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3. ANALISI DEI GIUDIZI FINALI CON MODIFICA

3.3 IL CASO CRESPI

PROFILO DEL GRUPPO Sede: Legnano (MI)

Anno quotazione in borsa della capogruppo: 1995

Perimetro di consolidamento: Giovanni Crespi S.p.A., Beijing Crespi Synthetic Leather Ltd., C.P.S. S.r.l., Corvus Sp.z.o.o., Crespi do Brasil Ltda, Crespi Espana S.l., Crespi-Tver Ltd in liquidazione,Firenze Sintetici S.l., Giovanni Crespi Engineering S.r.l. in liquidazione, Industria Bedding Frauflex S.r.l., Its Artea- G. Crespi S.r.l., N.B.S. S.r.l., Nuova Mabel S.r.l., Orsa S.r.l., Orsa Automotive S.r.l., Orsa Moto Sp.z.o.o., Orsa Tver Ltd, Orsa-Foam S.p.A., Or-Sat Sp.z.o.o., Pol- Orsa Sp.z.o.o., Synergic Hs S.r.l., Synergic Italiana S.r.l., Arte S.r.l., B.Z.W.F. Motor Sp.z.o.o., C.C.M. S.r.l., Ispe S.r.l., Norditalia Resine S.p.A., S.I.P. Sud Italia Poliuretani S.r.l., Storm S.r.l., Apo – Tessile Sp.z.o.o., Or.Ma. S.r.l..

Descrizione attività: il gruppo è attivo nella produzione e commercializzazione di materiali speciali, semilavorati e prodotti finiti83. In particolare è fornitore in larga parte del settore

dell’abbigliamento e degli accessori moda e calzature, ma anche del mercato dell’arredamento, delle costruzioni e del medico-ospedaliero. Crespi è molto presente nei mercati internazionali: realizza vendite in più di sessanta Paesi del mondo. Grazie alla notevole flessibilità produttiva si propone di offrire al mercato un’ampia varietà di prodotti e materiali in grado di competere e superare i prodotti naturali per duttilità di impiego.

AMBIENTE DI RIFERIMENTO

La grave crisi economica registrata a livello globale ha determinato una contrazione della domanda dei mercati in cui il gruppo opera. Questi ultimi sono infatti caratterizzati da una forte ciclicità e sono strettamente correlati all’andamento di fattori macroeconomici ed eventi sociopolitici.

83 L’attività del gruppo è articolata in cinque distinte aree di business: materiali sintetici, tessuto non

SITUAZIONE ATTUALE DEL GRUPPO

La società Giovanni Crespi S.p.A. è quotata nel segmento MTA di Borsa italiana.

Da anni il gruppo sta attraversando un periodo di crisi, iniziato nel 2008 con la chiusura dello storico stabilimento di Legnano.

Nel 2011 è avvenuto il completamento della semplificazione della struttura societaria del gruppo e l’accorpamento delle funzioni di holding (amministrazione e controllo, finanza, servizi legali e societari, organizzazione, sistemi informatici, risorse umane e attività tecniche relative a immobili e impianti), anche attraverso la dismissione di asset non più remunerativi.

Il bilancio consolidato del gruppo Crespi, relativamente all’esercizio 2011, ha chiuso con una perdita di 18,20 milioni di Euro, confermando il trend di perdite significative degli ultimi esercizi. La perdita d’esercizio della capogruppo Crespi S.p.A., aggregata alle perdite cumulate negli esercizi precedenti, ha determinato la ricorrenza della situazione prevista dall’art. 2446 c.c. Il risultato negativo d’esercizio ha risentito significativamente della crisi economica e finanziaria generale - la quale ha portato alla realizzazione di un fatturato inferiore a quello preventivato - e delle operazioni di riorganizzazione intraprese dal management.

Analizzando la situazione patrimoniale-finanziaria emerge che:

• i mezzi propri del gruppo ammontano a 19,897 milioni di Euro rispetto ai 28,394 milioni dell’esercizio precedente. La diminuzione di patrimonio netto è imputabile alla riduzione dall’area di consolidamento e al risultato negativo di periodo;

• l’ammontare dei debiti commerciali scaduti è pari a 9,6 milioni di Euro. L’esistenza di tali scaduti non sta ad oggi determinando impatti rilevanti sull’operatività aziendale;

• si è verificato un aumento degli scaduti nei confronti di erario, enti previdenziali e dipendenti;

• nel corso dell’esercizio è stato perfezionato l’accordo di ristrutturazione dei debiti ai sensi dell’art. 67 l.f. sulla base del Piano Industriale relativo all’esercizio 2011 (sottoscritto tra la capogruppo, Orsa S.r.l., Orsa Foam S.p.A., ed il ceto bancario). Il mancato rispetto dei parametri finanziari ha comportato la necessità di chiedere un accordo di moratoria;

• vi è un indebitamento finanziario pari a 142,993 milioni di Euro, rispetto ai 131,255 del 31 dicembre 2010.

I manager aziendali hanno provveduto a predisporre nuovi Piani Industriali – ritenuti maggiormente aderenti ai mutati scenari macroeconomici e alla situazione di difficoltà del gruppo - e a iniziare nuove negoziazioni con le banche per evitare la risoluzione anticipata dell’accordo di ristrutturazione del debito.

La necessità degli interventi finalizzati al recupero della redditività aziendale e ad un progressivo riequilibrio finanziario emerge anche dalla relazione del collegio sindacale, in quanto gli stessi sindaci affermano che “gli interventi illustrati dagli Amministratori a supporto della continuità aziendale debbano essere effettuati con estrema urgenza, in caso contrario la continuità ne sarebbe decisamente compromessa”84.

Per continuare l’esistenza operativa in un prevedibile futuro gli Amministratori confidano nella realizzazione delle azioni contenute nei Nuovi Piani e nel raggiungimento degli accordi con il ceto bancario.

Il bilancio consolidato dell’esercizio 2011 è stato redatto sulla base del presupposto del going concern.

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ANALISI DELLA RELAZIONE DI REVISIONE

La società di revisione Mazars, incaricata di svolgere la revisione contabile del gruppo Crespi relativamente all’esercizio 2011, si è dichiarata impossibilitata ad esprimere un giudizio a causa delle incertezze riscontrate.

Il bilancio consolidato risente fortemente della situazione di crisi in cui versa Crespi S.p.A.. La perdita realizzata dalla capogruppo nel corso dell’esercizio 2011, aggregata alle perdite accumulate nel corso degli esercizi precedenti, determina la situazione prevista dall’art. 2446 c.c.. Considerando il budget relativo all’esercizio 2012 di Crespi S.p.A. (il quale evidenzia una perdita di 6,4 milioni di Euro) la società nel prossimo esercizio potrebbe essere costretta a ridurre il capitale sociale (aggravando la situazione patrimoniale e finanziaria della società e del gruppo).

La realizzazione del Nuovo Piano Industriale, secondo la società di revisione, è soggetta a rilevanti incertezze che rischiano di compromettere la continuità aziendale.

Il CdA per far fronte al fabbisogno finanziario del gruppo confida su un consistente aumento di capitale sociale. L’aumento di mezzi propri programmato nel Nuovo Piano Industriale risulta però estremamente incerto in quanto, alla data di emissione della relazione finanziaria, i versamenti in conto futuro aumento di capitale ammontano solo a circa 0,4 milioni di Euro. Nonostante ciò gli Amministratori ritengono possibile la realizzazione di tale operazione probabilmente considerando che i versamenti sopra menzionati sono stati effettuati dagli attuali azionisti: ciò potrebbe essere stato interpretato come fiducia dei soci sul futuro aziendale e quindi della loro disponibilità futura ad apportare capitale di rischio.

L’incertezza della realizzazione delle azioni programmate dal CdA è alimentata dal difficile contesto macroeconomico in continua evoluzione, che ha colpito fortemente i mercati in cui il gruppo opera ed hacostretto a rivedere al ribasso i Piani precedentemente formulati.

Il gruppo potrebbe avere difficoltà nel reperire la liquidità, necessaria per far fronte a una parte dei propri bisogni finanziari, derivante dalla vendita dei beni di proprietà. Il venir meno di tale liquidità prevista potrebbe condurre a picchi di esigenze di cassa, rischiando di compromettere la normale attività operativa del gruppo.

Un altro dato preoccupante risulta essere l’elevato ammontare dei debiti scaduti nei confronti di fornitori, erario, enti previdenziali e dipendenti.

La realizzazione del nuovo Piano Industriale potrebbe essere ostacolata dal verificarsi di scioperi o altre forme di agitazione dei lavoratori (come conseguenza del mancato pagamento degli stipendi e dalla messa in cassa integrazione di numerosi dipendenti a causa della consistente riduzione del fatturato) che potrebbero determinare un blocco della produzione del gruppo. Quest’ultima potrebbe inoltre risentire della possibile interruzione delle forniture derivante dal consistente ammontare dello scaduto nei confronti dei fornitori (pari a 9,6 milioni di Euro). L’incapacità di rispettare i covenants previsti dall’accordo di ristrutturazione potrebbe avere importanti conseguenze per Crespi. In caso di mancata concessione della moratoria gli istituti di credito potrebbero chiedere il rimborso anticipato dei finanziamenti concessi, con conseguenti significativi effetti sulla situazione economica, patrimoniale e finanziaria della società e del gruppo.

L’incertezza della concessione della proroga è alimentata dall’attuale mancanza di documenti che dimostrino la disponibilità del ceto bancario.