Capitolo III: Analisi della documentazione epigrafica
B) Gli onorati; i membri della famiglia imperiale
III.3 Catalogo delle virtù
5: splendidum publicae pietatis adfectum (XTa-1; Tarvisium; d II)
Come si vede, la virtù dell’adfectio è usata solo come sostantivo in cinque iscrizioni53 che si trovano solo nella regio X, là dove peraltro gli esempi di notabili
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Infatti Cicerone dice che l’abstinentia era virtù che rendeva Q. Roscius degno di senatore: ita dignissimus est scaena propter artificium ut dignissimus sit curia propter
abstinentiam (Q. Rosc. 17), cfr. Hellegouarc’h 1963, p. 261.
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Forbis 1996, pp. 46-50. 53
In questa ricerca, poiché tratto le iscrizioni con carattere pubblico, devo almeno menzionarne una di Brixia, che è un caso particolare; CIL, V, 4354: Honori | Postumiae |
P(ubli) f(iliae) Paullae | Iuventii Secund(i) | co(n)s(ulis) (uxoris), | Vibia L(uci) f(ilia) Salvia Varia | ob adfectionem et | pietatem eius in se eximiam. Qui Vibia Salvia Varia
dedicò un’iscrizione con una statua ad una donna prestigiosa, Postumia Paulla, la moglie del console Iuventius Secund(us) a motivo di adfectio et pietas eius in se eximia. La dedicante e l’onorata sono donne e quindi si potrebbe dire che quest’atto di stima espressa pubblicamente fosse privato, però tutte e due le donne avevano un’elevata posizione sociale. Si potrebbe dire dunque che l’iscrizione avesse carattere pubblico, anche se non posso includerla nella mia lista, perché adfectio et pietas di Postumia Paulla erano segnalate a titolo personale nei confronti della dedicante Vibia Salvia Varia, cioè verso una persona privata, e non verso la comunità, per esempio la propria città come indicano altri
locali sono più numerosi, tutte definite approssimatamente al II secolo. Per quanto riguarda la diffusione e la datazione, se ne dirà più avanti, in IV.2, insieme con altre espressioni simili.
Cicerone definisce l’adfectio come segue54; Affectio est quaedam ex tempore aut ex negotiorum eventu aut administratione aut hominum studio commutatio rerum, ut non tales, quales ante habitae sint aut plerumque haberi soleant, habendae videantur esse. E specialmente nell’età imperiale l’espressione spesso indica l’essere propenso o benevolo verso qualcuno55: cioè, anche concretamente sulla scorta degli esempi, ogni dimostrazione di zelo affettuoso verso la propria patria o la cittadinanza o qualche forma associativa o collegiale; proprio come indicano alcuni esempi di iscrizioni; ob insignem eius erga patriam ac cives adfectionem (CIL, IX, 334), ob eximiam benignamque erga omnes cives adfectionem (CIL, XI, 6362). Infatti in tre dei nostri cinque esempi le espressioni proprie collegate con il termine di (res) publica presentano chiaramente l’adfectio come atteggiamento verso la res publica, intesa come la patria cui le persone coinvolte appartengono (XTe-1, XAq-5, XTa-1). Per quanto riguarda XPo-3, è valutato come espressione di adfectio un atto del personaggio, cioè patrono della città e duoviro, in favore del collegio dei dendrofori, perché nell’iscrizione è riportato il testo del decreto del collegio, oppure può darsi verso la città, perché la sua statua, sulla cui base l’iscrizione fu incisa, fu collocata nel foro di Pola per decreto dei decurioni; il che presuppone oltre che l’autorizzazione dell’ordo, una possibile riconoscenza della città che essi rappresentavano. E in XPo-4, un personaggio fu onorato con un decreto municipale in segno di riconoscenza a talis adfectionis merita, e poiché quest’iscrizione è un decreto di Pola, la sua adfectio corrisponde chiaramente ad uno zelo premuroso in favore della città di Pola, che
esempi in questa ricerca. Piuttosto è un caso che appare simile ad altri esempi di vera e propria adfectio personale verso persone intime; adfectionis in matrimonio insignis (CIL, V, 6518), patri rarae adfection(is) (CIL, IX, 1612). Anche per quanto riguarda la pietas, ci sono esempi analoghi; Statia Prima .. coniugi .. ex pietate posuit (CIL, III, 2535), me
quamuis Laminae pietas et cura moratur fratrem maerentis (CIC. Fam. I.9.1). Ma questi
usi dell’adfectio e della pietas rientrano preferibilmente nel tipo di amicizia tra privati, il che li esclude dalla mia selezione.
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CIC. Inv. II.58.176. Un’altra definizione di Cicerone; Inv. I.25.36: Affectio est animi aut
corporis ex tempore aliqua de causa commutatio, ut laetitia, cupiditas, metus, molestia, morbus, debilitas et alia quae in eodem genere reperiuntur.
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Cfr. LTL: 5: Et speciatim a scriptoribus, qui post Augusti saeculum floruerunt, dicitur de
animo ita constituto, ut in aliquem propensus sit ac benevolus, hoc est de affectu amoris et benevolentiae.
coinvolge tutti i suoi atti in un costante atteggiamento di interesse e di premura. Insomma tutti i cinque esempi interpretano l’adfectio come comportamento affettuoso favorevole alla propria comunità patria.
È interessante che in tre iscrizioni l’adfectio e la pietas compaiono insieme; in XTe-1 l’adfectio si usa in coppia con la pietas, in XTa-1 il genitivo di pietas si riferisce all’adfectus e inoltre anche in XAq-5 si cita la pietas; v(ir) h(onestissimus) et modest[ita vitae et --- pa]tria multis a[liis liberalitatibus? ---] n(ostri) pietatis sua[e --- praebu]erit, publica [---. Sembra dunque che tra queste due virtù ci fosse qualche collegamento; per fare osservazioni le tratto insieme in IV.2 come virtù esplicate come atteggiamento oppure atto di affetto verso la propria comunità.
I personaggi onorati sono un senatore (XTe-1), un magistrato municipale (XPo-3), un decurione aggiunto cooptatus (XTa-1) ed un personaggio, v(ir) h(onestissimus) ed amico del patrono di Aquileia, che apparteneva di sicuro al ceto alto, ma di cui non si può definire la posizione (XAq-5); ed infine un personaggio, del quale stato giuridico e condizione socio-professionale sono incerti, ma che era sicuramente importante in Pola, perché fu onorato con un decreto municipale (XPo-4). È interessante che l’adfectio non si usi per dei cavalieri, che pure sono i soggetti onorati più numerosi56, anche se si tratta pur sempre di soli cinque esempi. Quanto ai dedicanti, la res publica agisce in quattro iscrizioni (XPo-4, XTe-1, XAq-5, XTa-1); in XPo-3 è invece attivo il collegio dei dendrofori di Pola, ma l’epigrafe fu eretta in luogo pubblico concesso da un decreto dei decurioni e dunque possiamo scorgere anche qui l’intervento della res publica di Pola. Si può dire che l’adfectio fosse usata in iscrizioni della regio X che si caratterizzavano fortemente con un carattere pubblico per l’intervento comunque della res publica.
3) amantissimus57
Nella mia ricerca non c’è nessun esempio della virtù di amor come sostantivo, però ho trovato una forma verbale di amare, sempre in forma di participio superlativo, in quattro iscrizioni. Secondo l’Hellegouarc’h, in confronto a diligere, un verbo spesso usato quasi come sinonimo – significava piuttosto amicizia scelta in base a virtù personali oppure a rispetto reciproco – , amare era applicato all’atto
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Cfr. Capitolo III.1: B) “Prosopografia dell’onorato”: 3) “Condizione socio-professionale”.
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Hellegouarc’h 1963, pp. 142-146; Forbis 1996, pp. 46-50. La Forbis tratta amor ed
di amare in modo naturale oppure istintivo come gesto di amicizia entro relazioni familiari o naturali58.
1: rei p(ublicae) suae amantissimo (XAq-6; Aquileia; d. I.2) 2: amantissimo patriae (VIII-6; Ariminum; d. II.1)