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Serge E Defotsing

2 P ERCHÉ LA CULTURA COME PUNTO FOCALE ? C ULTURA E IDENTITÀ

5. D UE IDENTITÀ CULTURALI A CONFRONTO

In questa sezione, ci prefiguriamo di elaborare un confronto fra la cultura italiana e quella camerunense, impostato sulle rappresentazioni del mondo come delineate da Benucci (2007: 190) e cioè sui: «principi di divisione, sulla rappresentazione del tempo e dello spazio, sulla memoria collettiva, sull‟implicito, e sui tabù». In questa sede le abbiamo suddivise in due classi di appartenenza e cioè in tratti convergenti da una parte, e divergenti dall‟altra; inoltre, è importante sottolineare che per via dei suoi rapporti storici con un paese europeo (Francia), il Camerun è rimasto fortemente caratterizzato da diversi elementi culturali che possiamo qualificare come occidentali. Quindi, nella classe di elementi convergenti, collocheremo i principi di divisione e la rappresentazione del tempo e dello spazio, mentre nella classe dei divergenti andranno la memoria collettiva, l‟implicito e il tabù. Sottolineiamo tuttavia che, trattandosi essenzialmente di 135 Come spesso accade, ad esempio, per adolescenti stranieri in contesto di apprendimento L2, i quali si

sforzano ad eliminare ogni espressione manifesta della loro identità al fine di identificarsi pienamente con il gruppo dei coetanei.

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tendenze generiche, si potranno sempre osservare delle peculiarità culturali inverse in ognuna di queste due classi.

5.1.

Tratti culturali convergenti: i principi di divisione, la rappresentazione del tempo e dello spazio I principi di divisione: le tassonomie dei diversi settori dell‟esperienza o del reale percepito, si rifanno in gran parte ai modelli francesi e inglesi, specie negli ambienti formali delle istituzioni. Esistono logicamente sottili peculiarità e divergenze rispetto ai modelli europei, come ad esempio la ripartizione dei pasti all‟interno della giornata e/o la costituzione stessa dei pasti.

La rappresentazione del tempo e dello spazio: la rappresentazione del tempo è, anche in Camerun, fortemente articolata ad immagine del mondo europeo cristiano (con, ad esempio, la domenica a rappresentare la fine della settimana), ma allo stesso tempo presenta piccole divergenze riconducibili al carattere fortemente agricolo della società camerunense che predispone le persone a percezioni temporali considerevolmente diverse136. È interessante notare anche l‟esistenza di una distinzione fra nord e sud che

però non ha niente a che vedere con quella italiana, bensì con una certa dicotomia fra mondo in maggioranza arabo-musulmano e cristiano, con le conseguenti implicazioni legate alla scansione, ad esempio, delle festività annuali (Ramadan, Natale, ecc.).

5.2.

Tratti culturali divergenti: la memoria collettiva, gli impliciti, i tabù

La memoria collettiva: la memoria collettiva di ogni popolo è fondamentalmente legata agli avvenimenti maggiori che hanno segnato la sua storia, siano essi felici o tragici. Seguendo questo criterio, ogni popolo è senza dubbio unico e ha dei momenti della propria storia e/o di quella del mondo che potrebbero essere associati a dei tasti dolenti, da maneggiare con grande cautela e circospezione. Il ricordo della Maafa137, a questo

proposito, è un tratto saliente della memoria collettiva dei camerunensi e può essere oggetto di grandissima sensibilità da parte loro; così come la menzione della Mafia, o l‟evocazione di avvenimenti ad essa collegati, con connotazione scherzosa, può ferire tanti italiani, non perché si tratti di persone permalose, bensì perché la loro memoria collettiva è fortemente segnata dagli spargimenti di sangue che caratterizzarono gli anni di piombo.

Impliciti culturali e incomprensione: l‟implicito culturale funziona essenzialmente sulla base del principio di economia138 e del calcolo ipotetico139. Usare e maneggiare tali impliciti

136 Il sabato, ad esempio, non è necessariamente visto come giorno non lavorativodel fine settimana, ossia

dedicato al riposo per gli adulti e ad uscite fra amici per i gli adolescenti, ma come giorno dedicato ai lavori campestri.

137 Termine della lingua swahili che significa “grande tragedia” e si riferisce all‟Olocausto della Schiavitù,

ossia alla storia e agli effetti delle atrocità inflitte ai popoli africani durante gli anni della schiavitù e del colonialismo.

138 Ci si risparmia la fatica di ripetere quello che riteniamo scontato, in quanto appartenente ad un capitale

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presuppone da parte dell‟utente un livello abbastanza alto da consentirgli di palesare appropriatezza socio-culturale nei discorsi.

In Italia, ad esempio, le battute sulle suocere140 derivano dall‟idea diffusa che fra

nuora e suocera corra sempre cattivo sangue, mentre in Camerun, benché si incontrino senza dubbio casi di inimicizia fra l‟una e l‟altra, tale stereotipo non ha le stesse intensità e validità riconosciute.

Oppure, in relazione al principio di economia: in mancanza di una lunga esposizione alla lingua e/o cultura italiane, un camerunense farebbe fatica a capire, quand‟anche fosse partecipe alla discussione, delle interiezioni italiane molto comuni come “Insomma! Vedrai! Capirai!” che vengono usate spesso per corroborare delle conclusioni facendo seguito ad un ragionamento sentito, al fine di risparmiarsi la fatica di dovere ricapitolare tutte le premesse iniziali.

I tabù: sono le tematiche che ogni società sceglie di tacere per pudore, tradizione o superstizione. Possono essere dei “segreti di Pulcinella” che di comune accordo vengono messi al bando da ogni conversazione ritenuta decorosa, o semplicemente delle superstizioni tramandate da tempi immemorabili. Indipendentemente dal giudizio di valore che se ne può fare, l‟infrangere tali codici può creare dei disagi forti, talvolta difficilmente rimediabili. I tabù caratterizzanti la società camerunense sono senza dubbio quelli legati ad una società ancora fortemente legata alle proprie tradizioni, nonostante la forte europeizzazione delle antiche colonie. Sono per la precisione quelli legati alla sessualità, al misticismo, alla gerarchizzazione dei rapporti fra parenti e familiari (anche in Italia, bisogna ammettere, nonostante la tendenza generale sia quella liberale, in conformità alle politiche di rispetto dei diritti umani incoraggiati dall‟Unione Europea, l‟argomento “sesso” rimane uno dei tabù più diffusi). Altri tabù includono, ad esempio, il fatto di evitare di chiedere l‟età di una donna, di parlare liberamente della morte, la prostituzione o il transgenderismo.