VIETRI DALLA GUERRA ALLA VIGILIA DELLA COSTITUZIONE
1 Sul coinvolgimento di Vietri sul Mare negli eventi bellici, in particolare per lo sbarco, e nel successivo Governo di Salerno si rinvia ai seguenti testi, ai quali ci siamo riferiti: F.
DENTONI LITTA, Lo sbarco a Salerno. 8 settembre 1943, memoria dattiloscritta 1983.; D. HICKEY, G. SMITH, Operation Avalanche. The Salerno Landings-1943, Londra 1983; 1944. Salerno Capitale, a cura di Massimo Mazzetti e Nicola Oddati, Salerno 1984; schede della Mostra Raito nelle storie di guerra, allestita dal Gruppo Habitat di Raito nell’autunno 1985; T. MASULLO, Vietri sul Mare, guerra e dopoguerra, Salerno, 1998; Antifascismo, Resistenza e Guerra di Liberazione, Il contributo del Salernitano, Salerno 1999; N. ODDATI, Vietri dallo sbarco al Governo di Salerno, e scheda Momenti bellici, in Storia e protagonisti nella Vietri dei secoli XIX e XX. 27 gennaio 2007, atti del seminario di studi - mostra del bicentenario, 16 dicembre 2006-21 gennaio 2007, testi e selezione fotografica, a cura di A. Tesauro, Comune di Vietri sul Mare 2009, pp. 153-162, 289-294.
Vietri. Dalla guerra alla vigilia della Costituzione
fronte e per le notizie che riceveva, sia le evidenti restrizioni alle quali era soggetta, dalla censura sulla corrispondenza, al razionamento dei generi alimentari. Il sacrificio della popolazione vietrese, come si rileva dalle tabelle, non fu indifferente.
Discreta era nella zona la presenza militare italiana e tedesca. In quel periodo erano state allestite in Vietri alcune postazioni militari, ed in particolare:
- la Villa Bellelli-Sorvillo, a monte del viale della Madonna degli Angeli: il 1° settembre 1943 vi si trasferì la Capitaneria di Porto e il comando della Compagnia Dragamine;
- la Villa Angrisani, sullo stesso viale: il giorno 8 settembre 1943 vi si trasferì da Salerno (palazzo Barone) il Comando della Marina Militare italiana di Salerno, con il codice cifrato, alle dipendenze del Compartimento Marittimo del Basso Tirreno, e collegato telefonicamente con Napoli, Torre Angellara ed il Forte La Carnale di Salerno;
- il Palazzo (De Simone) all’inizio dell’attuale via XXV luglio ospitava il Comando delle batterie italiane antiaere di stanza nella zona;
- nella Torre Crestarella vi era una batteria tedesca di difesa;
- anche la Villa Botta-Orloff (ora Pastore) e la Villa Emma (“De Martino”) erano sedi di batteria antiaerea.
Le autorità cercavano di sottrarre alla vista degli aerei nemici i siti sensibili. Ne abbiamo una prova in una foto dei ponti e del tracciato ferroviario sul viale della Madonna degli Angeli coperti con dei tendoni che li nascondevano imitando palazzi per civili abitazioni.
I maggiori effetti della guerra nella nostra provincia si ebbero quindi nell’estate del 1943, quando gli anglo-americani, che già avevano occupato la Sicilia, cominciarono a bombardare le posizioni strategiche di Salerno e di altre località della provincia.
Nella memoria popolare rimase ben vivo il bombardamento del 21 giugno, festa di San Luigi. Nella città di Napoli, che col suo porto era un importante obiettivo, i bombardamenti erano cominciati addirittura nel novembre 1940. A Salerno le incursioni aeree ripresero il 21 luglio per fermarsi nella prima decade di settembre. Vietri fortunatamente rimase indenne. Chi poteva sfollare si recava sulle colline e sui monti circostanti nella speranza di una maggiore sicurezza. Anche Raito, Albori, Benincasa e Dragonea videro la presenza di famiglie vietresi e salernitane, i cui capifamiglia di giorno ridiscendevano alle loro attività lavorative e professionali.
La notizia inattesa del 25 luglio 1943 della caduta di Mussolini e dello scioglimento del partito fascista portò una sensazione di sollievo e di speranza che andò delusa dal proclama di Pietro Badoglio, capo del nuovo governo, sulla continuità della guerra. Nel governo assunse le funzioni di Ministro degli Esteri il nostro Raffaele Guariglia, allora ambasciatore in Turchia, che si trovò in una situazione imbarazzante perché si doveva barcamenare tra le profferte agli anglo
americani di ottenere un armistizio e il mantenimento di formali rapporti con la Germania ancora alleata.
Un altro momento di fiduciosa aspettativa fu l’annunzio la sera dell’8 settembre dell’armistizio (piuttosto resa) con gli anglo-americani. Ma la notte smorzò ogni illusione: nel mare del golfo si presentò agli occhi della popolazione uno spettacolo mai visto; navi e mezzi da sbarco e lancio di razzi luminosi; aveva inizio lo sbarco degli “alleati”, che interessò il litorale salernitano, da Agropoli a Maiori. Lo sbarco fu chiamato in codice “Operazione Valanga”2 (Operation Avalanche), ricordata nella storiografia come “valanga di errori”. L ’operazione si rivelò infatti più difficile di quanto si potesse immaginare, anche per l’orografia del territorio. Nonostante il promettente avvio delle operazioni, l’indecisione tattica alleata diede modo ai tedeschi di predisporre la propria difesa, che dopo aver messo fuori gioco le truppe italiane, recuperò le posizioni rallentando in modo cruento la penetrazione alleata, e costringendola a duri combattimenti,. Quando gli anglo-americani si assicurarono la via per Napoli la “battaglia di Salerno” si era conclusa con un alto costo umano in entrambi i fronti e fra i civili. A Vietri se ne contarono più di 40.
A Marina di Vietri erano sbarcati il 2° ed il 41° commando inglese, guidati rispettivamente dal tenente colonnello John Churchill3 e dal colonnello Bruce Lumsden. Appena sbarcati alcuni soldati salirono a Vietri e assistettero e servirono persino alla Messa in San Giovanni4. Un primo scontro si ebbe la mattina in piazza Roma. Alle scuole elementari di Vietri era stata allestito il Quartiere Generale di Brigada dei Commandos, con un’infermeria5. In particolare gli alleati dovettero affrontare un forte scontro a Dragonea, tanto che nelle cronache il giorno 13 settembre assunse la denominazione di Battaglia di
Dragonea6, che interessò in particolare la stretta via Vallone. Dovettero superare
2 Tra le cronache delle fasi belliche di quel periodo si segnala il citato corposo volume