• Non ci sono risultati.

Il capitale sociale: la letteratura esistente e le varie “scuole” di pensiero

Il concetto di capitale sociale è stato analizzato secondo molteplici aspetti, a seconda della disciplina di studio. In letteratura sono presenti moltissimi contributi, che fanno riferimento a determinate scuole.

La “scuola” sociologica

La “scuola” da cui hanno tratto origine i primi studi sul capitale sociale è quella sociologica. I primi studi possono essere fatti risalire a Tönnies34 (Gemeinshaft

34 Ferdinand Tönnies (Oldenswort 1855; Kiel 1936), sociologo tedesco, è considerato uno dei fondatori della Società tedesca di sociologia. Nell'opera Comunità e società (Gemeinschaft und Gesellschaft)

und Geselshaft 1887) e Durkheim35 (De la division du travail social, 1893).

In seguito, il concetto fu approfondito da autori quali L. J. Hanifan36 (The rural school community center, 1916) e J. Jacobs (The life and death of great American cities, 1961), che diedero al termine capitale sociale un’accezione contemporanea e lo identificarono in relazione al ruolo della partecipazione comunitaria a beneficio delle performance scolastiche dei giovani, fino all’analisi delle reti di relazioni sociali trasversali nelle quali le persone sono inserite.

Uno tra gli autori più conosciuti per gli studi sul capitale sociale è Pierre Bordieu; a lui si deve la prima analisi contemporanea del capitale sociale. Nella sua opera principale, The Forms of Capital (1985), l’autore individua tre forme di capitale: economico, culturale e sociale: il capitale economico è il volano che trascina e influenza le altre due forme di capitale; il capitale sociale comprende i mezzi (le connessioni sociali) con i quali l’individuo ha accesso alle risorse economiche e culturali; in questa accezione, il concetto fornisce una spiegazione alla formazione delle ineguaglianze economiche: più una classe sociale dispone di capitale economico, maggiore capitale sociale ha a disposizione:

"(Le capital social est) l'ensemble des resources actuelles ou potentielles qui sont liées à la possession d'un réseau durable de relations plus ou moins institutionnalisées d'interconnaissance; ou, en d'autres termes, à l'appartenance à un groupe, comme ensemble d'agents qui ne sont pas seulement dotés de propriétés communes ... mais sont aussi unis par des liaisons permanentes et utiles”.

Nella teoria di Bordieu, il capitale sociale ha quindi un’accezione individuale:

individua due forme diverse di organizzazione sociale: la comunità (gemeinschaft) e la società (gesellschaft). La comunità è fondata sul sentimento di appartenenza e di partecipazione spontanea (tipica dell’epoca pre-industriale), mentre la società è basata sulla razionalità e lo scambio (tipica dell’epoca industriale).

35 David Émile Durkheim (Épinal 1858; Parigi 1917), sociologo e antropologo francese, è considerato uno dei padri fondatori della moderna sociologia. Nei suoi studi considera i valori e i costumi un tessuto connettivo per la società. La coesione sociale è la leva per comprendere sia la divisione del lavoro, sia le religioni.

è un insieme di relazioni e risorse che un individuo può usare per accedere a un più alto livello economico.

Altro autore rappresentativo della “scuola” sociologica è Coleman, che sviluppò la sua teoria a partire dagli assunti di Bordieu, ma focalizzò le sue ricerche sul rapporto tra capitale sociale ed educazione. Nella sua opera Social Capital in the Creation of Human Capital (1988), e nell’opera successiva Foundations of social theory (1990), l’autore dimostra come capitale umano e capitale sociale siano complementari:

“Social capital is defined by its function. It is not a single entity but a variety of different entities, with two elements in common: they all consist of some aspect of social structures, and they facilitate certain action of actors – whether persons or corporate actors – within the structure. Like other forms of capital, social capital is productive, making possible the achievement of certain ends that in its absence would not be possible. Like physical capital and human capital, social capital is not completely fungible but may be specific to certain activities. A given form of social capital that is valuable in facilitating certain actions may be useless or even harmful for others”.

Per l’autore, il capitale sociale rappresenta l’insieme di relazioni che un individuo o un gruppo può usare per i propri interessi. Il capitale sociale è definito dalla sua funzione. Non è una singola entità, ma una varietà di differenti entità che hanno due caratteristiche in comune: consistono tutte di qualche aspetto della struttura sociale e facilitano le azioni degli individui che si trovano dentro quella struttura. Come altre forme di capitale, il capitale sociale è produttivo, in quanto rende possibile il raggiungimento di certi scopi che non potrebbero essere ottenuti in sua assenza. Come il capitale fisico e il capitale umano, il capitale sociale è fungibile rispetto a certe attività. Una data forma di capitale sociale che ha un valore per facilitare certe azioni, può essere inutile o anche dannoso per altre. Il capitale sociale identifica certi aspetti della struttura sociale mediante la loro funzione, che rappresenta il valore di quegli aspetti della struttura sociale che sono risorse per gli attori, in quanto possono usarli per realizzare i loro interessi. Questi aspetti sono: le informazioni che le relazioni sociali veicolano, la stabilità e osservanza delle norme che rendono sicuro un ambiente sociale, il fatto che in una comunità o in una rete di scambio siano in vigore delle norme che spingono alla

solidarietà verso gli altri, e in particolare siano rispettate quelle norme che spingono e vincolano gli individui a restituirsi doni e aiuti informali, cioè che sostengono la fiducia come stabilità delle aspettative nei riguardi delle obbligazioni reciproche. Per Coleman quindi, il capitale sociale è la qualità di una relazione sociale che ne fa una risorsa per l’azione razionale, individuale o scorporata, e assume varie forme, fra le quali le principali sono: obbligazioni e aspettative reciproche (fiducia), canali informativi, norme sociali.

Uno degli autori più recenti che hanno dato un contributo significativo sul capitale sociale è Portes. Lo studioso distingue il capitale sociale in base alle sue fonti, alle risorse che mette a disposizione e a chi lo possiede. Colui che possiede capitale sociale è riconoscibile per la sua appartenenza alla struttura di una relazione, che lo colloca in una posizione più vantaggiosa rispetto a chi vive all’esterno di essa (Social capital: its origins and applications in modern sociology, 1998). Le fonti dalle quali si genera il capitale sociale esistono all’interno della struttura, e sono attivate dai valori e dalle norme interiorizzate dai membri del gruppo, dalla solidarietà organica limitata al gruppo, dagli scambi di reciprocità tra i membri e dalla fiducia indotta proprio dalla forma della struttura. La chiusura del gruppo facilita il consumo di determinate risorse da parte di tutti i suoi membri, ma produce anche degli svantaggi in termini di esclusione degli outsider ed eccessive pretese del gruppo nei confronti dei suoi membri.

La scuola “economica”

Anche in ambito economico il capitale sociale è un tema piuttosto ricorrente, soprattutto in relazione alle tematiche dell’occupazione.

Gary Becker, nella sua opera Human Capital (1964), introduce un elemento innovativo nello studio dell’ambiente sociale, dimostrando come la razionalità individuale degli attori sociali sia in grado di modificare l’ambiente e le relazioni sociali. Per Becker il capitale sociale è il capitale umano acquisito attraverso le interazioni sociali: le dotazioni e le capabilities individuali acquistano maggior valore se vengono condivise e avvalorate nell’interazione con gli altri.

Un altro studioso a far riferimento al capitale sociale come risorsa per accrescere le proprie potenzialità è Glenn Loury (The Optimal Exploitation of an

Unknown Reserve, 1977), che analizza come i giovani facciano crescere il proprio “capitale umano” e lo rendano spendibile nel mercato del lavoro, attraverso la rete di relazioni familiari e sociali37.

Recentemente, un autore che ha analizzato il legame tra capitale sociale e struttura reticolare nella quale gli individui sono inseriti è Ronald Burt. Nella sua opera The Network Structure of Social Capital (2000) l’autore scrive:

“Social capital is the contextual complement to human capital. The social capital metaphor is that the people who do better are somehow better connected. Certain people or certain group are connected to certain others, trusting certain others, obligated to support certain others, dependent on exchange to certain others. Holding a certain position in the structure of these exchanges can be an asset in its own right. That asset is social capital, in essence, a concept of location effects in differentiated markets”.

Il capitale sociale così definito consiste nell’appartenenza a una determinata struttura che crea un vantaggio competitivo per un individuo o un gruppo, a seconda della posizione che si ricopre all’interno di questo gruppo.

Gli studi ora si stanno concentrando sui meccanismi che creano capitale sociale (Glaeser, Laibson, Sacerdote; 2002), considerato, secondo questo approccio, come la componente di capitale umano che viene azionata per ottenere dei vantaggi dall’interazione con gli altri.

37 I suoi studi si focalizzarono sulle differenze etniche e di genere nella distribuzione dei redditi della popolazione americana, a prescindere dal livello di istruzione formale. Secondo l’autore, il capitale umano (vale a dire le conoscenze e le abilità del soggetto spendibili nel mercato del lavoro), può accrescere solo attraverso il capitale sociale (la rete di relazioni familiari e sociali nella quale l’individuo è inserito). Il capitale sociale è quindi l’insieme delle risorse che ineriscono alle relazioni familiari e all’organizzazione sociale della comunità e che sono utili per lo sviluppo cognitivo o sociale di un bambino o di un giovane. Queste risorse differiscono da persona a persona e possono costituire un importante vantaggio per bambini e adolescenti nello sviluppo del loro capitale umano.

La “scuola” politologica

Tra gli autori più rappresentativi nell’ambito delle scienze della politica si segnalano Robert Putnam e Francis Fukuyama.

Putnam è l’autore più conosciuto nell’ambito degli studi sul capitale sociale, e le sue ricerche hanno avuto eco in tutto il mondo. Riprendendo i tre elementi principali del capitale sociale identificati da Coleman (fiducia, canali informativi e norme sociali), Putnam definisce il capitale sociale come "aspetti della vita sociale - reti, norme e fiducia - che abilitano i partecipanti ad agire assieme in maniera più efficace nel perseguimento di obiettivi comuni e un reciproco beneficio” (Making democracy Work, 1993):

“By analogy with notions of physical and human capital - tools and training that enhance individual productivity - social capital refers to features of social organization such as networks, norms, and social trust that facilitate co-ordination and co-operation for mutual benefit”.

L'autore pone quindi l'accento sulla caratteristica del capitale sociale che ne fa un facilitatore di azione collettiva. Nella sua opera, La tradizione civica nelle regioni italiane (1993), Putnam intende verificare quali fattori influiscono sul rendimento delle istituzioni. Al termine della sua analisi individua nella civicness (cultura civica) uno di questi fattori. Con la civicness si intende un orientamento dei cittadini verso la politica che non è mosso da aspettative particolaristiche, ma da una visione dell’interesse individuale legata a una concezione del bene comune. La civicness è identificata con la diffusione di un’ampia fiducia interpersonale, che facilita la cooperazione tra i cittadini per obiettivi comuni e il funzionamento delle istituzioni politiche. Sul piano empirico, la civicness viene misurata con riferimento alla partecipazione ad associazioni. Per capitale sociale l’autore intende quindi la fiducia, le norme che regolano la convivenza, le reti di associazionismo civico: elementi che migliorano l’efficienza dell’organizzazione sociale promovendo iniziative prese di comune accordo.

Fukuyama invece, nella sua opera The Social Virtues and the Creation of Prosperity (1995), definisce il capitale sociale l’abilità di lavorare insieme per un fine comune:

“Social capital is an instantiated informal norm that promotes cooperation between two or more individuals”.

Fukuyama approfondisce ulteriormente tale approccio al capitale sociale, accentuandone il carattere normativo, di origine simbolica e religiosa. Egli osserva che molte definizioni di capitale sociale si riferiscono in realtà a manifestazioni del capitale sociale piuttosto che al capitale sociale in se stesso. A suo avviso, non è la società civile che produce capitale sociale, ma è il capitale sociale che produce la società civile. L’autore parte dalla considerazione che il capitale sociale deriva dalla fiducia, anzi, nasce dal prevalere della fiducia nella società o in parte di essa. Può quindi radicarsi nella famiglia, in un piccolo gruppo sociale, oppure in un’intera nazione. La differenza sostanziale tra capitale sociale e capitale umano è che il capitale sociale viene tramandato attraverso meccanismi culturali, come la religione, la tradizione o le abitudini inveterate. Il capitale sociale consiste quindi nelle norme e nei valori che promuovono un comportamento cooperativo fra individui e gruppi sociali. La fiducia, le reti sociali, la società civile, non sono capitale sociale, ma nascono dal capitale sociale che è primariamente un’obbligazione “simbolico-religiosa” (1999).

2.2 Per una definizione del concetto di capitale sociale: concezioni e livelli