in Non ho paura

dei miei sentimenti, dove Marco, il protagonista, dice: «Sono il sindaco di camera mia.

Tengo comizi alle sedie. Ordinatamente mi rispondono, senza darsi spintoni, senza affollarsi intorno alle telecamere»[SW 717,719]. In questo passaggio è chiaro che Nove mette in bocca a questo personaggio una parodia dei discorsi politici che si ascoltano nei talk show.

L’ironia di Superwoobinda è tale che un bagnoschiuma di marca Vidal può simboleggiare libertà e vitalità, richiamate dalla pubblicità del prodotto,in cui un cavallo bianco scorrazza sciolto su una spiaggia. Nel racconto Neocibalgina troviamo ironicamente descritto questo medicinale che secondo i protagonisti della storia è in grado di risolvere tutti i problemi, donare felicità e creare aggregazione sociale: «Iniziai a prendere Neocibalgina tutti i giorni. Il mal di testa subito spariva. Se non l’avevo prendevo lo stesso Neocibalgina, ed era bello perché restava la bocca un po’ impastata, avevo qualcosa di cui parlare con gli amici.»[SW 894,897]. L’ironia vena anche discorsi filosofici, come nel racconto Lo Yogurt,in cui la pubblicità di questo prodotto rappresenta, secondo il protagonista Ugo, il principio dell’esistenza: tutto il mondo, tutti gli esseri viventi sono composti da yogurt.

La morte è un elemento che compare spesso in Woobinda e il lettore rimane interdetto dal fatto che questa venga presentata da Nove come qualcosa che lascia indifferenti i personaggi. Come si è detto precedentemente, i protagonisti dei racconti di Nove non hanno la percezione di ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, non riconoscono

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la differenza fra realtà e finzione. Inoltre la televisione ha portato questi individui ad essere costantemente esposti alla violenza e perciò tendono a normalizzarla. Infatti, la testa di questi personaggi è satura di immagini violente provenienti dalla televisione e ciò avviene con una costanza tale da diventare un elemento di routine nella loro vita. Per esempio, grazie all’evoluzione tecnologica il protagonista del racconto Ruanda può vedere,tranquillamente,i poveri scenari di questo paese africano quando va a Milano con la sua «Cherokee Limited TD 4 X 4». Infatti quest’auto ha «l’impianto con la lavatrice la radio la tele sul cruscotto» e così, mentre parcheggia, può «vedere ogni genere di morti»[SW 457], oppure, grazie ad una televisione nella stanza da bagno, può osservare «le scene di quelli che corrono in Ruanda tutti quanti assieme bambini vecchie e animali si travolgono gridano senza sapere dove andare cercano di non farsi uccidere mentre si solleva un polverone impressionante a causa della siccità»[SW 471].

Nel racconto Jasmine, accade che una prostituta venga uccisa involontariamente da un personaggio che vuole fare una sorpresa al proprio fratello recapitando la donna nuda all’interno di un uovo di cioccolato. Jasmine muore di asfissia, ma una volta scartato il regalo, i due non sono turbati dalla morte della prostituta, anzi, decidono comunque di usare il suo corpo sessualmente. Il racconto, descritto con un intento ironico e parodico, si conclude con l’occultamento del corpo della giovane, seguito da un’ultima frase di distacco emotivo: «Sentivo Jasmine andare giù per la scarpata. Andai da Quinto a prendere un gelato da diecimila.» [SW 860,861].

I personaggi di Woobinda, quindi, sono distaccati emotivamente da certe situazioni, tuttavia sembrano provare forti emozioni quando si parla di personaggi famosi. Il sogno della maggior parte di questi individui è infatti diventare un vip televisivo:

Quando ero bambino sognavo di diventare così famoso che se fossi morto ogni persona della terra mi avrebbe toccato la bara piangendo. Allora sarei stato più vivo che in ogni momento che ho trascorso fino adesso, allora morendo avrei incominciato a vivere davvero. [SW 372, 376].

Allo stesso modo è esaltante poter condividere esperienze con un personaggio famoso, come accade a Maria, 52 anni, gemelli, che sogna da sempre di avere un rapporto sessuale con Magalli. Maria ne parla come se lo conoscesse da sempre, perché tutto quello che è trasmesso in televisione è realtà e di conseguenza Magalli non ha

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segreti ed è esattamente come appare nei suoi programmi tv. «Magalli dà sicurezza si capisce che non è strano che non vuole fare cose strane […]e quando risponde al telefono risponde con ironia con il modo di fare della persona sicura di sé della persona che ti fa sentire a tuo agio che fa delle battute anche forti ma senza mai esagerare insomma è un uomo di classe […]socievole […] di cui puoi fidarti […]»[SW110,113]. Ma oltre a ciò Maria pensa che quello che lo rende attraente sia essenzialmente il fatto che stia proprio lì, in televisione e «questo fa sì comunque che un certo desiderio lo susciti»[SW 113].

Il mondo dell’amore

Nove inserisce un proprio racconto,Il mondo dell’amore, nell’antologia Gioventù

cannibale. I protagonisti del racconto, scritto in prima persona,sono due amici Michele

e Sergio che si recano per noia al supermercato Iper della Folla di Malnate. Il linguaggio utilizzato per tutto il racconto è estremo, osceno e violento, mescolato da slogan televisivi come la sigla di un programma tv,Ok il prezzo è giusto, canticchiata dai due amici: ‹‹tàttatàttatattàtatàtta!›› [GC 53].

Il testo è diviso in quattro parti: le prime tre hanno un inizio pressoché uguale e uno sviluppo differente, dato che la noia è l’elemento che caratterizza le prime tre parti del racconto e Nove ci propone quindi anche dal punto di vista strutturale una narrazione in loop temporale che ci riporta sempre allo stesso punto, come se rimanessimo fermi nella condizione dei due amici.

Sabato pomeriggio io e Sergio siamo andati alla Iper della Folla di Malnate. Quando non sappiamo cosa fare andiamo lì a guardare gli altri che non sanno che cazzo fare, e vanno a vedere gli stereo da 280 000 lire senza il compact. [GC 53]

Il racconto si smuove nell’ultima parte, dopo che i protagonisti acquistano una videocassetta dal titolo, appunto, Il mondo dell’amore, «l’unica videocassetta che costava solo 12 000»[GC 56].La quarta parte, è poi introdotta da una citazione di

Nel documento Aldo Nove: forme, generi e temi (pagine 31-40)