• Non ci sono risultati.

L’inventario dei Libr

Nel documento Quaderni Eretici 4/2016 (pagine 54-59)

L’inventario dei libri proibiti dell’Archivio dell’Inquisizione è lo specchio riflesso di una vasta operazione attuata sulla produzione libraria di una effer- vescente realtà come quella modenese, nel generale contesto della repres- sione culturale esercitata dalla Chiesa di Roma. Un esame sommario sul ma- teriale rinvenuto da Vescovi e Inquisitori modenesi nel corso dell’esecuzione delle direttive romane ci restituisce, attraverso i libri consegnati da laici e clero secolare o rinvenuti durante le ispezioni presso i librai, un campione significativo dell’operazione di bonifica attuata tra lo scorcio del sec. XVII- XVIII; se in complesso la lista dei libri si presenta redatta talvolta in maniera sciatta, dà in complesso i riferimenti bibliografici essenziali: non distingue i libri proibiti dai sospesi ed è abbastanza esauriente sul numero di esemplari consegnati delle singole opere. Non si deve poi dimenticare che quest’elenco riporta quanto rimaneva del rastrellamento della censura e di tutti gli scritti ‛omnino damnati’ cioè condannati dall’Indice, bruciati nei roghi o occultato in nascondigli di fortuna dai possessori che non accettavano le imposizioni inquisitoriali.

Nell’elenco dei titoli delle opere ammassate nell’Archivio «per le reiterate premure d’indefessa vigilanza» dell’Inquisitore Giacinto Maria Longhi si se- gnalano testi giuridici, medici, opere sospese e scritti sul duello e, in misura massiccia, opere letterarie che per oscenità e lascivia, ricadevano sotto la re- gola VII dell’Indice Tridentino e potevano offendere le pie orecchie dei let- tori. La furia censoria non aveva risparmiato nessun genere letterario (satira, novellistica, poemi cavallereschi) e libri dai contenuti dottrinali eterodossi. Ma sono i volgarizzamenti biblici i più colpiti e con loro tutta quella produ- zione di derivazione scritturale in volgare, dalle Epistole et evangelii per

104 Poesie liriche, 1645, parte 1^ e 2^ (alla c.19v).

55

tutto l’anno liturgico, ai Salmi, alle raccolte, fino a quel vasto settore di scritti anonimi che circolavano sotto il titolo di Natività, Officio della Madonna, Fioretti, Compendi historici e Sommari del vecchio e del Nuovo testamento. Da cui si può evincere che l’Inquisitore-censore usava massicciamente la scure soprattutto con i testi che sembravano più familiari al pubblico, quelli che più facilmente si usavano in ambito domestico per alimentare la pietà.

Oltre le ben note tipologie di opere di astrologia, di magia - e quanto poteva riferirsi al molinismo, al giansenismo - l’azione repressiva sembra incana- larsi nel sec. XVII anche agli scritti di Machiavelli e nel momento del liber- tinismo trionfante agli scritti dell’Aretino, di Ferrante Pallavicino, di Traiano Boccalini, che con i suoi Ragguagli di Parnaso, avevano dato fasti- dio sia a Principi che alla Chiesa106.

In Italia una volta cessata l’emergenza dell’eresia e magia a parte, furono… gli scrittori libertini coloro che si trovarono a fare le maggiori spese della repressione inquisitoriale…

Infatti contro questi scrittori, che esprimevano un malcelato dissenso con- tro il sistema di vigilanza della censura, si appuntarono gli strali dei censori e contro i loro scritti, che ne attaccavano gli apparati. Nella progressiva ero- sione del potere centralizzato della censura ecclesiastica, tra ‘600 e ‘700 si operò progressivamente un rafforzamento dei poteri dello Stato che com- portò la necessità di controllare direttamente e senza deleghe la circolazione degli scritti. Nel cambiamento del ruolo storico del censore si coglie lo spirito dei tempi: dall’immagine seicentesca dell’Inquisitore-censore, che veniva in- vestito del ruolo di tutore poliziesco dell’ortodossia e della moralità del suo gregge, si trapassa a quello settecentesco107

I responsabili effettivi delle principali censure europee furono letterati e autori essi stessi, strettamente legati da vincoli personali e intellettuali a chi si rivolgeva loro per la concessione dei permessi, pronti il più delle volte a inventare escamotages che consentissero di evitare noie.

106 Mario Infelise, I libri proibiti, cit. p. 83. 107 Mario Infelise, I libri proibiti, cit. p.100.

56

Come è stato sottolineato da Mario Infelise108

Al di là degli aspetti normativi nell’Italia di metà ‘700 ciò che finalmente si iniziava a respirare era un nuovo clima non del tutto diverso da quello che aleggiava in buona parte della Repubblica delle Lettere europea alla quale partecipavano a pieno titolo anche i revisori.

La realtà dell’Inventario, se ci parla molto della pratica storica della cen- sura libraria del Tribunale dell’Inquisizione di Modena in oltre due secoli, ci restituisce anche la certezza di un hic et nunc ormai scomparso per la sua stessa natura, giacché109

…nessun inventario è autosufficiente: fotografa un movimento e produce un’immagine che risulta sempre sfuocata e precaria, quasi un fantasma…per- ché è il suo costitutivo dover essere sempre e soltanto inventario di un luogo specifico in un tempo specifico produrre un’immagine bloccata nel tempo e nello spazio (un’istantanea qui e ora…).

E la domanda che allora ci si pone davanti a quest’elenco è: quanto di esso è sopravvissuto e dove si è stratificato? In quali biblioteche? Le risposte pur- troppo sono insufficienti. L’insieme dei libri nella sua stessa organizzazione pratica, evidenziata nella sua sequenza di ordine linguistico (che però rin- viava anche alle attività dei revisori) rimanda all’ordine materiale con cui essi erano collocati nelle scansie e nell’armadio, restituendo la topografia di questa raccolta libraria. Ma rimanda anche alla soppressione del Tribunale dell’Inquisizione nel 1785 e alle perdite e alle dispersioni che può aver subito la ricca biblioteca dell’Inquisizione di Modena, abbastanza integra per la parte relativa ai manuali conservati nella Cancelleria con gli atti processuali e integrati nella parte documentaria, mentre, è probabile che i libri collocati nell’Archivio, possano essere confluiti in altre biblioteche ecclesiastiche (ad esempio quella dei Domenicani che ospitava il Tribunale) oppure siano an- dati dispersi come accade per tante biblioteche pubbliche e private,o eccle- siastiche, quando furono soppressi gli ordini religiosi. Solo un documento

108 Ibidem, p. 100.

109 Amedeo Quondam, Le biblioteche della Corte Estense, in Il Libro a Corte,

57

archivistico dell’Archivio di Stato di Modena110 relativo ad una sistemazione

del Fondo del Tribunale dell’Inquisizione e alla sua consistenza nei primi anni dell’800, redatto a pochi decenni dalla data di ingresso nei fondi archi- vistici dell’Archivio Ducale Segreto, ci dà una fotografia di quanto era rima- sto nel passaggio dell’Archivio del Tribunale al novello Stato prima dell’Unità. Confusi nell’ enumerazione delle filze processuali, inclusi fra i manuali pertinenti all’attività giudiziaria, ritroviamo alcuni testi che proven- gono dall’Archivio dei libri proibiti del Tribunale (ancora oggi sono conser- vati nella biblioteca dell’Archivio di Stato) a dare prova della sopravvivenza, seppure in sporadici lacerti, di una biblioteca scomparsa poiché di gran parte dei libri descritti nell’Inventario non vi è più traccia.

Ad esempio fra i testi superstiti rintracciamo:

2 copie dell’opera Aphorismi Confessariorum, auctore Ema- muel Sà Lusitano, Brixiae 1609, (cc.3-6 dell’Inventario)111

Index librorum expurgandorum, Tomus primus, Romae, 1607 (c.4 dell’Inventario)112

Ragguagli di Parnaso, Centuria seconda, Venezia, 1613 (nell’Invent. È posseduta in diversi esemplari, cc.13-22)113

Circulus aureus Ceremonias et Ritus administrandi sacra- menta114, Mutine 1690 (c.2 nell’Inventario, che ne segnala la presenza in tre

fasci slegati ed inoltre «350 fra Circulus Aureus e manuali dè curati e altri simili»

Flagellum daemonum seu esorcismi115…a cura di Ieronimus

Mengus, Macerata 1580 (c. 2)…«et altri libri per gli exorcismi»

In questo Prospetto ottocentesco vi si cita pure un pacco contenente 19 copie «slegate in istampa del libercolo Circulus aureus seu…Venetiis ac Bas- sani», fra le opere di più ampia circolazione per la catechesi e le pratiche religiose.

110 Il documento è conservato in ASMo, A.S.E., Cancelleria Ducale, parte 2/a,

Prospetto generale di tutte le filze, libri, fascicoli di scritture esistenti nel Reale Archivio Segreto, senza data, ma da ascrivere ai primi anni dell’800.

111 ASMo, Biblioteca, Collocaz., XXVI.C.2. 112 ASMo, Biblioteca, Collocaz., XXVII.A.22. 113 ASMo, Biblioteca, Collocaz., XLII.G.4. 114 ASMo, Biblioteca, Collocaz., XLVIII.C.8. 115 ASMo, Biblioteca, Collocaz., XLIV.C.15

58

Sono queste, al tramonto dell’Istituto dell’Inquisizione, le ultime vestigia di una biblioteca dispersa nella sua identità originaria; il suo Inventario come quello di tante collezioni assemblati dalla pratica d’uso, descrive libri che non ci sono più, in una ambiente scomparso dove erano collocati in una fan- tastica topografia spaziale; oggi ci parlano solo di proibizioni attuate in nome del dominio di un’idea su altre idee, vincolate a quella dominante.

Pochi decenni dopo la compilazione di questo Inventario, sfocò l’istanta- nea di questa biblioteca proibita, testimone di una lunga stagione di oscuran- tismo ideologico della cultura italiana.

59

Rosa Lupoli

Nel documento Quaderni Eretici 4/2016 (pagine 54-59)