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Sugli aspetti geologici, cfr V COTECCHIA M MANFREDINI (a cura di), International Symposium on “engineering geology problems in seismic areas”, Bari,

NOTE STORICHE E IL CATASTO MUR ATTI ANO DEL

2 Sugli aspetti geologici, cfr V COTECCHIA M MANFREDINI (a cura di), International Symposium on “engineering geology problems in seismic areas”, Bari,

Caselle in Pittari: note storiche e il catasto murattiano del 1815

Tra i 75 comuni del Cilento comprendenti 157 centri (sup. media di 34 kmq al di sotto di quella di tutta l’Italia (42,4), Caselle in Pittari con i suoi 44.62 kmq, appartiene ai 12 comuni caratterizzati dalla classe di oltre 40 a 60 kmq.3, ed al territorio a Sud (20 comuni) del Ripiti, fino a 500 m. s. m.4, zona che complessivamente, comprendendo anche i comuni posti oltre i 500 m. s. m.5, rivela con il più basso coefficiente di 3 comuni, una presenza di comuni al di sotto della media cilentana di 6 comuni per ogni 100 kmq, osservata invece dai 6 comuni nell’area al di qua del Calore e del Mingardo, dai 12 della zona litoranea e dai 19 al di qua dell’Alento e del Solofrone6.

L ’altimetria di Caselle in Pittari (444 m. s. m.) pone questo centro abitato nella formazione vegetale del Lauretum, nella fascia tra quella calda e medio fredda7 e nella media di 400-500 m. (24,9%)8, mentre , relativamente alla “distribuzione dei centri per formazioni litologiche”, esso, insieme ad altri 35 centri, risiede su calcari compatti9.

Il comune in trattazione appartiene alla zona del Mingardo e del Bussento, “che si staglia a forma di arco nel golfo di Policastro, coi confini che partono dalla foce del Lambro, girano intorno all’abitato di Rofrano, seguono le creste dei monti Centaurino, Rotondo e Cocuzzo e calano infine a mare nel golfo di Sapri. La superficie è di Kmq 642,36, i centi abitati erano 25, ai princìpi dell’Ottocento 15 furono i capoluoghi e 10 le frazioni10 11. Una suggestiva descrizione ne ha data anche il geologo Cosimo De Giorgi a fine XIX secolo11: “La Valle del Bussento è l’ultima del Circondario di Vallo, e il fiume forma per un bel tratto il limite fra questo e il Circondario di Sala Consilina. Al primo appartengono i paesi di Torre Orsaja e Castelruggiero, al secondo quelli di Policastro, di Morigerati, di Sicilì, di

3L. FRANCIOSA, Il Cilento, Salerno 1953, p. 66-67: 24 comuni appartengono alla classe fino a 20 kmq, 30 a quella di oltre 20 a 40, 5 di oltre 60 ad 80, 1 da 80 a 100, 2 oltre 100 a

125, 1 oltre 125.

4 Gli altri comuni compresi in quest’area e in questa fascia altimetrica sono Alfano, Casaletto Spartano, Celle di Bulgheria, Felitto, Morigerati, Rofrano, Torre Orsaia (L. FRANCIOSA, op. cit., Appendice IV).

5 Laurino, Piaggine, Roccagloriosa, Sacco, Sanza, Valle dell’Angelo (Ibidem).

6 Ivi, p. 73. Egli cita i paesi a sud del Ripiti fino a 500 m. s. m. (Alfano, Casaletto Spartano, Caselle in Pittari, Celle di Bulgheria, Felitto, Morigerati, Rofrano, Torre Orsaia) e gli altri al di sopra dei 500 m. s. m. (Laurino, Piaggine, Roccagloriosa, Sacco, Sanza, Valle dell’Angelo).

7 L. FRANCIOSA, op. cit., pp. 44-45. 8 Ivi, p. 76.

9 Ivi, p. 188: altri 50 poggiano su arenarie e puddinghe e molasse, 9 Vi su calcari marnosi, 12 su residui alluvionali, 3 Vi su conglomerati: ivi, pp. 188-189.

10 F. VOLPE, Il Cilento nel XVII secolo, Napoli 1981, p. 36.

11 C. DE GIORGI, Da Salerno al Cilento, Firenze 1882, ora in Viaggio nel Cilento, prefazione di Giuseppe Calzerano, 2a ed. G. Calzerano , Casalvelino Scalo (SA), p. 174.

Caselle in Pittari: note storiche e il catasto murattiano del 1815

Tortorella, di Casaletto Spartano , di Caselle in Pittari e di Sanza. Tutti sono in collina, nessuno nella valle; e perciò Vagricoltura qui langue quasi per tutto”.

Il regime idrografico dei comuni di Caselle in Pittari, Morigerati, Casaletto e Tortorella, Sicilì, Torre Orsaia e S. Marina, è caratterizzato soprattutto dal Fiume Bussento, che il Rizzi (1809) chiama “Fiume di Policastro” e descrive in modo suggestivo12. Egli, inoltre, ci fornisce i dati demografici sui paesi cilentani13.

Le popolazioni delle contrade rurali, per raggiungere i principali centri abitati, erano costrette a spostarsi a piedi percorrendo dei vecchi sentieri che ancora oggi si conservano e periodicamente sono utilizzati per celebrazioni religiose ed escursioni varie14. Tra l’altro, nei boschi tra Caselle in Pittari e Casaletto Spartano si trova il picchio nero, il più grande d’Europa, che si riteneva vivesse solo sulle vette alpine15.

Antichità e Medioevo

Nel periodo lucano (IV-inizi III sec. a. C.) nel territorio dell’attuale Caselle in Pittari esisteva un insediamento posto nell'antica direttrice che univa la costa alfentroterra campano e che rientrava nell’agro dell’importante centro fortificato di Roccagloriosa ed in quello romano, dopo l’abbandono nel corso del III sec. a. C., di Buxentum, colonia del 194 a. C.16. L’area subì i danni causati dall’invasione

12F. RIZZI, Osservazioni statistiche sul Cilento, Napoli 1809 (Ristampa Calzerano Editore cit. 1978 , p. 36: “Il fiume di Policastro ha la sua origine dalla Montagna di Sanza. Notabilmente vien aumentato da altre acque, che chiamansi della Ferriera. Quando giunge nel luogo, denominato li Tironi nelle montagne di Casella, s ’ingrotta in una profondissima voragine, facendo il suo corso per tre miglia sotterra, ed esce sotto il Comune di Morigerati; donde va a divenire più grosso pel fiume che cala dal Casaletto, e Tortorella. Finalmente mette la sua foce nel mare ad occidente di Policastro in distanza di mezzo miglio”. Inoltre, “Il Bussento - scrive il Franciosa - “attraversa l ’altopiano di Sanza ed alla base del monte Pannello si inabissa in una enorme spaccatura precipitando, spumeggiante e ruggente, sotto l’abitato di Caselle in Pittari, in una grotta scavata naturalmente nelle viscere di questo monte, la “Grotta di Caselle... ”(L. FRANCIOSA, Il Cilento cit., p. 40).

13 Cfr. n. 59.

14 Sulla sentieristica, cfr. A. PERCIATO, Cilento... una Terra da camminare una Terra da raccontare, “ARCI Postiglione”, Salerno 2002, pp. 234-240: a) Loc. S. Vito > Convento > Casaletto S. o Battaglia; b) Casaletto S. > sorgenti/mulino o > Poggi > Fornace > Acquafredda.

15 AA. VV., Cilento, in Touring Cub Italiano, Milano 2006, p. 108.

16 Caselle in Pittari, il cui toponimo si vuole significhi "piccole case sul monte pietroso", indicando in tal modo le prime abitazioni sorte sul monte Pittari (o anche come Pitture, con riferimento agli affreschi in grotta ? (di San Michele), è nota per il sito archeologico di Laureili che si trova a 5 km dal paese, lungo il versante orientale del rilievo del monte Centaurino. Gli scavi hanno rivelato la presenza di un abitato lucano del IV secolo a.C., preceduto da reperti riferiti all'età del Bronzo finale (X-XI secolo a.C.). Rinvenuta “una

longobarda, se la diocesi di Buxentum fu saccheggiata ed i sacerdoti erano fuggiti al tempo in cui papa Gregorio Magno (592 d. C.) affidò al vescovo di Paestum , ricoveratosi tra le mura bizantine di Acropolis, il compito di recuperare personale ed arredi per il funzionamento delle chiese abbandonate17.

Il territorio di Caselle nel periodo longobardo apparteneva propriamente alla regione detta Brycia, trasformazione già nel VE secolo del toponimo Bruzio, confinante con la fascia costiera tra Policastro e Sapri, e percorsa come i vicini crinali dai monaci italo-greci18. Lungo le strade che da loro saranno usate19, e tra

tomba a camera monumentale, “rettangolare e alta oltre quattro metri; è preceduta da un lungo dromos o corridoio tagliato nel pendio collinare e dotato di canalette per il denaggio; la porta era decorata con capitelli dorici; del corredo sono stati recuperati solo frammenti di vasi a vernice nera e un balsamario” (W. JOHANNOWSKY, Caselle in Pittari, in Atti XXIII Convegno di Studi sulla Magna Grecia (Taranto 7-11 ottobre 1982), Taranto, 1983, p. 423; A. GIUDICE, Caselle in Pittari/Laureili: archeologia e ipotesi ricostruttive, “Annali Storici di Principato Citra”, III, 1-2, 2005, pp. 87-99. F. LA GRECA, L’area del golfo di Policastro in epoca greco-romana, in IDEM - A. LA GRECA - A. CAPANO - A. MIGLIORINO, Temi per una storia di Torraca , Centro di Promozione Culturale per il Cilento - Acciaroli 2010 , p. 25, n. 39). N ell’area si sono recuperati anche frammenti di vasi di IV-III sec. a. C., pesi da telaio e macine (H. M. FRACCHIA - M. GUALTIERI, La regione Mingardo-Bussento (Tentroterra da Palinuro a Policastro), in AA. VV., A Sud di Velia , - I. Ricognizioni e ricerche 1982-1988, Istituto per la Storia e l ’Archeologia della Magna Grecia, Taranto, 1990, pp. 39-60: p. 53). Sono stati scoperti i resti di una cinta muraria, strutture di edifici, un'importante necropoli con tombe a camera e numerose monete, ceramiche e manufatti fìttili. Sull’abbandono dei siti lucani, cfr. anche A. GIUDICE, Da Capo Palinuro alla conca di Sapri: la romanizzazione di un territorio, in “Annali Storici di Principato Citra”, Anno IV n. 1 - Tomo 1/2006, pp. 110-123: p. 121.

17 P. CANTALUPO, Acropolis. Appunti di storia per il Cilento. I, Il Medioevo, Agropoli

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