Capitolo III: Analisi della documentazione epigrafica
B) Gli onorati; i membri della famiglia imperiale
III.3 Catalogo delle virtù
7: ob insignem circa singulos universosque cives innocentiam ac fidem (IX-1; Dertona; d II)
8: iuridicatus eius ob eximiam moderationem et in sterilitate annonae laboriosam erga ipsos fidem et industriam ut et civibus anno[n(a)] superesset et vicinis civitatibus subveneretur (VIII-3; Ariminum; d. II.2)
9: [ -- ob ra]ram fid[em e]t industriam [ --- ] (VIII-11; Ariminum; d. I-II) 10: meritis, fidei, bonitati, innocentiaeque eius (VIII-12; Ariminum; d. III.1) Ho trovato la virtù della fides in sette iscrizioni come sostantivo ed inoltre in due espressa in forma di aggettivo superlativo ed in una in forma di avverbio. La fides si trova solo in tre iscrizioni della regio X – per di più tutte e tre di Brixia – in cui pure gli esempi dei notabili locali sono più numerosi. Si trova invece in due iscrizioni
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Hellegouarc’h 1963, pp. 23-37; Forbis 1996, pp. 62-64. In DE, III, fides, pp. 77-78, spiega solo «in fide esse», «e re publica fideque sua» e «fides publica» come espressioni che ricorrono principalmente nelle epigrafi ma non dice nulla sulla fides come semlice virtù, il cui fatto suggerisce che il termine si usasse nelle epigrafi meno di quanto si potrebbe pensare. Valerio Massimo spiega le virtù importanti con esempi dei Romani e dei stranieri ed è spesso utile vedere la sua definizione per mezzo di esempi. Infatti scrive tre capitoli dedicati a fides; «de fide publica», «de fide uxorum erga viros» e «de fide servorum». Purtroppo questa volta non è utile prenderli in considerazione, perché non citano esempi di
fides simile a miei, ma nel primo capitolo si spiega la fides dei Romani verso i nemici. E
per la natura della mia ricerca, anche gli ultimi due capitoli non sono interessanti. Per quanto riguarda la bibliografia del culto della virtù ed il suo ruolo nell’ideologia imperiale, vedi Fears 1981, p. 843, n. 67.
anche nella regio XI in cui ci sono stranamente pochi esempi in proposito. Per il resto, in un’iscrizione di Dertona della regio IX la fides compare due volte, come aggettivo superlativo e come sostantivo, mentre in Ariminum ci sono tre iscrizioni con lo stesso termine. Da questa diffusione si può dire che questa virtù fosse diffusa quasi ugualmente nella Gallia Cisalpina, ma occorre notare che non c’è nessun esempio nella zona a oriente di Brixia. Inoltre è interessante che tutte le iscrizioni, tranne una incerta ed una del III secolo, per quanto numerose, appartengano al II secolo. Per quanto riguarda la diffusione e la datazione, se ne dirà più avanti, in IV.2, insieme con altre espressioni simili.
Come altre virtù la fides si usava spesso in senso traslato, ma il senso fondamentale e generale è di «fiducia o confidenza reciproca tra due parti»89 e la reciprocità si vede come base di significati come «sincerità o fedeltà all’impegno o patto tra due»; ma è difficile definire la virtù con termini astratti e si deve vedere ogni singolo caso90. Per definire i significati di questa virtù, pensando alla sua reciprocità, dobbiamo vedere verso chi gli onorati avessero manifestato fides. Prima la fides verso la città era indicata a proposito di un personaggio molto considerevole e ricco che ricoprì tutte le cariche municipali (XBr-9), actor delle cause (XI-7), patrono nelle cause (IX-1) ed aiutante nella ristrettezza di annona (VIII-3), patrono della città, magistrato di Ariminum ed avvocato (VIII-12). C’era poi una fides verso collegi municipali come per il questore del collegio (XI-4 e forse anche VIII-11) ed una fides fra o verso amici (XBr-11, XBr-13). Da questo risultato è chiaro che casi con la fides verso la città sono più numerosi. Per quanto riguarda questi cinque casi della fides verso la città ed anche due della fides verso collegi municipali, si può dire che la fides fosse atteggiamento o sentimento verso la città o collegi municipali simile ad adfectio o amor o benevolentia; sincerità o fedeltà verso la collettività, sia città intera sia collegi municipali. Infatti nelle fonti letterarie si trovano spesso citazioni di fides in coppia con amor e con benevolentia, che paiono un aspetto della fides91.
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Cfr. Hellegouarc’h 1963, pp. 24-27. 90
Cfr. Hellegouarc’h 1963, pp. 30-31, «C’est que la fides se définit uniquement d’après un ensemble de cas particulieres; elle n’atteint que difficilement la valeur d’une abstraction». 91
Cfr. Hellegouarc’h 1963, p. 24. L’autore elenca «Fides et amor» e «Fides et
beneuolentia» tra gruppi i più frequnti di fides citata con altre parole; Fides et amor: CIC. Att. II.22.4, 23.4; III.20.2 e Fides et beneuolentia: Rhet. Her. III.14; CIC. Ver. II.2.2; Prov.
Poi è interessante che la fides di tre iscrizioni (XI-7, IX-1, VIII-12) avesse un suo valore specifico anche in campo giuridico. Si sa che fides poteva indicare anche doveri del difensore in giudizio; nelle fonti letterarie ci sono esempi dell’uso del termine in relazione con iustitia92. Mentre la fides di due iscrizioni fu usata anche in campo finanziario. Come questore del collegio (XI-4) e come patrono della città nella ristrettezza di annona (VIII-3), rispettivamente gli onorati contribuirono finanziariamente ed in seguito manifestarono sincerità o fedeltà alle collettività a cui appartenevano. In questi casi la fides indica il modo con cui si ricoprono le proprie cariche e si compiono i propri doveri come magistrati93.
Per quanto riguarda la fides tra amici (XBr-11, XBr-13), in apparenza sembra che sia virtù privata, però in XBr-11 un cavaliere, patrono della città, fu onorato con una statua in luogo pubblico concesso da un decreto dei decurioni ed anche in XBr-13 un senatore fu onorato con una statua; i due onorati erano in relazione con il potere centrale e dunque naturalmente importanti e notevoli a Brixia e sicuramente non erano solo privati. Quindi si deve riconoscere l’intenzione politica nell’insistenza della fides come amicizia con personaggi importanti nelle iscrizioni esposte al pubblico. Infatti nelle fonti letterarie come base di amicizia la fides è citata spesso in coppia con amicitia, naturalmente come un concetto politico94.
Poiché in IX-1 la fides compare due volte ed in VIII-11 ci sono due onorati, gli onorati sono dieci; due senatori (XBr-13, VIII-3), cinque cavalieri (XBr-11, IX-1, VIII-12, e forse anche XI-7 e VIII-11), due magistrati municipali (XBr-9, VIII-11), un questore di collegio municipale (XI-4). Dunque per quanto riguarda i personaggi onorati con il termine, non c’è divergenza di condizione socio-professionale, anche se chiaramente i cavalieri sono più numerosi. Inoltre un senatore (VIII-3) ed un cavaliere (XI-7) erano anche patroni della città e tre cavalieri, tranne uno (XI-7), ricoprirono anche cariche municipali. Così questi personaggi onorati con il
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Per esempio Cicerone spiega la fides in riferimento alla iustitia (Off. I.7.23.):
Fundamentum autem est iustitiae fides, id est dictorum conventorumque constantia et veritas. La fides in coppia con iustitia è come segue; CIC. Rep. I.2, II.26, III.27; Off. III.79,
cfr. Hellegouarc’h 1963, p. 31, n. 3. 93
Cfr. Hellegouarc’h 1963, p. 30. 94
Cfr. Hellegouarc’h 1963, pp. 23-24. Per esempio si usa tra Catilina e complici; Ni virtus
fidesque vostra spectata mihi forent, nequiquam opportuna res cecidisset (SALL. Cat.
XX.2), o tra i Romani ed i gallici; Eodem equitatus totius Galliae convenit, numero milium
quattuor, principesque ex omnibus civitatibus; ex quibus perpaucos, quorum in se fidem perspexerat, relinquere in Gallia (CAES. Gal. V.5.4).
riconoscimento della fides erano collegati fortemente con le loro città, a cui avevano manifestato sincerità o fedeltà. I dedicanti sono la res publica in tre iscrizioni (XBr-9, VIII-12 e forse anche XI-7), dei collegi municipali in quattro (XI-4, IX-1, VIII-11 e VIII-3 con i vicani dei sette vici) e dei privati in due iscrizioni (XBr-11, XBr-13). Si potrebbe dire che specialmente i collegi municipali la usassero di preferenza.
13) honestissimus95
Come ho detto sopra nel paragrafo di “Criteri di selezione delle iscrizioni” (II.1.B.2), non tratto le titolature di honestus o honestissimus per onorare i cavalieri ed i membri delle loro famiglie, come quella di clarissimus per i senatori, o in casi più tardi, per i notabili locali96. Ma c’è un esempio di honestissimus, superlativo di aggettivo honestus, che si riferisce ad animus, usato non come titolatura, ma come termine che indica la qualità lodevole.
1: prona voluntate honestissimo animo ultro Calvius Pollio (quattuor)vir i(ure)