Serge E Defotsing
2 P ERCHÉ LA CULTURA COME PUNTO FOCALE ? C ULTURA E IDENTITÀ
8. I SAPERI DELL ‟ INSEGNANTE INTERCULTURALE IN C AMERUN
L‟insegnante mediatore linguistico interculturale: per illustrare la qualità di mediatore linguistico interculturale insita nella figura del docente, basti pensare alla lingua come la chiave per aprire un nuovo mondo; un mondo che però si fa fatica ad esplorare (specie a distanza), se non con l‟aiuto di una guida che ci accompagni nel graduale processo di decodifica degli innumerevoli segni (linguistici, paralinguistici, cinesici, prossemici o aptici147) che ne costituiscono l‟essenza. E per assicurare efficacemente questo ruolo di
145 Ci riferiamo qui alle peculiarità che alle volte possono distinguere l‟italiano standard/neostandard dalle
varietà connotate sugli assi diatopico, diacronico, diafasico, diastratico e ovviamente diamesico.
146 Ricordiamo che la specializzazione in indirizzo scientifico o letterario nell‟insegnamento secondario
camerunense è implementata solo negliultimi tre anni. Nei quattro primi anni, i liceali sono sottoposti ad una vasta gamma di insegnamenti detti “generali”, che comprendono la matematica, la fisica, la chimica, la letteratura, la biologia, la linguistica, la tecnologia ecc.
132
guida, il docente di lingua dovrà essere in grado di impartire non solo contenuti prettamente linguistici, ma anche dei contenuti culturali atti a costruire dei ponti destinati a diventare vie privilegiate di comunicazione interculturale e di intercomprensione.
L‟insegnante antropologo: il bravo docente di italiano LS deve, in una certa maniera, fare l‟antropologo, quando fornisce delle possibili spiegazioni sulle variazioni comportamentali fra due società oggetto di studio nelle stesse condizioni o nelle stesse occasioni. Come spiegare, ad esempio, che il Natale, celebrato sia in Italia che in Camerun, possa essere festeggiato in due modi così opposti148? Oppure, perché in
Camerun invitare a “prendre le café” significhi soprattutto invitare a fare colazione149?
L‟insegnante storico: per poter insegnare e trasmettere la sensibilità che possa avere un italiano sugli “anni di piombo”, ad esempio, il docente dovrà essersi fortemente documentato, prima di tutto, su tutti i fatti storici e le circostanze che ebbero luogo in quel momento storico e sulle conseguenze negli anni successivi (la mafia, gli attentati di Firenze, Bologna, Milano, le morti dei giudici Falcone e Borsellino, le Brigate Rosse ecc.).
L‟insegnante filologo: l‟italiano e il francese hanno la stessa parentela genetica, in quanto entrambe derivano dal latino; ma forse questa metafora genetica non è così consona, dato che queste due lingue, in realtà, «continuano il latino… si può dire, in buona sostanza, che l‟italiano è il latino adoperato oggi in Italia, così come il francese è il latino adoperato oggi in Francia» (Patota, 2002: 13); si tratta quindi, in un certo senso, della stessa lingua. Dal punto di vista della (inter)comprensione o della motivazione, il sapere o lo scoprire le variazioni diacroniche e/o diatopiche dei vari sostantivi ed espressioni può avere una grande valenza funzionale nell‟ambito classe, specialmente quando si tratta di aizzare l‟interesse, quindi la motivazione, dei propri discenti.
9.
CONCLUSIONEOgni studente che sceglie di imparare una lingua straniera compie, attraverso questa scelta stessa, il primo passo verso un progetto interculturale il cui successo sarà in funzione di: 1. la motivazione a raggiungere il proprio obiettivo; 2. la possibilità relativamente ampia di immergersi interamente nell‟universo da scoprire.
Tuttavia, per quanto forti possano essere questi due fattori, la loro efficacia può essere limitata nei casi di apprendimento dell‟italiano all‟estero (italiano LS). Nel caso di apprendimento dell‟italiano L2, al discente tocca soltanto focalizzarsi sull‟elemento motivazionale, essendo già immerso, con la sua collocazione geografica, nell‟universo da scoprire. Nel caso di italiano LS invece, le cose sono diverse. Oltre alla motivazione, il 148 Il Natale in Italia è festeggiato tradizionalmente in famiglia (il cenone, i giochi di carte, la tombola, lo
scambio dei regali) mentre in Camerun in tanti misurano il buon svolgimento di questa ricorrenza in base al numero di familiari visitati, o di feste cui si è preso parte.
149 Notiamo che qualche volta, invitati appunto a prendere “il caffè”, ci si può benissimo trovare a fare
una colazione che non comporti neanche il caffè preannunciato dall‟invito, ma piuttosto del tè, degli infusi, o addirittura una frittata.
133
discente deve trovare il modo di avvicinarsi ed interagire con un mondo remoto la cui lontananza può, in alcuni casi, costituire un elemento straniante e quindi demotivante. Riteniamo perciò che per il docente di italiano LS possa essere particolarmente proficuo l‟esplorare e possibilmente l‟implementare regolarmente un approccio interculturale alla didattica, e che tale procedimento sia il modo più semplice ed efficace non solo di “portare” agli apprendenti il mondo che sperano di scoprire, ma allo stesso tempo di iniziarli, supplemento benefico, alla diversità, alla convivenza e all‟interculturalità.
R
IFERIMENTI BIBLIOGRAFICIBalboni P. E. (2007), La comunicazione interculturale, Marsilio, Venezia. Benucci A. (2007), Sillabo di italiano per stranieri, Guerra, Perugia.
Bosisio C. (2014),“La didattica della L2”, in M. Chini e C. Bosisio(a cura di),Fondamenti di glottodidattica. Apprendere e insegnare le lingueoggi, Carocci,Roma, pp.175-248.
Council of Europe (2001),Common European Framework of Reference for Languages: Learning, teaching, assessment, Cambridge University Press, Cambridge.
De Marco A. (a cura di)(2000), Manuale di glottodidattica. Insegnare una lingua straniera, Carocci, Roma.
Diadori P. (a cura di)(2014), Insegnare italiano a stranieri, Mondadori, Milano.
Diadori P.(2000), “Bisogni, mete e obiettivi”, in A. De Marco (a cura di), Manuale di Glottodidattica, Carocci, Roma, pp. 87-115.
Patota G. (2002), Nuovi lineamenti di grammatica storica dell‟italiano, Il Mulino, Bologna. Kuitche Talé G. (2014), Plurilinguistmo e didattica dell‟italiano L2 nell‟Africa Sub-sahariana
francofona, Novalogos, Aprilia.
Vedovelli M. (2002), Guida all‟italiano per stranieri. La prospettiva del Quadro comune europeo per le lingue, Carrocci, Roma.
Villarini A. (2000), “Le caratteristiche dell‟apprendente”, in A. De Marco (a cura di), Manuale di Glottodidattica, Carocci, Roma, pp. 71-86.
134
I
NSEGNAMENTO DELL’
ITALIANO NELLE SCUOLESECONDARIE DEL
C
AMERUN:
IL CASO DELL
ICEOC
LASSICODI