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VALUTAZIONE DI ALCUNI EFFETTI DINAMICI DELL’OCCUPATORE DI ULTIMA ISTANZA

CAPITOLO 3 LO STRUMENTO: L’OCCUPATORE DI ULTIMA ISTANZA

3.4. VALUTAZIONE DI ALCUNI EFFETTI DINAMICI DELL’OCCUPATORE DI ULTIMA ISTANZA

Anche se il modello proposto non è in grado di mostrare come l’occupatore di ultima istanza determini risultati nel corso del tempo, è possibile, in via solo descrittiva, esaminare alcuni risultati che si presuppongono raggiungibili nel corso del tempo.

Si è parlato fin dall’inizio dell’occupatore di ultima istanza come di un programma ca- pace di evitare che le capacità e le abilità lavorative dei soggetti si opacizzino se non utilizzate nel corso del tempo. Inoltre, se gli individui fanno parte di attività fornite dall’occupatore di lavoro di ultima istanza, hanno la possibilità di rafforzare le abilità possedute e di acquisirne di nuove. Questo è uno degli effetti che si realizza nel corso del tempo attraverso l’attuazione dell’occupatore di ultima istanza.

Un altro effetto dinamico deriva dalla possibilità di calibrare nel corso del tempo l’oc- cupazione totale desiderata !°. Sono possibili infatti casi diversi quando si implementa l’occu- patore di ultima istanza. È possibile che il numero di lavoratori pubblici necessari per raggiun- gere un certo livello di occupazione resti stabile per un certo periodo di tempo. In questo caso le risorse investite dallo Stato resto pressoché uguali nel corso del tempo. È possibile che il settore privato aumenti l’occupazione, in seguito alle maggiore domanda generata dal sistema.

In questo caso per avere lo stesso livello di occupazione desiderata è necessario una minore occupazione pubblica e ciò può determinare di ridurre la spesa pubblica destinata per tali pro- getti o modificare i parametri legati a orario medio pubblico o saggio di salario orario pubblico, qualora si ritenga opportuno ciò. È anche possibile che il numero di coloro che chiedono un’oc- cupazione salga nel corso del tempo. Ciò può essere determinato dal fatto che anche coloro che prima non erano alla ricerca di un’occupazione, come coloro che sono definiti scoraggiati, ve- dano nell’occupatore di ultima istanza un modo per avere finalmente un’occupazione. Quindi aumenta il numero di coloro che cerca lavoro, diminuendo quello degli inattivi, e da ciò deriva che se l’occupazione privata non aumenta, lo Stato deve decidere se aumentare il livello desi- derabile di soggetti occupati, e ciò può avvenire attraverso l’aumento della spesa pubblica o cercare di aumentare le eccedenze reali e finanziarie, attraverso la modifica dei parametri che le formano.

La presenza di nuovi parametri istituzionali, ℎ e ீ, innesca nuove situazioni nel si- stema economico come eventuali tendenze a richiedere salari privati con un differenziale più elevato rispetto a quello pubblico. In questo caso, come già analizzato in precedenza, occorre un patto salariale coi lavoratori che tenda a evitare certe situazioni, dato che l’occupatore di ultima istanza è realizzato con l’obiettivo di migliorare l’aspetto occupazionale e ogni tensione, anche di tipo distributivo, può minare l’applicazione nel corso del tempo.

Nel corso del tempo, le attività svolte dall’occupatore di ultima istanza, possono diven- tare sempre più autonome dal punto di vista dei materiali utilizzati per lo suo svolgimento. Parte delle attività dell’occupatore di ultima istanza possono essere dedicate alla produzione di ma- teriali dedicati alle altre attività. Ciò non solo è un settore di attività inizialmente non conside- rato nel tipo di lavori pubblici che possono essere forniti, ma è soprattutto un modo per ridurre il coefficiente b, e quindi i costi per unità di salario privato pagato. Esso ha effetti sulla produ- zione privata, come visto in precedenza, dato che in questo modo si riduce una componente della domanda privata. Però allo stesso tempo si riducono le spese per il settore pubblico e le risorse liberate in quel modo possono essere utilizzate nuovamente per l’occupatore di ultima istanza.

CONCLUSIONI

CONDIZIONI DI APPLICAZIONE E RIFLES-

SIONI SULL’INTERVENTO PUBBLICO

Nella valutazione delle condizioni di applicabilità dell’occupatore di ultima istanza si possono fare due diverse analisi.

Una deriva dall’analisi dei parametri incontrati nel capitolo precedente e riguarda il modo in cui essi possono essere modificati per permettere di ampliare le condizioni di applica- zione dell’occupatore di ultima istanza a un livello della spesa pubblica più basso, ottenendo gli stessi risultati che sarebbero necessari con condizioni peggiori e un livello di spesa mag- giore. Per quanto riguarda tale analisi essa è stata condotta precedentemente in relazione a come cambiano le diverse relazioni in base al cambio di parametri e quali sono le direzioni migliori da ricercare per poter implementare con successo l’occupatore di ultima istanza.

La seconda analisi esula da queste condizioni tecniche. Essa riguarda l’applicabilità stessa di questo strumento. Si vuol cercare di capire se, indipendentemente dalle condizioni in cui si trova un sistema economico, e quindi parametri più o meno favorevoli a livelli di spesa più bassi, l’occupatore di ultima istanza possa essere applicato nonostante opinioni discordanti circa il suo utilizzo. Bisognar ricordare, infatti, che come si è già visto nel capitolo 2, l’occupa- tore di ultima istanza è compatibile con una situazione in cui si assume un quadro di riferimento economico diverso dall’usuale schema mainstream. Quando si assume che nel lungo periodo non esistono vincoli caratterizzati dall’offerta, ma vale il principio della domanda effettiva, per cui è questa che guida il mercato e, poiché non esistono meccanismi che sono capaci di condurre il sistema all’equilibrio, ma anzi a volte si innestano meccanismi per cui ci si allontana in modo definitivo da questo, è possibile adottare nuove politiche economiche il cui obiettivo è quello di introdurre nel mercato la domanda aggregata aggiuntiva di cui necessità per sopperire all’ec- cesso di offerta di lavoro che si ha nel mercato del lavoro, e che impedisce di avere una domanda più elevata, che a sua volta conduce a una maggiore produzione da parte delle imprese private. Tutto ciò è possibile solo se si assume che l’occupatore di ultima istanza operi in un sistema in cui la domanda effettiva conta più della rigidità dell’offerta. Attualmente il pensiero dominante, come già visto, è quello mainstream in cui si attribuisce importanza al meccanismo del NAIRU. Tale concetto è unico, non prevede la possibilità di aumentare la domanda senza conseguenze negative, e ciò determina la presenza di un livello di disoccupazione ritenuto necessario per il

funzionamento del sistema economico. L’unica parte di disoccupazione che si dovrebbe rias- sorbire è quella che eccede il livello del NAIRU, e che è l’unica che può essere considerata un problema in un sistema economico.

Questi due tipi di analisi portano a riflessioni di tipo diverso. Il primo, quello relativo ai parametri, riguarda semplicemente la discussione su quanto sia più o meno complicato modifi- care i parametri coinvolti nell’analisi matematica affinché diventi più semplice applicare l’oc- cupatore di ultima istanza, dato che occorre una minore spesa pubblico per supportarlo. La seconda è più complicata. Non è sufficiente, come nel capitolo 2, fare un’analisi delle diverse scuole di pensiero esistenti. È pur vero che modi diversi di pensiero conducono a ipotesi diverse e quindi a diverse azioni di politica economica, ma non è possibile dire se in futuro prevarrà una scuola di pensiero, ma è necessario individuare, come fatto nel capitolo precedente, quali sono le condizioni che devono essere rispettate all’interno di essa per applicare un determinato strumento di politica economica.

1. DUBBI SU DETERMINATE CARATTERISTICHE DELL’OCCUPATORE