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Categoria “organizzazione e gestione”

Organizzazione e gestione (%)

6) Categoria “organizzazione e gestione”

Nel grafico 7.12 si riportano i valori percentuali dei fattori contributivi segnalati e appartenenti alla categoria “organizzazione e gestione”.

Grafico 7.12: percentuali dei fattori contributivi di ciascuna sottocategoria afferente alla categoria “organizzazione e gestione”.

Il fattore “modo di formare il team” è risultato essere il fattore più rappresentato per gli incidenti di gravità maggiore e moderata con un’incidenza del 33,33% Mentre per gli eventi di gravità minore il fattore “cultura e priorità” è risultato presente nel 50% dei casi.

Nel grafico 7.13 viene riportata la gravità complessiva della categoria “ambiente lavorativo”.

Capitolo 7 Studio clinico

174 Grafico 7.13: percentuali relative alla gravità complessiva dei fattori contributivi afferenti alla categoria “organizzazione e gestione”.

Nella tabella 7.3 sono presenti le sottocategorie maggiormente contributrici ad un incidente di sicurezza anestesiologica, in associazione alla gravità relativa del fattore contributivo all’incidente verificato.

Categoria incidenti in cui è stata identifica- ta la categoria

Sottocategori a N° casi in cui è stata identificata la sotto- categoria % Gravità N° casi relativi alla gravità % Animali e proprietari 27 Condizione/ stato di salute 15 55,55 Maggiore 5 83,33 Incarichi e tecnologia 81 Controllo attrezzatura 21 26,25 Insignificante 13 61,90

Individuo 77 Esperienza 15 19,48 Insignificante 6 21,42

Team 28 Comunicazio- ne verbale 11 39,28 Insignificante 5 55,55 Moderata 5 41,66 Ambiente lavorativo 14 Atmosfera sociale 6 42,85 Moderata 5 71,42 Organizza- zione e gestione 32 Scarsa programma- zione 8 25 Insignificante 3 23,07

Tabella 7.3: riassunto dei fattori contributivi maggiormente avvenuti, in associazione alla gravità dell’incidente, nel periodo 23/12/19 – 04/03/20.

5 10 15 20 25 30 35 40 45 0 catastrofica maggiore moderata minore insignificante

Gravità (%)

175

7.5 Discussione

Lo scopo di questo studio è stato quello di valutare la sicurezza anestesiologica presso la sezione di Anestesia dell’ODV “Mario Modenato” dell’Università di Pisa, la quale sicurezza si è dimostrata essere di livello elevato: durante il periodo dello studio non si sono verificati eventi catastrofici (morte/eutanasia del paziente) e la maggior parte degli incidenti è risultata di gravità insignificante nel 68,25% (n=43) dei casi, minore nel 19,05% (n=12) dei casi, moderata nell’11,11% (n=7) dei casi, maggiore nell’1,59% (n=1) dei casi

La compilazione del questionario da parte del team di anestesia, rispetto alla durata dello studio di McMillan & Lehnus (2018) che è stata di 23 mesi, ha avuto una durata più breve (71 giorni); la media degli incidenti segnalati mensilmente è pressoché simile: in questo studio è risultata 6,97 in linea con il lavoro di McMillan & Lehnus (2018) in cui la media degli incidenti mensili è stata 7. Inoltre, tali autori riportano 17 incidenti catastrofici (il 17,6% di essi era potenzialmente prevenibile invece l’82,4% di essi erano associati con gravi patologie e lesioni o dovuti a una catastrofe chirurgica) mentre in questo studio non si sono verificati incidenti di questo tipo. La gravità complessiva del totale degli incidenti maggiormente riportata nel presente studio è stata di tipo insignificante (n=43, 68,25%) invece, nello studio di McMillan & Lehnus (2018) la maggior parte degli incidenti è risultata essere di gravità minore (n=77, 44,2%). McMillan & Lehnus riportano che in quasi 2/3 dei casi l’intervento dell’anestesista ha limitato le conseguenze dell’evento, condizione che si è verificata anche in questo studio, ovvero quando il personale esperto ha limitato un errore o un incidente, ma che non è stato possibile riportare in cifre numeriche a causa di una diversa modalità di reportage degli incidenti (scritta vs verbale). I fattori maggiormente identificati nello studio di McMillan & Lhenus (2018) sono stati quelli relativi alla categoria “individuo” (70,7% degli incidenti): le relative sottocategorie che maggiormente hanno contribuito agli incidenti rientrano nelle competenze non tecniche dell’anestesista e comprendono: processo decisionale (n=65, 33,5% dei casi), gestione dell’incarico (n=24, 12,4%), consapevolezza della situazione (n=11, 5,7% dei casi) e lavoro di gruppo (n=1, 0,5% dei casi). Nel nostro studio e

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relativamente alla categoria “individuo” (29,84% degli incidenti) i fattori contributivi maggiormente riportati sono stati: “esperienza” (n=15, 19,5 % dei casi), “processo decisionale” (n=12, 15,6% dei casi) e “consapevolezza della situazione” (n=11, 14,3% dei casi).

In questo studio i fattori relativi alla categoria “incarichi e tecnologia” sono risultati essere i fattori maggiormente segnalati, corrispondenti al 31,01% dei casi. All’interno della categoria “incarichi e tecnologia” il fattore contributivo all’incidente maggiormente verificatosi è stato il controllo dell’attrezzatura (n=21, 27,16%) con una gravità che è risultata: insignificante (n=13) nel 61,90% dei casi, minore (n=5) nel 23,81% dei casi e moderata (n=3) nel 14,29% dei casi.

Verosimilmente le motivazioni risiedono in un intervento tempestivo da parte del personale più esperto e in una routine di controllo delle attrezzature ben rodata grazie alle checklist e all’addestramento del team anestesiologico.

Ai fini di questo studio sono state analizzate le sottocategorie con il grado più elevato di gravità segnalata, con l’obiettivo prossimo di concentrare le attenzioni e le risorse umane e tecniche per migliorare e quindi ridurre la prevalenza di uno specifico fattore che ha determinato un incidente di sicurezza.

Per la categoria “animali e proprietari” la gravità maggiore è ascrivibile al fattore “specie e razza” (50% dei casi) riferito ad un incidente che ha coinvolto una razza di animali con maggiori problematiche. Nello studio di McMillan & Lhenus (2018) gli eventi di gravità maggiore erano fortemente correlati alle condizioni cliniche dell’animale: secondo tali autori ciò è riconducibile al fatto che tali pazienti sono maggiormente instabili nonché meno abili a tollerare l’insulto di un eventuale incidente, perciò l’anestesista ha meno tempo per intervenire ed evitare delle conseguenze importanti.

Il fattore che più frequentemente è stato segnalato con gravità moderata nel nostro studio, è stato “attitudine del proprietario” (66,67% dei casi) riferito alla scarsa compliance del proprietario che ha limitato la procedura più adeguata in virtù dell’anamnesi del paziente, mentre “temperamento” è il fattore di gravità minore principalmente segnalato (80% dei casi).

Per la categoria “incarichi e tecnologia impiegata per svolgere l’incarico”, il fattore che più volte si è verificato con gravità maggiore è stato “fallimento

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dell’attrezzatura” (20% dei casi); il fattore “disponibilità delle attrezzature”, riportato quando l’attrezzatura non era nel posto designato, è risultato essere il fattore di gravità moderata maggiormente segnalato (40% dei casi) e il fattore “confezione dei farmaci”, inteso come confezionamento simile tra due farmaci, è risultato essere di gravità minore nel 66,67% dei casi.

Per la categoria “individuo”, il fattore “conoscenze” è risultato principalmente di gravità maggiore (12,50% dei casi), considerando che all’interno del team erano presenti soggetti senza adeguate conoscenze di base; il fattore “processo decisionale” si è verificato maggiormente con una gravità moderata (66,67% dei casi) mentre “abilità tecniche” è stato segnalato con una gravità minore (11,69% dei casi). Dai risultati ottenuti per questa categoria, una soluzione percorribile per ridurre la gravità dei vari fattori contributivi è l’approfondimento delle conoscenze e l’addestramento volto a migliorare le abilità tecniche, che dovrebbero essere continui.

Per la categoria “team” non sono stati riportati fattori contributivi di gravità maggiore; i fattori “leadership” e “ricerca di aiuto” sono risultati equamente di gravità moderata nella totalità dei casi (100%). Ciò dimostra l’importanza di affiancare una persona più esperta, soprattutto nelle situazioni di emergenza in cui è più facile disperdere la concentrazione. Il fattore contributivo “attitudine” è risultato principalmente di gravità minore (42,86% dei casi).

Per la categoria “ambiente di lavoro” il fattore che si è rivelato essere più volte di gravità maggiore è stato “distrazioni” (25% dei casi); il fattore “atmosfera sociale” è risultato più frequentemente di gravita moderata (83,33% dei casi). Questo risultato indica che lavorare in un ambiente spiacevole influisce sulle prestazioni del team, di conseguenza lavorare in un clima disteso può concorrere a ridurre il numero di incidenti di sicurezza anestesiologica. Il fattore “disposizione ed ergonomia” è stato riportato con una gravità minore (50% dei casi).

Per la categoria “organizzazione e gestione” il fattore “modo di formare il team” è risultato essere il fattore di gravità sia maggiore che moderata più segnalato (33,33% dei casi per entrambi i fattori) mentre “cultura e priorità”, inteso come

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privilegiare l’efficienza rispetto alla precisione, è stato principalmente segnalato con una gravità minore (50% dei casi).

Riassumendo, i fattori contributivi di gravità maggiore sono stati: “specie e razza”, “fallimento delle attrezzature”, “conoscenze”, “distrazioni”, “modo di formare il team”.

I fattori contributivi di gravità moderata sono stati: “attitudine del proprietario”, “disponibilità delle attrezzature”, “processo decisionale”, “leadership”, “ricerca di aiuto”, “atmosfera sociale” e “modo di formare il team”.

I fattori contributivi di gravità minore sono stati: “temperamento dell’animale”, “confezione dei farmaci”, “abilità tecniche”, “attitudine”, “disposizione ed ergonomia”, “cultura e priorità”.

L’insieme dei fattori contributivi elencati costituisce il fulcro su cui focalizzare gli interventi migliorativi per aumentare ulteriormente il livello di sicurezza anestesiologica.

Per quanto riguarda la gravità complessiva ascrivibile ad ogni categoria è emerso che la gravità complessiva maggiore si è verificata per i fattori “ambiente lavorativo” (7,14% dei casi); a seguire sono stati segnalati “organizzazione e gestione” e “incarichi e tecnologia” (entrambi nel 6,25% dei casi) e infine la categoria “individuo” (3,90% dei casi).

La gravità complessiva di grado moderata, riferita alla categoria, è stata ricondotta ad “ambiente lavorativo” (50% dei casi), “team” (42,86% dei casi) e “individuo” (31,16% dei casi).

La gravità complessiva della categoria di grado minore è stata riportata per le categorie “animali e proprietari” (25,93% dei casi), “incarichi e tecnologia” (28,6% dei casi) e “individuo” (25% dei casi).

7.6 Conclusioni

Il questionario di segnalazione degli incidenti relativi alla sicurezza anestesiologica è risultato uno strumento semplice da utilizzare e ampiamente usufruibile, anche dal personale meno esperto. Tale questionario rappresenta una modalità di

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indagine della realtà complessa in cui opera l’anestesista veterinario inoltre, permette di identificare la tipologia di incidenti che più frequentemente possono verificarsi nel periodo perioperatorio nonché di focalizzare le risorse sia tecniche che umane sulla causa principale che ha generato l’incidente.

È auspicabile che diventi parte dell’attività clinica in modo da rendere maggiormente significative le indagini statistiche e per affinare e migliorare sempre più il livello di sicurezza del paziente che deve affrontare un’anestesia. È importante specificare che il solo atto di segnalare ed analizzare gli incidenti di sicurezza non è correlato al miglioramento della sicurezza anestesiologica: per raggiungere questo obiettivo devono essere intrapresi degli interventi per contrastare i fattori contributivi più gravi (di intensità maggiore, moderata e minore), dopo i quali dev’essere nuovamente condotta un’analisi del sistema per la comparazione dei dati.

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Ringraziamenti

Mi emoziono sempre quando penso a tutte le persone che ho incontrato nella mia vita meritevoli di essere ringraziate; ciascuna di esse ha lasciato un mattoncino che a poco a poco con il tempo e nell’insieme ha dato luogo alle fondamenta della mia persona. Non sarete tutte presenti in queste righe perché non è mia intenzione scrivere un poema inoltre, con molte di voi ho perso i contatti e chissà se avrete mai modo di leggere queste pagine…però mi auguro che succeda, prima o poi.

Vi porterò per sempre con me e sarete la mia forza nei momenti più duri.

La prima persona che voglio ringraziare è la Prof.ssa Giovanna Preziuso che mi ha accolto in questo Ateneo come donna e come docente. Senza di lei tutto questo non sarebbe potuto accadere. Guardarsi indietro e dire: “ce l’ho fatta!” è un’immensa soddisfazione.

Due sono i ringraziamenti collettivi che voglio fare: il primo va a tutti i professori che ho avuto il piacere e l’onore di incontrare durante la mia carriera presso l’Alma Mater Studiorum, per le basi scientifiche sui cui ho costruito e costruirò la mia vita di Medico Veterinario. Il secondo ringraziamento collettivo va a tutto il corpo docente dell’Università di Pisa per la grande umanità e il rigore scientifico trasmesso. Sono molto orgogliosa di aver concluso la mia carriera universitaria con voi.

Vorrei che questi ringraziamenti arrivassero al Prof. Massimo Trentini per l’esempio di vita che ha dato ai suoi studenti, perché non ha mai smesso un momento di lottare e di ridere e di insegnare la Zoologia come solo lui sapeva fare. Ci rincontreremo sui tetti prima o poi!

Un ringraziamento particolare va alla mia relatrice, la Prof.ssa Angela Briganti per aver trasmesso e consolidato le conoscenze scientifiche e la mia passione per l’Anestesia. Ringrazio il mio correlatore, il Dott. Giacomo Figà Talamanca, in primis per le risate, poi per la pazienza e la voglia di insegnare dimostrata in tante occasioni. Grazie a tutto il team di Anestesia per aver contribuito a realizzare la

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parte sperimentale di questa tesi e per il supporto tecnico e morale durante i turni. Era bello essere i primi ad arrivare e gli ultimi ad andare via!

Voglio ringraziare Claudia per tutti i pezzi del puzzle sparpagliati rimessi nel posto giusto: magari il mondo fosse pieno di persone come te! Tutto s’illuminerebbe come il tuo sorriso.

Un grande grazie è per Marta, la prima faccia amica dopo essermi trasferita, che mi ha teso la mano in un momento di disorientamento e soprattutto per tutte le volte che mi ha ascoltata e consolata.

Un pensiero molto speciale va al nonno Benito: so che saresti stato in prima linea durante la discussione, pieno di orgoglio nel vedermi raggiungere questo importante traguardo.

Ringrazio immensamente tutta la mia famiglia: le nonne Fiorella e Maria, tutti gli zii e le zie, i miei cugini, Iacopo e Maria Elena; ognuno di voi ha un posto speciale nel mio cuore e il vostro affetto è stato e sempre sarà un sostegno fondamentale.

Il ringraziamento più sentito e pieno di amore è per i miei genitori Alessandra e Michele: è molto difficile rendere in parole i sentimenti nonché la gratitudine che provo nei vostri confronti. Grazie per tutti i sacrifici, per tutta la speranza trasmessa nei momenti più difficili, per tutte le volte che mi avete aiutato a confrontarmi con la realtà e per avermi insegnato a essere tenace come una quercia. Grazie per avermi cresciuto alla luce della semplicità e per avermi spronato a essere una persona migliore di quello che sono stata, giorno dopo giorno. Grazie per avermi sopportato durante tutte le mie paturnie, non so come abbiate fatto a non cedere alla tentazione di buttarmi fuori di casa.

Siete splendidi e tutto ciò che c’è di bello e sincero nella mia vita è laddove ci siete voi.