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Campionamento e conduzione delle interviste

III. Obiettivi e Metodo della ricerca …

3.2 Costruzione della base empirica …

3.2.2 Interviste ai saperi-esperti …

3.2.2.1 Campionamento e conduzione delle interviste

Il lavoro di raccolta del materiale empirico, nella sua parte relativa alla conduzione delle interviste, si compone di 44 interviste in profondità svolte tra marzo e dicembre 2015 con specialisti medici e psicologi che si occupano della gestione diagnostico-terapeutica della salute sessuale maschile.

La linea principale di campionamento che si è privilegiata è stata quella della diversa specializzazione dei professionisti con l'obiettivo di evidenziare punti di contatto e di allontanamento nella pratica diagnostica e terapeutica che si ritiene possano derivare proprio dalle fratture inter- e intra-professionali. Le professioni prese in esame sono state principalmente quelle dei medici andrologi e degli psico-sessuologi.

Dal momento che né gli andrologi né gli psico-sessuologi dispongono attualmente di una specializzazione riconosciuta a livello ministeriale, non si puo disporre di un albo specialistico a cui poter fare riferimento. Per il campionamento si è dunque fatto riferimento ai nominativi e ai contatti degli specialisti che si possono trovare sul web: nei registri pubblici a sottoscrizione volontariaforniti dalle società scientifiche sovra-citate, solitamente delle vere e proprie “mappe” divise per regioni; negli appositi portali che offrono servizi di consulti online e consentono la prenotazione di visite specialistiche (idoctors.it, dottori.it, medicitalia.it, trova-medico.com); nelle pagine web personali degli stessi specialisti che sempre di più scelgono anche questo canale mediatico per autosponsorizzarsi. La scelta di

appoggiarsi al web come principale canale di selezione non é da ritenersi del tutto un ripiego, infatti, al di là del passaparola, internet é diventato oggigiorno il principale mezzo di informazione sanitaria e scelta del medico, soprattutto se specialista, e ancora di più se dispensatore di servizi legati alla diagnosi e cura di problematiche sessuali per le quali é spesso ritenuto fondamentale preservare la propria privacy.

Una seconda modalità di campionamento, seppur minoritaria, si è basata sul network

sampling, una volta iniziato il ciclo effettivo di interviste. Questa strategia basata sulle “raccomandazioni” si è rivelata efficace per ottenere soprattutto il consenso di alcune figure “di spicco” come medici e psicologi particolarmente attivi nel campo, a capo di istituti clinici o dipartimenti di ricerca.

Sulla base di questa principale linea di stratificazione inerente alla specializzazione sono quindi stati intervistati, nello specifico: 10 specialisti in andrologia, 8 urologi e 8 endocrinologi con competenze andrologiche93, 14 psicologi con master in sessuologia clinica e 4 altri specialisti medici con master in sessuologia clinica che per lavoro si occupano specificatamente di sessualità.

Tabella 2. Esperti intervistati: Andrologia

tot contattati 76 intervistati 26

rifiuti 21 (motivo addotto principale: mancanza di tempo)

mancate risposte 29

10 andrologi

8 urologi con competenze andrologiche 8 e n d o c r i n o l o g i c o n c o m p e t e n z e andrologiche

Sessuologia tot contattati 49 intervistati 18

rifiuti 6 (motivo addotto principale: mancanza di

14 psicologi con master in sessuologia 4 sessuologi medici

93 Per quanto riguarda il parametro della diversa specializzazione all'interno del contesto andrologico, sono stati intervistati: 8 urologi con competenze andrologiche, di cui 1 anche endocrinologo ma impiegato in una struttura urologica; 8 endocrinologi con competenze andrologiche e 10 andrologi, di cui 4 anche urologi, 2 anche endocrinologi e 1 contemporanemente andrologo, urologo ed endocrinologo.

tempo)

mancate risposte 25

La divisione fra settore pubblico e privato, che in fase di costruzione del disegno della ricerca era stata considerata una dimensionepotenzialmente utile a identificare presumibili differenze – per esempio, in termini di tipologie di pazienti e attitudini diagnostico-terapeutiche – si è rivelata, al netto delle interviste, priva di grande significatività. Tutti gli psicologi intervistati infatti lavorano principalmente nei loro studi privati e, tranne pochissime eccezioni, le esperienze di collaborazione con il settore pubblico sono poche, poco strutturate e saltuarie. Tutti i medici intervistati, invece, lavorano, o hanno avuto modo di lavorare, contemporaneamente sia nel settore pubblico che nel privato e nessuno ha di fatto espresso sostanziali differenze rispetto a questo punto né per quanto riguarda il loro operato, né per quanto riguarda l'individuazione di tratti caratteristici dei pazienti, salvo per un prevedibile maggiore afflusso negli studi privati di una popolazione di classe sociale più alta la quale risulterebbe, a detta dei medici intervistati, “avvantaggiata” rispetto alla risoluzione delle problematiche sessuali, dal momento che la maggior parte delle soluzioni terapeutiche oggi in commercio non risultano coperte dal Servizio Sanitario Nazionale. Il carattere “elitario” delle terapie è stato quindi tenuto in considerazione e messo a tema nella fase di analisi e interpretazione dei risultati.

In considerazione del fatto che uno degli snodi centrali del processo di medicalizzazione farmacologizzata dell'underperformance sessuale maschile è quello relativo alla “rivoluzione” sia terapeutica che culturale conseguente all'introduzione sul mercato dei farmaci orali per la cura dell'impotenza, un altro criterio significativo di selezione del campione é quello dell'anzianità di servizio dello specialista, tenendo come importante linea divisoria il 1998, ovvero anno di commercializzazione del Viagra. Sulla base di questo parametro gli intervistati si dividono fra 27 specialisti “pre-Viagra” (di cui 9 psicologi) e 17 specialisti “post-Viagra”(di cui 5 psicologi).

Dal punto di vista della dislocazione geografica si è invece deciso di non procedere con una rigida selezione sulla base della provenienza geografica, divisa tra Nord-Centro-Sud perché la forza comparativa di questa classificazione sarebbe stata effettivamente ridotta. Si è piuttosto optato per ridurre l'area di raccolta delle interviste senza spingersi fino al Meridione, focalizzandosi sui centri-urbani medio-grandi di Torino, Milano, Padova, Genova, Bologna, Firenze, Pisa e Roma, dove si trova una buona concentrazione di centri ospedalieri, ambulatoriali, studi privati e scuole di formazione.

Similmente, non si è ritenuto ragionevole operare una strutturazione del campione anche sulla base del genere poiché il settore andrologico è notoriamente una professione ad alta concentrazione maschile mentre sul versante psico-sessuologico il numero di professioniste donne aumenta notevolmente. Anche il profilo degli intervistati corrisponde a questa generale descrizione, infatti le donne medico che si occupano di salute sessuale maschile che si è riusciti ad intervistare sono soltanto 3, mentre sono 9 le psico-sessuologhe. Dato il campione a maggioranza maschile, l'analisi, sotto questo aspetto, é stata quindi più che altro orientata a rilevare l'importanza della dimensione dell'omosocialità nel rapporto fra specialista e paziente.

Tutti gli specialisti sono stati inizialmente contattati attraverso una mail in cui si è esplicitato il ruolo della ricercatrice, la finalità della ricerca e, laddove possibile, una “raccomandazione” da parte di un professionista già intervistato. Le questioni relative alla durata dell'intervista e alla registrazione sono state concordate in un secondo momento con chi ha risposto in maniera positiva a questa prima mail di presentazione. In questa fase diversi professionisti hanno ritenuto incompatibile con i propri impegni la richiesta di intervistarli per almeno un'ora consecutiva e si sono quindi tirati indietro. Come evidenziato anche nella Tabella 2, riassuntiva del numero degli esperti intervistati a seconda della provenienza professionale, la questione della “mancanza di tempo” è stata infatti la principale e maggioritaria causa di rifiuto a partecipare alla ricerca94. La definizione delle 94 Le ulteriori, seppur largamente minoritarie, cause di rifiuto dopo un primo interessamento positivo, sono state la richiesta, da parte di quattro professionisti andrologi, di poter avere la traccia delle domande prima della conduzione dell'intervista. Il mancato accordo su tale questione ha poi portato gli interessati a disdire una loro iniziale adesione a rilasciare l'intervista.

tempistiche è stato un punto dolente, soprattutto con i professionisti medici, raramente disposti a concedere gli spazi e i tempi sufficienti ed adeguati alla conduzione dell'intervista, soprattutto perché la maggior parte di loro ha inserito il colloquio in mezzo ad un'agenda fitta di altri impegni lavorativi, come operazioni chirurgiche o visite ambulatoriali.

In ogni caso la durata media delle interviste, sia faccia a faccia che telefoniche, è all'incirca di un'ora/un'ora e mezza. Solo in 4 occasioni le interviste, che pure sono durate all'incirca un'ora, sono state interrotte bruscamente per via di un'emergenza sanitaria o di un impegno improvviso del medico, in questi casi dunque si è riusciti ad ottenere una copertura parziale, per quanto comunque densa e ricca, delle tematiche toccate dalla traccia di intervista.

Per quanto riguarda la modalità di conduzione delle interviste, si è potuto intervistare di persona, nei loro studi privati o ambulatoriali, 18 professionisti tutti provenienti dalle aree di Torino e Milano, mentre le altre interviste sono state condotte telefonicamente, di cui 3 su Skype. Come riconosce Sala (2010: 101):

“Il telefono non costituisce di sicuro lo strumento di raccolta dati privilegiato per condurre interviste qualitative, soprattutto se si tratta di interviste non strutturate. Cio nonostante, nel caso in cui sussistano seri vincoli economici, temporali e geografici alla conduzione di una ricerca, si va sempre più diffondendo all'interno della comunità scientifica una certa apertura e un cauto ottimismo nei confronti delle possibilità di ricerca offerte da questo metodo di raccolta dati”

Sulla scelta della modalità di intervista telefonica95 hanno influito sia questioni legate alla raggiungibilità degli intervistati ma anche, e in misura maggiore, questioni relative all'elevato numero di impegni di questi ultimi che hanno reso vano il tentativo di riuscire a organizzare un discreto numero di interviste in una sola città in tempi ristretti.

Oltre al controllo del setting, altri fattori che hanno influito sulla copertura e sulla 95 In merito alla conduzione di interviste telefoniche, la Sala (2010: 101) riconosce come aspetto positivo rispetto alla più tradizionale intervista qualitativa faccia a faccia “il vantaggio di garantire una miglior qualità dei dati raccolti. L'assenza dell'intervistatore ridurrebbe la distorsione (bias) talvolta introdotta dalle caratteristiche socio-demografiche dell'intervistatore e la reticenza dell'intervistato nel fornire risposte a domande potenzialmente 'delicate'”. Sempre la Sala (2010: 102) sconsiglia la conduzione di interviste telefonica “quando l'obiettivo della ricerca consiste nell'indagare la sfera emotiva dell'intervistato e quando il disegno della ricerca prevede la conduzione di interviste di lunga durata e/o che si avvalgono di video stimoli”

qualità dei contenuti tematici sono riconducibili più in generale all'interazione che si instaura fra intervistatore e intervistato, in cui non vanno di certo trascurati fattori legati al genere e all'età.

Tuttavia, né la disparità di genere e/o di età fra intervistato/a e ricercatrice né la tematica sensibile in oggetto, ovvero la sessualità maschile, hanno dato luogo ad evidenti impasse e difficoltà sia interattive che di contenuto. Si suppone che in larga parte cio sia dovuto al ruolo stesso ricoperto dagli intervistati, ovvero quello di professionisti il cui expertise e autorità sono fondati proprio sulla gestione della salute sessuale (maschile) e sono quindi i primi a parlare degli argomenti ad essa correlati senza mostrare imbarazzo e/o reticenze.

In ultimo, sebbene tutti i professionisti che hanno concesso l'intervista abbiano dimostrato una generale disponibilità e compiacenza nei confronti del progetto, sorprendendosi di riscontrare dell'interesse per il loro lavoro al di fuori della loro cerchia professionale, in alcuni casi isolati é pero emerso, allo stesso tempo, un clima di diffidenza in parte generato dal sospetto che le domande, soprattutto quelle legate all'uso specifico dei farmaci, potessero contenere sia critiche e pregiudizi impliciti che secondi fini non dichiarati come per esempio una affiliazione con le case farmaceutiche96. Per questo motivo nella conduzione effettiva dell'intervista si è cercato di “stemperare” le istruzioni di Pfadenahuer (2009) circa il ruolo di “quasi expert” che l'intervistatore dovrebbe sempre assumere nei confronti dell'intervistato. Proprio per ridurre il rischio di ottenere risposte esageratamente sintetiche e inficiate a priori da atteggiamenti di chiusura o di riluttanza, si è infatti moderato questa attitudine in favore di una modalità di conduzione dell'intervista che, ponendo l'intervistatore in una posizione di ingenuità in relazione a domande potenzialmente scomode come quelle legate all'uso/funzionamento/efficacia dei farmaci oppure ai rapporti inter/intra-professionali, ha permesso di ottenere risposte e riflessioni potenzialmente dotate di maggiore chiarezza e profondità esplicativa.

96 Quest'ultimo dubbio è stato espresso da due medici andrologi che hanno infatti inizialmente sospettato di essere stati contattati da una “spia” mandata dalle case farmaceutiche per ottenere un loro parere franco sui farmaci.