• Non ci sono risultati.

6 2 E lezion i, p a rtiti e d inam ica del p rocesso de* cision ale

6.2.2 Clientelismo e particolarismo

Già’ in precedenza abbiamo sottolineato come clientelismo e particolarismo si manifestino attraverso una molteplicità’ di fenomeni tra cui particolare rilevanza rivestono quelli legati alla dimensione/consistenza demografica dei diversi gruppi di policy-takers. Si comprende allora perche’, nell’iutento di cogliere le moda­ lità’ e i meccanismi di funziouamento del possibile ciclo elettorale nell’ area

3Cio’ lignifica che la correlasione tra )• proposte di legge presentate dai diversi partiti com­ petitori risulta elevata anche 'obliquamente’', vale a dire tra raggruppamenti diversi deila coetellasione degli interessi.

della produzione delle politiche sociali al centro della nostra analisi, acquista importanza focalizzare 1’ attenzione anche su questo significativo aspetto.

L’ esame dell’ andamento dell’” indice di importanza demografica” 4 in pros­ simità’ di elezioni politiche ci consente di realizzare una prima, significativa ap­ prossimazione alla comprensione dei patterns dei flussi di comportamenti reat­ tivi e adattivi dei diversi partiti politici presenti in parlamento. 1 valori di questo indice, rivelatore delia tendenziale propensione dei vari law-makers ad adottare più’ o meno esplicite strategie di rappresentanza politico-parlamentare impron­ tate a particolarismo e/o a clientelismo, rivelano - come evidenziato nella figura 6.1 riprodotta qui sotto • una chiara inclinazione dei parlamentari appartenenti alla DC a presentare nella parte conclusiva delle singole legislature proposte di legge riguardanti categorie sociali dal peso demografico ridotto rispetto ai corrispondenti valori medi della legislatura.

Fig. 6.1 - "Peso demografico” dei progetti di legge pensionistici

<H3 a - il »-«3 OH* M-72 n- n 7»-d

UpiMan

4L ’ "indice di importanza demografica” dei progetti di legge pensionistici e' una misura sin­ tetica del grado di particolarismo della rappresentanza politica dei diversi lawmakers Esso « ’ operaxionalistato attribuendo alle singole proposte di legge un "peso" corrispondente alla classe demografica di appartenenta della categoria socio-professionale interessata dai provvedimenti proposti Per i dettagli si veda l'Appendice metodologica.

All’ interno di questa prevalente tendenza ad accentuare la propensione verso il particoalrismo da parte del partito di ispirazione cattolica, merita di essere segnalato come, per la sesta legislatura (1972-1976), si registri una situazione inversa rispetto a quelle precedenti e a quelle successive. Questo scostamento dalla linea di comportamento prima sottolineata suggerisce un’ ipotesi che qui non può’ che essere avanzata senza poter essere approfondita: cioè’, che tale significativa - sia pure temporanea • inversione di tendenza sia da mettere in relazione in quache modo con la consistente avanzata elettorale del PCI nelle elezioni amministrative del 1975 e con la vittoria dello schieramento progressista nel referendum sul divorzio del 1974.

Considerazioni sostanzialmente analoghe a quelle sviluppate per la DC, d ’ altra parte, si possono applicare anche all’ attività’ legislativa dei diversi go­ verni in carica. In questo caso, tuttavia, 1’ eccezione e’ rappresentata dalla quarta legislatura, politicamente caratterizzata • coni’ e’ noto dalla formazione delle prime coalizioni di centro-sinistra. Meno limpide, per contro, si presen­ tano da questo particolare punto di vista le dinamiche parlamentari di PCI e PSI. Infatti, questi due importanti partiti non mostrano una netta prevalenza di orientamenti particolaristici nelle loro iniziative legislative in prossimità’ di scadenze elettorali.

Per rendere più’ articolata ]’ analisi delle reazioni dei partiti politici all’ av­ vicinarsi di elezioni generali, inoltre, e’ utile prendere in considerazione anche la dinamica della specifica competizione interpartitica vista nella prospettiva- demografica. In quest’ottica particolare, la ricerca ha messo in risalto come tra i due principali partiti politici italiani la prossimità’ di scadenze elettorali produca essenzialmente un considerevole incremento del livello di competizione parlamentare attraverso un’evidente polarizzazione delle rispettive strategie di rappresentanza. La sottostante tab. 6.7, infatti, rivela come • rispetto ai va­ lori relativi al periodo 1948-1983 • negli anni preelettorali e elettorali i valori dei coefficienti di correlazione tra il numero delle proposte di legge dei due partiti riguardanti categorie socio-professionali o molto ridotte sul piano della consistenza demografica o, al contrario, molto rilevanti aumentino in misura certamente non irrilevante.

T a l» . G .T - M a t r i r r <H r»rr«*ÌaiM 4>u<‘ t r a ì tl i )»r«»|x>«ftr il i « l a j l a D ( * v « la i P O I

t u f iiu x m u < ‘ « Ie lla rliim ic « I f u i o g r . i t j r a « W « l m t i u a t a r i .

r liutai' il 1 y ■■ i 4 & '<5 i 8 0 - 48-83 .24 .2 6 M Ì .16 • Ì4 .40 ' ' .4 V1 . 6 1 * " .0 0 755"**“ T R E E L . li' .C I -.01 : 2 C + .49 + .04 u r IX - .21 .8 8 • E L E T T . u< .41 .(HI .30 .29 .47 .0 0 .64 111 .78 nc = non calcolabile PREEL. = anni preelettorali ELETT. = anni elettorali

In sostanza, la DC e il PCI sembrano diventare reciprocamente più’ reattivi in periodo preelettorale soprattutto verso gli estremi dello spettro della consistenza demografica dei vari gruppi di policy-takers. Tutto ciò’ indica chiaramente 1’ attivarsi di meccanismi di selezione delle iniziative legislative in materia di po­ litiche pensionistiche volti ad assicurare tanto la massima visibilità’ politica - grazie in particolare alle proposte di legge destinate ad interessare i grandi gruppi di beneficiari - quanto la massima capillarità’ delle rispettive strutture di rappresentanza politico-parlamentare.

Dal canto loro, sul versante opposto della prevalente coabitazione all’ interno delle stesse coalizioni di governo, DC e PSI mostrano di non essere indifferenti, nella conduzione della loro azione di rappresentanza politica dei diversi gruppi di interesse, all’ influsso esercitato sui rispettivi comportamenti parlamentari dalla prossimità’ temporale di eiezioni politiche. Tuttavia, essi sembrano reagire al fattore elettorale lungo linee tendenzialmente simmetriche rispetto a quelle viste per la coppia di competitori DC-PCI. Si registra infatti per la coppia antagonista DC-PS1 un significativo incremento - come messo in evidenza dalla tabella 6.8 - del grado della competizione interpartitica per le proposte di legge relative alle categorie socio-professionali appartenenti alle fasce centrali del ventaglio della consistenza demografica.

T u l i. C .8 - M i i t r i i v «li r o r r r l . ' i x i o u o t r a i H u * * i «li p r o p o n t o Ui !«•**«• ]h‘u h ì«>u i * t i r l i * * |>r<’a o u tiit4> « la lb i D O c «Ini P S I

ÌU ftuir.ioiir tirila tlouiopriitHu dei iuutrtri.

r l a a * r o 1 2 — Ò 4 ~ t ~.... 0 ' i 8 9

» - ” ” - - - -

4S-S3 .32 -.03 ■M11 .7à*» - y g t r - .01** -.OC .04 “ .14 .08 P R E E L . .23 .IH) .28 .70 C4 .5C u< 43 -.14 -.2(1 ELETT. .1 4 -.41 .36 .0 4 * * .85* .67 m .95** .17 -.33

Iir ss uou rMkoUlù)** ri?EEL- = nauti j>r«*rl«*ttorali

ELET T = anni elettorali

Pertanto, se per la DC e il PCI la tendenziale polarizzazione "demografica” della dinamica competitiva e’ da mettere in relazione a opzioni di visibilità’ e di capillarità’ della rappresentanza politica, per gli antagonisti DC e PSI la eviden­ ziata propensione verso la concentrazione della competizione parlamentare sulle categorie "mediane” da un punto di vista demografico in prossimità’ di scadenze elettorali può’ essere ricondotto soprattutto a due ordini di ragioni. Il primo concerne la diversa potenzialita’ "tecnico-operativa” di produzione di progetti di legge - sia in termini di estensione dello spettro della rappresentanza che in termini di "intensione” • dei due partiti legati dagli anni ’60 da altalenanti rapporti di alleanza. Il secondo, invece, del resto strettamente intrecciato al primo riguarda verosimilmente 1’ opzione dei parlamentari appartenenti al PSI di assicurarsi 1’ appoggio di gruppi sociali mediamente consistenti da un punto

di vista demografico ma organizzativamente più’ facilmente identificabili come target e quantitativamente (in termini di frequenza) più’ numerosi all’ interno della costellazione degli interessi.

Quanto al primo di questi due ordini di motivi, i dati della stessa tabella 6.8 suggeriscono l’ idea che il "differenziale di energia” parlamentare derivante dalla considerevole diversità’ di consistenza numerica dei gruppi parlamentari dei due partiti influisca sulla capacita’ del minore dei due (il PSI) di allargare lo spettro della rappresentanza. Infatti, il PSI non può’ estendere, al di la’ delle sue preferenze e opzioni strategiche, la composizione del ventaglio degli inte­ ressi rappresentati lungo linee tendenzialmente orientate verso 1’ assunzione di di assetti interni ispirati al modello del catch-all-party. In questo senso i vincoli tecnico-operativi dei gruppi parlamentari del PSI si coniugano con quelli impo­ sti dalla struttura della rappresentanza in cui i parlamentari del terzo partito italiano sono organicamente inseriti. Il secondo ordine di ragioni, per contro, induce a ritenere che i gruppi parlamentari socialisti, lasciando ai loro singoli membri un discreto margine di autonomia in materia di iniziative legislative, si siano disposti lungo una linea di azione capace di massimizzare - anche a scapito della visibilità’ e della capillarità’ - il "ritorno” elettorale puntanto su targets dotati di una più’ elevata identità’ politico-organizzativa. In sostanza, 1’ evidenza empirica sembra indicare abbastanza chiaramente l’ importanza dei vincoli di potenzialita’ di lavoro parlajnentare nella conduzione delle iniziative legislative tanto da indurre il PSI a concentrare là propria competitivita’ sui' settori mediani della mappa degli interessi.

Spostando ora 1’ attenzione sulla coppia antagonista PCI-PSI si può’ os­ servare come questi due partiti rivelino in periodi preelettorali una accentuata tendenza ad incrementare il livello della loro competizione in relazione a gruppi di policy-takers dalla consistenza demografica medio-alta. Infatti i dati conte­ nuti nella tabella 6.9 qui sotto, mostrano un sensìbile aumento dei valori dei coefficienti di correlazione tra le inziative legislative dei due partiti concernenti categorìe socio-professionali appartenenti a classi demografiche medio-alte.

Titl». C.O - M a i r i r r «li rorrel**xi«m e t r u i Di i m ì «li «li )<*££** |> r r * e u t * t r

<1h1 rei

•* « lu i P S I

i u f u u f t io u e «l«*U;i tIh a im- <leuiMjcr*t>4 » <b'i ilt u i i m i U r i .

rl.< le w - li 1 ' " T - 3 " 1 4 6 G .... i " 1 ' V 4 8 - S 3 .1)4 - .1 0 .0 7 - .1 2 .1 4 .711' •■ iti .2 0 - .1 0 E L E T T . u«- - .04 - .2 0 .1 8 .11 .8 0 * IH" GO CO - .2 0

P P E E L = H im i j » r e e l e t t o r a l i E L E T T . » a n n i e l e t t o r a l i

Tutto ciò’ rivela la reattività’ dei due partiti della sinistra storica italiana alle rispettive iniziative legislative non caratterizzate da particolarismo ma le­ gate alla universalmente riconosciuta esigenza di diminuire la complessità’ del si­ stema pensionistico, ritenuto a ragione generatore di disparita’ e disuguaglianze.

Inoltre, e’ risultato die il verso della competizione e’ più’ intenso nella direzione PCI-PSI che non viceversa.

L’ excursus qui presentato intorno all’ impatto delia prossimità’ temporale di elezioni politiche sulla struttura della competizione interpartitica vista sotto la specifica angolazione della consistenza demografica dei diversi poiicy-takers, offre lo spunto per alcune considerazioni di carattere più’ generale relative alla esistenza o meno di un *ciclo elettorale” all’ interno del " pension lawmaking” in Italia. I dati empirici indicano come 1’ avvicinarsi della scadenza elettorale eser­ citi un evidente influsso sui comportamenti parlamentari dei principali partiti politici italiani. Tale impatto si manifesta essenzialmente in una significativa modificazione della configurazione strutturale della dinamica competitiva tra i diversi protagonisti della vita parlamentare in Italia.

La Fig. 6.2 presenta una sinossi degli effetti del ciclo elettorale sui compor­ tamenti parlamentari dei tradizionali competitori nell’ arena politica.

Fig. 6.2 • Effetti del ciclo elettorale sulla dinamica della competizione interpartitica (valori medi dei coefficienti di correlazione)

Cm ittim * dcaogrrtici Bm u fedii Alt* C«»». ti C M p t t i t s r i 1 Ù..I t K-rCl I ì IL I 1 ---6- I ; &..1 1 PCl-fSl 1 I «. I I I 0,1» I 0,34 l --- 1--- I I DC-PSI l 1 I- -v,« -.05 0.-»! o.a 0,41 0,31

a . i o,3 i o,5? : -o.ce

K. l ' 0,3-1 i < »,« i o.o»

0,1»

0,02

I dati in essa contenuti confermano nella sostanza quanto in precedenza era stato sottolineato. Infatti, la coppia antagonista DC-PCI rivela una tendenza verso una polarizzazione * demografica” della competizione interpartitica, men­ tre quella i cui poli sono rappresentati da DC e PSI reagisce all’ approssimarsi di elezioni politiche incrementando il livello della competizione in relazione alle ca­ tegorie socio-professionali a media consistenza demorafica. La coppia PCI-PSI, d’ altra parte, in periodi preelettorali assume un assetto nella competizione par­ lamentare prevalentemente orientato verso le categorie di policy-takers dal peso demografico medio-alto.

L’ analisi delle variazioni prodotte dalla variabile "prossimità’ di elezioni politiche” sulla dinamica della competizione interpartitica tra i tre principali partiti italiani ha mostrato ancora una volta 1’ esistenza di simmetrìe di com­ portamento tra DC e PSI, da un lato, e PCI dall’ altro. Tutto questo traspare in forma abbastanza evidente uegli adattamenti die si verificano nei rispettivi flussi di iniziative parlamentari. Infatti, e’ stato possibile osservare come i primi due partiti (ma soprattutto la DC) in periodi * non-preelettorali” evidenzino una maggiore propensione verso 1’ adozione di strategie di comportamento nel processo di produzione legislativa più’ inclini al particolarismo, attraverso la rap­ presentanza di interessi "micro-sezionali* (Cantelli, 1974), mentre il PCI appare tendenzialmente più’ propenso a farsi portatore di interessi meno particolaristici *. In periodi preelettorali invece si registra un sensibile riaggiustamento dei mo­ delli comportamentali dei diversi partiti presenti in parlamento. Il cambiamento e’ più’ rilevante nel PCI e nel PSI che non nella DC proprio in considerazione del carattere dichiaratamente interclassista (e clientelare) di quest’ ultimo partito. I due partiti della sinistra storica, infatti, reagiscono in modo diametralmente opposto all’ approssimarsi di elezioni politiche generali. Il PCI, da un lato, ac­ cresce la propria "reattività”’ verso le categorie dal modesto peso demografico mentre il PSI rivela una più’ elevata attenzione verso quelle caratterizzate da una medio-alta consistenza demografica. Tutto ciò’ indica quanto diversi siano i legami di questi due partiti col sistema degli interessi nella società’ italiana.

In conclusione, quindi, si può’ notare come - perlomeno all’ interno della importante area di politice sociali qui studiata - 1’ ipotesi di un ciclo eletto* rale relativo alla dinamica de) processo di attivazione dei flussi di competizione interpartitica nell’ arena parlamentare viene, sia pure ancora largamente in ma­ niera approssimativa, suffragata da riscontri empirici. Naturalmente non va dimenticato che il ciclo elettorale di cui qui si parla non va riferito, come invece accade nella vasta letteratura sul "politicai business cycle” (Nordhaus, 1975; Tufte, 1978) alle interrelazioni tra sfera economica e sfera politica. In questo senso, la portata e la valenza esplicativa deli’ ipotesi di ciclo elettorale qui svi­ luppata e empiricamente verificata va ricondotta esclusivamente all’ interno del sotto-sistema della sfera del processo decisionale costituito dalla produzione le­ gislativa. Con queste limitazioni, si può’ quindi affermare che esiste un ciclo

elettorale nel "pension lawmaking” in Italia che e* in grado di modificare le logi­ che di azione e le tattiche comportamentali nella rappresentanza degli interessi attraverso una redistribuzione intrapartitica della propensione al particolarismo nelle iniziative legislative.