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N ORMATIVA E DOCUMENTI DI RIFERIMENTO A LIVELLO INTERNAZIONALE

Sicuramente dopo la Dichiarazione di Stoccolma nel 199217, uno degli appuntamenti più importanti e centrali del lungo percorso intrapreso dal concetto di sostenibilità, è quello del 1995. In questo anno i partecipanti alla Conferenza Mondiale sul Turismo Sostenibile nella

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Nel preambolo la Dichiarazione afferma che siamo ormai giunti ad un punto della storia in cui “noi dobbiamo

condurre le nostre azioni in tutto il mondo con più prudente attenzione per le loro conseguenze sull'ambiente”.

La difesa e il miglioramento dell'ambiente sono divenuti “uno scopo imperativo per tutta l'umanità”, da perseguire insieme a quelli fondamentali della pace e dello sviluppo economico e sociale mondiale.

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consapevolezza che il turismo era ed è un fenomeno mondiale e un importante elemento per lo sviluppo socio-economico di molti paesi, che è un fenomeno ambivalente poiché può potenzialmente contribuire al raggiungimento di obiettivi socio-economici e culturali ma può al contempo essere causa del degrado ambientale e della perdita di identità locali, che le risorse sulle quali è basato il turismo sono limitate e che c'è una richiesta crescente per una migliore qualità dell'ambiente, fecero appello alla comunità internazionale e in particolare ai governi, alle autorità pubbliche, ai responsabili e ai professionisti del settore del turismo, alle associazioni pubbliche e private le cui attività hanno una relazione con il turismo e i turisti stessi, ad adottare i principi e gli obiettivi della Dichiarazione di Lanzarote.

A Lanzarote i partecipanti richiamando quanto espresso nella Dichiarazione Universale dei Diritti Umani e varie dichiarazioni sul turismo delle Nazioni Unite, (compresa la Conferenza delle Nazioni Unite su Turismo e Viaggi Internazionali del 1963), così come le convenzioni internazionali che hanno una relazione con il turismo, (Convenzione sulla Biodiversità, la Convenzione del Patrimonio Mondiale, la Convenzione Ramsar, CITES ed altre a livello regionale), e le dichiarazioni in materia di turismo, (come quella di Manila sul Turismo Mondiale, la Dichiarazione dell'Aja e la Carta del Turismo), individuarono 19 principi cardine ed obiettivi che vennero sottoposti all‟attenzione della comunità internazionale.

In sintesi nella Dichiarazione di Lanzarote viene ribadita la necessità di uno sviluppo sostenibile del turismo guidato da una gestione oculata delle risorse a livello globale. Molta attenzione viene data anche all‟aspetto etico e sociale del turismo mettendo in risalto l‟opportunità di preservare anche le risorse culturali e tradizionale delle popolazioni ospitanti. In accordo con quanto appena affermato la protezione della qualità della destinazione turistica e la capacità di soddisfare i turisti devono essere determinate dalle comunità locali in consultazione con gli enti coinvolti e le parti interessate e dovrebbero rappresentare gli obiettivi prioritari nella formulazione delle strategie e dei progetti turistici.

Ovviamente non manca un riferimento ai Governi e alle autorità che dovranno promuovere azioni per integrare la pianificazione del turismo con le organizzazioni non governative che si occupano dell'ambiente e con le comunità locali per ottenere uno sviluppo sostenibile. Agli stessi governi, alle autorità e alle ONG che si occupano attivamente di turismo e ambiente si affida la creazione di reti aperte per l'informazione, la ricerca, la diffusione e il trasferimento di un turismo appropriato, di una conoscenza ambientale sul turismo e di tecnologie ambientalmente sostenibili attraverso l‟individuazione di linee guida e l‟implementazione di programmi e piani per il raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità. Infine nella Dichiarazione di Lanzarote viene riconosciuto il ruolo fondamentale svolto dai protagonisti del settore turistico, ed in

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particolare dalle imprese coinvolte, ai quali spetta l‟onere e l‟onore di adottare e rispettare codici di comportamento che indirizzino questo settore verso la sostenibilità.

Nel 1996 in Canada, a Montreal, la BITS Bureau International du Tourisme Social promosse un incontro internazionale che si concluse con la sottoscrizione della relative dichiarazione. Questa pone il turismo sociale alla base di uno sviluppo sostenibile del turismo, i cui piaceri e vantaggi siano accessibili a tutti.

Il 1997 è un anno particolarmente interessante ed intenso dal punto di vista degli incontri e delle sottoscrizioni internazionali. E‟ infatti proprio questo l‟anno in cui vengono firmate le Dichiarazioni di Berlino, di Calvià e di Manila.

La Dichiarazione di Berlino “Turismo durevole e Sviluppo Sostenibile” (il cui soggetto promotore fu la Conferenza internazionale dei Ministri dell‟Ambiente sulla Biodiversità e il Turismo) si conforma ai principi della Convenzione sulla Diversità Biologica e si rimanda a misure atte a contenere gli impatti negativi del turismo sulle risorse naturali, a rispettare le tradizioni culturali e artistiche delle comunità ospitanti e a sviluppare piani integrati di gestione locale del turismo con prospettive di lungo termine. In particolare nella Dichiarazione si legge che:

a) il turismo durevole è accompagnato da uno sfruttamento ragionevole della diversità biologica e può contribuire alla sua preservazione;

b) lo sviluppo turistico deve essere controllato e gestito in modo accorto, per rispondere in permanenza alle esigenze dello sviluppo sostenibile e durevole;

c) è necessario essere particolarmente prudenti nelle regioni sensibili dal punto di vista ecologico e culturale dove il turismo di massa deve essere evitato;

d) del turismo durevole è responsabile l‟insieme degli operatori turistici, in particolare del settore privato; le iniziative spontanee (codici di condotta, marchi ecologici, ecc. ) vanno incoraggiate;

e) una grande importanza sarà conferita al livello locale, che assume la responsabilità di un sviluppo durevole del turismo e deve essere il primo a trarre vantaggio da questa attività (Andriola, 2000).

La Dichiarazione di Calvià (promossa dalla Conferenza internazionale sul Turismo e lo Sviluppo Sostenibile nel Mediterraneo) così come la Dichiarazione di Berlino, impegna i firmatari a rispettare l‟ambiente naturale e artistico, ma soprattutto insiste sull‟attivazione di processi di Agenda 21 locale, quale principale strumento per lo sviluppo di piani integrati e condivisi, che sono alla base di una visione globale di sostenibilità.

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La Dichiarazione di Manila invece (organizzata dall‟Assemblea Generale della WTO) contempla gli aspetti sociali del turismo sostenibile e persegue gli obiettivi di combattere le iniquità sociali e lo sfruttamento derivati da attività turistiche.

Nel 1999 i Membri dell‟Organizzazione Mondiale del Turismo (OMT), i rappresentanti dell‟industria turistica mondiale, i delegati degli Stati, dei territori, delle imprese, delle istituzioni e degli organismi riuniti in Assemblea Generale a Santiago del Cile, hanno sottoscritto ed adottato i principi del Codice Mondiale di Etica del Turismo. Essendo un codice si compone di una serie di articoli (in seguito elencati) a loro volta divisi in principi.

1. Il contributo del turismo alla comprensione e al rispetto reciproco tra i popoli e le società 2. Il turismo quale mezzo di soddisfazione individuale e collettiva

3. Il turismo quale fattore di sviluppo sostenibile

4. Il turismo quale mezzo per utilizzare il patrimonio culturale dell‟umanità e per contribuire al suo arricchimento

5. Il turismo quale attività vantaggiosa per i paesi e le comunità di accoglienza 6. Obblighi degli operatori dello sviluppo turistico

7. Diritto al turismo

8. Libertà di spostamenti turistici

9. Diritti dei lavoratori e degli imprenditori dell‟industria turistica 10. Applicazione dei principi del Codice Mondiale di Etica del Turismo

Sempre nel 1999 viene promossa da Europarc Federation18 La Carta Europea del Turismo durevole (o sostenibile, a seconda delle varie traduzioni ed interpretazioni) nelle Aree Protette, che in conformità con i principi della Dichiarazione di Lanzarote, manifesta la volontà delle istituzioni che gestiscono le aree protette e dei professionisti del turismo di favorire un turismo conforme ai principi dello sviluppo durevole.

La Carta impegna i firmatari ad attuare una strategia a livello locale in favore di un "turismo durevole", definita come "qualsiasi forma di sviluppo, pianificazione o attività turistica che rispetti e preservi nel lungo periodo le risorse naturali, culturali e sociali e contribuisca in modo equo e positivo allo sviluppo economico e alla piena realizzazione delle persone che vivono, lavorano o soggiornano nelle aree protette".

18 Europarc, Federation of Nature and National Parks of Europe, è un‟organizzazione pan-europea costituita da più

di 500 aree protette europee di oltre 38 paesi. La missione di Europarc è quella di essere la principale organizzazione europea per le aree protette e quindi di riunire professionisti dedicati, agenzie governative, responsabili politici e sostenitori per aumentare l'efficacia della conservazione e della valorizzazione del patrimonio naturale e culturale per il benessere e beneficio degli attuali e futuri generazioni.

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L'attuazione di un turismo così concepito necessita di una riflessione globale, concertata, e di un rafforzamento di tutte le interazioni positive fra l'attività turistica e gli altri settori del territorio. Il turismo durevole, insomma, ha l'ambizione di rispondere alle aspettative delle nuove clientele europee, restituendo un senso al viaggio: quello di dedicare del tempo alla scoperta e all'incontro di altre persone, di altri luoghi, e di trarre ricchezza da questo contatto, dando un po' di sé. Essendo quello della Carta Europea del Turismo Sostenibile e della sua applicazione da parte dell‟Ente Parco Nazionale d‟Abruzzo, Lazio e Molise argomento e parte sperimentale nonché applicativa delle possibili politiche di governance territoriali nelle Aree protette, del presente lavoro, per ulteriori approfondimenti si rimanda ai capitoli 6 ed 7.

Nel 2001 la Commissione europea pubblica una Comunicazione dal titolo “Un approccio di cooperazione per il futuro del turismo europeo” per evidenziare le potenzialità competitive del turismo europeo a favore della crescita e dello sviluppo. La Comunicazione è stata poi approvata, per la prima volta, dal Consiglio dei Ministri dell‟UE con una Risoluzione specifica il 21 maggio 2002.

Sempre nel 2002, in Quebec, Canada, sotto l‟egida del WTO, dell‟ UNEP, si è svolto il World Eco-tourism Summit il cui documento finale è noto come appunto Dichiarazione di Quebec. Le tematiche riguardanti le sfide o gli obiettivi del turismo sostenibile e le azioni da intraprendere vengono riprese e discusse alla conferenza mondiale, che promuove l‟ecoturismo e principi in materia di gestione delle risorse naturali.

Nel 2006, sulla base dell‟Agenda di Lisbona per un Europa più competitiva, la Commissione ha approvato la Comunicazione dal titolo “Rinnovare la politica per il turismo: una partnership più forte per il turismo europeo” con lo scopo di individuare le azioni per aumentare la competitività dell‟industria europea del turismo e di aumentare e migliorare l‟occupazione.

Nel 2007 è stata pubblicata la Comunicazione dal titolo “Agenda per un turismo europeo sostenibile e competitivo” con la quale la Commissione intende rilanciare una politica di sostenibilità a lungo termine per tutto il settore, individuando azioni concrete e fornendo raccomandazioni agli Stati membri nel campo della sostenibilità e della competitività.

Nel 2007 è stato avviato anche il progetto pilota EDEN (European Destination of Excellence) “destinazioni europee di eccellenza”, per promuovere destinazioni minori, non inserite nei circuiti del turismo di massa, dove gli obiettivi di crescita economica sono in sintonia con la sostenibilità sociale, culturale, e ambientale del turismo.

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