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DUBBI SU DETERMINATE CARATTERISTICHE DELL’OCCUPATORE DI ULTIMA ISTANZA

CAPITOLO 3 LO STRUMENTO: L’OCCUPATORE DI ULTIMA ISTANZA

1. DUBBI SU DETERMINATE CARATTERISTICHE DELL’OCCUPATORE DI ULTIMA ISTANZA

Se l’occupatore di ultima istanza viene visto solo come uno strumento per poter appor- tare miglioramenti al sistema economico di Paesi sottosviluppati o comunque in cui il capitali- smo non raggiunge i livelli che ci sono in Occidente, difficilmente si può pensare che si arrivi a pensare alla sua attivazione anche si fosse in presenza di un’idea economica dominante di tipo post-keynesiano. In questo caso infatti si cercherà di introdurre domanda aggregata nel sistema economico in altro modo, magari con sistemi simili al reddito di cittadinanza, che era stato citato nell’introduzione. Da ciò si può dedurre che, nonostante le idee dominanti, esistono vi- sioni alternative basate su altri principi, con il quale si cercherebbe di avere un risultato in parte simile all’occupatore di ultima istanza, ovvero un reddito, senza considerare altri aspetti, come quello dell’importanza del lavoro per gli individui e per la comunità in generale.

Se si introduce un semplice reddito di cittadinanza, una parte dei risultati conseguiti dall’occupatore di ultima istanza, si avranno alla stessa maniera. Esso fornisce un reddito, con- tribuisce all’aumento della domanda e quindi le imprese sono portare a assumere nuovi lavora- tori e quindi a incrementare una parte dell’occupazione privata. Tuttavia altri importanti risultati conseguiti a livello di occupatore di ultima istanza non si avranno. Se non viene fornito lavoro non si attribuisce a questo tutta quell’importanza nella vita delle persone, nell’ambiente econo- mico, negli aspetti sociali, che esso contribuisce a creare. Inoltre non si mantengono vive le

capacità di coloro che percepiscono solo il reddito di cittadinanza e non hanno un lavoro. Pre- supponendo, poi che una parte di coloro che non hanno lavoro saranno riassorbiti dal settore privato, che grazie alla maggiore domanda tenderà a ampliare la propria produzione, è impos- sibile che tutti riescano a trovare un’occupazione. Anche nell’occupatore di ultima istanza non si presuppone mai che arrivi un momento in cui l’intervento dello Stato diventi superfluo, per- ché tutti i lavoratori sono stari riassorbiti dal settore pubblico. Esisterà sempre una parte di lavoratori che non possono entrare nel settore privato, anche perché una parte di domanda è rappresentata dai servizi non di mercato, offerti dall’occupatore di ultima istanza, invece che dal settore pubblico.

Un altro problema che si potrebbe incontrare, secondo il lavoro di coloro che hanno cercato di analizzare l’occupatore di lavoro di ultima istanza, è il metodo di finanziamento. Per numerosi autori tale progetto potrebbe essere posto in essere solo se lo Stato potrebbe finan- ziarsi in modo autonomo attraverso emissione di denaro. Se si accetta tale condizione tutti i Paesi con sovranità monetaria limitata, come i Paesi dell’Unione Europea, non avrebbero i re- quisiti per applicarlo. Oggettivamente, però, non esiste un motivo per cui non si potrebbe fi- nanziare con altri metodi, addirittura se la tassazione fosse sufficiente si potrebbe pensare di prendere fondi per finanziare l’occupatore di ultima istanza solo in quel modo. Quando di parla di Stato capace di emettere qualsiasi somma di denaro si pensa, forse, che tale progetto sia altamente dispendioso e che porti trasferimento gratuito di denaro dallo Stato ai cittadini. Que- sto non è propriamente vero poiché coloro che ricevono un lavoro dall’occupatore di ultima istanza spederanno il loro reddito sia in attività private che servizi o beni pubblici forniti dallo Stato, come i trasporti, le prestazioni sanitarie compartecipate, alcol e tabacchi. Inoltre, parte dei redditi che saranno spesi in beni e servizi privati, torneranno allo Stato sotto forma di pre- lievo fiscale. E quindi quando si parla di occupatore di ultima istanza non si può mai pensare a una forma di elargizione di denaro dallo Stato ai cittadini in modo gratuito senza che lo Stato ne benefici in alcun modo. Inoltre, nell’analisi vista in precedenza è possibile per lo Stato de- terminare condizioni per cui ottenere gli stessi risultati con una spesa pubblica più bassa, se si agisce sui parametri nei modi individuati nel capitolo 3. In questo modo si può gestire il vincolo finanziario in un modo innovativo e mai proposto da autori che si sono occupati in precedenza dell’occupatore di ultima istanza. Inoltre, anche se si snatura un po’ il significato di datore di lavoro pubblico, in assenza di fondi per una spesa pubblica più consistente si potrebbe ridurre il bacino di coloro possono beneficiare dell’occupatore di ultima istanza, solo ai giovani, alle donne o a altre categorie. In questo modo si riduce la spesa pubblica necessaria anche se si

riesce a dare una prima spinta alla domanda aggregata. Solo da ciò potrebbe derivare un incre- mento dell’occupazione da parte del settore privato, generato dalla maggiore domanda di beni e servizi, e di tale aumento potrebbero beneficiare sia coloro che fanno parte del programma e coloro che sono fuori. In questo modo l’occupazione totale aumenterebbe e lo Stato potrebbe continuare a garantire la stessa occupazione pubblica o modificare le proprie scelte. In questo caso si avrebbe solo un’applicazione parziale dell’occupatore di ultima istanza, ma si appliche- rebbe comunque il principio base post-keynesiano della domanda effettiva per cui è necessario che in una parte del sistema economico vi sia un aumento della domanda per avere risultati positivi. E lo Stato è l’unico soggetto economico a cui si può demandare di farsi carico di tale onere, visto che le imprese, come visto in precedenza, sono guidati da altri fini che cercano di ottenere anche con metodi che possono provocare l’effetto contrario: una riduzione sempre maggiore della domanda aggregata.

2. DUBBI SULL’INTERVENTO DELLO STATO IN UN SISTEMA ALTA-