Gilles Kuitche Talé
3. L E SPECIFICITÀ DEL SISTEMA SCOLASTICO CAMERUNENSE
Sono tre i contesti d‟insegnamento della lingua italiana in Camerun: l‟università, la scuola pubblica e i centri linguistici privati. Nel presente contributo facciamo riferimento soprattutto alle scuole secondarie che, a nostro parere, rappresentano il “futuro” dell‟italiano nel paese. La recente introduzione della lingua italiana come materia d‟insegnamento nelle scuole superiori ha, infatti, consolidato il radicamento di tale idioma entro il sistema educativo del paese,cambiando in maniera radicale le sue sorti in termini di numero di apprendenti e di impostazioni didattiche. È mutato molto anche il principale obiettivo dell‟insegnamento dell‟italiano in Camerun: dal valore principalmente strumentale legato al lavoro, allo studio o al progetto migratorio, si è passati ad un “valore educativo”. Howatt (1978: 31) utilizza questa espressione per sottolineare il fatto che un individuo che impara una lingua straniera può non avere mai bisogno di usarla, eccetto forse che per brevi vacanze nel paese in cui tale lingua è veicolare. Il valore educativo dell‟italiano in Camerun fa riferimento alla formazione 85 Sul ruolo della motivazione riteniamo di particolare interesse le analisi di Spitzer sull‟approccio di tipo
“Supermotivazione” e sull‟aggiunta di “motivatori” all‟apprendimento. Per l‟autore la motivazione ha a che fare con l‟energia e, poiché le esperienze motivanti liberano energia, sarebbe fondamentale che il contesto d‟apprendimento includesse caratteristiche che liberano enormi quantità di energia positiva nei partecipanti; più queste caratteristiche contestuali, dette “motivatori”, vengono inserite nel contesto di un‟attività, più essa è motivante (Spitzer, 1996).
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globale dell‟individuo, a prescindere dall‟utilità della lingua italiana come abilità pratica; formazione globale le cui linee guida sono dettate da una specifica legge: Legge N°98/004 del 4 aprile 1998 sull‟orientamento dell‟educazione in Camerun87. Il fatto che
l‟italiano s‟inserisca in questa cornice legislativa alla quale sottostanno le altre lingue straniere e, più in generale, le altre discipline, ha delle ricadute assai importanti soprattutto sulla programmazione generale dei contenuti tematici, ma anche sulle questioni metodologiche.
3.1.
Obiettivi e missioni dell‟educazione in CamerunSecondo l‟articolo 4 della legge summenzionata, la missione dell‟educazione, in Camerun, è la formazione del bambino per il suo sviluppo intellettuale, fisico, civico e morale, e per la sua inserzione armoniosa nella società, in considerazione dei fattori economici, socioculturali, politici e morali. I principali obiettivi del sistema educativo definiti dall‟articolo 5 sono i seguenti:
a) la formazione di cittadini radicati nella propria cultura, ma aperti al mondo e rispettosi dell‟interesse generale e del bene comune;
b) l‟educazione ai grandi valori etici universali quali la dignità, l‟onore, l‟onestà, l‟integrità e il senso della disciplina;
c) l‟educazione alla vita familiare; d) la promozione delle lingue nazionali;
e) l‟iniziazione alla cultura e alla pratica della democrazia, al rispetto dei diritti umani e delle libertà, della giustizia e della tolleranza, all‟amore della pace e del dialogo, alla responsabilità civica e alla promozione dell‟integrazione regionale e sottoregionale; f) la cultura dell‟amore dello sforzo e del lavoro fatto bene, della ricerca dell‟eccellenza
e dello spirito di partenariato;
g) lo sviluppo della creatività, del senso d‟iniziativa e dello spirito d‟imprenditorialità; h) la formazione fisica, sportiva, artistica e culturale;
i) la promozione dell‟igiene e dell‟educazione alla sanità.
Altri aspetti introdotti e rinforzati dalla recente riforma curriculare riguardano l‟educazione al patrimonio, la promozione della cultura scientifica e della pace per favorire lo sviluppo.
Queste finalità dell‟educazione in Camerun valgono, com‟è ovvio, per tutte le discipline; l‟insegnamento dell‟italiano ai ragazzi della scuola non può, quindi, ignorare le suddette disposizioni normative. Concretamente, oltre al raggiungimento della competenza linguistico-comunicativa, l‟insegnamento della lingua italiana nel sistema educativo camerunense mira alla formazione globale degli allievi. In tal senso l‟insegnante assume pienamente il ruolo dell‟educatore, responsabile della crescita dei propri studenti a 360 gradi. L‟ora di lingua italiana si configura quindi come un momento durante il quale gli obiettivi linguistici e comunicativi si intrecciano con quelli di formazione di un certo modello di cittadino. Sul piano operativo, la selezione dei testi per la scoperta e la manipolazione delle strutture linguistiche, ad esempio, deve essere 87 Il testo completo della legge è scaricabile in rete:
http://minedub.cm/uploads/media/LoisArreteEducation.pdf. È chiaro e abbastanza intuitivo che ogni Stato determina gli obiettivi, i metodi e i contenuti del proprio sistema educativo in base a determinate ideologie e tenendo conto del tipo di individuo che vuole ottenere al termine della formazione scolastica.
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effettuata alla luce delle missioni generali dell‟educazione in Camerun. Questo è anche uno dei motivi per i quali l‟uso di un materiale didattico standardizzato non risulterebbe pienamente efficace in questo contesto. In una recente pubblicazione chi scrive sostiene, infatti, la necessità di progettare un manuale contestualizzato, e fornisce alcune linee guida per l‟ideazione e l‟umanizzazione di materiali didattici destinati a pubblici e contesti specifici (Kuitche, 2014a).
Oltre agli obiettivi dell‟educazione in Camerun, l‟organizzazione generale dei contenuti e la programmazione degli obiettivi da raggiungere per quanto riguarda la disciplina “italiano” dovranno necessariamente essere tarati sulla tempistica dettata dalle autorità competenti. Secondo l‟articolo 22 della già citata legge sull‟orientamento dell‟educazione in Camerun, l‟anno scolastico comprende almeno trentasei settimane di effettive lezioni, corrispondenti a circa 140 ore di lezione d‟italiano all‟anno.
3.2
. L‟approccio per competenzeSul piano metodologico, il Ministero dell‟Istruzione secondaria camerunense88 ha
avviato in questi anni una riforma curricolare, optando per un Approccio Per Competenze (APC) il cui obiettivo principale è la costruzione di una cittadinanza attiva attraverso l‟immersione degli allievi in situazioni reali di vita e l‟avvicinamento della formazione scolastica alle caratteristiche socioculturali ed economiche del paese. Il risultato finale è la formazione di un individuo in grado di “agire” socialmente, di mobilizzare il proprio sapere e saper-fare in determinate categorie di situazioni concrete e di risolvere dei problemi.
È importante sottolineare chela maggior parte degli assunti dell‟APC non è estranea a quelle che sono le pratiche ormai consolidate nella didattica delle lingue: il Consiglio d‟Europa, ad esempio, ha costruito il famoso Quadro Comune di Riferimento per le lingue in relazione alla “competenza comunicativa” definita da Hymes nel 1972. L‟approccio alla conoscenza linguistica seguito negli ultimi anni e che ha dato notevoli risultati è sicuramente quello “comunicativo”, in cui la lingua viene intesa come un insieme di “scopi” da raggiungere, come sistema per entrare in relazione con l‟altro e con il mondo. È chiaro come, per favorire il diramarsi di queste relazioni, sia basilare mettere il parlante in condizione di saper affrontare diverse situazioni comunicative. Secondo il documento europeo, ogni proposta di insegnamento linguistico deve avere al suo centro l‟apprendente e i suoi bisogni; il framework definisce l‟apprendente un “attore sociale” che, in una prospettiva interculturale«deve imparare a osservare se stesso, la propria cultura e l‟altro da sé, la nuova cultura e la nuova lingua» (Mezzadri, 2006: 48).
Per quanto riguarda l‟insegnante, l‟APC è volta essenzialmente a mettere le competenze al centro della sua preoccupazione; così come il raggiungimento della competenza comunicativa è lo scopo principale dell‟approccio comunicativo.
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3.3.
Un sistema educativo bilingueIl sistema educativo camerunense è anche caratterizzato dalla coesistenza di due sottosistemi: uno anglofono e l‟altro francofono; ognuno dei quali conserva la propria specificità per quanto riguarda l‟organizzazione dei vari cicli e indirizzi di studio, nonché i metodi di valutazione. L‟italiano è, per ora, insegnato principalmente nel sottosistema francofono; un‟eventuale introduzione della lingua italiana in quello anglofono avrà sicuramente delle ricadute sull‟impostazione didattica, sull‟operato del docente e sulla progettazione dei materiali didattici. Non si possono, per esempio, sfruttare gli stessi riferimenti contrastivi con i francofoni e gli anglofoni; inoltre, il processo di apprendimento dell‟italiano da parte di questi due profili di apprendenti non è caratterizzato dalla presenza dei medesimi fenomeni89.