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Capitolo III: Analisi della documentazione epigrafica

B) Prosopografia dell’onorato

1) Nomi e numero

Nelle sessantasei iscrizioni prese in esame i personaggi onorati sono sessantanove. In genere un solo personaggio è onorato in ogni iscrizione, però in un caso in una stessa iscrizione anche un altro personaggio, suo padre, è menzionato con una diversa espressione laudativa (XTe-1), ed in due casi alcuni personaggi sono onorati insieme con una stessa espressione laudative (almeno cinque seviri et Augustales di XI-5 e due magistrati importanti di VIII-11), ed in un caso anche il marito è menzionato insieme alla moglie, che era la persona onorata in origine – sempre che in un rapporto coniugale l’onore della donna potesse prevalere su quello del marito, e non ne fosse invece una derivazione riflessa – (VIII-10). E poi in due casi gli stessi personaggi furono onorati in più d’una iscrizione; M. Nonius Macrinus di Brixia compare in due iscrizioni (XBr-3, XBr-4) e L. Betutius Furianus di Ariminum compare in tre iscrizioni (VIII-6, VIII-7, VIII-8).

Dei sessantanove onorati, individuamo i nomi oppure almeno parti dei nomi di sessantuno personaggi di cinquantotto iscrizioni, compresi [Ap]pule[ius Mar]cell[us], probabile onorato, chi può darsi che appartenesse ad uno status simile a quello di augustali (XTe-2), Q. Marc[---], il quarto sevir et Augustalis di Comum (XI-5) e L. Ba[---] Val[---], il cavaliere di Ariminum (VIII-11), di cui rimangono solo poche tracce dei nomi che non si possono integrare. Altre otto iscrizioni sono

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troppo frammentarie per riconoscere i nomi dei loro otto onorati, però spesso si possono individuare almeno parti delle loro cariche come segue;

*XAq-4: il titolare, dichiarato collega noster in decreto municipale, potrebbe essere un decurione.

*XAq-10: l’onorato è menzionato solo come s(upra) s(criptus) e sarebbe quattuorvir iure dicundo o quattuorvir aedilicia potestate.

*XVe-2: visto che l’iscrizione è decreto municipale, l’onorato, benchè anonimo, sembra che dovesse essere un uomo importante.

*XBr-9: è definito come omnibus honoribus municipalibus perfunctus.

*XI-5: poiché la parte superiore dell’iscrizione neanche dalla tradizione letteraria non si tramanda, non possiamo sapere quanti seviri et Augustales furono onorati, ma se ne nominano almeno cinque, benchè del primo il nome sia perduto.

*XI-7: è [La]ur(ens) Lavin[inas] e [sacerdos] urbis Romae [aet]ernae Ticini. *XI-8: è [prae]f(ectus) alae Aug(ustae).

*VIII-11: uno dei due onorati è (duo)vir e [qua]estor.

Come questo elenco indica, anche nel caso in cui non si possono sapere i nomi degli onorati, si possono individuare le loro cariche e supporre l’ordine o la condizione sociale e dunque si può ricostruire un loro profilo. Dei sessantanove onorati, sessantasette sono uomini e due sono donne, una di Brixia (XBr-7) ed un’altra di Ariminum (VIII-10). Pensando alla natura della mia ricerca, è naturale che gli uomini costituiscano la gran parte degli onorati.

2) Stato giuridico

Per la natura della mia ricerca, la maggior parte dei sessantanove personaggi sono di nobili natali e naturalmente ingenui. Ma forse P. Atilius Philippus (XBr-6), Primus Valerius Magirra (XBr-8) e cinque seviri et Augustales di Comum (XI-5), cioé sette erano liberti. Inoltre Settidius Abascantus (XPo-4) e Hostilia Hostiliana (XBr-7) sono incerti e per quanto riguarda l’onorato di una (XVe-2), come ho elencato sopra, non possiamo sapere il nome e neanche le cariche e quindi non possiamo supporre il suo stato con sicurezza. E può darsi che [Ap]pule[ius Mar]cell[us] appartenesse ad uno stato simile a qello degli augustali in base ad un’altra iscrizione eretta per la sua probabile madre, sacerd(os) divarum, ma la propria iscrizione è troppo frammentaria per concluderlo (XTe-2). Insomma cinquantotto sono ingenui, sette sono liberti e quattro sono incerti.

3) Condizione socio-professionale

La maggior parte dei personaggi onorati sono illustri ed importanti in campo politico, sociale ed economico e quindi in molti casi possiamo conoscere le loro cariche oppure l’appartenenza ad un ordo da termini come v(ir) c(larissimus) oppure dalle cariche stesse.

– Dieci senatori; L. Fabius Severus (XTe-1), [C.] Arrius Ant[o]ninus (XCo-2), T. Desticius Iuba (XCo-5), L. Ragon[ius] Urinat[ius] Larciu[s Q]uintian[us] (XOp-2), M. Nonius Arrius Mucianus (XVe-1), M. Nonius Arrius Paulinus Aper (XBr-2), M. Nonius Macrinus (XBr-3, XBr-4), P. Statius Paullus Postumi[us Iu]nior (XBr-13), M. Aelius Aurelius Theo (VIII-2), C. Cornelius Felix Italus (VIII-3).

– Ventisei cavalieri; Fabius Verus (XTe-1), Ti. Claudius Secundinus L. Statius Macedo (XAq-1), C. Minicius Italus (XAq-2), A. Caesilius Acastinus (XAq-6), Q. Axilius Urbicus (XAq-8), T. Desticius Severus (XCo-3, XCo-4), Q. Decius Mettius Sanianus (XCo-6), Aurelius Iulianus (XBr-1), C. Bellicius Primus (XBr-11), M. Sempronius Fuscus (XI-2), P. Marius Lupercianus (XI-3), un ignoto, probabilmente perché fu [La]ur(ens) Lavin[inas] (XI-7), un ignoto, perchè fu [prae]f(ectus) alae Aug(ustae) (XI-8), L. Vomanius Victo[or] (AC-1), C. Metilius Marcellinus (IX-1), P. Muc(ius) Verus (IX-2), P. Aelius Severinus (AM-1), M. Aurelius Masculus (AM-2), L. Faesellius Sabinianus (VIII-4), C. Faesellius Rufio (VIII-5), L. Betutius Furianus (VIII-6, VIII-7, VIII-8), C. Nonius Caepian[us] (VIII-9), Titus Sabinianus (VIII-10), L. Ba[---] Val[---], probabilmente perché fu Laur(ens) La[v(inas)] (VIII-11), C. Galerius Iulianus (VIII-12), M. Vettius Valens (VIII-14). Inoltre c’è una donna di famiglia di cavalieri; Aurelia Calligenia, moglie del cavaliere Titus Sabinianus (VIII-10). Di questi ventisei cavalieri dieci assunsero anche magistrature in città; C. Minicius Italus (XAq-2), C. Caesilius Acastinus (XAq-6), T. Desticius Severus (XCo-3, XCo-4), Q. Dec(ius) Mett(ius) Sanianus (XCo-6), C. Metililus Marcellinus (IX-1), L. Faesellius Sabinianus (VIII-4), L. Betutius Furianus (VIII-6, VIII-7, VIII-8), L. Ba[---] Val[---] (VIII-11), C. Galerius Iulianus (VIII-12) e M. Vettius Valens (VIII-14).

– Sedici personaggi più importanti nelle città locali, cioè magistrati municipali oppure decurioni, fra cui non includo i cavalieri già citati sopra che assunsero anche incarichi importanti nelle città; Q. Mursius Plinius Miner[vianus] (XPo-3), Calvius Pollio (XAq-3), un ignoto (XAq-4), C.Valerius Eusebes (XAq-7), C. Iulius Agathopus (XAq-9), un ignoto, forse quattuorvir iure dicundo o quattuorvir aedilicia potestate (XAq-10), [M. Lae]torius [P]aterclianus (XOp-3), M. Saufeius Pudens, un esempio di decurione dell’adlectio (XTa-1), un ignoto (XBr-9), M.

Calpurn(ius) Acilianus (XBr-10), Q. Domitius [Pater]nus (AM-3), Flavius Sabinus (AM-4), Mumius Vomananus, adlect(us) duumuir (AM-5), un ignoto (VIII-11), C. Sentius Valerius Faustinianus (VIII-13), Virius Valens (VIII-19).

– Otto personaggi che ricevettero incarichi oppure onori meno importanti di quelli di magistrati o di decurioni nelle città; P. Atilius Philippus, ornamentis decurion(alibus) Brixi[ae], Veron(ae), Cremon(ae) [honor(atus)] (XBr-6), P. Bodius Iuventius, (sex)vir di Mediolanum e Brixia (XBr-12), L. Cartilius Crescens, (sex)vir Aug(ustalis) (XI-6) e almeno cinque (sex)viri et Aug(ustales), cioè un’ignoto, L. Valerius Amans, Q. Sentius Amans, L. Cornelius Lucianus e Q. Marc[---] (XI-5).

Tra altri otto onorati il cui rango non si conosce bene, due personaggi appartenevano di sicuro al ceto alto, ma non si può definire la loro posizione; Tutilius Iulianus, perché viene definito come honestus vir21 cui è conferita una tabula patronatus (VIII-18), ed Aius Pomp[onianus], perché viene definito come v(ir) h(onestissimus) e come un amico del patrono di Aquileia (XAq-5). Poi ebbero relazioni con collegi municipali due personaggi; Primus Valerius Magirra, presumibile liberto, che era forse un membro di un collegio dei fabri e dei centonari (XBr-8) e P. Sextilius Primianus che ricoprì la carica di questore del collegio dei fabri (XI-4). E va da sé che non possiamo sapere di più per quanto riguarda i quattro onorati il cui stato giuridico è irriconoscibile; Settidius Abascantus (XPo-4), [Ap]pule[ius Mar]cell[us] (XTe-2), Hostilia Hostiliana (XBr-7) ed un ignoto (XVe-2).

Insomma, tra sessantanove onorati, dieci personaggi sono appartenenti all’ordine senatorio, ventisette sono appartenenti all’ordine equestre, di cui una in forma diretta in quanto donna, dieci assunsero anche magistrature nelle città, e sedici sono appartenenti al ranghi più alti nelle città, senza includervi dieci cavalieri di pur prestigiosa carriera, mentre otto sono mediamente importanti nelle città. Di altri otto incerti due appartenevano al ceto alto di sicuro e due hanno una relazione con colleggi municipali; quattro sono completamente incerti. Così tranne quattro incerti, è chiaro che sessantacinque personaggi sono di sicuro importanti nella società locale.

Vedendo questa situazione ed anche pensando al fatto che le virtù degli

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Per quanto riguarada il titolo di vir honestus o vir honestissimus, cfr. Capitolo II.1. B) “Criteri di selezione delle iscrizioni”: 2) “le titolature”.

imperatori compaiono raramente in iscrizioni di città – nella mia ricerca solo diciassette iscrizioni –, possiamo supporre che le comunità locali, come tutta la città, il popolo oppure i collegi municipali, onorassero e definissero con espressioni laudative personaggi che contribuivano molto ed in concreto alla comunità, nonostante che questi personaggi non fossero loro patroni22 oppure non fossero originari delle relative città23, invece che personaggi semplici notabili e tanto prestigiosi da ricevere onori come gli imperatori, senatori o patroni delle città. Infatti personaggi di ordini diversi, cioè non solo personaggi di ordini più alti come i magistrati locali oppure i decuirioni, ma anche quelli mediamente importanti nelle città come gli augustali o certi liberti o alcune donne erano gratificati con espressioni laudative, quando contribuivano molto ed in concreto alla comunità.

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Ci sono diciannove patroni delle città. Cinque senatori; [C.] Arrius Ant[o]nius (XCo-2),

T. Desticius Iuba (XCo-5), M. Nonius Arrius Mucianus (XVe-1), M. Aelius Aurelius Theo

(VIII-2), C. Cornelius Felix Italus (VIII-3). Dodici cavalieri; Q. Axilius Urbicus (XAq-8),

T. Desticius Severus (XCo-3, XCo-4), Aurelius Iulianus (XBr-1), C. Bellicius Primus

(XBr-11), un ignoto (XI-7), P. Muc(ius) Verus (IX-2), P. Aelius Severinus (AM-1), L.

Faesellius Sabinianus (VIII-4), C. Faesellius Rufio (VIII-5), L. Betutius Furianus (VIII-6,

VIII-7, VIII-8), C. Galerius Iulianus (VIII-12), M. Vettius Valens (VIII-14). Due magistrati municipali o decurioni; Q.Mursius Plinius Miner[vianus] (XPo-3), C. Iulius Agathopus (XAq-9). Tra altri onorati ci sono nove patroni dei collegi municipali; C. Valerius Eusebes (XAq-7), Q. Dec(ius) Mett(ius) Sanianus (XCo-6), [M. Lae]torius [P]aterclianus (XOp-3),

M. Nonius Arrius Paulinus Aper (XBr-2), P. Marius Lupercianus (XI-3), C. Metilius Marcellinus (IX-1), M. Aurelius Masculus (AM-2), un ignoto (VIII-18), Virus Valens

(VIII-19). Insomma in totale ventotto onorati, meno di metà di sessantanove onorati, sono patroni di comunità locali.

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Quando le tribù dei personaggi concordano con quelle delle città da cui provengono le iscrizioni, si potrebbe supporre che quei personaggi fossero originari delle città. Del pari, se non si indicasse la tribù, quando i personaggi erano magistrati o decurioni, potrebbero essere originari delle città, perché quelle cariche erano chiuse a “outsider”, benché questa condizione non sia motivo decisivo per definire origine di quei personaggi. I personaggi che si pensano come originari delle città sono i seguenti: Q. Mursius Plinius Miner[vianus] (XPo-3), il figlio L. Fabius Severus ed il padre Fabius Verus (XTe-1), C. Minicius Italus (XAq-2), A. Caesilius Acastinus (XAq-6), C. Valerius Eusebes (XAq-7), T. Desticius

Severus (XCo-3, XCo-4), T. Desticius Iuba (XCo-5), Q. Dec(ius) Mett(ius) Sanianus

(XCo-6), L. Ragon[ius] Urinat[ius] Larciu[s Q]uintian[us] (XOp-2), [M. Lae]torius

[P]aterclianus (XOp-3), M. Nonius Arrius Mucianus (XVe-1), M. Nonius Arrius Paulinus Aper (XBr-2), M. Nonius Macrinus (XBr-3, XBr-4), Hostilia Hostiliana (XBr-7), Primus Valerius Magirra (XBr-8), M. Calpurn(ius) Acilianus (XBr-10), P. Statius Paullus Postumi[us Iu]nior (XBr-13), M. Sempronius Fuscus (XI-2), P. Marius Lupercianus (XI-3), C. Metilius Marcellinus (IX-1), P. Muc(ius) Verus (IX-2), L. Faesellius Sabinianus (VIII-4), C. Faesellius Rufio (VIII-5), C. Nonius Caepian[us] (VIII-9), un ignoto e L. Ba[---] Val[---] (VIII-11), C. Galerius Iulianus (VIII-12), M. Vettius Valens (VIII-14), in totale

trenta su trenta iscrizioni. Meno di metà di sessantanove onorati – e meno di metà di sessantasei iscrizioni – sono originari delle città.

Cioè le espressioni laudative erano usate non come forma di adulazione per personaggi di rango altissimo, ma non in stretta relazione, e non come perorazione di farvi che le comunità auspicavano da quei personaggi, ma come lodi per personaggi in stretta relazione con le comunità a cui avevano contribuito in concreto. E come vedremo più avanti nel IV capitolo, per esempio quando volevano stimolare il patriottismo con termini come affectio, pietas e fides oppure più concreti contributi finanziari, le comunità locali, con espressioni laudative, non adularono i potenti centrali, chiedendo aiuti, ma lodarono personaggi che avevano già meritato il riconoscimento di certe virtù con atti concreti o concreti atteggiamenti. Sarebbe possibile dire che è indicato non solo l’aspetto realistico di certe attività, ma anche il modo di pensare realistico di comunità locali nell’Italia dal I secolo fino al III secolo.