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Tra le varie edizioni cito La fortezza trionfante Rappresentazione sacra si S.Elenai Vergine Romita, composta da Nicolò Politi, Vallo della Lucania, Stabilimenti tipografico)

AVVENTURE ETIMOLOGICHE IN FORMA DI PROSA NELLE TERRE DEL CILENTO

15 Tra le varie edizioni cito La fortezza trionfante Rappresentazione sacra si S.Elenai Vergine Romita, composta da Nicolò Politi, Vallo della Lucania, Stabilimenti tipografico)

L.Spera, 1925. Forse la prima edizione del testo è del 1742. Nicolò Politi (Taurino,, 27.12.1687/Roma, 12.3.1744) fu Ministro generale dell’Ordine francescano dei Minorii Osservanti. Su di lui v. G.PECORI, op.cit., pp. 76-77, e, s.v. “Politi”, le pagine ini www.zadalampe.com e in Laurino.info (Assassinato Nicolò Politi?).

Avventure etimologiche in forma di prosa nelle terre del Cilento

Lu Scaravieddu... biscotti Boria, sul far dell’alba... per asciugare lo stomaco. Lu Scaraviedd!, Oddiol Lu Scaravieddul

0 l’auto di Pascale Marotta o lu pustale. Non c’era scelta. Preferivo il postale...per una certa libertà di movimento. Qualche ni o muccusu, qualche indio mescalero, un paio di professuri, madri nere e fiere che mi sembravano fotocopie dell’Addolorata. Troppo sofisticata l’auto di Pascale...effluvi di fromage podolico di alta (?) fattura.

Lu Scaravieddu, Mar orina lu Scaravieddul M ’accuv ava quando iniziava lu traggittu. Ma che te vuo accuvà! Si fermava nel bel mezzo della curva più ardua. Vuommeche e vusanteriu, a hbuluntà.

Chi si nascondeva sul retro, chi dietro una siepe, una distinta coppia s’inoltrava, a braccetto, addirittura nel bosco. Una scena d’Arcadia indigena di grande intensità...e dignità.

Il bosco! I briganti! Forse ci sono ancora i briganti - m’ammoniva mio padre per non farmi allontanare - ...alle volte janare e pumbanari.

Si racconta ancora che nel 1860 la nostra vallata era il territorio di un gruppo di ferocissimi briganti. Il capo di questi briganti, che soggiornavano nelle grotte della Valle del Calore, nel bosco dello "Scaraviello" e nelle montagne, si chiamava Ferdinando il Bravo, che era, come dicono i racconti, una persona che sapeva leggere e scrivere e che nel suo limite cercava di costruire un piccolo stato del meridione. Lui provava a lavorare queste nostre terre per ricavarne prodotti agricoli per tutta la comunità, ma non solo, si racconta che toglieva ai ricchi per dare agli umili, sulle orme del più famoso brigante d'Inghilterra Robin Hood.

Si dice che organizzava, per festeggiare alcune ricorrenze, delle feste danzanti dove partecipavano anche le persone della comunità di Castel San Lorenzo, e per questo era ben voluto da tutti. Si dice poi, che un sabato d'Agosto del 1860, con un caldo incredibile, la nostra vallata fu attraversata da una carrozza scortata da diversi cavalieri, che passando poi per la Calabria si sarebbe recata a Palermo. A bordo di questa carrozza c'era una bellissima donna Austriaca che si chiamava Arianna. Ferdinando seppe del passaggio della carrozza e decise di rapinarla, con i suoi briganti assalì la carrozza e mise fuori combattimento tutte le guardie che la scortavano, quando però andò per prendere le casse che contenevano oro e argento, nelfaprire lo sportello vide il volto impaurito ma bellissimo di questa donna Austriaca, quasi all'istante se ne innamorò. La ospitò con tutti gli onori e dopo un po’ le chiese di rimanere per sempre in questa vallata. La giovane Arianna, sebbene attratta dalla sua vita di sempre, anch'essa innamorata di Ferdinando, decise di rimanere in questa terra sposando il suo brigante16.

16 Storia di Principi e di Briganti, in www.brigantaggio.net/Brigantaggio/.../002_Briganti. Principi.PDF.

Ed io ad annusare gli effluvi del limone di Sorrento, impregnati di benzina fetente.

Eh, sì! Perché l’epopea iniziò con un FIAT 15 ter ...4 cilindri in linea, 4398 di cilindrata, velocità massima 40 Km. orari, prodotto dal 1911 al 1920 e in servizio fino al ’40 (!)... quasi ‘nu sciaraballo su quella strada.

E pensare che i famosi “ 15” erano stati progettati come autocarri polifunzionali per trasporto di truppe e di materiale del regio esercito! Il “ 15” bis

Libia (1911-’ 12) s’era ricoperto di gloria, di polvere e di sangue innocente nel

giugno e nel luglio del ’12, in Libia, nella battaglia o, meglio, nel massacro di Zanzur.

Contro forze decisamente inferiori di numero e prive di artiglieria, schierammo questa formazione: 19 battaglioni di fanteria, 1 compagnia di Guardia di Finanza, 1 compagnia di zappatori del genio, 8 squadroni, 4 batterie di montagna, 3 da campagna, 2 batterie da75, una sezione di mortai da 210. In totale: 14.000 uomini (compresi gli ascari della brigata di cavalleria del battaglione eritreo e gli uomini del marabutto Abdul Gelif, uno sceriffo, cioè discendente direttamente dal Profeta...un farabutto collaborazionista, direi), 13.494 fucili, 12 mitragliatrici, 50 cannoni...54 autocarri FIAT “ 15 ter” Libia, che, a 40 km.all’ora,

trasportavano anche i feriti tra il fronte e le retrovie. Il terreno era cosparso di cadaveri arabi passati alla baionetta: quasi 2.000 morti fra il “nemico”, 330 i nostri17.

Si “coprirono di gloria” anche Armando Diaz e Pietro Badoglio...poi ebbero i destini che meritavano. Non avevamo neppure finito di seppellire i morti che iniziammo subito a costruire ferrovie. E cambiato poco con la

7 v. Giolitti - La guerra turca- anno 1911/1812 in www.cronologia.leonardo.it/storia/ al911ee.htm; la guerra di Libia 1911 in digilander.libero.it/fiamme cremisi/libia.htm; locus memoriae Mutina est: Tripoli bel suol d ’amor (10/12) in stefanogrimaudiblog.org/.../ tripoli-bel-suol-damore-1012.hrml.

Avventure etimologiche in forma di prosa nelle terre del Cilento

Libia...affari, solo affari, in cambio di derelitti rimpatriati.

Poi lo vendemmo in mezzo mondo, ripulito...20.000 esemplari prodotti!

Che s’ firai ‘i fa ’ ‘u sciaraballo . E mò!... Che fine!... tra vuommeche e pisciazze...inta ‘a lu Scaravieddu.

Escarabajo, pardon... escaravayo nello spagnolo antiguo, ancora oggi escarabalho in portoghese (vi risparmio ulteriori approfondimenti etimologici)...

scarafaggio, insectos cléopteros e coprofagos...que vivem de excrementos de

mamiferas herbivoras18, appunto lo stercorario.

Il bosco Scaraviello è un’estesa cerreta lungo la sponda destra del fiume,

tapezzata da un denso sottobosco di erica.../’intrico della vegetazione è interrotto qua e là da piccole radure e da esili vene d’acqua19. E ’ il regno del cinghiale, del

picchio verde, della lontra, della valeriana, dell’equiseto, dei farfaracci, del carpino, deH’omiello, del frassino, dell’acero e delle roverelle, del georgico flessibile viburno , dell’alloro e del mirto, del lentisco, delle filiine, del corbezzolo, della leopardiana ginestra, degli alatemi, del gigaro, della lingua cervina, della poiana, del falco pellegrino, dell’astore di guzziana memoria (una mitica moto Guzzi!), del gheppio...ma anche di barocche sontuose decorazioni escrementizie, dato l’olezzo che vi emanava. Dunque lo Scaravello come luogo di intensa frequentazione di escarabalhos, forse sulle prime al plurale, come si ritrova nella genealogia delle famiglie Scaravelli.

Si riparte! Escarabalho, olé! Ponte Scaraviello, vallone Scaraviello, S.Benedetto, ponte Reale, S.Nicola, fornace S.Giovanni, vallone dei Granci...vallone dei Granci 1 ...cangreio...escaravaho de Agua, cioè gambero di fiume.

L’ho conosciuto nel vallone dei Granci, poi l’ho anche gustato, dopo essere ‘ncazzato inta lu sciume e aver sconsolatamente guardato quel mescalero di Pasquale Gigantiello che saltava di pietra in pietra da quello stambecco che, ahi lui!, era...’mó tene ‘na panza... Insomma, di terra o di fiume...Penso alla

Carmen... Maronna mia!.. .Mario M erda nei panni di Escamillo. ..’o sciaraballo... e i’ ca so’ ‘scise ‘a copp’o sciaraballo, senza cercò ‘o permesso, abballo i’ pure...

Escamillo, pardon, Escarabalho, olé! * Sciaravettula

Zi’ Carmena Sciaravettula, Carmela Durante, è stata l’ultima fattucchiera operante a Laurino negli anni ’50. Recitava antiche formule di ncantramatura, di stregoneria.

18 Cfr. Escaravelho, in pt.wikipedia.org/wiki/Escaravelho.

19 Cfr. Parlano di Felitto, Il fiume dimenticato di Grazia Francescato e Giampiero bidelli, OASIS, anno IX, 4-5, maggio 1993, in felitto.net/it_bib_riv001.html.

Ma perché era chiamata Sciaravettula!

E’, evidentemente, parola composta: Sciara-vettula. Vettula dovrebbe essere, quasi sicuramente, vetula, ae, “vecchia” che troviamo in Plauto, Marziale e Giovenale, spesso in senso dispregiativo; non indica vecchia decrepita, ma “vecchietta”, “alquanto vecchia”. Anche nel tardo latino è intesa in tal senso.

Il De vetula è un poema in latino, in esametri, in 3 libri, del XIII secolo, attribuito, all’epoca, ad Ovidio, poi, forse, a Richard de Foumival o all’ambiente della Scuola siciliana di Federico IL Fu stampato per la prima volta a Perugia nel 147520. Vi sono riferimenti all’astronomia, al gioco d ’azzardo con i dadi e al calcolo combinatorio. Narra di una storia d’amore, il cui protagonista è un certo Ovidio. Personaggio centrale è una vecchia mezzana. Presenta formule di maledizione.

Pare che Niccolò Machiavelli lo abbia tenuto presente nel comporre la celebre epistola La vetula, in cui sono presenti alcuni luoghi comuni.

Controverso il termine sciar a. Sulle prime sarebbe immediato pensare al francese charmer, “incantare, ammaliare, affascinare”. Sciare, però, è voce siciliana (Treccani), dall’arabo sa’ra, “terreno sterile e incolto”, su un derivato dal latino flagrare, “ardere”, significante “lava incandescente”. Toponimi in area etnea, sciar>sciarra>Giarre, etc. Sciarasicca è un personaggio della commedia siciliana “Sciara Curia”, la baronessa Jannina, detta, appunto, Sciarasicca, cioè “donna rinsecchita”, non più “ardente”, “sicca”, proprio come la vetula nella dettagliata descrizione del Machiavelli.

Sciarra è anche “rissa,contesa,zuffa”, da una radice che indica l’atto di

strappare, squarciare; sciarare = lacerare (D.E.I.)21 22. Si stanno sciarrano, “stanno litigando”, ma si sciarrano anche, per es., le galline, “litigano” ma sono anche separate; quindi “separare, dividere” e, per estensione, “litigare”.

Nelle Metamorfosi di Apuleio si racconta della maga Panfile che assume le sembianze di un gufo (Apuleio, Mei., IH, 21 ):...crescunt et fortes pinnulae,

duratur nasus incurvus, coguntur ungues adunci. Fit bubo Panphile.. .Panfile era

diventata un gufo! Alcuni uccelli vengono classificati con il termine vetula, perché presentano sembianze di vecchia: Ortalis vetula, Penelope vetula... “la vecchia” presta il nome ad alcuni altri animali: vermi, lumache, rospi, rane, alcuni insetti.

Strix (dal gr.strinx) è chiamato l’uccello nottumo(onomatopeico), che diverrà

anche “strega”.

In tutta l’area slava “la vecchia "(VETULA, la Grande Madre, per i Romani), chiamata baba, appare con i significati di “nutrice, maga, profetessa, strega”.

Il primo ad usare il termine “strega” è Bernardino da Siena nelle sue prediche . Dalla cultura letteraria estrapola la credenza nelle streghe-vampiri che

20 De Vetula, Pseudo-Ovidius 1250 (BL Harley MS 5263).

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