• Non ci sono risultati.

Se tale Comandamento fosse rispettato e osservato da almeno un quarto della popolazione, le cose andrebbero molto meglio, ma è qualcosa che ritengo irrealizzabile, pura utopia

Nel documento Per te cosa significa credere in Dio? (pagine 48-63)

Enrico D’Antonio 39.

Secondo me stare uniti, specialmente in questo periodo, sarebbe fondamentale ma siamo tutti troppo impegnati a sopravivere uno sull’altro anziché tutti insieme. Io, per esempio, ho avuto a che fare con due ragazzi che per strada mi hanno aggredito dopo avermi bloccato su un luogo trafficato e non c’è stato nessuno che mi ha aiutato, ho potuto contare solo su me stesso, sono riuscito a liberarmi, difendermi e poi denunciandoli tutto questo 2 anni fa e ancora andiamo per tribunali.

Dario Bevilacqua

40.

Il Comandamento di Gesù è molto importante. Bisognerebbe sempre amare il prossimo, aiutarlo se in difficoltà senza alcun fine. Fare del bene è una cosa bellissima, bisognerebbe fare volontariato, andare negli ospedali semplicemente a donare un sorriso a che è meno fortunato di noi.

Valentina Brannetti

41.

Al mondo non esiste relazione più importante, più vera e più luminosa di quella fondata sull’amore, ma non solo come sentimento. Amore è ricevere esclusivamente la felicità dell’altro, senza un secondo fine, come Gesù ha amato noi, donando la sua vita per gli altri, aiutando gli altri,

prendendosene cura, incoraggiandoli e soprattutto ci perdona sempre. Per la nostra società è una grande sfida, ma è il modo migliore di vivere, per seguire i passi di Gesù sulla strada dell’amore.

Purtroppo però questo Comandamento non viene considerato da tutti, infatti ci imbattiamo tutti i giorni in evidenti forme di menefreghismo, parlo per esperienza vissuta.

Rebecca Mariani

42.

Credo che questo Comandamento di Gesù sia molto importante: purtroppo le persone se ne discostano troppo spesso. Immerse nelle proprie preoccupazioni non si rendono conto, o

semplicemente, si dimenticano della gioia di aiutare il prossimo, non soltanto attraverso le azioni, ma anche dando conforto e amore. Aiutare il prossimo senza alcun fine arricchisce gli altri e noi stessi.

Laura Fiori

43.

Al Comandamento “amatevi l’un l’altro come ho amato voi” nella nostra società ormai non gli viene data più l’importanza di una volta, poiché le persone sono diventate molto menefreghiste.

Rebecca Di Lazzaro

44.

Il Comandamento di Gesù dovrebbe, senza dubbio, essere seguito da tutta la società in modo tale da rendere più semplice la convivenza. Come in tutte le cose la medaglia ha due facce: in una c’è il menefreghismo totale delle persone che pensano solo ed esclusivamente alla carriera o a sé stessi, mentre nell’altra ci sono persone che, o per motivi personali o per ideali, sono disposte a tutto pur di aiutare il prossimo. La cosa triste secondo me che dopo questo ragionamento ci si rende conto che vince il menefreghismo.

Valentina Bartoli

45.

Credo che nella società di oggi sia facile vedere ragazzi che se vedono persone in difficoltà si girano dall’altra parte. Io penso che basterebbe un piccolo aiuto per una società migliore.

Giordano Funari

46.

E’ vero, oggi sono molto evidenti queste forme di menefreghismo e ormai quasi più nessuno segue il Comandamento di Gesù! Sarebbe così semplice stare davanti ad una persona in difficoltà e pensare:

“Ora che farebbe Gesù al mio posto?”

Tiziana Moscariello

47.

Il mondo in cui viviamo è caratterizzato da uno spiccato individualismo. Premesso ciò non è raro, per fortuna, incontrare e sperimentare gesti altruistici che, se si guarda il mondo con altre lenti, sono dappertutto. Il nuovo Pontefice Francesco sta dando un ottimo esempio ai propri fedeli, compiendo atti pubblici di grande umiltà, come la lavanda dei piedi dei giovani carcerati romani. Non è facile aiutare gli sconosciuti, come del resto non lo è neanche farlo con amici e parenti, la fede in Dio serve soprattutto a questo: ad aiutare chi non conosciamo e ad essere altruisti.

Riccardo Pepe

48.

Diciamo che è fondamentale ed è proprio quello che intendevo dire nel fascicolo n° 3, anche se amare gli altri è dedicarsi ai problemi degli altri non sempre si è visti e giudicati in maniera positiva, spesso queste persone vengono giudicate come stupide.

Mauro De Angelis

49.

Questo Comandamento potrebbe essere la soluzione a molti, se non tutti, problemi del mondo, se solo si mettesse da parte l’orgoglio e si capisse che alla fine non ci sono differenze tra gli uomini, siamo tutti uguali. Quando il comportamento descritto da Gesù verrà rispettato da tutti, forse, si potrà vivere in un mondo più sereno.

Antonio Roffi

50.

Mai come oggi queste parole contano, in un mondo dove l’altruismo è una parola inesistente.

Alessio De Simone

51.

Sinceramente, almeno a mio parere, la società moderna è molto distante dall’insegnamento che Gesù ci ha dato. Nella realtà che vedo tutti i giorni, purtroppo, non riesco a ritrovare il

Comandamento di Gesù.

Piergiorgio Cascapera

52.

Questo discorso lega molto al terzo fascicolo ma secondo me se vuoi “amare l’altro” non puoi farlo perché non ci si può fidare di nessuno. Parlo per me, purtroppo per vicende successe con amici molto stretti, legati solo per profitto e comodità.

Daniele Bastianelli

53.

Credo che questo sia uno dei Comandamenti più importanti che ci sia, a cui tutti dovremmo far riferimento ogni giorno della nostra vita. Purtroppo oggi giorno siamo inseriti e trasportati da un modo di vivere troppo congestionato, fatto di realtà pratiche che ci affollano la mente. Non riusciamo più a trovare il tempo per un pensiero, un pensiero, come dico io, “pensato” e non rielaborato, come siamo costretti a fare per le nostre normali attività di routine.

Marco Romaldini

54.

Secondo me gli uomini si differenziano da altri animali soprattutto perché vivono in una società e perché dovrebbero aiutarsi a vicenda. Purtroppo spesso accade che le persone pensino solo al proprio bene, trascurando e anche evitando di aiutare il prossimo. se ci fosse meno egoismo e ci aiutassimo tutti di più, avremmo meno beni materiali ma saremmo tutti più felici e ricchi nell’anima.

Piero D’Amora

55.

Conta molto, anche se si vede raramente, è uno dei primi rimedi in questi tempi lo dovrebbero capire più persone ma prima o poi accadrà sicuramente.

Claudio Tagliacozzo

56.

Penso che questo Comandamento sia il fulcro del cristianesimo. È fondamentale in una società cristiana rispettare questo Comandamento per definirsi un buon cristiano. Altrettanto importante, per me, è l’estensione “Ama il prossimo tuo come te stesso.” Sembrano molto simili ma, a mio parere, stanno ad indicare 2 concetti diversi: il primo suggerisce di amare gli altri nel modo in cui tu sei stato amato dagli altri, il secondo suggerisce di amare gli altri come tu ami te stesso. Questi sono i pilastri fondamentali non solo della cristianità, ma dell’essere umano. Se tutti riuscissimo a

rispettare questi comportamenti, sicuramente, il mondo sarebbe migliore. Ma, il problema è che sono concetti difficili da rispettare, soprattutto nella società odierna così egoista e individualista. Gli uomini oggi, soprattutto in questa società cosiddetta “industrializzata,” hanno tutto ciò di cui hanno bisogno e nonostante questo non riescono a rinunciare a niente e non riescono a condividere niente con l’altro. L’altro, a sua volta, non riesce ad apprezzare ciò che gli viene offerto, pretendendo di più.

Forse perché si ha paura di “avere bisogno” di qualcosa o qualcuno, si ha paura di dover chiedere all’altro, si ha paura dell’altro e si vuole sempre di più… così da poter bastare a sé stessi.

Katia Tagliacozzo

57.

Gesù dice di amarci l’un l’altro come ci ha amato. A volte è difficile nel mondo in cui viviamo, amarsi tutti allo stesso modo perché amare è una parola grande come amicizia, il vero amico si vede al momento del bisogno, nel bene e nel male. Questo è il comportamento più importante che purtroppo oggi il nostro stile di vita ci porta a non seguire e quindi, di conseguenza, ci spinge a pensare prima a noi stessi e trascurare ciò che non ci tocca da vicino.

Luca Miconi

58.

La società è molto menefreghista. È raro trovare qualcuno che ti aiuti solo per piacere e non per secondi fini. Quello che vedo è una società basata solo sul consumo, sui soldi e mai su un gesto di affetto verso che ha bisogno.

Daniele Miconi

59.

Questo è il Comandamento più importante che un cristiano (ma l’uomo in generale) dovrebbe seguire, anche se lo stile di vita di oggi ci porta a non seguirlo. Ognuno di noi è intento a portare avanti la propria vita, costellata da impegni e difficoltà che, purtroppo, ci spingono a pensare prima a noi stessi e a trascurare ciò che non ci tocca da vicino. Se tutti riuscissero a fare di questo

Comandamento un modo di vivere, sicuramente riusciremo ad avere una vita più serena e in armonia con gli altri.

Natacha Zeppieri

60.

Oggi, purtroppo è assolutamente scordato questo concetto perché c’è troppo menefreghismo ed egoismo.

Francesca Moriconi

61.

Nella società di oggi, questo Comandamento sta andando a dissolversi sempre più. Se l’uno amasse l’altro, dovremmo “teoricamente” vivere uno stato di pace dei sensi, equilibrio mentale e fisico, uno stato di beatitudine in cui il mondo appare ai nostri occhi giocondo, soldi, allegria, amore e

spensieratezza da mali, i quali al giorno d’oggi, ammalianti ti aspettano in ogni dove.

Apparentemente qualche brandello di questo Comandamento ancora è presente, motivo per il quale eccessivamente male ancora non si vive. Non amore platonico, “margheritine e apine” ma desiderio che in cuor nostro si risvegli questo fuoco, una fiammella debole, prima che si assopisca e nel buio vagherà il nostro spirito.

Riccardo Renzi

62.

Oggi, questo Comandamento non è praticato sempre, forse non si fa per menefreghismo ma per bisogno, è un momento questo nostro che stiamo vivendo in cui per forza di cose uno è spinto a pensare solo a sé stesso. Ad esempio: cercano due persone per un lavoro io e un’altra ragazza, magari io sono sola mentre l’altra ha due bambini, è ragazza madre, bene… spero prendano me.

Clarissa Tucciarelli

Gesù è risorto dai morti. Anche noi, dopo la morte risorgeremo…

Credere nella resurrezione aiuta a vivere? Aiuta a superare il trauma della morte?

Quale alternativa pensi possa esserci alla resurrezione di cui parla il Vangelo?

1.

Credere nella resurrezione aiuta a vivere, perché nel mondo in cui siamo si pensa che ci sarà un mondo migliore e giusto, aiuta ad andare avanti. Il trauma della morte, con il fatto della

resurrezione, da una parte viene superato ma non del tutto perché non si è sicuri di quello che succederà.

Ambra Varesi

2.

Per me la morte non è un trauma, è nella natura dell’uomo, però se penso che dopo c’è la resurrezione sì, potrebbe aiutare, sempre per chi ha fede. Nessuno sa cosa c’è dopo la morte e l’alternativa non c’è. Se la vediamo dal lato cristiano dopo la morte risorgiamo ma dal lato ateo:

“Dopo la morte che c’è? Chi lo sa?” Questo è un mega dubbio che si scoprirà solo morendo.

Elia Sambucci

3.

Sinceramente io della morte ho paura, e pure tanta!! Ogni tanto penso dove andremo a finire una volta morti e mi viene una tale angoscia che provo a credere alla resurrezione, ed è vero, funziona perché pensi a una nuova vita, magari come l’hai sempre sognata e allora dici: “Sì, ok, si può fare!”

Un’alternativa non penso ci sia, se c’è vorrei saperla…

Giulia Dominizi

4.

Io credo nella resurrezione come tutte le persone religiose e secondo me aiuta a vivere, a superare i momenti difficili, il dolore, la sofferenza e a superare il trauma della morte. Sperare nell’aldilà, che ci sia qualcosa dopo la nostra vita terrena ci aiuta ad essere migliori e ci aiuta a consolarci quando perdiamo qualche nostro parente perché pensiamo che sia felice nell’aldilà. Io non credo che ci possano essere alternative alla resurrezione di cui parla il Vangelo anzi mi è capitato di osservare che persone poco credenti si sono ammalate gravemente, si sono avvicinate alla speranza di Dio perché avevano bisogno di credere in qualcosa.

Romina Bernani

5.

Credere nella resurrezione non aiuta a vivere perché non si sa cosa ci aspetta dopo. Però credo che aiuti a superare il trauma della morte perché ormai le persone non hanno più paura di morire dato che sperano nella resurrezione. E poi solo il pensiero di morte mette paura a molta gente perché si perde il rapporto con quelli che amiamo ma si perde soprattutto il rapporto con il mondo.

Giorgia Bagaglini

6.

Io penso che non aiuta a vivere perché ogni essere umano ha paura della morte. Non è facile

superarla, penso però, che la resurrezione in qualche modo possa aiutare a superare questo trauma, e in questo modo ci fa sentire confortati, il pensiero di rincontrare le persone perse nel corso della nostra vita terrena. La penso come è scritta sul Vangelo.

Giulia Latini

7.

Secondo me credere nella resurrezione è un grandissimo atto di fede, solo avendo delle certezze si potrebbe credere a questo, ma ci sono alcune persone che non credono che la resurrezione possa aiutare a vivere e di conseguenza pensano che non sia un buon motivo per superare il trauma della morte perché hanno proprio paura della morte e di abbandonare gli affetti terreni. Non ho nessuna idea di quale potrebbe essere un’alternativa alla resurrezione di cui parla il Vangelo.

Marta Taddei

8.

Proprio ieri come nella chiacchierata con tutta la comunità venerdì, ho asserito che nessuno muore.

Perché ieri? Perché ieri ho dovuto riaffrontare in prima persona un lutto. Una cara amica conosciuta da poco ma a me sembrava un’amica da una vita ci ha lasciato. E io per dare conforto a me e ai suoi figli ho asserito che da ieri mi manca la sua presenza fisica perché il suo amore (come quello di mio padre) lo sento vicino a me, perché i suoi insegnamenti faranno parte di me, essa vivrà. Come Gesù sarà la mia luce nei momenti più bui.

Vincenza Lenzini

9.

Le vicende narrano che Gesù sia morto e poi risorto. Nonostante questo però niente e nessuno può assicurarmi che dopo la morte esiste la resurrezione. A mio parere però ho sempre pensato che dopo la morte ci sia la vita eterna nell’aldilà. Quindi finirà la vita sulla terra ma continuerà da qualche altra parte, anche perché se finisse tutto questa vita non avrebbe senso. Gesù ha sacrificato la sua vita per noi e non penso che l’abbia fatto solo per questa vita, che a volte è così dura! Credere nella resurrezione aiuta a vivere? Io la parola resurrezione la interpreto come lasciare la vita terrena e iniziarne un’altra, non come la reincarnazione, a quella non ci credo. Sì, per me credere che dopo la morte c’è qualcos’altro aiuta a vivere più serenamente. Non so se si può superare il trauma della

morte perché comunque chi più chi meno, hanno tutti paura di morire, di lasciare i propri cari, la propria vita. io però ho una paura inversa, non ho tanta paura di morire quanto quella di perdere le persone a cui voglio bene. E’ anche per questo che prego Dio perché mi dia la forza un giorno di superare una situazione così difficile.

Irene Rossetti

10.

Credo che il miracolo della resurrezione in cui credono tutti i cristiani sia un aiuto spirituale e psicologico per vivere in serenità. Noi non sappiamo scientificamente cosa ci sia dopo che i nostri polmoni smettono di respirare e il nostro cuore di battere; se il buio o una nuova eterna luce. Ma il nostro credere in Dio accende la speranza per quella luce… se pensassimo tutti che una volta morti, non ci sia niente, finiremmo per impazzire. Non so se ci sia un’alternativa però con la fantasia ce ne sarebbero molte.

Clarissa Cavola

11.

Seguire questo corso mi sta aiutando a togliermi molti dubbi, mi sta facendo capire e vedere qualcosa in più rispetto a prima ma forse per questo argomento non riesco ad esprimermi molto perché a volte riesco ad immaginare qualcosa dopo la morte perché la nostra vita non può essere solo ciò che viviamo sulla terra ma sicuramente ci sarà di più, a volte ci rifletto e mi chiedo: “Cosa potrà mai esserci dopo la morte?” Non riesco ad immaginare la vita di una persona presente in modo astratto. Faccio questo tipo di ragionamento perché immagino che la resurrezione sia solamente una cosa astratta, un qualcosa che riguarda solamente l’anima di una persona.

Claudia Mazzalupi

12.

Per quello che ho potuto vedere la resurrezione come descritta e riportata non aiuta la nostra società a superare il suo conseguente trauma ma più spesso ad alimentare la rabbia di molti. Questo perché non ci fida né affida con cuore aperto a Dio ma alle sole condizioni. L’alternativa alla

resurrezione per me è come suo altro significato “FEDE”, riscoprire di poter affidarsi.

Francesco Droghini

13.

Il Vangelo ci ha insegnato che dopo la morte risorgiamo così come è risorto Gesù. Nessuno lo saprà mai, lo scopriremo solo quando sarà il n ostro momento. Per me credere nella resurrezione non aiuta a vivere perché non è una cosa sicura, potrebbe essere così come potrebbe non esserlo. Noi dovremmo vivere ogni giorno come se fosse l’ultimo e quando arriverà il momento lo scopriremo. Io personalmente spero di sì, se non ci dovesse essere la resurrezione o la reincarnazione per me non c’è niente, come diceva Dante andremo all’inferno o in paradiso.

Angelica Cesaroni

14.

Credere nella resurrezione aiuta a vivere. Io ho sempre creduto nella resurrezione e ho sempre sperato che fosse così per alleviare il dolore che si ha nel perdere qualcuno caro. Vorrei poter

pensare che un giorno potrò nuovamente abbracciare le persone che mi hanno lasciato molto presto o che addirittura non ho avuto modo di conoscere, perché troppo piccolo…. Non mi rendo bene conto di cosa possa esserci al di là di questo mondo terreno ma spesso sento la frase “ è passato a vita felice.” Riferito ad una persona che se n’è andata, che è stata chiamata da Dio e spero davvero che possa esserci la beatitudine e l’incontro con Dio.

Arianna Basei

15.

A volte ho difficoltà a credere nella resurrezione e a volte penso che possa accadere anche a noi come è accaduto a Gesù. Le alternative possono essere tante e possono essere poche, non so perché non ho mai letto il Vangelo attentamente e riguardo la resurrezione non so esprimere un concetto chiaro ma penso che sia una cosa bella.

Manuel Di Menna

16.

Io credo che la vita sia un grande miracolo, un vero dono, ed è così incredibile il mistero della vita.

Vedo tutte le persone profondamente indifferenti per cui credo nel concetto di anima che prosegue il suo cammino per ritornare alle origini della vita.

Roberta Trovato

17.

La resurrezione è un tema molto complicato da affrontare. Molte volte ho sentito di persone definite

“cristiane” che comunque non credono in queste cose. Sicuramente la speranza di un “proseguo”

dopo la morte può aiutare ad affrontare questo difficile passo, ma secondo me per vivere una vita migliore. Bisogna pensare all’oggi e non ad un futuro che, nel mio caso, si spera non troppo vicino.

Certo, nei casi estremi pensare di avere una seconda opportunità può aiutare tanto. Io

personalmente credo nell’ANIMA di una persona e penso che quella di certo non ci abbandoni dopo la morte, o meglio che abbandoni il nostro corpo per cercare un altro posto e un altro modo di vivere, io cerdo che la resurrezione sia anche questo ma secondo me il pensiero non basta per affrontare la morte e aiutarci a vivere.

Sara Mancini

18.

Per quanto mi riguarda posso dire che più che credere nella resurrezione, spero nella resurrezione e quindi penso che sia la speranza a farci superare il trauma della morte, la speranza di poter rivedere i nostri cari e saperli di nuovo accanto a noi.

Fulvio Giangirolami

19.

Sinceramente non so cosa ci sia dopo la morte, ma la cosa non mi spaventa particolarmente. Penso

Sinceramente non so cosa ci sia dopo la morte, ma la cosa non mi spaventa particolarmente. Penso

Nel documento Per te cosa significa credere in Dio? (pagine 48-63)

Outline

Documenti correlati