• Non ci sono risultati.

4.3 Metodologia di analisi dei forum

4.3.1 Il problema

Nel corso dell’esperienza di tutor on-line mi sono accorta che nei forum didattici si presentano due tipologie di problema:

1 alcuni interventi sono del tutto privi di valenza formativa, si tratta di interventi utili ai fini della socializzazione, ma che non apportano alcun valore formativo:

“Cara XXX,

sono d'accordo, anche secondo me c'è un problema di corrispondenza tra dispensa e verifica e l'ho segnalato alla nostra super tutor XXX.

In realtà, come ho scritto ad XXX, pensavo che le domande della scorsa settimana avessero lo scopo di richiederci uno sforzo ulteriore: farci spremere le meningi ed estrapolare il concetto dal testo (però allora anche la domanda di comprensione del testo avrebbe dovuto essere intesa come elaborazione concettuale). Ma visto che la cosa si ripete comincio a sospettare che ci sia un reale problema di coordinamento, o almeno lo spero perchè altrimenti la questione si fa veramente difficile. Non ho risposta perchè attendo ancora di ricevere "lumi".

Ciao a tutti”

“Anch'io metto in evidenza il problema delle domande di verifica che paiono sfasate tra il mod. 04 ed il mod. 05. Da una rapida scorsa del modulo 06, mi pare che coincida quasi perfettamente con quello precedente. Si tratta di una svista?come dobbiamo comportarci?”

I due esempi, evidenziano come nei forum didattici si possano trovare degli interventi a carattere organizzativo, che dovrebbero essere trattati in una sede diversa (una proposta potrebbe essere l’apertura di un forum “questioni organizzative” oppure “help organizzativo”). Altri interventi invece, ad esempio lamentele, auguri, saluti, ecc…, sono importanti ai fini della socializzazione del gruppo, ma risultano fuori luogo se inseriti all’interno di contesti che dovrebbero avere una valenza formativa. Il rischio di tali interventi infatti è che i discenti si disorientino, perdano il filo logico dell’argomentazione, siano portati a divagare sulla tematica trattata oppure ritengano che nel forum si facciano solo “chiacchiere”, e di conseguenza perdano la motivazione a parteciparvi;

2 altri interventi invece risultano del tutto isolati; se al posto del forum didattico il discente avesse usato la posta elettronica, il risultato sarebbe stato lo stesso:

“Il Consiglio Europeo tenutosi a Lisbona nel Marzo 2000 segna una tappa decisiva per "l'orientamento della politica e dell'azione dell'Unione europea". L'obiettivo strategico per il 2010 è "Diventare l'economia basata sulla conoscenza più competitiva e dinamica del mondo". Per il raggiungimento di questo ambizioso obiettivo vengono fissati degli obiettivi guida che sono i seguenti:

1. Ottenere la più alta qualità nell'istruzione e formazione e far si che l'Europa divenga modello di riferimento mondiale.

2. Far si che i sistemi di istruzione e formazione in Europa siano compatibili consentendo ai cittadini europei il passaggio dall'uno all'altro.

3. Tutte le qualifiche, conoscenze e capacità acquisite in qualsiasi Paese dell'UE dovranno poter essere convalidate in tutta l'Unione.

4. Gli europei di tutte le età dovranno poter avere accesso all'istruzione e formazione permanente.

5. Un’Europa aperta alla cooperazione, meta di studenti, studiosi, ricercatori provenienti da tutto il mondo.

Questi in sintesi gli obiettivi principe da perseguire. Bisogna solo far notare che fra questi, quello riguardante l'istruzione e la formazione permanente riveste un ruolo centrale per garantire il buon esito della transizione verso un'economia e una società basate sulla conoscenza.

Questi obiettivi fissati nel Marzo 2000 a Lisbona e recepiti dall'Italia, possono oltre che essere di stimolo, essere fautori di un vero e proprio cambiamento nel sistema dell'Istruzione e della formazione italiano. Per esempio il primo punto, ovvero raggiungere la più alta qualità nell'istruzione e formazione in modo che l'Europa divenga modello di riferimento mondiale, costringerà senza alcun dubbio l'Italia ad agire in tal senso, essendone vincolata. Questo richiede in particolar modo di agire per migliorare l'istruzione, e la formazione degli insegnanti e formatori. In effetti è da alcuni anni che si cerca di riformare la scuola secondaria superiore e anche di formulare un nuovo sistema di reclutamento degli insegnanti che sia all'altezza del loro ruolo. Io riconduco questi fatti, forse a torto, proprio a questo tipo di vincolo-impegno che l'Italia si è assunta a livello europeo. Anche a livello curricolare (materie da insegnare ai ragazzi nel loro percorso) si è cercato di intervenire proprio per sviluppare le competenze per la società della conoscenza. Purtroppo in Italia queste riforme sono bloccate, rimandate insomma si fa un passo in una direzione e uno in un altro e quindi a mio parere dovrebbe essere la politica a decidere nel miglior modo e in maniera definitiva queste riforme in modo da ridare serietà e stabilità all'istruzione e formazione. Sempre per quanto riguarda il primo punto è fondamentale garantire l'accesso a tutti alle ICT. Anche su questo aspetto siamo molto indietro, infatti ho insegnato qualche anno materie fra cui informatica e ho potuto constatare le carenze sotto tale aspetto. Bisognerebbe anche attrarre più studenti negli studi scientifici e tecnici e gestire al meglio le risorse disponibili, agevolare l'accesso di tutti ai sistemi di istruzione e formazione realizzando un ambiente aperto per l'apprendimento permettendo pari opportunità. Infine bisognerebbe rafforzare i legami con il mondo del lavoro. In tal senso ho notato che lo stage è stato introdotto nelle scuole superiori e anche all'università, quindi secondo me si sta andando verso un rafforzamento del legame scuola-lavoro in modo da creare una sorta di continuità e questo probabilmente è una conseguenza di questo uniformarsi dell'Italia al resto d'Europa. Infine anche lo studio delle lingue è stato valorizzato maggiormente nella scuola italiana. A tal riguardo, mio nipote nelle medie studia ben due lingue straniere e se ricordo bene quando ho iniziato io erano i primi anni in cui si studiava una lingua comunitaria (una sola). Anche questo è un sintomo di come questi accordi anche se non completamente seguiti conducano comunque ad un cambiamento sostanziale dell'istruzione e della formazione in Italia. Infine per poter raggiungere tali obiettivi bisogna che l'Italia, come del resto anche gli altri paesi, assicuri una crescita visibile dell'investimento nelle risorse umane. Purtroppo qui si sta, secondo me, andando nella situazione opposta cioè di sempre minori risorse in tal senso. Anche se non tutti gli stimoli sono recepiti qualcosa passa e questo è già un traguardo.

Per quanto riguarda i punti 2 e 3 ossia far si che i sistemi di istruzione e formazione in Europa siano compatibili e che le qualifiche siano riconosciute reciprocamente, questo non può che essere uno stimolo positivo per l'Italia nel raggiungimento di un livello migliore di istruzione e di formazione. Saranno necessari un quadro unico per la trasparenza di competenze e qualifiche e un sistema di trasferimento

crediti per l'istruzione e la formazione professionale.

Punto cardine è il quarto e riguarda la necessità che tutti i cittadini europei possano accedere all'istruzione e alla formazione permanente, senza discriminazioni. E' questo il punto fondamentale necessario per poter transitare verso una società basata sulla conoscenza e indispensabile per poter gestire un mondo in continuo divenire e sempre più difficile da dominare. Questa formazione permanente deve essere la più vicina possibile (fisicamente) alle necessità delle persone e permetterà all'Italia se saprà cogliere questa occasione di sviluppare il capitale umano per la coesione sociale e la competitività.

Infine l'Europa deve diventare crocevia di studenti, ricercatori, studiosi da ogni parte del mondo. Un passo in questa direzione è già stato fatto dando più peso alle lingue comunitarie cominciando già dai livelli di scuola inferiori ad esempio dalle medie dove ormai si studiano due lingue comunitarie. Infine anche la mobilità degli studenti all'interno del programma comunitario Erasmus anche da noi è stato adottato però sono ancora pochi gli studenti che ne beneficiano e bisogna spingere per un loro incremento, anche se i vincoli forse sono più di carattere economico.”

Si tratta di un intervento eccessivamente lungo, significativo dal punto di vista del processo di apprendimento, ma che non può essere considerato un intervento interattivo. Questo post, se fosse stato spedito via mail, avrebbe sortito lo stesso effetto. Tanto più che molti discenti inseriscono interventi nel forum che assomigliano a dei monologhi; non esiste correlazione con gli interventi inseriti prima dai colleghi e non pongono degli interrogativi né forniscono degli spunti di riflessione per proseguire la discussione e procedere nel processo di condivisione e co-costruzione della conoscenza.

Il punto di partenza è quindi la constatazione che nei forum non sempre si crea una relazione formativa. Ma perché è importante costruire una relazione formativa? Prima di tutto, perché la relazione supporta un processo di apprendimento collaborativo, alla base di un processo di co-costruzione della conoscenza. In secondo luogo, una relazione formativa permette la costruzione di quel capitale sociale che, come abbiamo visto nei capitoli precedenti, amplifica le potenzialità, le conoscenze e le competenze del singolo. Lo sviluppo di visioni condivise, di un linguaggio comune, di esperienze tra i membri di una struttura sociale, incidono sulla dotazione di potenziale umano e aumentano le competenze, le abilità e le attitudini degli individui, come hanno ad esempio dimostrato gli studi di Nonaka e Takeuchi (1995). Inoltre, la condivisione di valori promuove la motivazione a cooperare e lo sviluppo di relazioni permette di raggiungere performance superiori, di qualità (Jones e George, 1998).