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Il Calbetti e la censura dei libri della Comunità di Modena

Nel documento Quaderni Eretici 4/2016 (pagine 38-42)

Un’altra vicenda di censura e di espurgazione documentata dagli atti d’ar- chivio ci conferma questo stato di incertezza fra i vertici romani e le sedi periferiche e vede ancora una volta il Calbetti attore di una notifica di censura

67 Romae, ex typographia R. Cam. Apost. 1607. La copia in ASMo, reca sul dorso

la dicitura correctoriu(m), e segni manoscritti, è collocata in ASMo, Biblioteca, (Antica collocaz. XXII. A. 22); era incluso fra i libri proibiti conservati nell’Archivio del Tribunale dell’Inquisizione (vedi ultimo paragrafo in questo articolo).

68 ASMo, Inquisizione, b. 286, Lettere antiche del Maestro di Sacro Palazzo (1601-

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ai Conservatori della Città di Modena nel 1606. Occasione è la visita e l’ispe- zione delle biblioteca del letterato Camillo Coccapani69, poeta e letterato in

auge ai tempi, che da testamento aveva donato alla città di Modena la sua Biblioteca, affinché se ne servisse per il progetto di uno Studio da fondare nella città, quale ausilio alla formazione di una biblioteca ad uso pubblico. Infatti proprio nel 1606 a Modena si era ricominciato a proporre l’intenzione e la possibilità di erigere un Pubblico Studio; lo Spaccini nelle sue Cronache annota al 20 novembre 1606 la proposta di fondare «uno Studio qui» e poco dopo nel 1607 il cavalier dottor Ercole Fontana presentò in Comunità, dedi- candolo al Duca, un progetto per un’erigenda Università70, che nella visione

del Fontana era una risposta ai problemi che affliggevano la società mode- nese del tempo.

In questa vicenda di censura della biblioteca del Coccapani, i Conservatori della Città erano in primo piano, sia perché volevano dare forse una risposta concreta alla città nel programma di fondazione dello Studio e della Biblio- teca pubblica, sia perché logorati dalla lungaggine della pratica espurgatoria dei libri sospesi, in attesa della dovuta approvazione da Roma.

La lettera del card. Arrigoni del 29 luglio 160671, con incluso il memoriale

della Comunità di Modena indirizzato alla Sacra Congregazione dell’Indice, notifica al Calbetti che «deputi alcuna persona dotta et intelligente a rivedere e correggere detti libri» e che fossero lasciati nell’archivio della Comunità in cassa sigillata, interdetti alla lettura e da aprirsi su licenza dell’Inquisitore. Nonostante da parte dei Conservatori si fosse levata la richiesta di voler adempiere alle volontà testamentarie del letterato affinché «di essi (libri) si

69 Camillo Coccapani (1535-1591) di Carpi, fu un celebre letterato del XVI secolo,

morto a Ferrara nel 1591. Aveva cominciato i suoi studi a Modena e poi completati a Ferrara; diventò professore di umanità (belle lettere) ed insegnò per oltre 30 anni non solo in queste due città ma anche a Mantova, Piacenza e a Reggio. A Ferrara aprì una scuola di letteratura e nel 1570 ebbe la cattedra di greco all’Università. Per testamento fece dono della sua Biblioteca alla Comunità di Modena; per le sue cognizioni e il gusto poetico fu soprannominato il poetino (così compare anche nei documenti dell’Archivio Storico Comunale di Modena). Fu in contatto con noti poeti del suo tempo e fu stimato dal Tasso.

70 Grazia Biondi, Modena ‛metropoli’ dello Stato, Modena, Archivio Storico

Comunale, 2003 (Quaderni dell’Archivio Storico/XV), p. 103.

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valessero gli studenti poveri, se mai si erigesse studio in Modona» si impe- gnavano per ottenerne la licenza e di «tener essi libri serrati sinchè negli l’occ.ne di esporli ad uso dello studio, il si ne farà mai senza nova licentia di VV.SS.Ill.ma…»

Gli esiti della vicenda sono ben documentati negli atti dell’Archivio storico Comunale di Modena, che riportano la cronologia degli avvenimenti con do- vizia di particolari e l’incarico affidato al loro rappresentante a Roma, il Sig. Fabio Masetti che rappresentava le ragioni della Comunità presso la sacra Congregazione dell’Indice.

Estendendo la ricerca ai documenti dell’Archivio di Stato di Modena ap- prendiamo che Fabio Masetti fu ambasciatore72 dei Duchi d’Este a Roma dal

1599 al 1621, uomo di fiducia del Duca Cesare e agente ducale, talvolta in mancanza del Residente a Roma ne fece anche le veci. Del suo ruolo quale postulatore della causa della Comunità per la concessione della licenza è ben edotto anche il Duca Cesare d’Este, cui il Masetti indirizza una lettera73 in-

formativa dove testimonia il sollecito fatto ai Cardinali Arrigoni e Pinelli «del desiderio della Com(unità) Nostra di tenere certi libri nel loro Archivio lasciatoli dal già Coccapani». Poi sui tempi dell’attesa per il placet definitivo del Maestro del Sacro Palazzo invitava alla pazienza; eguale tono effondeva dalla lettera inviata alla Comunità di Modena il 28 luglio 1606, dove infor- mava che il memoriale da lui stesso redatto era stato letto nella Congrega- zione dell’Indice con la risoluzione di tenere in loco i libri sospesi, sotto il sigillo dell’Inquisizione e l’invito alla loro correzione. Ma dopo gli indugi frapposti e una reiterata richiesta al Masetti, solo il 19 ottobre del 160674fu

permesso alla città di tenere i libri sospesi; il ruolo di detentore delle licenza alla Comunità fu quindi esercitato da un fiduciario della Corte, che a sua volta si faceva garante dell’appoggio ai Conservatori della Città per richie- dere alla Sacra Congregazione dell’Indice la licenza di lettura.

I documenti interessanti l’inizio della vicenda sono datati al 4 aprile 1606;

72 ASMo, Carteggio Ambasciatori, Roma, Fabio Masetti, b.168.

73 ASMo, Carteggio Ambasciatori, Roma, Fabio Masetti, b.168 (lettera del 29 luglio

1606).

74 Cfr. gli atti dell’ASCMo (Registro delle delibrazioni consiliari (Vacchette) 1606,

ed Ex Actis, (1606), e la lettera del Masetti con la stessa data in ASMo, Carteggio Ambasciatori, Roma, b. 168.

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nel Registro delle deliberazioni del Comune di Modena75 di quell’anno viene

annotato che «fu fatta una relazione in iscritto al S. Sindico Generale intorno alla visita fatta dal R.P. Inquisitore delli libri lasciati alla Comunità del già Camillo Coccapani». La visita fatta dal Calbetti nella stessa data (4 aprile 1606) aveva separato i libri ‛omnino damnati’, inviati all’ufficio da quelli da espurgare «ligati e incartati li sopra(scritti) come sospesi e sino a tanto che sieno corretti», fra i proibiti si annoveravano Demonomania del Bodino, Po- lidori Virgilii, Dialogi del Sperone, Erasmo, Il Cortegiano Vecchio, Filippi Melantonius in Epist. Cic.nis, Testamentum novum grecu(m) impressu(m) x hereticos, la lista dei libri sospesi da espurgare era data come d’abitudine senza dati bibliografici e data di edizione76 in un elenco di titoli spesso in-

completi.

La vicenda si snoda anche nei mesi successivi come attestano successive deliberazioni dei Conservatori, che dal 15 settembre 1606 si risolvono per rivolgere una nuova richiesta alla Congregazione di Roma «mostrando il P.re Inquisitore non havere mai avuto ordine di Roma per la concessione dè libri sospesi». E che le lungaggini fossero frapposte da Roma, nel clima di incer- tezze che incombeva sulle espurgazioni, è ribadito nella delibera del 30 giu- gno77

c.130r

Il Sig. Sindico Generale disse alli Sig. che il P.re Inquisitore gli havea detto essergli stata revocata l’autorità di rivedere libri sospesi ad alcuni et che però era necessario che avesse li libri che a mesi passati concesse alla Città…che scrivessero a Roma per la licenza.

La vicenda si concluderà il 19 ottobre 1606 come attestano i documenti dell’Archivio Storico del Comune di Modena e la lettera dell’ambasciatore Estense a Roma, Fabio Masetti scritta al Duca nella stessa data; l’ultima te- stimonianza la fornisce lo stesso Calbetti nel 1607, nel suo Inventario78 delle

‛robbe, liste, processi’ dove viene indicata anche una «Lista de libri della Comunità proibiti e sospesi depositati appartatamente nell’Archivio».

75 ASMo, Registro delle deliberazioni (Vacchette 1606).

76 ASMo, Registro delle deliberazioni (Vacchette 1606), 4 aprile 1606, cc.1-2 77 Ivi…c.130r (30 giugno 1606).

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Nel documento Quaderni Eretici 4/2016 (pagine 38-42)