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Colbert Akieudji

C OMBINAZIONI LINGUISTICHE I NSEGNE

Francese-Italiano 51

Italiano 17

Francese-Italiano-Inglese 8

Italiano-Inglese 7

Francese-Italiano-Latino 1

Italiano+9 lingue, tra il camfranglais 1 Pseudoitalianismi ed espressioni legate all‟italianità 11

La figura 6 illustra una delle insegne monolingui, con l‟italiano come lingua dominante e, al contempo, lingua rilevante.

67 Figura 6. Negozio di moda “Intima”, New-Bell, Douala

6.3.

Le espressioni iconografiche

Il legame con l’italicità è ripreso o talvolta addirittura ricostruito attraverso l’utilizzo di «segni appartenenti anche a codici diversi da quello verbale […], segni come la bandiera italiana o i suoi colori, immagini che si riferiscono all’Italia, come il profilo della penisola, o la stilizzazione di alcuni monumenti (la Torre di Pisa, il Colosseo ecc.) o elementi che stereotipicamente la richiamano (uno spartito musicale, una gondola ecc.)» (Barni e Bagna, 2007: 544). Oltre ad un motivo di tipo pubblicitario, le immagini sulle insegne in Camerun costituiscono il mezzo ideale di comunicazione anche per fare in modo che il messaggio sia facilmente comprensibile. Nelle insegne del nostro corpus abbiamo rilevato codici iconografici come i colori della bandiera italiana, la mappa dell’Italia, immagini di pizze, panini, piatti di spaghetti, ecc. La figura 7 illustra bene questa idea.

Figura 7. Ingresso di “La Pizzeria”, Bonapriso-Douala

6.4. Le espressioni polirematiche e cristallizzate

Le espressioni polirematiche sono definite dal Dizionario italiano De Mauro come «un gruppo di parole che ha un significato unitario, non desumibile da quello delle parole che lo compongono, sia nell‟uso corrente sia in linguaggi tecnico-specialistici». Queste espressioni si vedono anche nelle insegne italiane in Camerun. Prendiamo il caso di La dolce vita. Tale espressione è entrata nella comunicazione quotidiana soprattutto dopo la “Palma d‟oro” ricevuta al Festival di Cannes nel 1960 dall‟omonimo film di Federico Fellini. Se Marcello Mastroianni, il protagonista del film, intendeva descrivere la vita mondana romana, mezzo secolo dopo, l‟espressione La dolce vita sembra costituire il

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paradigma della bellezza, dell‟eleganza e del buon gusto a cui l‟Italia viene associata. Notiamo che oltre al Camerun, abbiamo trovato insegne con questa scritta anche in altre città africane quali Dakar, Libreville, Maputo, Abidjan e Glenashley (Sudafrica). Ed escludendo il caso di Dakar dove l‟insegna La dolce vita si riferisce ad un negozio di abbigliamento, nelle altre città africane indicate, tale espressione fa riferimento all‟alimentazione (bar, ristoranti e pizzerie).

Gli italianismi si possono analizzare anche attraverso la presenza delle espressioni cristallizzate, cioè delle «forme complesse non attestate nel dizionario come polirematiche, ma il cui uso è stato rilevato con una frequenza da rendere tali espressioni in un certo senso bloccate e sentite dai locutori stranieri come inscindibili» (Bagna e Barni, 2007: 538). Il settore della cucina è sempre in prima linea con espressioni come ristorante italiano, trattoria italiana, pizzeria italiana. L‟aggettivo italiano/a nasce dalla volontà di rispondere al gusto dei clienti, ma è anche un‟occasione per rivendicare in qualche modo l‟autenticità della cucina italiana, della cui popolarità molti cuochi stranieri s‟investono anche nella preparazione e commercializzazione delle pietanze. Alcune espressioni sono invece diventate cristallizzate perché rappresentano delle catene di ristoranti presenti in diverse città del Camerun. Ad esempio con la presenza dell‟azienda La Pasta S.A. in Camerun, l‟espressione La pasta è diventata un “prodotto” alimentare conosciuto dalle famiglie locali oltre ad essere, una “espressione” visibile nel panorama linguistico camerunense e usata dalle popolazioni autoctone. I dati presentati in questo lavoro in riferimento a tale espressione sono senza dubbio numericamente insignificanti rispetto alla sua effettiva presenza, in quanto questa espressione compare nei pannelli pubblicitari in vari quartieri e in tutte le città del Camerun. È il caso di molte altre catene commerciali, quali Panzani, Broli, Familia, i cui nomi rimandano alla lingua italiana, anche se, come abbiamo visto, in alcuni casi non appartengono agli imprenditori italiani.

6.5.

Creatività e libertà linguistica

Se la presenza in Camerun di alcune insegne in cinese e arabo segnala l‟identità socio- culturale dei negozianti, le insegne in italiano, come abbiamo rilevato nella nostra indagine, sono scritte non solo da italiani ma anche da camerunensi o negozianti di altre nazionalità, che dimostrano così la loro passione per i prodotti e personaggi emblematici italiani, nonché per il valore identitario che essi rappresentano. Il fatto che alcuni nomi propri o comuni importanti non siano sempre scritti correttamente nelle insegne ne è la dimostrazione: ricordiamo alcuni esempi come Del Pierro Restaurant (Yaoundé), bar Le Millano Plus (Douala), negozio Les îles aux Bambinos (Douala), negozio di parruchiere Femina feeling (Douala).

L‟italiano consente, quindi, di creare un territorio di confine e di contatto che rende possibili intricati sovrapposizioni, scambi, interferenze e miscugli linguistici che costituiscono risorse espressive per il territorio e dove l‟individuo costruisce e ricostruisce la propria identità, innanzitutto linguistica. Proprio per questo motivo, si assiste a quel fenomeno che dà luogo alle parole analizzate in questo lavoro e chiamate pseudoitalianismi, cioè «parole che sembrano italiane nella loro forma, ma che in realtà sono prodotte da stranieri, all‟estero, con l‟intento di apparire italiane proprio per la connotazione positiva che una parola italiana evoca e che fornisce al referente cui si lega» (Vedovelli, 2014: 294).

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7.

CONCLUSIONI

Questo lavoro ci rivela che gli italianismi veicolano valori semantici e simbolici positivi, una positività che a volte è evocata dal solo uso di un qualsiasi elemento linguistico italiano. Questi italianismi, ovvero gli esotismi linguistici che abbiamo analizzato, e che caratterizzano le strade e le piazze della realtà urbana camerunense, si determinano come una traccia italiana (o pseudoitaliana) di lingua e cultura capace di connotare un territorio in cui gli elementi idiomatici italiani in molti casi non sono entrati per le vie tradizionali e già battute dell‟emigrazione antica o nuova (Casini e Siebetcheu, 2014). E nonostante questo “svantaggio”, che in realtà consideriamo come un punto di forza rispetto alle altre lingue straniere (come emerge nelle già citate ricerche svolte a livello globale), anche in Camerun, l‟italiano costituisce la principale lingua nel panorama linguistico urbano, escludendo le due lingue ufficiali, il francese e l‟inglese (e l‟arabo nell‟area settentrionale del paese). Dalla nostra ricerca si evince che nonostante l‟italiano sia stato inserito recentemente nel paesaggio linguistico del Camerun, esso ha una maggior visibilità rispetto ad altre lingue straniere storicamente presenti nel paese. L‟analisi delle diverse forme e dei diversi modi in cui la lingua italiana si manifesta nel mercato delle lingue è quindi uno strumento per misurare il grado di penetrazione, di diffusione, di contatto, di pace linguistica, ma anche di competitività dell‟italiano in Camerun. Tale presenza è la testimonianza di una lingua, l‟italiano, che in Camerun, come in tutto il continente africano, «non intende avere per forza uno statuto di lingua dominante o di lingua ufficiale, ma vuole essere una lingua viva, studiata, [insegnata] e amata dalle popolazioni locali e che riconcilia queste ultime con le loro lingue locali» (Siebetcheu, 2011a: 515). In realtà, il fatto che l‟italiano sia lingua dominante o lingua rilevante nelle insegne è sicuramente un segnale della sua penetrazione nello spazio linguistico locale camerunense. Tuttavia, il fatto di condividere gli spazi dei cartelloni pubblicitari e delle insegne con altre lingue, tra cui le lingue e varietà locali camerunensi, è naturalmente una scelta commerciale, ma a nostro avviso è anche una prova simbolica della pace linguistica tra l‟italiano e le lingue camerunensi.

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SEZIONE 2

LE VARIABILI DELLA DIDATTICA DELLITALIANO L2