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Il decimo capoverso introduce i quattro personaggi le cui voci si alternano nelle pagine del Cantico dei cantici: lo Sposo, la Sposa già presentata

II. Metodi e strumenti per lo studio delle font

10. Il decimo capoverso introduce i quattro personaggi le cui voci si alternano nelle pagine del Cantico dei cantici: lo Sposo, la Sposa già presentata

nel paragrafo precedente, le fanciulle che accompagnano la Sposa e il gruppo dei compagni dello Sposo. Di ciascun soggetto viene subito chiarito il portato simbolico: lo Sposo è il Signore (dominus), la Sposa rappresenta tutta la Chiesa (perfecta ecclesia)83, le fanciulle sono le anime neofite, non ancora mature nella fede (inchoantes animae et per nouum studium pubescentes), gli amici dello Sposo sono gli angeli o i predicatori che sono giunti allo stato di uomo perfetto con evidente riferimento a Ef 4,13 (siue angeli, qui saepe hominibus ab ipso uenientes apparuerunt, seu certe perfecti quique uiri in ecclesia, qui ueritatem                                                                                                                

83 Interpreto perfecta ecclesia come ‘tutta la Chiesa’, alla luce di quanto viene precisato più avanti

nel testo gregoriano, dove si afferma che «hi, qui singillatim adulescentulae uel sodales sunt, toti simul sponsa sunt, quia toti simul ecclesia sunt» (Greg CtExp 10) e che «omne genus humanum ab exordio mundi usque ad finem mundi, totam uidelicet ecclesiam, unam esse sponsam» (Ivi 12). Bélanger, Gandolfo e Leonardi leggono invece perfecta ecclesia come ‘Église dans sa perfection’ e ‘Chiesa nella sua perfezione’: Grégoire le Grand, Commentaire sur le Cantique des cantiques cit., p. 87; Idem, Commento al Cantico dei cantici, a cura di E. Gandolfo cit., p. 27; Idem, Commento al Cantico dei cantici, a cura di C. Leonardi cit., p. 13. Se dovessimo accettare la traduzione ‘Chiesa perfetta’, il testo cadrebbe in contraddizione nel momento in cui vi si afferma che di questa Chiesa/Sposa fanno parte anche le adulescentulae che perfette non sono a causa della loro giovinezza nella fede. Si aggiunga inoltre che le anime perfette appartengono già alla categoria dei sodales. Pertanto la somma di adulescentulae (neofiti) più sodales (angeli e perfetti) non può dare come risultato la ‘Chiesa nella sua perfezione’, ma più coerentemente la ‘Chiesa nella sua totalità’. L’identità sponsa = ecclesia si avverte anche in altre opere del pontefice: «Ecclesia in Canticis canticorum dicit: Vulnerata caritate ego sum» (Greg EvHom 2, 25, 2); «Vnde et ei sancta ecclesia, quem sub specie hinnuli ceruorum quaerit, in Canticis canticorum dicit: Indica mihi quem diligit anima mea, ubi pascas, ubi cubes in meridie» (Greg EvHom 2, 33, 7).

hominibus nuntiare nouerunt), le singole anime che compongono i due gruppi delle fanciulle e degli amici tuttavia sono anch’esse Sposa, perché tutte insieme costituiscono la Chiesa (Sed hi, qui singillatim adulescentulae uel sodales sunt, toti simul sponsa sunt, quia toti simul ecclesia sunt).

La lettura simbolica Sposo = Cristo ha origine nella stessa Sacra Scrittura ed è abbastanza comune pertanto che Gregorio vi aderisca84, tanto più che, come osserva Manlio Simonetti, grazie alla tecnica dell’allegorizzazione, «egli è in grado di interpretare come simboli, figure di Cristo, le entità più varie in cui si imbatte nelle sue letture scritturistiche»85.

Per quanto riguarda la struttura conferita da Gregorio al suo lavoro esplicativo sul Cantico, essa ricalca quella della prima Homilia di Origene: dopo la digressione dei paragrafi 8 e 9, l’Alessandrino torna a essere la traccia che fa da guida al prologo della nostra Expositio86. La presentazione dei personaggi, infatti, occupa la sezione finale dell’esordio della prima omelia origeniana e segue, senza soluzione di continuità, l’elencazione dei tipi di cantico che si possono trovare nella Sacra Scrittura. Anche per Origene le voci da individuare in questo epitalamio corale sono quattro (quattuor in his mihi uideor inuenire personas): lo Sposo (uir) e la Sposa (sponsa), le fanciulle che stanno con la Sposa (adulescentulae) e il gruppo dei compagni dello Sposo (greges sodalium). Quanto all’interpretazione simbolica dei personaggi, il cui significato non va cercato al di fuori di coloro che sono stati salvati dalla predicazione evangelica (Haec omnia noli foris quaerere, noli extra eos qui praedicatione euangelii sunt salvati), lo Sposo rappresenta Cristo (Christum sponsum intellege), la Sposa è figura della Chiesa dei perfetti (ecclesiam sponsam sine macula et ruga), le fanciulle che accompagnano la Sposa simboleggiano le anime dei credenti che non sono ancora perfetti (Eos uero qui, cum sint fideles, non sunt tamen iustiusmodi quales sermo                                                                                                                

84 Cfr. Lettieri, Il corpo di Dio. La mistica erotica del «Cantico dei cantici» dal «Vangelo di

Giovanni» ad Agostino cit., p. 13 e ss.

85 Manlio Simonetti, Mediator Dei et hominum cenni di cristologia Gregoriana, in Gregorio

Magno nel XIV centenario della morte cit., p. 201.

86 Cfr. Meyvaert, A New Edition of Gregory the Great’s Commentaries on the Canticle of

Canticles and I Kings cit., p. 222 e Grégoire le Grand, Commentaire sur le Cantique des cantiques cit., p. 87.

praefatus est [scil. ecclesia sponsa sine macula et ruga], sed iuxta modum quendam adepti uidentur salutem, animas animaduerte credentium), i compagni dello Sposo infine sono immagine degli angeli o di quegli uomini che hanno raggiunto la perfezione secondo Ef 4,13 (Angelos uero et eos qui peruenerunt in uirum perfectum, intellege uiros esse cum sponso). Accanto ai paralleli concettuali, si noti anche il comune riecheggiamento dell’epistola paolina87:

Quod ex quot personis constet, incertus sum. Orantibus autem uobis et reuelante Deo, quat- tuor in his mihi uideor inuenire personas, uirum et sponsam, cum sponsa adulescentulas, cum sponso sodalium greges. Alia dicuntur ab spon- sa, alia ab sponso, nonnulla a iuuenculis, quae- dam a sodalibus sponsi. Congruum quippe est ut in nuptiis adulescentularum sit multitudo cum sponsa, iuuenum turba cum sponso. Haec omnia noli foris quaerere, noli extra eos qui prae- dicatione euangelii sunt saluati. Christum spon- sum intellige, ecclesiam sponsam sine macula et ruga, de qua scriptum est: «ut exhiberet sibi glo- riosam ecclesiam non habentem maculam neque rugam aut aliud quid eorum, sed ut sit sancta et immaculata». Eos uero, qui cum sint fideles, non sunt tamen istiusmodi quales sermo prae- fatus est, sed iuxta modum quendam adepti ui- dentur salutem, animas animaduerte credentium et adulescentulas esse cum sponsa. Angelos ue- ro et eos, qui peruenerunt in uirum perfectum (cfr. Ef 4,13), intellige uiros esse cum sponso. Vide igitur mihi quattuor ordines, unum et unam, duos choros inter se concinentes, spon- sam canere cum iuuenculis, sponsum canere cum sociis. Et cum haec intellexeris, audi Canti- cum canticorum et festina intelligere illud et cum sponsa dicere ea quae sponsa dicit, ut audi- as quae audiuit et sponsa (Orig CtHom 1, 1).

Et sciendum quia in hoc libro quatuor personae loquentes introducuntur: sponsus uidelicet, et sponsa, adulescentulae uero cum sponsa, et greges sodalium cum sponso. Sponsa enim ipsa perfecta ecclesia est; sponsus, dominus; adulescentulae uero cum sponsa sunt inchoantes animae et per nouum studium pubescentes; sodales uero sponsi sunt siue angeli, qui saepe hominibus ab ipso uenientes apparuerunt, seu certe perfecti quique uiri (cfr. Ef 4,13) in ecclesia, qui ueritatem hominibus nuntiare nouerunt. Sed hi, qui singillatim adulescentulae uel sodales sunt, toti simul sponsa sunt, quia toti simul ecclesia sunt (Greg CtExp 10).

Oltre a una corrispondenza del numero dei personaggi del Cantico, che potrebbe essere scaturita indipendentemente nei due esegeti a partire dal dettato stesso del testo sacro, si può notare un’identità fra le simbologie attribuite alle singole figure.

Gregorio, anche in questo caso, sintetizza i materiali della fonte, prelevando solo quanto è indispensabile per la sua trattazione (forse l’essenzialità                                                                                                                

del discorso è legata alla mancata revisione del testo) e integrando laddove ritenga che le argomentazioni vadano rese più sostanziose. È il caso dell’identità sodales = uiri perfecti, alla quale l’esegeta aggiunge qui ueritatem hominibus nuntiare nouerunt. Si tratta di un evidente richiamo a coloro che svolgono un ministero nella Chiesa, in particolare a quanti hanno il compito della predicazione. Mi pare che in questa precisazione di Gregorio si possa leggere un riferimento al pubblico dei suoi uditori, composto probabilmente in gran parte da ecclesiastici, e che il testo, giunto sino a noi con molte tracce dell’esposizione orale, sia circolato prima che il suo autore potesse rivedere il lavoro dei segretari.

Tornando al discorso sulla fonte, ciò che rende ancor più stringente la vicinanza di questo passaggio con l’omelia origeniana è la comune occorrenza di greges sodalium per indicare il gruppo dei compagni dello Sposo. Tale definizione, inserita nel contesto della descrizione dei personaggi, è molto rara e da quanto mi consta è presente solo nelle Omelie dell’Alessandrino e nel Commentario di Gregorio d’Elvira (GregIll Ct praef.), che secondo il giudizio di Simonetti lo riprende alla lettera proprio da Origene88. Nonostante la dicitura greges sodalium ricorra in Ct 1,6c, mi pare che non vi sia alcun richiamo alle greggi dei compagni dello Sposo, sembra invece più plausibile che grex in questo frangente sia impiegato nella sua accezione di ‘coro teatrale’89. Una simile interpretazione ben si concilierebbe con la natura drammaturgica dell’epitalamio, riconosciuta e sottolineata da Origene sia nel prologo sia all’inizio del libro primo del Commentario:

Meminisse oportet illud, quod in praefatione praemonuimus, quia libellus hic epithalamii

habens speciem dramatis in modum conscribitur. Drama autem esse diximus, ubi certae personae introducuntur, quae loquuntur, et aliae interdum superveniunt, aliae recedunt aut accedunt et sic totum in mutationibus agitur personarum (Orig CtComm 1, 1, 1).

11. Dopo la chiusura del prologo questo brevissimo paragrafo richiama

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