--- [La]ur(enti) Lavin[inati], | [sacerdot]i urbis Romae | [aet]ernae Ticini, | [item p]atrono rei publ(icae) | [Urvi] salvensium, | [rei p]ubl(icae) Numanatium, | [rei] p(ublicae) Tollentinatium, | [rei] p(ublicae) Planiensium, | [actori] causar(um) fideliss(imo), | [pat]ron(o) rei p(ublicae) Aug(ustae) T[auri(norum) | ob] eius erga r[em p(ublicam) | [fidem at]que ac --- | --- tin ---.
ONORARIA. Un ignoto patrono della città, forse appartenente all’ordine equestre perché fu [La]ur(ens) Lavin[inas]256, fu onorato probabilmente dalla res publica di Augusta Taurinorum. Il personaggio era certamente notevole non solo a Augusta Taurinorum, ma anche a Roma ed inoltre nel Picenum come patrono di Urbisalvia, Numana, Tollentinum e Planina. L’iscrizione è frammentaria e quindi non possiamo sapere il motivo dell’onore, ma doveva essere valutato il suo contributo alla città magari come actor delle cause; la definizione di [actor] causar(um) fideliss(imus) potrebbe ricordare che questo personaggio partecipò a cause giudiziarie in favore della città di Augusta Taurinorum.
DATAZIONE: Non c’è nessun elemento da cui si possa suppore una datazione (d. ?).
XI-8 = CIL V, 7008
Base; Torino, Museo Archeologico
--- | [--- prae]f(ecto) alae Aug(ustae), | [d(ecreto)] d(ecuionum), | ob merita et munificentiam | eius, | honore contentus | impensam remisit.
ONORARIA. Un ignoto [prae]f(ectus) alae Aug(ustae), cioè un cavaliere, fu onorato con una statua per decreto dei decurioni. Si scrive solo ob merita et munificentiam eius come motivo dell’onore e non si sa che cosa questo personaggio con carriera militare avesse fatto concretamente in favore della città, ma la
256
munificentia era quasi uguale alla liberalitas, la virtù tipica delle donazioni generose e giuste e dunque sicuramente egli contribuì finanziariamente alla città. Infatti l’onorato, contento dell’onore della costruzione della sua statua, rimborsò le spese257; si potrebbe dire che l’onorato avesse trovato un’altra occasione di manifestare la sua munificentia.
DATAZIONE : Non c’è nessun elemento con cui si può suppore una datazione (d. ?).
257
Per quanto riguarda la formula, honore contentus impensam remisit, o simili, cfr. Eck 1996d, p. 321 e n. 26; A. Sartori 2003, p. 292.
Provincia Alpium Cottiarum
Segusium
AC-1 = CIL V, 7251 = Bartolomasi 1975, pp. 219-222 Base; Susa, nell’atrio del Seminario.
L(ucio) Vomanio Victo[ri], | procuratori Aug(usti) | nostri, praesidi | Alpium Cottiar(um), | abstinentia et | [h]um[anitate, --- | --a---i i --- | - op --- | [p]rovinc---.
ONORARIA. I Segusini dedicarono una statua con lode a L. Vomanius Victor258, procurator Aug(usti) nostri, praeses Alpium Cottiar(um), che è l’unico procuratore a cui i Segusini eressero un monumento259. Nelle Alpes Cottiarum, i governatori avevano prima il titolo di procurator e poi quello di procurator et praeses dall’età di Settimio Severo (193-211), ma dalla fine del III secolo essi erano praesides; secondo questi cambiamenti dei titoli il Prieur data la vita dell’onorato all’inizio del III secolo260. Visto che la parte inferiore è consunta e cancellata, non possiamo sapere l’atto o l’atteggiamento concreto dell’onorato dal quale si indicano due virtù, abstinentia et [h]um[anitas], nonostante che sicuramente fece qualcosa a favore della provincia. L’abstinentia è applicata ai personaggi, o specialmente a magistrati, che non sfruttano beni pubblici o privati, e l’humanitas è virtù più lodevole, legata piuttosto alla affabilità del carattere.
DATAZIONE: Il Prieur data l’esistenza di L. Vomanius Victor all’inizio del III secolo in base alla cronologia dei titoli dei governatori delle Alpes Cottiarum. Anche il Pflaum la data al III secolo. Il Bartolomasi pensa idealmente che L. Vomanius Victor fosse «figlio spirituale d’un Marco Aurelio o d’un qualche maestro della dottrina stoica» (p. 219) e quindi data l’iscrizione all’età di Marco Aurelio (161-180) o dopo la sua età. Mi sembra più convincente la datazione al III secolo in base alla cronologia dei titoli dei governatori (d. III).
258
PIR, V 669; Pflaum 1960-61, III, p. 1046; Prieur 1968, p. 128, nr. 6. 259
Cfr. Bartolomasi 1975, p. 219. 260
Regio IX
Dertona
IX-1 = CIL V, 7375 = ILS, 6744 Base; Angera, Museo della Rocca.
C(aio) Metilio | C(ai) fil(io) Pomp(tina tribu) | Marcellino, | eq(uiti) R(omano) eq(uo) p(ublico), | iudici ex (quinque) dec(uriis) | inter selectos, (duo)vir(o) | q(uin)q(uennali), flam(ini) divi Traiani, | patrono collegiorum | omnium, patrono colo|niae Foro Iuli Iriensium, | patron(o) causar(um) fidelissimo, | ob insignem circa singu|los universosque cives | innocentiam ac fidem, | homini optimo, civi abstinen|[t]issimo, coll(egium) fabr(um) Dert(onae), patrono, | [o]b merita, d(atum) d(ecreto) d(ecurionum).
ONORARIA. Il cavaliere C. Metilius Marcellinus261, originario di Dertona, fu onorato dal collegio dei fabri di Dertona con una statua approvata da un decreto dei decurioni. Dopo un elenco delle cariche svolte dal cavaliere onorato, si spiega il suo atteggiamento in qualità di patrono che dava appoggio a singoli cittadini ed anche al complesso dei cittadini nelle cause giudiziarie; insignis innocentia ac fides. A causa di queste virtù, C. Metilius Marcellinus viene definito come patron(us) causar(um) fidelissimus e homo optimus, civis abstinen[t]issimus. Il personaggio avrebbe favorito Dertona nelle cause su livelli superiori della città, utilizzando una relazione con il potere centrale di Roma. Qui le lodi riguardano l’atteggiamento di C. Metilius Marcellinus nel campo giuridico.
DATAZIONE: C. Metilius Marcellinus era flamine divi Traiani, il cui fatto determina la datazione, non anteriore agli anni di Traiano (98-117) e non molto lontana dalla sua morte262. E dunque anche se la Demougin propone che in base alla lunga lode C. Metilius Marcellinus visse alla fine del II secolo oppure nel III secolo, lo classifico nel II secolo (d. II).
261
Demougin 1975, pp. 172-173, nr. 43. 262
Albingaunum
IX-2 = CIL, V, 7784 = SI, ns 4, pp. 259-260, nr. 8
Base; cm. 98×63×54.5; Albenga, Civico Museo archeologico.
P. Muc(io) P(ubli) f(ilio) | Pub(lilia tribu) Vero, | equiti Romano | equo publico, | patrono municipii, | trib(uno) leg(ionis) (tertiae) Gallic(ae), | censitori | provinc(iae) Thraciae. | Civi optimo, | semper pro municipi(um) | incolumitat(e) sollicit(o), | Plebs urbana.
ONORARIA. Il cavaliere P. Mucius Verus263, originario di Albingaunum perché apparteneva alla tribù Publilia e la gens Mucia era presente nella città, fu onorato con una statua dalla plebs urbana di Albingaunum nell’iscrizione considerata scomparsa, ma ritrovata nel 1938. Allude al motivo dell’onore la definizione del personaggio, civis optimus, spiegandolo come sempre sollecito per l’incolumità della città. Nella posizione di patrono della città, P. Mucius Verus avrebbe contribuito a proteggere Albingaunum da qualche pericolo di natura annonaria o ambientali.
DATAZIONE: Nel territorio di Philippopolis vengono ritrovate due cippi terminali posti da P. Mucius Verus come censitor in provincia Thracia durante il comando del legatus pro praetore, Q. Atrius Clonius264 nel 211-212, negli anni in cui Caracalla e Geta erano imperatores265. Quindi si può datare la presente iscrizione dopo questi anni, non molto lontana dall’età di Caracalla, perché questa carica è citata come ultima, quando fu eretta la sua statua (d. III.1).
263
PIR2, M 696; Pflaum 1960-61, III, p. 1069; Devijver 1976-80, II, p. 583, M 70; Le Glay 1981, p. 182, nr. III.
264
PIR2, A 1322; Alföldy 1969, p. 53. 265
Provincia Alpium Maritimarum
Cemenelum
AM-1 = CIL, V, 7880 = Laguerre 1975, p. 37 Iscrizione di tradizione letteraria.
P(ublio) Aelio Severino | v(iro) e(gregio) | praesidi optimo | ordo Cemen(elensium) | patrono.
ONORARIA. P. Aelius Severinus266, cavaliere perché definito v(ir) e(gregius), fu onorato dall’ordo Cemen(elensium). Quest’onorato era patrono di Cemenelum e fu lodato come praeses optimus. Praeses era titolo non ufficiale nelle epigrafi onorarie dal II secolo fino alla prima metà del III secolo sia per legati Augusti pro praetore sia per procuratores Augusti di rango equestre267. Qui il cavaliere onorato è lodato come procurator Alpium Maritimarum, ma non possiamo riconoscere atti concreti del cavaliere.
DATAZIONE: Il Pflaum data l’esistenza di P. Aelius Severinus al III secolo (d. III).
AM-2 = CIL, V, 7881 = ILS, 1367 = Laguerre 1975, pp. 36-37, nr. 20. Iscrizione di tradizione letteraria.
M(arco) Aurelio Masculo v(iro) e(gregio) ob eximiam praesidatus eius integritatem et egregiam ad omnes homines mansuetudinem et urgentis annonae sinceram praebitionem ac munificentiam et quod aquae usum vetustate lapsum requisitum ac repertum saeculi felicitate cursui pristino reddiderit, colleg(ia) (tria), quib(us) ex s(enatus) c(onsulto) c(oire) p(ermissum) est, patrono digniss(imo).
ONORARIA. Il cavaliere M. Aurelius Masculus268 fu onorato dai tre collegi cui fu permesso di riunirsi insieme per s(enatus) c(onsultum). I motivi della dedicazione
266
PIR2, A 262; RE, I, col. 1893, Aelius, nr. 139; Pflaum 1960-61, III, p. 1046. 267
Pflaum 1950, pp. 112-117. 268
PIR2, A 1556; RE, II, col. 2512, Aurelius, nr. 165; Pflaum 1960-61, II, pp. 855-856, nr. 329b, III, p. 1046.
dell’epigrafe sono attentamente precisati: come praeses, cioè come procurator Alpium Maritimarum, aveva agito con eximia integritas, aveva manifestato egregia mansuetudo verso tutta la gente; ad un’improvvisa scarsità dell’annona aveva contribuito con spontanea attività e con munificentia; aveva ritrovato e restaurato una vecchia condotta d’acqua degradata. Tre sono i termini oggetto della mia ricerca; eximia integritas, egregia mansuetudo e munificentia. Prima come governatore delle Alpes Maritimae il suo atteggiamento oppure il suo modo di pensare viene valutato come integritas, una virtù indispensabile per un governatore disinteressato. Poi il suo atteggiamento verso tutta la gente di questa provincia era valutato come mansuetudo, la virtù di essere generoso e clemente verso gli inferiori, proprio come competeva ad un buon governatore. Ancora il suo contributo finanziario alla città era valutato come munificentia. Inoltre infine M. Aurelius Masculus è definito come patronus digniss(imus) dai tre collegi, che, come enti dentro la città, erano beneficati da comportamento e da atti di M. Aurelius Masculus269 e nella loro unità la rappresentavano per intero.
DATAZIONE: Il Pflaum data l’esistenza di P. Aelius Severinus all’inizio del III secolo in base alla «longueur du texte et la correction du style»270 (d. III.1).
AM-3 = CIL, V, 7905 = Laguerre 1975, pp. 100-101 Iscrizione di tradizione letteraria.
--- integritati ---| bene merita --- | Q(uinto) Domitio Q(uinti) f(ilio) [Pater]|no (duo)viro ampl[iatori ur]|bis et collegio[rum trium] | civitas Cemen[el(ensium)] | cuius publicatio[ne decurio]|nibus et (sex)viris ep[ulum et ---] | collegis tribus et
269
Cfr. Laguerre 1975, p. 105. 270
Tranne il Pflaum, gli altri studiosi pensa all’identità di M. Aurelius Masculus nella presente iscrizione e Aurelius Masculus in un’iscrizione di Ostia che attesta che era
tribunus cohortis VI vigilum il 4 febbraio 239; CIL, XIV, 4397: Domino n(ostro) invictissimo | et super omnes | fortissimo imp(eratori) | Caes(ari) M(arco) Antonio | Gordiano | Pio Felici invicto Aug(usto) | pontif(ici) max(imo), trib(unicia) pot(estate) | II, co(n)s(uli), proco(n)s(uli), p(atri) p(atriae), | //////////o praef(ecto) vig(ilum), | p(erfectissimo) v(iro), curantibus Aelio | Spectato subpraef(ecto) vig(ilum), v(iro) e(gregio), | et Aurelio Masculo, tribuno | coh(ortis) VI vig(ilum) praep(osito) vexillat(ionis). (In
latere) agentibus | Aurelio Diza (centurione), | Atilio Vitale (centurione), | L(ucio) Septimio
Victorino (centurine), | Marcio Quinto (centurione), | corniculario trib(uni) | Cupentio Geminiano. (In altero latere) dedicata pr(idie) nonas Febr(ruarias) | Imp(eratore) Gordiano Aug(usto) et Aviola | co(n)s(uslibus).
[officialib(us) et] | populo omni oleum [dedit]. | l(ocus) d(atus) d(ecreto) d(eucrionum).
ONORARIA. La città di Cemenelum dedicò un’iscrizione onoraria al (duo)vir, Q. Domitius Paternus, su terreno concesso per decreto decurionale, forse perché come duovir l’onorato aveva agito con integritas, cioè disinteressatamente, oppure aveva fatto qualcosa a favore della città e dei tre collegi con questa virtù, come viene indicato dall’espressione bene merita. Q. Domitius Paternus è definito come ampl[iator ur]bis et collegio[rum trium], cioè il personaggio che aveva accresciuto la prosperità della città e dei tre collegi, anche il che attesta i suoi atti a favore della città e dei tre collegi. Si pensa che anche il termine, ampl[iator], sia come una forma di lode271. Quando l’epigrafe fu dedicata e pubblicata, Q. Domitius Paternus organizzò un banchetto per decurioni e seviri e offrì ai tre collegi ed ai notabili e tutto popolo l’olio per i bagni termali; così di nuovo l’onorato contribuì agli abitanti di Cemenelum. Si può immaginare come fu grande l’onore della dedicazione dell’epigrafe per Q. Domitius Paternus.
DATAZIONE: Non c’è nessun elemento con cui si può suppore una datazione (d. ?).
AM-4 = CIL, V, 7907 = ILS, 6759 = Laguerre 1975, pp. 93-94 Iscrizione di tradizione letteraria.
--- Flavio Verini filio Qu[ir(ina tribu) | S]abino, decurioni, (duo)viro [Sa]|lin(iensium) civitatis suae, (duo)viro [Fo|r]oiuliensis (sic), flamini provin[c(iae)] | Alpium maritimarum, optimo | patrono, tabernarii Saliniense[s] | posuerunt curantibus Matu[cis | Ma]nsuet(o) et Albuci[ano, | i]mp(eratore) Commodo III et An[tistio] | B[u]rro co(n)[s(ulibus)].
ONORARIA. Flavius Sabinus, originario di Salinae, fu onorato dai tabernarii Saliniense[s]. I curatori dell’erezione del monumento 272 furono Matucius,
271
Cfr. Laguerre 1975, p. 105. Anche in un decreto dei decurioni triestino (XTe-1) l’espressione simile è utilizzata, ma in forma di verbo: Fabius Severu[s] vir amplissimus
adque clarissimus tanta pietate tantaque adfectione rem p(ublicam) n(ostram) amplexus sit.
272
«Lamina di metallo incastrata in una gran pietra ritrovata a Cimella nel giardino degli Osservanti Riformati mentre scrivevamo queste cose (GIOFFR.)» in CIL.
Mansuetus e Albucianus. Non è indicato direttamente il motivo della dedicazione, oppure lo fu in lacuna, ma vi si allude con optimus patronus.
DATAZIONE: Il terzo anno di console di Commodo e quello di Antistius Burrus corrisponde all’anno 181273 (d. II.2).
AM-5 = AE, 1981, 606 = Laguerre 1975, pp. 99-100, nr. 64; photo, pl. XVII, fig. 80 Coperchio di ossario con acroteri; cm. 36×82×56; Cimiez, Musée Archéologique.
D(is) M(anibus) | Mumi(i) Vomanani, | ob insignem munifi|centiam adlect(o) | duumviro, Postu|m[---]nior fec(it), | l(oco) d(ato) d(ecreto) d(ecurionum).
FUNERARIA (ONORARIA). Postum[---]nior preparò questo monumento agli dei Mani di Mumius Vomananus. Nell’Année Épigraphique, si suggerisce la possibilità che l’iscrizione onoraria abbia suggerito alcune formule per l’epitaffio, tant’è vero che il monumento fu innalzato in luogo pubblico concesso da un decreto dei decurioni ed inoltre che le lettere D e M sono esterne e in alto, a sinistra e a destra. Anche se fosse funeraria all’origine, con l’espressione di LDDD, è chiaro che l’epigrafe doveva avere un carattere pubblico. Inoltre la frase in oggetto della mia ricerca, ob insignem munificentiam, è spiegazione della cooptazione di Mumius Vomananus come duumvir, non è il motivo diretto dell’erezione di questo monumento. Poichè ob munificentiam, a motivo delle sue largizioni, non fu eletto come di solito, ma adlectus, cioè aggregato per scelta (non votazione), probabilmente dall’ordo decurionum, come duumvir, Mumius Vomananus sarebbe dunque non originario di famiglia di alto rango e degna di questa alta magistratura. Possiamo immaginare che il personaggio avesse contribuito finanziariamente alla città in sommo grado e quegli atti erano valutati come insignis munificentia.
DATAZIONE: Il Laguerre la data al III secolo (d. III).
273
Regio VIII
Ravenna
VIII-1 = CIL, XI, 12
Iscrizione di tradizione letteraria.
--- principe --- | ---usiae --- | [vi]rtutis --- | --- et generis [humani] | [sacr]ati[ss]imo p--- | [de]votos [numini] ---
INCERTA. Possiamo leggere la parola principe nella prima riga ed anche una parte dell’espressione tipica aggiunta per dichiarare la devozione di un dedicante all’imperatore274; devotus numini maiestatique eius. Sembra che un imperatore ignoto fosse onorato con un’espressione lodevole menzionante una sua [vi]rtus. DATAZIONE: L’espressione devotus numini maiestatique eius compare sulle epigrafi dal III secolo, che quindi può essere un terminus post quem275 (d. III-).
274
Charlesworth 1937, pp. 124-125. 275
Ariminum
VIII-2 = CIL, XI, 376 = ILS, 1192