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IMPLEMENTAZIONE DELL’OCCUPATORE DI ULTIMA ISTANZA

CAPITOLO 3 LO STRUMENTO: L’OCCUPATORE DI ULTIMA ISTANZA

3.2. IMPLEMENTAZIONE DELL’OCCUPATORE DI ULTIMA ISTANZA

di occupazione totale, dato dalla [21], costituito dalla somma di occupazione privata e occupa- zione pubblica. Dato il livello di occupazione presente nel settore privato la decisione di avere una certa quantità totale di lavoratore definisce il numero di soggetti che dovranno essere im- piegati dall’occupatore di ultima istanza.

La relazione [24], presente nel denominate del moltiplicatore dell’occupazione di mer- cato e in numerose soluzioni del sistema è definita eccedenza reale. Tale eccedenza deve essere positiva, per cui deve valere la seguente disuguaglianza:

 > ெ∗ [42]

che è necessaria perché rimangano disponibili risorse reali che il settore pubblico possa utiliz- zare per i suoi acquisti sul mercato e, indirettamente, peri consumi dei suoi dipendenti Se essa diminuisce il moltiplicatore dell’occupazione privata aumenta e ciò determina un incremento dei soggetti che sono impiegati dal settore tradizionale. E fissato il livello totale di occupazione, per raggiungerlo, è sufficiente un numero minore di soggetti impiegati dall’occupatore di ultima istanza. Questo data la [25], può determinare una diminuzione della spesa pubblica o mante- nendo costante questa si può avere un aumento del saggio di salario orario pubblico o dell’orario medio di lavoro nel settore pubblico o del coefficiente di spesa in beni di mercato per unità di salario pubblico pagato. Nel caso opposto, quando l’eccedenza reale aumenta il moltiplicatore dell’occupazione privata diminuisce e ciò determina la riduzione dell’occupazione privata, a parità di spesa autonoma. In questo caso se è stato fissato un livello di occupazione totale da raggiungere aumenta la quantità di soggetti che devono essere impiegati attraverso l’occupatore di ultima istanza.

È possibile notare che l’eccedenza reale rappresenta la parte di prodotto di mercato che non viene assorbita dal consumo medio del lavoratore privato. Infatti, il termine ℎெ∗ indica il valore della produzione per ciascun lavoratore del settore privato, invece il termine ெ∗

ெ ∗ indica il consumo individuale ottenuto attraverso il prodotto della propensione al consumo per il saggio di salario orario per l’orario medio nel settore privato. Tale eccedenza è quindi dispo- nibile per poter soddisfare la domanda autonoma, per gli investimenti pubblici e privati e per la

produzione di beni non di mercato. Quanto il tasso di eccedenza reale aumenta, in seguito all’in- cremento della produttività o alla riduzione della propensione al consumo, si ha una riduzione dell’occupazione privata che dovrà essere controbilanciata da quella fornita dall’occupatore di ultima istanza e le risorse necessarie per permettere un’espansione della domanda autonoma, degli investimenti privati o della spesa pubblica, sono fornite dal tasso di eccedenza reale. Que- sto può essere visto come l’insieme delle risorse disponibili per soddisfare la domanda auto- noma che è generata da una da un’unità di lavoro privato. Tanto più grande è il valore dell’ec- cedenza reale, tanto minore è la spesa pubblica per l’occupatore di ultima istanza per ottenere un certo livello di occupazione totale. Quando si effettua un aumento della spesa pubblica si ha, come già detto, un incremento della domanda e della produzione. In questo modo cresce la parte della produzione di mercato che non è assorbita dai consumi dei lavoratori impiegati dal settore tradizionale e aumentano le risorse che possono essere utilizzate per investimenti privati e per la spesa pubblica. Tale processo si ripete fino a quando la domanda e l’offerta sono uguali all’aumentata occupazione. Più alta è l’eccedenza e minore è la spesa necessaria per uguagliare domanda e offerta.

Per quanto riguarda la produzione privata, data dalla [27], maggiore è l’eccedenza reale, maggiori sono le risorse che possono essere destinate al settore pubblico. Se aumentano le ri- sorse destinate al settore pubblico significa che si ha un incremento delle risorse destinate all’imposizione fiscale e ciò determina una diminuzione dei redditi privati. La diminuzione di questi ultimi determinano una riduzione sia dei salari privati che dei profitti. Se si ha una dimi- nuzione dei redditi, si ha un decremento anche dei consumi. Se aumenta il prelievo fiscale si ha una diminuzione del disavanzo pubblico. Ciò significa che fissato un certo livello di disavanzo, un’eccedenza reale maggiore permette di realizzare una spesa pubblica più grande e impiegare un numero di soggetti maggiori attraverso l’occupatore di ultima istanza.

Nel sistema si crea anche un’eccedenza monetaria, così definita: ℎெ∗ ெ∗

∗ 1 + 1 = 6 − ெ∗1 + 17ℎெ∗ [43]

anche in questo caso, affinché essa rappresenti una realtà significativa è necessario che essa sia positiva e per avere ciò deve valere la seguente disuguaglianza:

 > ெ∗1 + 1 [44]

che è una condizione necessaria affinché vi sia trasferimento di reddito al settore pubblico. La [40] rappresenta i redditi che possono essere trasferiti al settore pubblico, dato che non vengono distribuiti sotto forma di redditi o di profitti. Tale eccedenza monetaria permette di assorbire l’eccedenza reale di produzione. Essa rappresenta il reddito che viene trasferito in modi diversi al settore pubblico. Infatti essa può essere vista come i redditi che vengono messi a disposizione

ai soggetti che non sono presenti nel settore tradizionale e che servono proprio per acquistare beni provenienti dal settore privato della produzione. Il tasso di eccedenza monetaria cresce nella stessa direzione della produttività del lavoro ed è inversamente proporzionale al saggio di salario orario moltiplicato dal mark-up. Quando il tasso di eccedenza finanziaria aumenta, si ha un incremento delle disponibilità finanziarie che possono essere utilizzate per l’attività pub- blica. L’eccedenza finanziaria è presente in  e -ீ. In  il moltiplicatore è ௔௛ಾ∗ି௪ಾ∗௛ಾ∗ሺଵା௞∗ሻ

௔௛ಾ∗ ି௖௪ಾ∗௛ಾ∗ , al numeratore vi è l’eccedenza finanziaria. Essa può essere riscritta semplificando per l’orario medio privato ottenendo ௔ି௪ಾ∗ሺଵା௞∗ሻ

௔ି௖௪ಾ∗

. Il numeratore rappresenta l’eccedenza finanziaria, mentre al denominatore si ha l’eccedenza reale. L’eccedenza finanziaria rappresenta ciò che resta della produzione una volta pagati i salari e i profitti del settore privato, invece il denominatore indi- vidua ciò che resta del prodotto privato dopo che sono stati effettuati i consumi medi dei lavo- ratori medi. Dato che i consumi privati sono inferiori rispetto ai redditi pagati dallo stesso set- tore sotto forma di salari e profitti, ovvero ∗1 + 1∗ > ெ∗, ed entrambi sono sottratti dallo stesso termine, individuato dalla produttività del lavoro, ciò significa che il numeratore è infe- riore rispetto al denominatore e tale rapporto è compreso tra 0 e 1. Affinché il prelievo fiscale aumenti è necessario che aumenti l’eccedenza finanziaria o diminuisca l’eccedenza reale, o una combinazione delle due. A parità di moltiplicatore, se aumenta la spesa autonoma si hanno maggiori disponibilità finanziarie per l’attività pubblica. Tuttavia, dato che il moltiplicatore è inferiore rispetto a uno, un aumento delle componenti autonome determina un incremento del prelievo fisale meno che proporzionale rispetto a quello della spesa pubblica o degli investi- menti. Dato un certo valore di spesa pubblica, si ha un corrispondente valore del prelievo fi- scale, se è necessario aumentare la spesa pubblica, dati i risultati precedenti, il prelievo fiscale aumenta in misura minore rispetto al suo aumento e ciò significa che il disavanzo pubblico cresce in misura maggiore rispetto alla spesa pubblica effettuata, dato che sono minori le risorse fiscali che essa è in grado di generare.

L’obiettivo dello Stato è quello di avere un certo livello !° di occupazione globale. Il sistema economico è in grado di occupare solo !ெ lavoratori inferiori rispetto all’obiettivo e quindi lo Stato deve riuscire a impiegare !ீ = !°−!ெ lavoratori. Date le condizioni econo- miche, politiche, finanziarie, sociali del sistema esistono determinati valori per i diversi para- metri, a, b, c, e in un determinato sistema. Da tali valori si hanno valori dell’eccedenza reale e dell’eccedenza finanziaria. Nel sistema sono fissati anche quei valori che sono stati definiti come variabili istituzionali o tecnici come ெ, ℎ, 1. Esse identificano valori che, come visto in precedenza dipendono dal sistema e dalle sue interazioni con soggetti diversi dallo Stato e

difficilmente sono modificabili in modo diretto o nel breve periodo. Esistono poi le variabili relative all’occupatore di ultima istanza ீ, ℎ che rientrano nelle decisione direttamente ge- stibili dallo Stato e, come è stato già visto e sarà nuovamente indagato successivamente, le loro modifiche possono determinare cambiamenti nell’applicazione dell’occupatore di ultima istanza. Se si fissa un certo livello di spesa pubblica #ீ si osserva come il numero di occupati pubblici dipendono in modo diretto da tale valore e in modo inversamente proporzionale dai valori relativi al saggio di salario orario pubblico, all’orario medio pubblico e al coefficiente di utilizzo di beni privati per unità di salario. Ogni scelta di #ீ, determinati in precedenza gli altri valori, porta un certo numero di occupati pubblici. Ora in base al valore dei parametri a e c, nell’eccedenza reale, e a e k, nell’eccedenza finanziaria si hanno più o meno risorse non assor- bite dal settore privato che possono essere utilizzate in quello pubblico. Quindi a un’eccedenza reale più elevata è necessaria una spesa pubblica inferiore per raggiunge il numero di lavoratori pubblici impiegati necessari per raggiungere il livello !° di occupazione desiderata. La spesa pubblica per l’occupatore di ultima istanza diminuisce se i valori delle eccedenze reali e finan- ziari sono più elevati e se è il settore privato, magari in seguito ai benefici che derivano dall’ap- plicazione dell’occupatore di ultima istanza, a impiegare nuovi soggetti. In questo ultimo caso si riduce lo scarto ! = !°−!, se il livello dell’occupazione totale non subisce modifiche. È possibile che il numero desiderabile di soggetti occupati cresca con il tempo dato che ci pos- sono essere richieste di domanda di lavoro da parte di coloro che prima facevano parte della popolazione inattiva per motivi diversi e che, quindi, inizialmente non erano stati inseriti tra coloro che facevano parte dell’occupazione desiderata. Agli stessi livelli di spesa pubblica cor- rispondono diversi livelli di occupazione pubblica in base ai valori delle eccedenze reali e fi- nanziarie, per questo nei paragrafi successi si illustrerà le diverse politiche con le quali si pos- sono modificare i termini che le compongono per ottenere determinati risultati.

Se si decide di effettuare un certo livello di spesa pubblica dedicata all’occupatore di ultima istanza l’offerta di mercato, il reddito del settore privato, i salari privati, i consumi pri- vati, i salari pubblici, la spesa pubblica per beni del settore privato, il prelievo fiscale aumen- tano, dato che si ha l’incremento di una delle componenti autonome da cui essi dipendono. Se non si ha altra modifica che un aumento della spesa pubblica, un aumento della produzione si ripartisce tra l’incremento dei consumi e quello della spesa pubblica per beni del settore privato. L’aumento della produzione privata determina un incremento delle sue componenti, reddito privato disponibile e prelievo fiscale. L’aumento dei redditi sia privati, che pubblici, si riparti- sce tra maggiori consumi privati e maggiore risparmio privato. L’incremento della spesa pub-

blica ha come effetto di aumentare sia i redditi pubblici, che la spesa pubblica per beni di mer- cato. Sotto queste ipotesi il disavanzo pubblico aumenta in misura più che proporzionale ri- spetto all’incremento della spesa pubblica, invece il prelievo fiscale aumenta in proporzione minore

Affinché l’occupatore di ultima istanza sia adeguatamente implementato è necessario che vi sia un’adeguata risposta all’incremento di domanda che si ha come conseguenza dell’au- mento dei redditi disponibili. Ciò è già stato affrontato nel precedente capitolo quando si è affermato che l’applicazione dell’occupatore di ultima istanza all’interno di visione economica di tipo post-keynesiano porta a vedere la domanda aggregata effettiva come l’elemento alla base dell’economia. La produzione non è limitata dalle quantità di risorse a disposizione ma essa si adatta alla domanda effettiva.

Un altro elemento necessario all’adeguato funzionamento dell’occupatore di ultima istanza è la capacità di gestire il vincolo monetario. Una possibilità con la quale è possibile gestire l’occupatore di ultima istanza è quella di finanziamento in disavanzo. In questo caso lo Stato può decidere di incrementare o diminuire la spesa pubblica, in relazione alle effettive esigenze del mercato del lavoro, senza che vi siano vincoli esterni che possano impedire di scegliere un adeguato livello di spesa pubblica se si ritiene necessario per ottenere un determi- nato livello totale di occupazione che non può essere raggiunta in altro modo. Naturalmente è necessario ricordare che in precedenza è stato individuato che un certo incremento della spesa pubblica fa crescere il prelievo fiscale in modo meno che proporzionale e di conseguenza il disavanzo cresce in modo più che proporzionale. Se non è possibile agire in modo discrezionale sulla spesa pubblica, o non si vuole che il disavanzo cresca in modo maggiore rispetto alla spesa pubblica, occorre trovare altri elementi su cui si può cercare di intervenire sui parametri che definiscono le eccedenze cercando le adeguate politiche economiche per incrementare tale va- lore.

3.3. POLITICHE ECONOMICHE A SOSTEGNO DELL’OCCUPATORE DI UL-