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Iscrizione di tradizione letteraria (Tavola bronzea).

Imp(eratore) Caes(are) M(arco) Aurelio | [Commodo] Antonino Aug(usto) Pio | Felice VI, M(arco) Petronio Septimi|ano co(n)s(ulibus) | (ante diem decimum) kal(endas) April(es) in templo collegi fabrum | et centonariorum Regiensium. | Quod referentib(us) P(ublio) Saenio Marcellino et C(aio) Aufidio | Dialogo quaestoribus v(erba) f(ecerunt): | Tutilium Iulianum, virum et vita et modestia et | ingenita verecundia ornatum et liberalem, | oportere collegi nostri patronum cooptari, ut | sit ceteris exemplo iudici(i) nostri testimonium: | Q(uid) f(ieri) p(laceret), d(e) e(a) r(e) i(ta) c(ensuerunt): | Salubri consilio tam honesta(m) relatione(m) a quaestorib(us) | et magistris collegi nostri factam et singuli et uni|versi sentimus et ideo excusandam potius honesto viro | Iuliano huius tardae cogitationis nostrae necessitat(em) | petendumq(ue) ab eo, libenter suscipiat collegi n(ostri) patronal(em) | honorem tabulamq(ue) aeream cum inscriptione huius decre|[ti i]n domo eius poni. Censuerunt.

ONORARIA. Questa è una tabula patrocinalis, o patronatus, dedicata dal collegio dei fabri e dei centonari a Tutilius Iulianus. Nella tavola si incide il decreto con cui il collegio voleva che Tutilius Iulianus ricevesse patronal(is) honor e una copia della tavola bronzea da esporre a casa sua. Qui di Tutilius Iulianus si definisce il carattere e il modo di vivere: et vita et modestia et ingenita verecundia ornatum et liberalem. La modestia era virtù consistente nella capacità di contenere e controllare i desideri e di porsi dei limiti ed ha significato simile a quello della verecundia. Qui non possiamo sapere come o in che senso il personaggio fosse modesto e discreto. Come la modestia in un’iscrizione di Aquileia (XAq-5) i due termini avrebbero indicato le sue doti notorie nella città. Visto che i due termini si affiancano a liberalis, forse si voleva dire che Tutilius Iualinus moderava i propri vantaggi personali (modestia e verecundia), per contribuire finanziariamente al collegio in modo generoso adeguatamente (liberalis). Per quanto riguarda il personaggio, nulla si dice della sua figura e null’altro se ne sa; ma se il collegio lo volle come patrono, si può dire che Tutilius Iulianus fosse ricco, poiché i collegi aspettavano specialmente doni dai loro patroni309. Non per nulla lo si definisce liberalis.

309

DATAZIONE: Il sesto anno di consolato di Commodo e l’anno del consolato di M. Petronius Sura Septimianus corrispondono all’anno 190310 e quindi si data l’iscrizione al 23 marzo 190 (d. II.2).

310

Fidentia

VIII-19 = AE, 1991, 713 = Marini Calvani 1984 = Marini Calvani 1990, pp. 124-125, fig. 4 = Donati 1991

Tavola bronzea; cm. 79,3×51,9×0,4.

M(arco) Nummio Albino, L(ucio) Fulvio Aemiliano | co(n)s(ulibus), | Kal(endis) Apr(ilibus), Flavia Fidentia, in templo Minervae collegi | fabr(um), quod referentib(us) G(aio) Antonio Primitivo et Q(uinto) Sertorio Fe|5licissimo curatorib(us), verba facta sunt: esse perpetuam consuetudin(em) | augendis collegi n(ostri) virib(us) si optimos quosq(ue) viros et amantissi|mos singulor(um) universorumq(ue) pro defensione (et) tutela n(ostra) patronos | olim cooptatos tabulis patrocinalib(us) prosequamur. Q(uid) f(ieri) p(laceret) d(e) e(a) r(e) i(ta) c(ensuerunt): | et ideo cum sit Virius Valens patronus colleg(i) n(ostri) vir eximiae indolis |10 praeditus, municipi quoque n(ostri) decurio et omnib(us) hon(oribus) perfunct(us) sit | et collegi dendrophor(um) patron(us), ad cuius tam larga et ultro semper | obferentia cumulor(um) eius innumerabilia beneficia remuneran|da, placuit universis tabulam aeneam patrocinal(em) ei | poni in parte domus eius qua permiserit, quo plenius voluptas |15 n(ostra) erga eum eluceat, cuius titulus scripturae perpetuitate gloriam n(ostri) consensus declaret. | Adfuere universi.

ONORARIA. Come si legge nelle ll. 8 e 13 del testo stesso, l’iscrizione è una tabula patronatus offerta dal collegio dei fabri al suo patrono, Virius Valens, ed esposta nella sua casa. Virius Valens è definito come vir eximiae indolis praeditus, decurione del municipio, cioè di Flavia Fidentia311, e omnib(us) hon(oribus) perfunct(us) e anche patrono del collegio dei dendrofori. Quindi questo personaggio era ovviamente molto importante ed eminente nella città di Fidentia. I motivi dell’onore sono tam larga et ultro semper obferentia cumulor(um) eius innumerabilia beneficia remuneranda. L’oggetto della mia ricerca mira al termine larga che definisce l’entità dei suoi contributi al collegio. Nelle ll. 5-8 si dichiarano le condizioni necessarie per ricevere la tabula patronatus, da cui si può immaginare che i suoi contributi consistettero in atti di defensio e di tutela forse giudiziaria per il collegio.

DATAZIONE: L’anno dei consoli M. Nummius Albinus e L. Fulvius Aemilianus

311

corrisponde all’anno 206312 e quindi si data al 1 aprile 206 (d. III.1).

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Veleia

VIII-20 = CIL, XI, 1147 = ILS, 6675 = Criniti 1991 = Criniti 2003 = Criniti 2006a Tavola bronzea; cm. 138×285,5×0,8; Parma, Museo Archeologico Nazionale.

Secondo prescritto:

Obligatio praediorum ob (sestertium) deciens quadraginta quattuor milia ut, ex indulgentia optimi maximique principis Imp(eratoris) Caes(aris) Nervae | Traiani Aug(usti) Germanici Dacici, pueri puellaeque alimenta accipiant legitimi, n(umero) CCXLV, in singulos (sestertios) XVI n(ummos): f(iunt) (sestertia) XLVII (milia) XL n(ummi); legitimae, n(umero) XXXIV, sing(ulae) (sestertios) XII n(ummos): f(iunt) (sestertia) IV <(milia)> DCCCXCVI; spurius (unus) (sestertios) CXLIV; spuria (una) (sestertios) CXX. | Summa (sestertia) LII (milia) CC, quae fit usura (quincunx) sortis supra scribtae. ……ecc (si elencano quarantasei obbligazioni).

Primo prescritto:

Item obligatio praediorum, facta per Cornelium Gallicanum, | ob (sestertia) LXXII (milia) ut, ex indulgentia optimi maximique principis | Imp(eratoris) Caes(aris) Nervae | Traiani Aug(usti) Germanici, pueri puellaeque | alimenta accipiant legitimi, n(umero) XIIX, in singulos (sestertios) XVI n(ummos): | f(iunt) (sestertia) III (milia) CCCCLVI; legitima (sestertios) XII. | Fit summa utraque | (sestertia) III (milia) DC, quae fit usura (quincunx) sortis s(upra) s(criptae). | ……ecc (si elencano cinque obbligazioni).

ONORARIA. È la famosa tabula alimentaria di Veleia313, esposta nella basilica di Veleia, che determina la creazione dell’istituzione degli alimenta da Traiano con cui come contributi al sostentamento duecentosessantatre figli legittimi ricevettero sedici sesterzi al mese, trentacinque figlie legittime e un figlio illegittimo dodici sesterzi e una figlia illegittima dieci sesterzi. La tavola si divide in due blocchi; il secondo è appendice al primo, cioè al testo principale. Le due parti citate qui sono le praescriptiones di ogni blocco costituito dagli elenchi di obbligazioni. In ogni praescriptio si dichiara che questo aiuto per i fanciulli e le fanciulle fu fatto

313

Per bibliografia, oltre ai tre scritti del Criniti, è pubblicato il sito dal Gruppo di Ricerca Veleiate di cui coordinatore è il Criniti (http://veleia.unipr.it); in questo sito si trovano la bibliografia periodicamente aggiornata e anche la rassegna periodica “Ager Veleias” (in “Bibliotheca”).

dall’indulgentia di Traiano. La nuova intestazione scritta a grandi lettere su tre righe – alte cm 4,2/3/2,3, mentre il resto diviso in sette colonne sotto quell’intestazione è scritto a lettere più piccole in media cm 0,7 – può indicare che uno scopo dell’esposizione di questa tavola fosse di propagandare l’atto benemerito di Traiano come indulgentia314. Inoltre occorre notare che questa tavola era un documento ufficiale di iniziativa “statale”, cioè era prodotta per volontà imperiale315; non possiamo dire che l’uso del termine di indulgentia fosse una scelta dei Veleiates e dunque non vi si dovrebbe cercare una specifica intenzione promozionale locale, ma piuttosto la si dovrebbbe considerare come espressione di propaganda da parte del governo imperiale. In questo caso l’indulgentia di Traiano significa la sua cura e la generosa volontà di elargizione, nonostante che il sistema di alimenta non consistesse solo nel contributo dell’imperatore. Insomma si può considerare quest’indulgentia come una virtù nel campo economico. Inoltre in questi prescritti Traiano è definito come optimus maximusque princeps, titolatura “non ufficiale” che fa immaginare l’accostamento dell’imperatore con Iuppiter Optimus Maximus316; un modo di usare quell’epiteto che non poteva assolutamente essere abusato dai notabili locali.

DATAZIONE: Per datare è importante l’analisi dei cognomina ex virtute di Traiano nei due prescritti; la parte vecchia che contiene solo Germanicus si data verso nell’anno 102 e la nuova parte con Germanicus e Dacicus nel 107/114317. Ma il termine di indulgentia sarebbe utilizzato in entrambi i prescritti, quando questa tavola fu riprodotta dopo un aggiornamento; confrontando i testi dei due prescritti, sembra che l’uso dell’indulgentia nel vecchio prescritto fosse soltanto una presenza per analogia parallela dei due testi (d. II.1).

314

Cfr. Woolf 1990, p. 222. 315

«Data la grandezza ed esiguità dello spessore, la fusione e lavorazione della TAV – nonostante la sua origine ufficiale urbana – dovettero aver luogo in officine della zona o, forse dei municipia vicini (Piacenza e Parma), come testimoniano del resto difformità nella composizione e fattura delle sei lamine: la sequenza testo/impaginazione, almeno, e l’assemblaggio delle sei lamine si ebbero presumibilmente a Veleia. … Solo la Praescriptio nova, invece, presenta una scrittura epigrafica sostanzialmente omogenea, legata parrebbe a un formulario grafico imposto della cacelleria imperiale, testimonianza pubblica inoppugnabile dell’evergetismo del princeps e della maiestas romana» (Criniti 2006b). 316

Cfr. Frai-Stolba 1969, pp. 28-29; Woolf 1990, loc. cit. 317