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L E ESPERIENZE DELLE AA.PP ITALIANE CON LA C ARTA

L‟adesione alla Carta Europea del Turismo Sostenibile, come dimostrano le numerose esperienze nazionali e internazionali permette di armonizzare e valorizzare le forze economiche presenti sul territorio e di garantire un‟adeguata qualità della vita alla popolazione locale.

La figura che segue (figura 6.1) mostra, a livello europeo, l‟impegno dei diversi Parchi che avevano conseguito la CETS nel corso del 2009 (tra parentesi le candidature per il 2010).

Figura 6.1 - Numero di Parchi titolari della CETS al 2009 N, e Parchi candidati per il 2010 (N)

Fonte: elaborazioni su dati Europarc Federation

Le aree protette (Parchi nazionali e non) italiane che al 2009 avevano ottenuto la CETS in Italia sono 7. Ad intraprendere questo percorso per la prima volta è stato nel 1998 il Parco Naturale

delle Alpi Marittime.

Durante i primi due anni (dal 1998 al 2000) sono state portate avanti le prime fasi previste e necessarie al processo che hanno avuto come obiettivo quello di svolgere indagini e analisi volte alla conoscenza dei punti di forza e di debolezza nonché delle opportunità e delle minacce territoriali. E‟ stata altresì compiuta una indagine presso i turisti (attraverso la somministrazione di questionari) al fine di ottenere, oltre che le classiche informazioni (età del turista, provenienza, mezzo utilizzato per il trasporto, …) indicazioni circa la motivazione del viaggio e della permanenza presso il Parco. Contestualmente sono stati anche organizzati i Forum permanenti (punto forte e centrale del percorso di adesione alla CETS), tavoli tecnici e tematici ai quali sono chiamati a partecipare tutti i rappresentati del territorio che a vario titolo hanno a che vedere con il settore turistico. E‟ proprio nei forum che la bozza della strategia redatta anche con l‟ausilio di esperti è stata sottoposta a commento e revisione.

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Nel 2000 il Parco presenta e adotta il documento di Strategia che nel caso specifico del Parco delle Alpi Marittime, ha costituito stralcio del piano socio-economico (previsto dalla Legge 394/91) ed è pertanto stata fatta propria dalla Comunità del Parco (Comuni, Comunità Montane, Provincia).

Nel 2001 il Parco ha presentato la candidatura ad Europarc Federation alla quale è seguita la visita di un valutatore esperto indipendente con scopo di verificare che la documentazione prodotta dal‟Ente fosse coerente con quanto previsto dalle linee di guida. Nello stesso anno, il Parco ha conseguito la Carta iniziando, così di fatto, a porre in essere le azioni previste dal programma per lo sviluppo turistico del proprio territorio.

Nel 2006 l‟Ente ha ricevuto nuovamente la visita di un valutatore questa volta con lo scopo di verificare che gli obiettivi che l‟Ente stesso assieme agli altri stakeholder si era prefissato di raggiungere (e che erano contemplati nella strategia e nel Piano di azioni quinquennale) fossero stati effettivamente raggiunti. L‟esito della valutazione è stato più che positivo e così al Parco è stata rinnovata la concessione della Carta. Per di più, dal 1987 il Parco è gemellato con il Parco francese del Mercantour e così, sempre nel 2006 di fatto si è arrivati all‟ottenimento di un‟unica Carta transfrontaliera.

Tra le azioni più interessanti implementate dall‟Ente, vi è stata la costituzione di un‟Associazione, denominata Ecoturismo in Marittime di cui fanno parte:

- 37 operatori locali (la quasi totalità) che hanno aderito dichiarando di condividere i principi della Carta;

- 2 Comunità Montane;

- 4 Comuni che si sono impegnati a finanziare l‟associazione sulla base di un programma annuale con un contributo che tiene conto di: n. residenti, n. imprese turistiche, n. imprese aderenti all‟associazione, superficie protetta, entrate ICI

- Ente Parco, che contribuisce con 5.000 euro + raddoppio quote associati privati. L‟Associazione nasce con lo scopo di portare avanti i progetti che seguono:

- Pubblicazioni: stampa nei «Quaderni del Parco» e diffusione presso tutte le strutture turistiche della Strategia di sviluppo e del Manuale per operatori; confronto sui contenuti - Corso di formazione: incontri a cura del Parco per condivisione di obiettivi e azioni da

sviluppare in ambito turistico, incontri per l‟applicazione delle indicazioni contenute nel Manuale;

- Viaggio di studio: visita al Parco della Garrotxa (Catalogna) per confronto diretto con una realtà in cui è in avanzata fase di applicazione la Carta del Turismo Sostenibile.

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L‟impatto sul territorio derivante dall‟ottenimento della CETS e dalla implementazione delle azioni previste dal programma possono essere così sintetizzate:

• Miglioramento dell‟atteggiamento verso il parco da parte degli operatori locali, opportunità di dialogo e condivisione di obiettivi

• Migliore utilizzo dell‟opportunità “parco” da parte degli operatori e acquisizione della consapevolezza che la qualità del territorio rappresenta una risorsa

• “Visibilità” del processo adottato (targhe, materiale promozionale) • Orientamento dell‟offerta in senso sostenibile

• Impulso all‟attività (aumento arrivi e presenze, aumento occupati nel settore, apertura nuovi esercizi)

• Graduale miglioramento della qualità

• Graduale migliore soddisfazione dei visitatori

• Migliore protezione e gestione del territorio, non imposta ma partecipata. (Atti del 1° Workshop Nazionale sulla Carta Europea del Turismo Sostenibile, 2009).

Il Parco Nazionale dei Monti Sibillini, cui spetta il merito di aver tradotto dall‟originale, la Guida Metodologia di Europarc Federation per l‟applicazione della CETS nelle Aree protette, ha intrapreso invece il percorso nel 2000.

Anche in questo caso, come per il Parco delle Alpi Marittime, il primo passo compiuto è stato quello della predisposizione del Rapporto Diagnostico, ovvero di un‟ analisi delle informazioni e dei dati relativi al territorio e di un‟analisi SWOT (individuazione dei punti di forza e di debolezza, delle opportunità e delle minacce del territorio).

A questa ha fatto seguito la predisposizione delle Linee Guida per lo sviluppo del Turismo Sostenibile e del Programma di azioni attraverso la definizione degli obiettivi strategici, delle azioni, delle risorse, degli indicatori di monitoraggio, con il concreto coinvolgimento degli attori locali.

Le Linee Guida sono il risultato di un processo di costruzione che prende in considerazione:  i principi della Carta Europea del turismo sostenibile;

 gli strumenti di pianificazione del Parco (Piano per il Parco e PPES);

 gli orientamenti in atto nella programmazione e pianificazione del turismo a livello regionale;

 i risultati delle analisi del Rapporto diagnostico;

 le indicazioni emerse dal processo di pianificazione locale ed individuano:

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 gli obiettivi strategici;

 i possibili scenari del mercato turistico;  gli ambiti strategici di offerta turistica.

La Strategia contemplata nelle linee guida consta di 5 macro obiettivi e 11 obiettivi strategici, mentre il programma di azioni si articola in 5 assi, 11 misure e 47 azioni. A titolo puramente informativo in linea di massima le azioni si sono concentrate tutte su aspetti legati:

- al sistema di fruizione del territorio, con la realizzazione di una serie di percorsi come ad esempio il Grande anello Mountain bike oppure di sentieri atti all‟ippoturismo; sentieri natura e percorsi nei centri storici, ...

- la promozione delle attività intraprese dal Parco e dagli altri attori locali, la comunicazione con la rivisitazione del sito web dell‟Ente e l‟accoglienza presso le strutture del Parco (Centri visita, Case del Parco, Aree faunistiche, Centri di Educazione ambientale);

- Sostegno alle imprese;

- Concessione dell’Emblema del Parco.

(Atti del corso di Formazione per gli operatori del Parco Nazionale d‟Abruzzo, Lazio e Molise, 20 Aprile 2010).

Anche il Parco Nazionale dei Monti Sibillini ha avviato l‟iter per il rinnovo della Carta; nello specifico l‟Ente sta provvedendo all‟aggiornamento del rapporto diagnostico, alla valutazione dei risultati raggiunti, sta conducendo una nuova indagine sul visitatore, e infine, sta individuando delle nuove linee strategiche e un nuovo piano di azioni.

Per completare questo breve excursus delle esperienze più significative di applicazione della CETS su piano nazionale si riporta di seguito l‟esperienza del Parco Naturale dell’Adamello

Brenta.

L‟Ente Parco Naturale dell‟Adamello Brenta ha deciso di aderire al percorso della CETS nel 2004, coerentemente con altri percorsi di certificazione di qualità per i quali già si stava adoperando (Certificazione UNI ENI ISO 14001), e perché aveva intravisto nel turismo il principale fattore di sviluppo socio-economico, un forte potenziale per sostenere attività economiche tradizionali e per migliorare la qualità della vita dei residenti oltre che uno strumento formidabile per sensibilizzare il grande pubblico al rispetto per l‟ambiente.

La prima fase, quella definita della conoscenza e iniziata appunto nel 2004, ha avuto come obiettivo quello della redazione del Rapporto diagnostico attraverso analisi di tipo desk (analisi dell‟offerta ricettiva e del movimento turistico, diagnosi socio-economica e degli impatti derivanti dal turismo sull‟ambiente) e analisi condotte direttamente sul campo (interviste tramite

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questionari ad interlocutori privilegiati, come amministratori locali, sindaci, responsabili di alcune associazioni, …). Come nei casi precedentemente presentati lo scopo del Rapporto diagnostico è quello di arrivare a definire una sorta di fotografia dello stato dell‟ambiente focalizzando l‟attenzione sul settore turistico e sull‟indotto generato.

Il passo successivo è stato quello di apertura dei Forum permanenti, tavoli di concertazione tra gli stakeholder individuati dividendo il territorio interessato secondo il grado di sviluppo turistico. In pratica sono state individuati quattro ambiti turistici:

- Ambito a turismo iniziale - Ambito a turismo intermedio - Ambito a turismo maturo - Ambito a turismo inespresso

a cui corrispondono appunto i quattro tavoli territoriali.

Gli incontri hanno portato alla definizione del programma di azioni 65 proposte concrete che coinvolgono il Parco e altri 18 soggetti capofila per i prossimi 5 anni. In data 23 settembre 2006 l‟Ente Parco ha ottenuto la Carta ed è riuscito a portare a termine il 65% dei progetti inseriti nel programma di azione. Nel 2011 l‟Ente entrerà nella fase di rivalutazione da parte di Europarc Federation per il rinnovo della Carta.

La strategia e il programma di azioni pensati dall‟Ente Parco consistono sostanzialmente nell‟individuazione di tre percorsi così denominati:

- il percorso della consapevolezza che consta di 14 azioni e che mira ad accrescere la consapevolezza nella popolazione locale dei valori del patrimonio culturale, storico, ambientale del territorio;

- il percorso dei sensi, 19 azioni per favorire un turismo di tipo emozionale, di scoperta ed autentico, rivolto a particolari target e attento ai bisogni di tutti;

- il percorso della qualità, 20 azioni per promuovere un approccio olistico alla qualità del territorio e degli operatori.

(Atti del 1° Workshop Nazionale sulla Carta Europea del Turismo Sostenibile, 2009).

Per il Parco la carta ha rappresentato un efficace strumento di comunicazione diretta con i residenti oltre che il un mezzo per affermare e consolidare la propria identità: Parco non più come sommatoria di territori eterogenei ma entità territoriale con una propria fisionomia e identità.

Grazie alla CETS l‟Ente Parco si configura come luogo di sintesi e raccordo (tra istituzioni, tra pubblico e privato, tra territori eterogenei) e come interlocutore autorevole nelle politiche turistiche (compartecipazione finanziaria)

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Ma la Carta, o meglio l‟insieme delle risorse umane che hanno lavorato e hanno messo su la “macchina” per il conseguimento della stessa, ha costituito sicuramente, un nuovo metodo di lavoro, uno strumento di governance, grazie alle operazioni di ascolto, dialogo e pianificazione di tipo buttom up (forum territoriali allargati).

La stessa metodologia di coinvolgimento attivo è stata utilizzata anche per altri progetti dell‟ente, ad esempio per il Geoparco e per il progetto di valorizzazione delle Case del Parco e verrà utilizzata anche per la redazione della variante al Piano del Parco.

La Carta infine, ha rappresentato anche uno strumento di sistematizzazione: il fulcro della CETS, ovvero la strategia, stimola e “obbliga” ad un impegno continuativo, coerente e permanete nella programmazione del Parco attraverso l‟aggiornamento delle azioni già avviate e l‟inserimento di nuovi progetti (naturalmente coerenti con i percorsi della CETS) .

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CAPITOLO 7

LA VALUTAZIONE DELLA SOSTENIBILITA’ DEL TURISMO NEL PARCO

NAZIONALE D’ABRUZZO, LAZIO E MOLISE: IL RAPPORTO DIAGNOSTICO PER L’ADESIONE ALLA CETS

La Carta Europea del Turismo Sostenibile impegna i firmatari (Parco, imprese e istituzioni locali) ad attuare una strategia a livello locale in favore di un "turismo sostenibile" definito come "qualsiasi forma di sviluppo, pianificazione o attività turistica che rispetti e preservi nel lungo periodo le risorse naturali, culturali e sociali e contribuisca in modo equo e positivo allo sviluppo economico e alla piena realizzazione delle persone che vivono, lavorano o soggiornano nelle aree protette" (per approfondimenti vedasi capitolo 3 del presente lavoro).

L'attuazione di un turismo così concepito necessita di una riflessione che va oltre il settore turistico inteso in senso stretto, e di trovare forme di collaborazione fra l'attività turistica e gli altri settori del territorio.

L'adesione alla Carta deve condurre alla definizione di una strategia pluriennale di sviluppo turistico sostenibile, una strategia che dovrebbe poter rispondere ad una serie di domande:

- Qual è la problematica turistica del territorio dove insiste il PNALM? - Quali sono le poste in gioco nella difesa del patrimonio naturale e culturale? - Come valorizzare meglio questo patrimonio?

- Quale ruolo può svolgere il turismo nello sviluppo economico e sociale del territorio? - Quale tipo di turismo sviluppare per rispettare e contribuire a migliorare il contesto di

vita e dei servizi per la popolazione?

- Quali miglioramenti potrà avere l'offerta turistica del territorio? - Quali tipologie di turismo privilegiare?

- Come gestire meglio il turismo sul territorio per mettere a frutto queste poste in gioco? - Come migliorare l'organizzazione del turismo, accrescendo così la redditività e la - possibilità di sviluppo delle imprese turistiche sul vostro territorio?

- Come accrescere la sensibilità di tutti i protagonisti del territorio verso l'ambiente e favorire una conoscenza più profonda del patrimonio?

La risposta a queste domande, diversamente dai processi di pianificazione tradizionali, non riguarda solo gli enti competenti, ma anche la comunità locale, vale a dire le imprese turistiche, le istituzioni locali e tutti coloro che hanno un interesse diretto nel settore turistico. A tal fine, il PNALM ha provveduto ad organizzare i “Forum”, ovvero incontri tra attori dei diversi gruppi di

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interesse del settore turistico, riuniti per scambiarsi opinioni, esperienze e prendere decisioni condivise sulle “cose da fare”.

Prendere decisioni condivise implica il superare il proprio punto di vista, riflettere, ascoltare il punto di vista degli altri. Per facilitare questo processo di cooperazione, la Carta chiede ai Parchi di condurre una “diagnosi” del territorio che osservi due criteri:

 non consideri solo gli aspetti più specificatamente turistici

 fare in modo che le principali riflessioni possano essere comprese e condivise da tutti gli operatori.

Tale diagnosi prende il nome di diagnosi il Rapporto Diagnostico e di seguito verranno presentati i punti salienti di tale indagine. L‟importanza della partecipazione di tutti gli attori locali al processo di definizione della strategia e del programma di azioni si evince sin dai primi momenti poiché anche il Rapporto Diagnostico è stato condiviso e messo a disposizione di tutti gli stakeholder perché potessero portare il proprio contributo alla stesura del Rapporto. Il documento presentato in sede di apertura plenaria dei forum è stato successivamente “caricato” sul sito del Parco con lo scopo di raggiungere il più alto numero possibile di utenti e dare la possibilità anche a coloro che per diversi motivi non possono (o non vogliono) partecipare attivamente al processo di adesione alla Carta.