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Churchill e Roosevelt: il bastone e la carota

All’ingresso in guerra dell’Italia, la non belligeranza del- la Spagna appare agli Stati Uniti un fattore positivo in misu- ra molto maggiore di quanto l’evento non appaia negativo per l’Asse.88

È un dato non trascurabile. Aiuta a mettere nella giusta luce la convinzione con la quale per tutta la guerra gli Allea- ti si profondono per tener fuori la Spagna da questa. Allo stesso modo evidenzia la contraddittorietà ed incertezza d’I- talia e Germania nel perseguire l’obiettivo opposto. Nelle memorie del segretario di Stato di Roosevelt, Cordell Hull,89

si ha la misura dell’inefficace pressione statunitense sulla dittatura italiana per cercare di evitarne l’entrata in guerra, soprattutto a partire dal gennaio del 1940. Lo schema è ripe- tuto, questa volta con successo, verso la Spagna franchista per tutta la durata del conflitto.

Sono i mesi nei quali si lima la capacità di ricatto alleata su Franco.90 Quando la Francia di Pétain firma l’armistizio,

secondo il Dipartimento di Stato, la Spagna possiederebbe una mole preoccupante di riserve petrolifere controbilancia- ta da un’effettiva carenza nelle derrate alimentari, grano in primo luogo. La possibilità di concedere o meno gli indi- spensabili aiuti alimentari, e in modo da non permettere al- cun accumulo di scorte,91a gioco lungo si dimostrerà la car-

ta vincente. Nell’immediato, però, la maggior parte degli osservatori – tra i quali lo stesso Hull92– vede la Spagna, pur

impreparata, pronta a marciare al fianco delle truppe del- l’Asse. La capacità coercitiva che gli Alleati sono in grado di esercitare sulla Spagna di Franco è ben più pressante ri- spetto a quella che possono esercitare sull’Italia. Eppure, negli stessi giorni in cui quest’ultima entra in guerra con la Francia, un desolato Colonna, ambasciatore a Washington, si rammarica con il segretario di Stato, lo ricorda Cordell Hull, del fatto che l’Italia non abbia i mezzi economici per far fronte ai debiti contratti con gli Stati Uniti nel corso del precedente conflitto mondiale. La mossa diplomatica più importante degli Alleati verso la Spagna, si rivela l’invio a Madrid di Samuel Hoare, già ministro degli Esteri dell’ulti- mo Gabinetto Baldwin,93 e ministro degli Interni di Neville

Chamberlain. Questi presenta le credenziali d’ambasciatore appena il giorno prima dell’entrata in guerra dell’Italia fa- scista. Samuel Hoare è la figura chiave dal punto di vista di- plomatico a Madrid.

Visconte di Templewood, classe 1880 e deputato conser- vatore per Chelsea fin dal 1910, è protagonista, ispiratore e tra i responsabili delle due decisioni più importanti prese dalla politica estera britannica nei confronti del nazifasci- smo nel periodo anteguerra: le sanzioni all’Italia per l’ag- gressione all’Etiopia e la Conferenza di Monaco con la ces- sione dei Sudeti alla Germania e la dichiarazione di non aggressione anglo-tedesca. Sono due atteggiamenti distinti. A questi va aggiunta, durante la guerra civile spagnola, una postura che secondo Jill Edwards è di deciso appoggio a Franco,94 mentre secondo Enrique Moradiellos, pur più

preoccupata da una vittoria repubblicana, è generata anche dall’interesse ad abbassare il livello di tensione anglo-italia- na.95Tutto ciò fa del sessantenne Hoare un’eccellente scelta

per l’ambasciata madrilena nel corso della breve resistenza francese alla Germania. Resta a Madrid per tutta la durata del conflitto. Se a gioco lungo la strada diviene in discesa, tutta la prima fase del conflitto è estremamente complessa per il politico e diplomatico britannico.

Il 1° dicembre 1940, si estende l’accordo commerciale tra Spagna e Gran Bretagna del 18 marzo 1940. Si eleva l’interscambio a 2 milioni di sterline. Serrano Súñer sostie- ne che l’accordo non abbia valenza politica e come non vi siano clausole segrete ma afferma che risponda alle inelu- dibili esigenze d’importazione di grano96del paese. Immi-

nente è anche l’accordo con gli Stati Uniti per la fornitura di un milione di tonnellate di grano; la condizione è non spingere oltre la politica proAsse. Il 10 dicembre Serrano Súñer è costretto a precisare di essersi impegnato con gli Alleati a non permettere il transito oltre i Pirenei di grano, fosfati, manganese, metalli semilavorati e alcuni altri pro- dotti alimentari. Secondo il ministro, ciò non comportereb- be alcun impegno politico e in ogni caso, qualora Italia e Germania avessero avuto necessità, il governo spagnolo si sarebbe adoperato per permetterne il transito. Lequio97se-

gnala come il suo omologo tedesco von Stohrer ritiene che Serrano Súñer celi una parte dell’accordo. Lo stesso gior- no, Cordell Hull conferma a New York che Franco garanti- sce agli Stati Uniti98 la neutralità. In quegli stessi giorni il

führer incarica l’ammiraglio Canaris di mettere alle strette Franco. Si indica la data del 10 gennaio 1941 come quella dell’attacco. Franco svicola ancora una volta. Allo stesso modo evita di impegnarsi a formulare lui una data. Non di- pende dalla Spagna l’approvvigionamento dell’armamento necessario, quindi non sarebbe questa a dover fare una da- 89

ta. È un modo indiretto per prendere ancora tempo e non essere costretto ad ammettere ciò che si sta concretizzando, ovvero la non entrata spagnola nel conflitto. La contraddi- zione è che tutto ciò avviene mentre sottomarini italiani so- no riparati a Tangeri e Ceuta, navi da guerra tedesche or- meggiano nel golfo di Biscaglia, gli italiani fanno scalo a Murcia per bombardare Gibilterra, le basi di Algeciras e Cadice servono per azioni di sabotaggio o per lanciare i «maiali», la Luftwaffe ha basi a Lugo e Siviglia99e la pro-

paganda nelle mani di Serrano Súñer lavora a pieno ritmo a corroborare l’immagine di una Spagna legata a doppio filo all’Asse e in procinto di intervenire. La carta che a quel punto resta a Hitler per convincere Franco ad aprire un fronte che in quella fase considera ancora importante, è quella della mediazione mussoliniana.100È in questo conte-

sto che matura l’incontro tra i due dittatori a Bordighera. Per favorire la mediazione del duce, il führer smette di cri- ticare Franco. Anzi, nell’incontro di Berghof, del 19 e 20 di gennaio, l’oggetto delle sue critiche è proprio il più filona- zista Serrano Súñer. Colpevole di tutto sarebbe la crescita d’influenza della Chiesa nel governo spagnolo.

Fame

In Spagna si raziona il pane a 120 grammi al giorno e si fanno estremi tentativi per ottenere grano dall’Argentina. È probabile che, oltre a quelli spagnoli, Franco avesse sotto mano dati per confrontare le prospettive alimentari delle po- polazioni. Come raffronto si può ricordare che, nella prima- vera del 1942, la disponibilità media settimanale di cibo am-

monta, per ogni italiano, a 1.050 grammi di pane, quindi di poco superiore a quella spagnola, appena 100 grammi di carne, 125 di zucchero, 100 di grassi in totale oltre a mezzo chilo di pasta, 60 grammi di formaggio, un uovo e 3 litri e mezzo di latte.101Le razioni tedesche sono all’incirca dop-

pie, quadruple per quanto riguarda la carne. È un elemento che ha la sua influenza nell’accettazione, altrimenti coatta, di tanti lavoratori del trasferimento in Germania.

La condotta dell’ambasciatore statunitense Alexander W. Weddell102a Madrid passa per il chiudere un occhio103sulla

solidarietà politica a Italia e Germania espressa da Serrano Súñer. Ancora bastone e carota portano ad innumerevoli e snervanti rinvii e dilazioni di trasporti. Alla fine del 1940 si preparano anche dei passi statunitensi in favore dei profughi e dei prigionieri politici spagnoli. Ma il tutto appare inserito in un pacchetto, destinato soprattutto a essere digerito dal- l’opinione pubblica nordamericana, che vede gli aiuti alla Spagna affiancati a quelli alla Francia di Vichy. A fine no- vembre la Gran Bretagna preme sugli Stati Uniti. La care- stia in Spagna porta all’intervento britannico con lo sblocco di invii di grano da Argentina e Canada. Le differenze tra i due alleati vedono l’Inghilterra più preoccupata della neces- sità di aiuti alla Spagna ma contraria a includere Vichy nel pacchetto. Ai primi di gennaio del 1941 si giunge ad un ac- cordo: la Croce Rossa statunitense invia, con fondi governa- tivi, farina e latticini in Spagna ma anche viveri e medicina- li per i bambini di Vichy. La politica degli aiuti, preceduta dalla legge «Affitti e prestiti», dal 1941 in poi è alla base della politica d’influenza degli Stati Uniti su tutti gli scenari possibili, Spagna, Francia di Vichy, America Latina, Balca- ni, Atlantico, Estremo Oriente. La «Affitti e prestiti», lo so- 91

stiene tra gli altri Morales Lezcano,104è un momento politi-

co decisivo. E apre gli occhi del regime spagnolo.

Vinta la battaglia d’Inghilterra e dimostrato, i britannici, di sapersi ben adattare alla guerra nel deserto, la legge statu- nitense del marzo rappresenta un’istituzionalizzazione della politica di bastone e carota. Soprattutto getta ombre non so- lo sulla durata del conflitto, ormai con ogni evidenza lunga, ma anche sulla vittoria finale. Tuttavia, ancora fino a 1944 inoltrato, gli Stati Uniti dovranno usare il bastone dell’em- bargo petrolifero per mitigare i sussulti filoAsse di un Fran- cisco Franco che gioca perfino alla borsa nera, ottenendo petrolio come aiuti dagli Stati Uniti per contrabbandarlo poi all’amico Hitler.105Il 18 gennaio 1941 è reso noto l’accordo

per l’arrivo di grano canadese. Il 9 febbraio è pubblico quel- lo per l’importazione dall’Argentina di 120.000 balle di co- tone, 500.000 tonnellate di grano e 1.500 tonnellate di car- ne. Al contrario, la Germania può mettere sul piatto della bilancia il solo invio di 100.000 tonnellate di grano conser- vate nei depositi portoghesi.106A quella data inoltre le richie-

ste di Serrano Súñer e Franco superano oramai ogni propor- zione. Secondo Stohrer,107Franco aggiunge la richiesta di un

pacchetto di 16.000 vagoni ferroviari e la notizia che l’eser-

cito non arrivi a provvigioni alimentari per un mese.