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I L CICLO DI VITA DEL PRODOTTO TURISTICO

Al fine di cercare di comprendere l‟evoluzione strutturale delle destinazioni turistiche nel tempo e nello spazio in letteratura sono stati messi a punto diversi modelli teorici che ipotizzano differenti stadi di utilizzo delle risorse.

Uno dei contributi più interessanti è sicuramente quello di Miossec (Miossec J. M., 1977) che illustra l‟evoluzione di una destinazione turistica e i cambiamenti strutturali che caratterizzano la fornitura della risorsa e delle strutture di trasporto in funzione dei mutanti comportamenti e attitudini dei turisti, della popolazione locale e degli organi decisionali della località oggetto di indagine (figura 2.2). In tale contesto, le popolazioni locali sono considerate passive e costrette a subire gli effetti negativi del turismo di massa che riduce la loro originalità.

Figura 2.2 – Dinamica dello spazio turistico

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Si distingue una fase pre-turistica (fase 0) in cui il territorio non è ancora interessato dal fenomeno turistico o perché troppo distante e pertanto non considerabile meta turistica (isolamento), o perché costituisce esclusivamente una zona di transito e non viene visitato in senso stretto dai turisti. In una situazione tale la domanda turistica non esiste, poiché si ignora l‟esistenza di quel luogo. La popolazione locale, vede nel turismo un miraggio per lo sviluppo dell‟area (oppure al contrario lo rifiuta).

La fase 1, invece, vede l‟area uscire dall‟isolamento: nasce un nucleo “pioniero” di villeggiatura all‟interno del quale però c‟è ancora uno scarso interesse della popolazione locale per il fenomeno turistico. I turisti, dal canto loro, hanno una percezione sommaria della località anche perché di fatto, le strutture e gli impianti sono ancora pochi e di modeste dimensioni.

Gli effetti positivi indotti dallo sviluppo del luogo pioniero di villeggiatura determinano la nascita e la proliferazione di altri centri turistici, (fase 2) tra i quali sorgono infrastrutture atte al loro collegamento. Al contempo anche i flussi turistici subiscono un notevole incremento: i turisti hanno una maggiore e più esatta percezione dei luoghi e degli itinerari, mentre i locali iniziano a porre in essere politiche a servizio delle infrastrutture.

Nella fase 3 si assiste ad una crescente organizzazione dello spazio dei luoghi di soggiorno: scaturiscono specializzazioni e forme di concorrenza tra aree fra cui la clientela si distribuisce. A causa di effetti dimostrativi tra la popolazione si verrà a creare una sorta di dualismo tra lo spazio in cui la funzione turistica è molto presente e il resto del territorio. I cosiddetti turisti di élite tenderanno ad allontanarsi dalla massa privilegiando posti più prestigiosi.

Il progressivo aumenti dei luoghi di villeggiatura, fase 4, porta ad una saturazione del territorio, con conseguente gerarchizzazione interna delle varie location. Ovviamente giunti a questa fase, la connessione tra i vari luoghi sarà massima e l‟eccessiva presenza di infrastrutture determinerà una banalizzazione dell‟ambiente, riducendone la capacità di attrazione. Giunti a questo punto sarà necessario intervenire attraverso azioni mirate tendenti ad incentivare nuove forme di turismo più sostenibile.

Il processo evolutivo ipotizzato da Miossec naturalmente sarà variabile a seconda delle diverse realtà poiché dipendente dal comportamento dei numerosi attori che partecipano allo sviluppo locale. Il limite del modello di Miossec sta nel non considerare lo sviluppo turistico all‟interno di un sistema economico-territoriale ove sono preesistenti e presenti altre infrastrutture e centri urbani non vocati al turismo e che si sono generati grazie all‟esistenza di altre tipologie di attività.

Un altro metodo per spiegare l‟evoluzione delle località turistiche è quello del Ciclo di vita di

un’area turistica. Sviluppato negli anni Ottanta da Butler, è un modello che descrive

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nel tempo. Il ciclo di vita del prodotto turistico descrive la relazione che si instaura tra il tempo impiegato dal territorio a dotarsi di infrastrutture turistiche per attrarre un numero crescente di turisti.

In sostanza si basa sulla teoria del ciclo di vita del prodotto e per dirlo in altri termini, mette in relazione il grado di sfruttamento delle risorse (che sono a supporto dell‟attività) con lo sviluppo dell‟attività turistica.

Si articola nelle seguenti fasi:

1. Fase esplorativa – in questa fase l‟area è praticamente sconosciuta seppur dotata di attrattive. Mancano strutture ad hoc per il turismo cosicché l‟area è meta di pochi visitatori, attirati dalla integralità dei luoghi e dalla autenticità della popolazione locale. Questi pochi turisti rivestono il ruolo di “pionieri” in un ambiente che non ha ancora subito alterazioni socio-economiche e culturali indotte dal fenomeno turistico.

2. Fase del coinvolgimento – il numero di visitato aumenta tanto che la popolazione locale inizia a vedere nel turismo una possibilità di sviluppo economico dell‟area. Il settore ricettivo inizia a strutturarsi; ciò nonostante gli impatti legati alla interazione tra residenti e turisti sono ancora piuttosto modesti.

3. Fase dello sviluppo – le presenze turistiche sono piuttosto consistenti, tanto che nei periodi di alta stagione il numero dei turisti supera quello dei residenti. Si generano fenomeni di congestione e iniziano gli attriti con la popolazione locale.

4. Fase del consolidamento – l‟economia locale, ormai, si fonda interamente sul settore turistico a scapito di altre attività produttive. La popolazione locale inizia a cambiare stile di vita plasmando le proprie abitudini a quelle dei turisti (perdita dell‟identità della popolazione indigena). Si assiste ai primi fenomeni di decrescita delle presenze turistiche a causa del peggioramento della qualità ambientale.

5. Fase di stagnazione – l‟ambiente ormai del tutto banalizzato (elevati costi ambientali) non attira più i visitatori (non è più di moda), tanto che l‟escalation delle presenze turistiche si arresta. La popolazione locale prende coscienza degli effetti negativi generati dal turismo sebbene la località grazie ad una forte immagine abbia tassi di fatturato elevati.

6. Fase di post-stagnazione – è l‟ultima fase del ciclo di vita del prodotto turistico. Il livello di qualità dell‟offerta turistica è ormai al minimo e la località perde di competitività. Il sistema economico locale entra in crisi con evidenti ripercussioni sull‟occupazione. A

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questo punto si configurano diverse opzioni per il futuro. Ci si avvierà verso il declino14 qualora si continui per la strada intrapresa; i modesti investimenti nell‟economia locale e il mancato sviluppo di nuove attrazioni potrebbero portare ad una trasformazione dell‟area in cui finirà per prevalere la funzione residenziale e commerciale a quella turistica. Sulla base di quanto appena illustrato appare lampante la necessità di rimodulare il processo turistico, riorganizzane l‟offerta, tenendo conto non solo delle esigenze della domanda ma anche, e soprattutto, delle peculiarità dell‟ambiente.

L‟implementazione di misure che mirano all‟intercettazione di nuovi segmenti di clientela, la diversificazione delle attrazioni, sono esempi di azioni volte rinnovamento (ringiovanimento) dell‟area, con lo scopo di posticiparne la fase di declino.

E‟ intrinseca la necessità di una logica programmatica di lungo periodo del settore turistico che sicuramente sortisce effetti più efficaci di singoli e puntuali interventi, spesso disorganizzati e avulsi dal contesto in cui si inseriscono. Da un punto di vista grafico, il ciclo di vita delle località turistiche può essere rappresentato dalla figura (figura 2.3) che segue:

Figura 2.3 - Modello di Butler del ciclo di vita delle località turistiche

Fonte: Butler R. W., 1980

Il rapporto tra dimensione quantitativa del fenomeno turistico e qualità dell‟ambiente può essere ipoteticamente rappresentato dalla serie di grafici di seguito riportati (figura 2.4). La retta contrassegnata dalla lettera a dimostra come una zona frequentata da un elevato numero di turisti presenti una bassa qualità ambientale. Il notevole degrado ambientale impone la necessità di interventi di pianificazione del fenomeno turistico, intervento che determina sì una riduzione di

14 La diminuzione della qualità ambientale, dovuta ad un eccessivo uso delle risorse naturali, secondo Kuznets

genera una riduzione del fatturato totale dell‟industria turistica dovuta alla esigua presenza di visitatori nell‟area. Per approfondimenti leggasi: Musu I., 2003, pp. 194-197

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turisti ma anche un miglioramento delle condizioni ambientali anche se queste non risulteranno mai essere uguali a quelle originarie.

La retta b rappresenta la variazione marginale della qualità ambientale in funzione del numero di turisti. La pendenza notevole di tale funzione è imputabile al fatto che nel breve periodo, le variazioni quantitative dei turisti influiscono in maniera ridotta sulla qualità ambientale.

L‟ultima curva, indicata con la lettera c evidenzia il fenomeno opposto: una località sconosciuta e poco antropizzata a causa delle sfavorevoli condizioni ambientali può migliorare la sua qualità ambientale se si insediano attività turistiche. Ovviamente il miglioramento delle condizioni ambientali non potrà protrarsi all‟infinito per i motivi già precedentemente illustrati (si arriverebbe allo sfruttamento non sostenibile delle risorse).

In conclusione, ne deriva che ad un iniziale sfruttamento con effetti tendenti ad un massimo benessere collettivo, si passa ad un uso eccessivo e poco oculato delle risorse arrivando così al totale degrado ambientale, sociale ed economico del territorio, con una conseguente diminuzione del reddito dei residenti dovuta alla caduta delle presenze turistiche (Pigliaru F., 1997).

Figura 2.4 – Rapporto tra numero di turisti e qualità ambientale

Fonte: Elaborazione da Tisdell G., 2001.

Il modello del ciclo di vita del prodotto turistico si distingue per la semplicità e l‟intuitività ma secondo alcuni studiosi risulta di difficile applicazione quale strumento previsionale a causa delle differenze esistenti tra le destinazioni turistiche. Infatti, il modello, fa riferimento ad un mercato omogeneo, mentre si dovrebbe prendere in considerazione il comportamento dei diversi segmenti di domanda turistica (figura 2.5).

N. tu ris ti N. tu ris ti N. tu ris ti

Qualità ambientale Qualità ambientale Qualità ambientale

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Figura 2.5 – Curve del ciclo di vita e segmenti di visitatori

Fonte: Costa P., Manente M., 2000