L ’AZIONE CATTOLICA A SALERNO
10 Bollettino Diocesano, 1969, p 496 11 Ivi, p 497.
Il '68 dei cattolici: l'Azione Cattolica a Salerno
Democrazia Cristiana, ma che a sua volta, valuta il collateralismo tra AC e DC come figlio del suo tempo, ed è figlio del suo tempo anche 1’esistenza di un “partito dei cattolici” che, in una certa epoca, poteva essere anche comprensibile e giustificato, ma nell’evoluzione dei tempi e nella trasformazione poi vorticosa avutasi nei decenni successivi a quell’anno, non può più esserlo. Dopo il crollo del collateralismo seguito da quello della DC, viene meno l’unità dei cattolici in politica spingendoli ad un impegno nelle varie realtà temporali che sono già presenti, l’unica discussione, figlia di questa rottura, che Andria pone in evidenza, riguarda il tendenziale isolamento dei cattolici all’interno dei vari partiti, riportando l’esempio del Partito Democratico in cui c’è la tendenza, più o meno diffusa, di mettere un po’ da parte la presenza cattolica all’interno del partito, e questo porta ad una disaffezione da parte di chi, credendo nel progetto del Partito Democratico, si vede marginalizzato a causa del suo credo e del suo retroterra culturale.
Anche a Salerno la questione sul divorzio mette in luce tutte le contraddizioni presenti aH’intemo del mondo cattolico, c’è la Chiesa, seguita dalla Democrazia Cristiana che si batte per abrogare la legge sul divorzio, ma ci sono anche tanti cattolici, che, prendendo una via completamente opposta alla gerarchia ecclesiale, si schierano a favore di questa legge. A Salerno l’Azione Cattolica, seguendo l’esempio della giunta nazionale, non prende una decisione netta sul divorzio e nemmeno si fa promotrice della raccolta delle firme, ma adotta una politica basata esclusivamente sulla formazione e sulla pastorale familiare.
Parallelamente all’impegno espresso dall’intera associazione, c’è anche un altro ramo, appartenente all’AC, ma che è meno conosciuto, chiamato Fronte della Famiglia, che organizza nel 1967 e nel 1968 un gran numero di incontri, svolti in zone diverse e su temi diversi. Gli incontri sono rivolti non solo a tutta la diocesi ma anche a zone limitrofe; i primi sette incontri di svolgono a Montoro, e riguardano il tema del fidanzamento, del legame tra matrimonio e religione, si parla anche di questioni giuridiche e dei rapporti tra coniugi; altri cinque incontri sono tenuti ad Agropoli dove viene organizzato un corso per genitori; successivamente altri quattro incontri vengono fatti a Baronissi, basati su vari cinefonim; altri quattro incontri vengono programmati a Montecorvino Rovella dove si propone un corso pre-matrimoniale e degli incontri con i genitori; poi è la volta di Pontecagnano e di Salerno con ben tredici incontri, e si discute in maniera ampia del tema famiglia e divorzio, le ultime tappe sono Siano e Sala Consilina con altri quattro incontri. C’è in pratica un’azione fortissima e capillare che mette in moto tutta la diocesi di Salerno: il tema della famiglia viene trattato in ogni zona, cercando di coinvolgere il maggior numero di persone possibili, facendolo tramite questo ramo dell’AC che, essendo più staccato rispetto agli altri dal centro diocesano e nazionale, ha potuto prendere posizioni più decise contro il divorzio, espresse dalle stesse persone che formano la giunta diocesana; non a caso la quasi totalità di questi incontri è tenuta da persone del centro diocesano di Azione
Cattolica13. Il tema della famiglia viene affrontato anche dal Presidente Diocesano Armando Grattacaso durante un Convegno Diocesano dei Dirigenti dell’AC, il 4 Novembre del 1969 che nel suo discorso afferma che “ogni Associazione parrocchiale deve proporsi degli impegni: come preparare la famiglia, come aiutare i genitori alla necessaria comunione con i propri figli, come sentirsi investiti di un’autorità nuova superando le ormai non idonee forme di autoritarismo del passato, come sentirsi parte fondamentale per la missione della Chiesa, come aiutare i ragazzi e i giovani a vivere nella propria famiglia’’14. Ma non tutta l’associazione opera in maniera univoca; il presidente diocesano della GLAC di quegli anni, Antonio Bottiglieri, è protagonista di un episodio che è emblematico della situazione complessa dei cattolici in quel periodo. L ’8 dicembre, festa del tesseramento per l’AC, in un consiglio diocesano al quale partecipa anche il Vescovo, viene proposto ai vari dirigenti di firmare un documento nel quel si dichiara che tutte le forze cattoliche si sarebbero schierate per l’abrogazione della legge sul divorzio. Antonio Bottiglieri, che non aveva mai sopportato i legami tra AC e politica e che non avrebbe mai imposto una decisione del genere ai propri soci, e dato che egli stesso era contrario all’abrogazione, si rifiutò di firmare; la posizione presa dal presidente della GLAC diede vita ad un forte scontro tra lui e il Vescovo Mons. Pollio, che abbandona la Presidenza Diocesana notevolmente arrabbiato. In seguito a quanto accaduto Bottiglieri, su consiglio dell’ assistente diocesano dell’AC, che era anche il parroco della chiesa che Antonio Bottiglieri frequentava, don Enzo Rizzo, presenta le sue dimissioni al Vescovo, il quale però le rifiuta, consigliandogli di terminare il mandato per portare a termine il suo impegno nella commissione per redigere il nuovo statuto. La scelta del no costa a Bottiglieri la presidenza della GLAC, che, in verità, aveva già in mente di lasciare allo scadere del mandato per accompagnare il prossimo rinnovo di statuto con un cambio totale della presidenza, lasciando il posto ad una generazione più giovane. Le dimissioni di Bottiglieri, allo stesso tempo, dimostrano anche come l’Azione Cattolica, soprattutto a livello diocesano, in quegli anni teneva lontani coloro che avevano idee diverse e come fosse direttamente influenzata dal volere del Vescovo, come ci testimonia lo stesso Bottiglieri. Al di fuori dell’associazione il mondo cattolico era molto controverso, molti gruppi, tra i quali anche il vecchio gruppo del MS AC dell’Addolorata, si organizzano per promuovere dei comitati che si schierano a favore del divorzio i quali furono determinanti per la vittoria del no al referendum del ’74.
L ’Azione Cattolica negli anni del ’68 vive uno dei momenti più critici della sua esistenza, fa tesoro di tutto ciò che ha coltivato nei suoi primi 100 anni di vita e si ripropone come fedele interlocutore del laicato organizzato nei confronti di altri laici ed al fianco della gerarchia ecclesiale. Ad oggi si può dire che il disegno
13 AACDS, Fronte della Famiglia. Attività svolte nel 1° settembre 1968, Salerno, 1968.