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CALZOLAJO, ZOCCOLAJO 159 Prima di porre la suola sulla forma per cucirvi contro

Nel documento ARTI . E INDUSTRIE (pagine 160-163)

il tomajo, per la parte che dev-e sottostare al calcagno la si di vide in due nel senso dello spessore; indi si taglia un pezzo di cuojo molto sottile e di grandezza sufficiente per coprire il tacco, lo si pone sulla forma intorno al calcagno in modo che il1iore del cuojo resti all'infuori e lo si ferma alla suola. Postov-i poi il tomajo rovesciato, si cuce questo alla suola, badando, giunti al calcagno, di cu-cire alla suola anche questo pezzo di cuojo. Tolta la scarpa d'in su la forma e rovesciatala, la si ripone; così il tomajo rimane per diritto, mentre il fodero del tacco rimane rovesciato, cioè, col :fiore in dentro. Preso il tacco d i legno già preparato, lo· si ferma sulla suola pian-tandovi un apposito chiodo nel foro che si trova prati-cato nel centro del

perfezionata l'idea primitiva di Brunnel, la quale del resto non fu ben conosciuta ed applicata praticamente in Francia che verso l'anno 1844.

Nel 1814 Nn certo Lunél aveva stabilito a J:.ondra una manifattura di scarpe inchiodate meccanicamente con delle caviglie di ferro o di rame; e fabbricava allora cento paja di scarpe al giorno. Lungo sarebbe il descri-vere tutte le macchine che furono inventate e brevettate da Brunnel in poi, per cui noi ci limiteremo a descrivere quelle che sono in uso al giorno d'oggi presso le migliori fabbriche di calzature.

La fabbricazione sistematica delle cah:;ature facendo uso delle macchine si divide in tre parti. La prima parte comprende la preparazione del tomajo, delle suole e dei tacchi; la seconda

precedente, inchiodandovi un pezzo di cuojo-suola.

Fabbricazione meccanica.

L'aumento straordinario avvenuto nel prezzo della mano d'opera per la formazione delle calzature, dovuto al numero limitato di operai calzolai in confronto del continuo aumentare dei bisogni, fece studiare il modo di rendere pU1 rapida la fabbricazione delle calzature, sosti-tuendo alla cucitura ordinaria fatta collo spago, l'uso di chiodi di legno, di ferro, di rame, e delle viti, ed inven-tando macchine per tagliare tacchi, suole, tomajo, ed unire queste solidamente fra loro.

Al principio di questo secolo un calzolajo di Filadelfia fu il primo che cucì la suola al tomajo facendo uso di bullette di ferro, ed il signor Bornet nel 1810 introdusse questo modo di lavorazione in Francia. Questo fu un primo passo ;·ma chi fece aumentare l'uso delle bullette per le cuciture fu il signor Brunnel, inventando a Londra una ingegnosissima macchina che fabbrica scarpe con i chiodi con tanta velocità da bastare trecento invalidi compressore più basso. Questo cilindro compressore trasmette poi per mezzo di altro ingranaggio il movi-mento al cilindro superiore. Facendo girare la piccola ruota a mano posta di fianco della macchina l'operajo allontana od avvicina i due cilindri per regolare la loro distanza secondo il maggiore o minore spessore del orizzontalmente nella parte posteriÒre e tangente alla superficie del cilindro inferiore e serve a ricevere il cuojo ed a distaccarlo dal cilindro inferiore quando v-i restasse aderente. ' '

HìO CALZOLAJO, ZOCCOLAJO

Sovente il cuojo presenta delle irregolarità essendo più spesso in un punto che in un altro; e se si sot-toponesse questo alla pressione ne avverrebbe che presenterebbe resistenza diversa, per cui è bene, prima di comprimere il cuojo, eguagliarlo, vale a dire renderlo ti i spessore uniforme. Questa operazione fa sì che il fab- , bricante può servirsi più vantaggiosamente delle mac-chine che eseguiranno le altre operazioni.

, nodo al manicotto elle avvolge superiormente l'asta verticale dà a questo manicotto ed all'asta un movi-mento di va e vieni. L'asta verticale che attraversa il manicotto scorre fra due cuscinetti ed alla sua estre-mità inferiore porta, fermato per mezzo di una vite di pre sione, un cilinctro di legno affine di conservq.re il tagliente dell'utensile sottostante.

Questo uten ile è un anello di acciajo temperato, va-riabile di grandezza e di forma, posto sopra una tavola infissa contro l'intelnjatura generale della macchina.

L'operajo che lavora con questa macchina pone il cuojo, dal quale vuoi tagliare i tacchi, sopra l'utensile, e ad ogni giro dato dalla ruota grande dentata produ-cendosi un movimento di va e vieni, ossia una corsa completa dell'asta verticale, si asporta dal cuojo un Una macchina per assottigliare il cuojo-suola è quella

rappresentata colla fig. 267, la quale può essere mossa tanto a mano che dal vapore. Essa consta di un asse orizzontale, il quale da una parte porta il volante, dal-raltra la puleggia per ricevere il movimento. Sul me-desimo asse sono calettati due rocchetti, dei quali uno serve a mettere in moto uno dei due cilindri, e l'altro serve a mettere in moto l'altro cilindro, e questi portano per questo ad una delle loro estremità una ruota dentata. Questi due cilindri conducono il cuojo o_ontro una lama di coltello posta orizzontalmente, la quale asporta da questo la parte di cuojo sovrabbon-rlante. Il volantino che si trova sotto la macchina serve

' foglio di tacco, il quale guidato da un tulJo di legno o di ferro va a cadere in un cesto posto di tìanco alla

a regolare la rlistanza rlei rlue cilindri per adattarli allo spessore del cuojo.

Fig. :?fi7.

-ella fabbricazio11e meccanica delle calzature ogni parte della scarpa è lavorata separatamente da appositi operai con apposite macchine, per cui tornando lo stesso l'occuparci prima di una piuttosto cbe di un'altra parte della calzatura, descriveremo prima le operazioni che si fanno per preparare i tacchi, poi quelle per preparare le suole, ecc.

Preparazione dei tacchi. - Nella fabbricazione or-dinaria vedemmo come per la formazione del tacco il medesimo operajo che fa tutto il resto prenda diversi pezzi di cuojo, li sovrapponga e quindi li batta sempli-cemente col martello. Nella fabbricazione meccanica per la formazione dei tacchi vi è un operajo H quale pre-para i pezzi che dovranno formare i tacchi tagliandoli o da cuojo artificiale, o da vecchie suole, o da cuojo nuovo colla macchina a ciò destinata.

Come si vede dalla figura prospettica 268, questa mac-china riceve il movimento dall'albero principale dello stabilimento per mezzo di una puleggia, oppure dalla forza dell'uomo applicata ad una manovella impiantata nel volante, e per mezzo di un pignone lo trasmette alla ruota dentata sottostante.

Sull'asse di questa ruota dentata è calettato un eccen-trico circolare il quale per mezzo di un tirante unito a

macchina.

Fig. 26R.

Siccome varii sono gli spessori del cuojo da tagliarsi e varie le altezze dell'utensile fisso, è necessario poter regolare il termine della corsa discendente. Per questo l'asta verticale che attraversa il manicotto B è per un certo tratto filettata, e due cilindretti posti uno sopra e l'altro sotto al manicotto fatti a madreviti permettono rli allungare od accorciare l'asta.

~Fi~. 26!l. Fig.\'270.

All'utensile descritto, che è 1·appresentato separata-mente nella figura 269, si può sostituire l'altro rappre-sentato nella .figura 270, e quindi tagliare due fogli eli tacco in un colpo solo.

' l

CALZOLA.JO, ZOCCOLAJO 161

La macchina descritta richiede pel suo servizio o la forza motrice dello stabilimento e l'operajo che pre-senta il cuojo al taglio, oppure due uomini. Vi sono però macchine dette a bilanciere, per le quali basta un solo operajo per far tutto, e sono perciò preferite dai piccoli stabilimenti. Una di queste macchine è rappre-sentata nella figura 271 ; essa è montata sopra una cassa di legno assai massiccia. La manovra si fa per mezzo di un braccio verticale affinché le palle possano funzionare al dissopra della testa dell'operajo; e l'innalzamento e l'abbassamento è prodotto da una vite a piLl pani. I pezzi tagliati cadono nella cassa sottostante, dalla quale si tolgono per mezzo dell'apertura praticata di fianco alla cassa.

Quando i pezzi di cuojo che debbono formare il tacco sono preparati, alcuni ragazzi li sovrappongono, avendo cura rli interporre fra l'uno e l'altro di questi pezzi con un pennello un po' di pasta fatta: con farina di se-gala. Si lasciano asciugare per due o tre ore , indi si sottopongono alla compressione.

Pig. 271.

Le macchine che servono a questa operazione sono varie; alcune sono mosse a mano ed altre mosse dal vapore. Delle prime ve ne sono alcune a bilanciere che rassomigliano molto alla macchina descritta per tagliare i tacchi ; in altre al bilanciere è sostituito una serie di rnanubrii disposti a raggi perpendicolarmente all'asse clelia vite. L'operajo, posto il tacco preparato in apposito

·stampo, fa con questi manubrii girare la vite, la quale col suo abbassarsi produce la compressione voluta.

Queste macchine non convengono per i grandi stabi-limenti, pei quali meglio si confà la macchina seguente del signor Ferron mossa dal vapore, colla quale un ra-gazzo od una donna può senza fatica alcuna comprimere 1500 tacchi al giorno. La fig. 272 rappresenta questa macchina in prospettiva; essa l'iceve il movimento dal-l'albero principale dello stabilimento per mezzo di una puleggia, e per mezzo di una serie di ingranaggi tras-mette il moto al tamburo E, ehe è la parte essenziale della macchina, e che abbiamo quindi rappresentato in scala piit grande nella figura 273 . .Ga figura 274 rappre-senta una sezione fatta nella macchina con un piano ver-ticale. Nel tamburo E sono incassate tre matrici A A A

AR'l'I E INDUSTRIE - · Vol. II - 21.

di ghisa poste ad eguale distanza. Su ciascuna faccia late-rale del tamburo sono fissate tre coppie eli leve C poste due a due simmetricamente e mobili intorno al loro punto d'attacco. Fra le estremità eli ciascuno dei tre gruppi di due leve C è posto un tampon compressore B eli ghisa. Il tamburo E gira nel senso della freccia, e ciascuna,matrice mentre si trova davanti all'operajo si trova completament~ scoperta dal suo tarnpon, es-sendo questo sostenuto dalle due guide eccentriche F fissate per una parte all' intelajatura della macchina.

Messo il tacco nella matrice, il tampon comincia a pas-sare sotto la leva eccentrica G, ed in questo momento,· deprimendosi tutto ad un tratto le curve di guida F, il tarnpon non é pììt da queste sorretto, e si appoggia quindi sul tacco, per cui comincia la pressione eli que-sto, e va aumentando man mano che il tampon si av-vicina alla parte piiL bassa dell'eccentrico G. Affine di diminuire l'attritoA'ra l'eccentrico ed il tampon si posero fra di loro l'intermediario di ruote mobili b in acciajo temperato incastrate alla sommità del tampon.

Cessato il contatto, il tarnpon cade per proprio peso e subito la leva del movimento, vuota matrice D (fig. 273), incontrando una· tacca elle si trova nell'in-telejatura, obbliga il tacco ad uscire e questo cade nella cassa posta internamente all'intelajatura.

-L'eccentrico G è rilegato e sopportato da due leve H eguali e parallele, e due viti, una orizzontale e l'altra verticale, regolano la pressione che si vuol ottenere.

Affinché l'inchiodatura o l'invitamento che si fa, come vedremo, per unire i tacchi alle scarpe, si eseguisca rego-larmente, si praticano anticipatamente i fori che devono. ricevere i chiodi o le viti. Questi fori però è bene che sieno praticati solamente sull'ultimo strato di cuojo che compone il tacco, e quindi prima che il tacco sia formato.

Questi fori si praticano tutti in un colpo con una mac-china a bilanciere, simile a quella per tagliare, e mon-tata sopra un banco di legno assai massiccio. La matrice consta di una scatola rettangolare di cui la parete ver-ticale anteriore è unita a cerniera col fondo, e quando è abbandonata a sè cade per proprio peso sul davanti del banco. Nelle pareti inferiore e superiore di questa sca-tola sono praticati in corrispondenza gli uni agli altri tanti fori quanti sono i chiodi o le viti che si vogliono piantare nel tacco; ed in corrispondenza di questi' fori sono impiantati verticalmente nella faccia inferiore del mandrino altrettante punte di acciajo temperato. L'ope-rajo introduce nella scatola il pezzo di cuojo, la chiude innalzando la parete verticale anteriore e la tiene chiusa :finchè il bilanciere abbia terminato il moto discendente;

allora, lasciato cadere la parete anteriore, il cuojo, ap-pena lasciato libero dalle punte, viene cacciato fuori da una molla posta contro la parete posteriore della scatola.

PrepaTazione delle suole.-Abbiamo visto come si taglino i pezzi di cuojo che debbono poi formare i tacchi, e come operino le macchine tanto ad eccentrico quanto a bilanciere fatte per questo scopo. Or bene, queste mac-chine servono anche per tagliare tanto la prima che la seconda suola, ed i ferri taglienti sono simili a quello rappresentato nella figura 275. Nella maggior parte delle grandi fabbriche degli Stati Uniti d'America, nelle quali si occupano specialmente della produzione delle calzature di lusso, le suole in vece di essere tagliate coll'emporte-pièce sono tagliate colla macchina rappre-sentata nella figura 276.

Questa macchina è molto meno costosa che gli emporte-pièces ed offre un grande vantaggio ai fab-bricanti di calzature di fantasia, obbligati come sono di sottomettersi ai cangiamenti di moda così frequenti;

Nel documento ARTI . E INDUSTRIE (pagine 160-163)