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CASI PRATICI RICONDUCIBILI ALL’OCCUPATORE DI ULTIMA ISTANZA

CAPITOLO 1 LA DISOCCUPAZIONE IN ITALIA NEGLI ULTIMI VENTI ANNI: UN PROBLEMA

2.3. IL DATORE DI LAVORO DI ULTIMA ISTANZA

2.3.8. CASI PRATICI RICONDUCIBILI ALL’OCCUPATORE DI ULTIMA ISTANZA

Nel 2001 la disoccupazione in Argentina raggiunse la soglia del 21,5% e il governo decise di intervenire ponendo in essere il Plan Jefes de Hogar. Esso prevedeva il pagamento di 150 pesos al mese per il capofamiglia per un minimo di quattro ore di lavoro al giorno. I lavo- ratori svolgevano la loro attività soprattutto in progetti per la comunità ed erano inseriti in pro- grammi di formazione compresi quelli che prevedevano il termine di programmi scolastici di base. Il programma era gestito dal governo federale per quanto riguarda i fondi, le linee generali relative all’esecuzione dei progetti e altri servizi ausiliari. Poi l’attuazione pratica delle attività spettava alle amministrazioni locali.

Per poter far parte del programma nella famiglia vi dovevano essere bambini sotto i 18 anni, persone con disabilità o donne incinte. Proprio per queste restrizioni, insieme a quella di un unico partecipante per famiglia, il programma non può essere definito come offerta di lavoro infinitamente elastica. La maggioranza dei lavoratori impiegati provenivano dal quinto quintile della distribuzione e presentavano un livello di istruzione basso ed esperienze di lavoro precarie o informali. Il programma impiegò circa due milioni di lavoratori pari al 5% della popolazione e al 13% della forza lavoro. Il programma assorbì in poco tempo molti lavoratori e fu capace di lasciarli andare quando trovarono un lavoro nel settore privato. La paga base stabilita per i lavoratori determinò il livello minimo su cui si doveva basare il settore privato. Infatti, il 93% di coloro che ottennero un lavoro dopo il piano Jefas ottenne un salario superiore a quello del programma stesso. La spesa totale per il programma fu circa l’1% del PIL, una spesa molto bassa in relazione al problema della disoccupazione nel Paese. Per quanto riguarda la sosteni- bilità nel lungo periodo non ci furono problemi dato i bassi costi sostenuti. Poiché il programma durò un periodo limitato non è possibile dire se esso avrebbe risolto per sempre i problemi della

disoccupazione. Tuttavia, nei 4-5 anni in cui esso fu attivo portò benefici ai partecipanti. Infatti, esso ridusse il tasso di indigenza di circa il 25% in soli 5 mesi. Tuttavia, esso non ridusse in modo significativo il livello di povertà. Questo deriva dal fatto che la stessa retribuzione fornita dal programma si trova al di sotto del livello di povertà. Un altro importante aspetto è l’impatto che il programma ha avuto sulla vita dei partecipanti. Infatti, essi si sono sentiti utili in quanto hanno avuto l’opportunità di fare qualcosa di importante per la comunità. Inoltre il programma ha fornito attività supplementari ai partecipanti attraverso le quali essi hanno rafforzato le pro- prie abilità e le proprie competenze.

Le attività poste in essere dal programma hanno avuto utilità sociale: infatti esse hanno riguardato investimenti in salute, infrastrutture educative, miglioramenti alle strutture idrauli- che, attività ricreative e turistiche.

Inoltre attraverso il programma sono stati raggiunti in modo indiretto altri risultati ri- guardanti soprattutto il miglioramento della condizione femminile. Circa il 75% dei partecipanti furono donne. Questo si è verificato nonostante il programma non fosse stato inizialmente di- segnato per migliorare tale condizione. Tale situazione è stata spiegata con il fatto che molti uomini cercavano comunque di trovare lavoro nel settore privato, anche se informale, mentre le mogli erano impegnate nel programma. La grande partecipazione femminile determinò l’in- capacità del programma di ridurre in modo considerevole la disoccupazione. Infatti molte donne che prima non cercavano lavoro, e quindi non erano nelle stime della disoccupazione, parteci- parono al programma.

Il tasso di disoccupazione passò dal 21,5% del maggio 2002 al 15,6% nel successivo anno. Nel 2005 esso aveva il valore del 13%.

Uno dei punti a sfavore del programma è il fatto che esso non è aperto a tutti coloro che sono disponibili e abili al lavoro, ma solo a un componente per famiglia con determinate carat- teristiche. Questo impedisce di eliminare del tutto la disoccupazione. Questo fa in modo che il Plan Jefas de Hogar non rientri pienamente nella classificazione dell’occupatore di ultima istanza.

Il modello Maharashtra Employment guarantee scheme

Il modello Maharashtra Employment guarantee scheme è una forma dell’occupatore di ultima istanza realizzato in India per più di venti anni. Tale programma fu realizzato per evitare che l’economia si basasse esclusivamente sull’agricoltura spesso soggetta a siccità o altri feno- meni atmosferici.

Il programma, pensato nel 1965, iniziò nel 1972 e durò fino al 1993. Esso permetteva agli individui sopra i 18 anni che erano disponibili a fare lavori non qualificati di ottenere una

paga base. Tale programma era totalmente finanziato dal governo con l’obiettivo di sostenere le famiglie nel breve periodo e contribuire a sviluppare l’economia rurale nel lungo periodo. Come nel caso argentino si ebbe un’elevata partecipazione femminile che passo dal 41,1% del 1979 al 53,3% del 1987. Studi condotti da vari autori hanno dimostrato che tale programma ha contribuito a eliminare la disoccupazione nelle varie zone in misura variabile: da un decimo fino a un terzo. Anche in questo caso dato il basso tasso di salario fu difficile per coloro che erano impiegati nel programmi uscire dalla linea di povertà. Inizialmente il salario pagato era fissato a una paga base minima inferiore a quella pagata in agricoltura. Nel 1988 tale paga base raddoppiò superando quella del mercato tradizionale.

Oltre a impiegare coloro che non avevano un lavoro, il programma ebbe altri risultati indiretti. Il primo riguarda l’impatto sulla crescita dell’agricoltura che non si sarebbe raggiunta altrimenti. Un altro aspetto positivo fu l’eliminazione di determinate discriminazioni, come quelle che possono avvenire quando un datore di lavoro preferisce impiegare un determinato soggetto invece che un altro, oppure quando a parità di produttività le donne sono comunque pagate di meno. Inoltre porre nello stesso luogo di lavoro individui nelle stesse condizioni so- ciali ed economiche incrementò la loro capacità di interazione.