aiutarci a vivere o a superare il trauma della morte. Quando una persona viene a mancare, non c’è più fisicamente ma vive comunque nei nostri ricordi e nel nostro cuore. Personalmente penso che possa essere l’unico modo, non tanto per risorgere, quanto per rimanere in vita.
Valentina Bartoli
46.
Credere nella resurrezione non aiuta a vivere perché ogni persona ha paura della morte. Il trauma della morte per come sono fatta io è difficile ma anche non difficile perché l’unico modo per superarlo è pregare e credere che dopo la morte ci sia un’altra vita. Non ho mai letto il Vangelo quindi non conosco altre alternative alla resurrezione.
Giulia Perciballi
47.
Io penso che credere nella resurrezione aiuti a vivere meglio la vita, o almeno, a prendere decisioni più giuste e ad essere più buoni, ma non credo che aiuti a superare il trauma della morte, non solo per la paura di essa, ma soprattutto per quella incognita che ci accompagna per tutta la vita, cosa< ci sarà dopo?
Tiziana Moscariello
48.
Io credo alla resurrezione forse perché ci aiuta a vivere e così dopo la morte non ci fa più tanta paura, non credo ci sia altra soluzione.
Giordano Funari
49.
Personalmente non credo nella resurrezione ma nonostante ciò riesco a vivere felicemente la mia vita, pensando semplicemente che in tutto c’è un lato positivo.
Antonio Roffi
50.
Come dicevo, ci aiuta a sperare in un mondo migliore dove ci sia giustizia, rispetto e amore per le persone e per il mondo circostante, dove le anime delle persone possono soltanto amare e non possono essere influenzate negativamente.
Mauro De Angelis
51.
Credere nella resurrezione aiuta a “sopportare” le difficoltà della vita. E’ sicuramente il più intenso atto di fede che l’uomo può sperimentare al punto che non credere ad una vita dopo la morte implica il non comprendere il messaggio di Cristo. Al giorno del giudizio seguirà la vita eterna, una vita di contemplazione dell’eterno e priva di ogni caratteristica della vita terrena. La morte dunque ci consegna alla vita ultraterrena ed è dunque il punto di collegamento fra questa e la vita eterna.
Riccardo Pepe
52.
Sì, perché ci da speranza.
Sì.
Nessuna.
Alessio De Simone
53.
Personalmente penso che al termine di questa vita ci sia qualcosa, non so se resurrezione o cos’altro ma, sono sicuro che, non tutto può finire così, ho solo quindici anni ma è da tanto che mi pongo interrogativi riguardo lo scopo principale di questa vita. Non penso che credere alla resurrezione possa aiutare a vivere, personalmente non temo la morte e forse sono stupido a dire questo ma non
mi sono mai posto il problema della paura riguardo la morte, certo, molto spesso penso che la vita sia troppo corta e, proprio per questo, a volte non riesco a gestire il mio tempo. Forse l’ipotesi che più si avvicina alla resurrezione, a mio parere, è la reincarnazione.
Piergiorgio Cascapera
54.
Credere alla resurrezione, secondo me, non aiuta a vivere ma a sentire vicino il ricordo di chi non c’è più, sinceramente non so cosa accade dopo la morte ma, spero vivamente, di poter “sorvegliare” e proteggere i miei cari.
Daniele Bastianelli
55.
Sinceramente non so molto della resurrezione di cui parla il Vangelo, so però che io ci credo. Questo però non penso mi aiuti molto a vivere oggi o a non pensare alla morte come un evento traumatico.
Forse egoisticamente la morte poco mi tocca in quanto credo tornerò sulla terra sotto altre spoglie.
Averne paura forse è solo indice di chi non crede esista un anima.
Marco Romaldini
56.
Sì, credere nella resurrezione aiuta sicuramente a superare il trauma della morte, aiuta a vivere meglio la propria vita. L’alternativa alla resurrezione non so quale possa essere. alcune persone credono che dopo la morte ci sia il nulla, non credono ad una vita dopo la morte, si chiudono gli occhio e si smette di vivere… semplicemente. Ed è tutto finito. Forse, però, una valida alternativa alla morte è creare qualcosa che ci renda indimenticabili. Forse sapere che, una volta morti, il ricordo di noi stessi vivrà in qualcun altro o qualcos’altro ci potrebbe aiutare nel momento della morte.
Questo, secondo me, si riflette soprattutto nella creazione di una famiglia, di una discendenza che ti ricordi quando non ci sarai più. Ed è quindi importante creare un clima sereno e di rispetto con i propri genitori e poi, con i nostri figli.
Katia Tagliacozzo
57.
A tanti può aiutare a vivere, ad altri a superare il trauma della morte per me non aiuta…cioè non deve aiutare, deve coesistere con noi stessi. Credo sia una resurrezione spirituale e non vedo altri tipi di resurrezione.
Claudio Tagliacozzo
58.
Personalmente non credo nella resurrezione. Secondo me il Vangelo racconta delle tesi e delle storie per lasciare un messaggio e non deve essere preso sempre alla lettera; la resurrezione di cui si parla non deve avvenire dopo la morte ma prima, ognuno può risorgere dalla vita che sta seguendo in vari modi e magari dedicandosi al credo e agli altri. In questo senso la resurrezione aiuta a vivere ma non ci deve far perdere la speranza in attesa di un’altra vita migliore.
Piero D’Amora
59.
Secondo me credere nella resurrezione non aiuta a vivere ma aiuta a superare il trauma della morte.
Ciononostante nessuno può assicurarci che dopo la morte esista la resurrezione.
Luca Miconi
60.
La resurrezione non aiuta a sconfiggere la morte però per chi crede aumenta la convinzione che solo l’anima non morirà mai.
Daniele Miconi
61.
Le vicende narrano che Gesù è morto e poi risorto. Nonostante questo però niente e nessuno può assicurarmi che dopo la morte esista la resurrezione. A mio parere sicuramente credere alla
resurrezione aiuta a vivere perché è bello sperare che dopo la vita terrena ci sia una continuità con la vita spirituale. La vita terrena potrebbe essere interpretata come una fase preparatoria alla
resurrezione. Molti, in quanto non fiduciosi della resurrezione, hanno fiducia nella reincarnazione.
L’idea che magari una persona cara, dopo la morte, possa reincarnarsi in qualsiasi altra persona, potrebbe anche essere una forma di consolazione per chi sente troppo la mancanza dei propri cari.
Natacha Zeppieri
62.
Sì, aiuta a vivere ma non a superare il trauma della morte.
Francesca Moriconi
63.
Lo sbaglio è proiettarsi oltre, per la foga di vedere quel che ci spetta, inganno seducente posto dalla nostra mente, la quale mentre siamo proiettati nell’ampiezza di percorso del pensiero non ci accerta
del fatto che è buona strada goderci, in ogni sua sfumatura, la vita che abbiamo ora, poiché essa non ritornerà: viaggiatrice, anziché essere dediti ad immaginare la vita ventura, la quale anch’essa ci verrà strappata dalle mani logore e deboli, se tal proiezione di pensiero non si dissolvesse. Dedicare tempo a quel che avverrà dopo la morte è un mio vero e proprio hobby tant’è la mia curiosità verso l’ignoto ma dovrei concretizzare quel che ho nel teschio, concedendomi all’infinità di frutti che offre la vita e non passare tutte quelle ore proiettate…oltre. Vero è, però, che proprio grazie al proiettarci in terra straniera, che ci ha permesso di evolverci come specie, sino ad arrivare all’evoluzione di ogni elemento presente nella grande sfera, chiaramente visibile agli occhi di ogni organismo. Il “trauma”
della morte non può definirsi tale se si crede nella resurrezione, è un’incoerenza. Grande rivale in pensiero mio della resurrezione è la “reincarnazione” principio fondamentale del buddismo…
secondo il quale muore il corpo nel divenir della Terra ma il nostro Spirito entra in un altro organismo, a costruirne ricchezza.
Riccardo Renzi
64.
Insomma, non ho la certezza che gli uomini risorgano ma pensarci mi fa star bene. secondo me resuscitare è come un sonno profondo in cui sogni tutte cose belle, e sei contornato di fede e speranza.
Clarissa Tucciarelli
Quanto dialogo c’è tra voi e i genitori?
Di quanta libertà godete nel progettare il vostro futuro?
Esiste per voi un modello di uomo o di donna cui ispirarvi?
1.
Tra me e i miei genitori c’è molto dialogo però di più con mia madre, lei sa quasi tutto ciò che faccio con i miei amici, tra me e lei ci sono dei momenti in cui si trasforma diciamo in bambina, scherziamo, giochiamo. Tra me e papà di meno, ci sono quei momenti in cui si scherza e si raccontano delle cose.
Di libertà non è così tanta ma mi accontento, per adesso penso che sia meglio godersi il presente che programmare il futuro adesso.
Francesca Recchia
2.
Tra me e i miei genitori c’è molto dialogo, mi confido con loro, chiedo consigli e mi fido solo di loro, per me sono due amici e due fratelli oltre che genitori fantastici. Il mio futuro lo progetto con molta libertà, non ho nessuno che mi ostacola anzi la mia famiglia mi approva e mi aiuta a progettare il mio futuro. La mia persona modello è mia madre, lei è una persona forte e buona che si divide in due per gli altri e pensa più alle persone che a sé stessa.
Ambra Varesi
3.
Il rapporto con i miei genitori è bellissimo. C’è tanto, tantissimo dialogo, con loro posso parlare di tutto, anche perché credo che il dialogo all’interno del nucleo familiare sia molto importante. Nel progettare il mio futuro i miei genitori cercano di non influenzarmi lasciandomi scegliere quello che ritengo giusto fare del mio futuro, come ad esempio le scelte scolastiche e sentimentali, ovviamente sempre sotto la loro supervisione, dandomi importanti consigli e avvertimenti di cui ne faccio un tesoro prezioso. Non ho un’idea molto chiara di quello che vorrò fare del mio futuro, in fondo per l’età che ho gira tutto intorno ad un “forse”, forse non mi sono ancora soffermata a pensarci. Sono sempre stata affascinata dalla ginnastica ritmica, ho iniziato da piccolissima, se la memoria non mi inganna avevo 3 anni, a fare questo sport, ero molto presa, sognavo di diventare una bravissima ginnasta e magari entrare a far parte della Nazionale Italiana ma, purtroppo, tra noi si è messa di mezzo una “malattia” che ha mandato in frantumi tutto. Per quanto riguarda il modello non ne ho nessuno a cui ispirarmi, anche perché preferisco essere me stessa, perché ognuno è unico a modo suo.
Giulia De Santis
4.
Tra me e i miei genitori c’è molto dialogo perché qualche volta ho il bisogno di parlare con loro dei miei problemi però molte volte preferisco parlarne con i miei amici, perché loro qualche volta non riescono a consigliarmi. I miei genitori hanno molta fiducia in me però non ho tanta libertà di progettare il mio futuro. Se più avanti vorrò pensare a progettare il mio futuro loro saranno in grado di consigliarmi la strada più giusta. Per me non esiste nessun modello di uomo o donna a cui
ispirarmi.
Giorgia Bagaglini
5.
Mi ritengo molto fortunata nell’avere due genitori come i miei. La mia famiglia è molto aperta, io e mio fratello possiamo sempre chiedere aiuto, avere delle conferme o confrontarci con i nostri genitori. Sono molto presenti nella mia vita, non mi hanno mai fatto mancare nulla. Condividono con me gioie e dolori e con sacrificio cercano di farmi sempre felice. Loro mettono al primo posto me e mio fratello e io ho molta stima di loro. Ci hanno cresciuti con sani principi e ci amano
incondizionatamente allo stesso modo. Per il mio futuro sperano il meglio, mi danno consigli e opinioni ma ho sempre deciso io quello che ritenevo giusto per me. Quando penso che un giorno magari anche io avrò una famiglia, io devo essere come la mia mamma, sempre presente, attenta, partecipe, puntuale nelle cose di casa e il mio compagno uguale al mio papà, sono loro i miei modelli di vita.
Arianna Basei
6.
Tra me e i miei genitori c’è un dialogo stabile… nel senso che con loro parlo di alcune cose mentre altre preferisco confidarle alle mie cognate o alle mie amiche. Per il futuro mi danno spago per alcune cose… ma ora come ora preferisco godermi il presente… e sbagliando nel presente imparerò e cercherò di non commettere lo stesso errore in futuro. Io non ho nessun modello a cui ispirarmi, preferisco essere me stessa e godermi la MIA vita anche facendo dei passi sbagliati… ma sbagliando si impara.
Giulia Latini
7.
Tra i miei genitori e me c’è sempre stato dialogo, se ci sono dei problemi proviamo a parlarne anche se con mio padre finisce, molto spesso, in discussione. Nonostante qualche battibecco, sono io stessa a chiedere consigli a loro sul mio futuro su cui mi viene lasciata molta libertà. per quanto riguarda l’ultima domanda io penso che vivere la propria vita ispirandosi a quella di qualcun altro sia uno spreco, la vita è una soltanto e ognuna è speciale e irripetibile.
Vanessa Cedroni
8.
Tra me e mia madre c’è un bellissimo rapporto, ci diciamo e ci consigliamo su tutto nei limiti del rapporto madre-figlia. Sinceramente non so cosa farò da grande e mia madre mi ha sempre detto che mi appoggerà in qualsiasi cosa decida, basta che questa scelta mi renda felice. Il mio modello di donna è mia madre perché ha sempre sacrificato tutto per me e ha fatto mille sacrifici senza riposarsi mai, spero di diventare come lei.
Angelica Cesaroni
9.
Io mi ritengo molto fortunata perché ho un buon dialogo con i miei genitori, riesco a parlare con loro di tante cose e questo mi permette di affrontare nel modo migliore i problemi della vita. ciò mi permette di essere più sicura e serena perché ho sempre un punto di riferimento. Io ho un’ampia libertà nello scegliere il mio futuro perché i miei genitori mi lasciano fare le mie scelte e non mi condizionano in nessun modo, secondo me è molto importante perché ognuno deve seguire le proprie aspirazioni e non quelle dei genitori. Il modello di persona a cui mi vorrei ispirare è mia madre per il suo modo di pensare, perché è generosa con gli altri e cerca di aiutare le persone che sono in difficoltà.
Romina Bernani
10.
Il rapporto con i miei genitori è sempre stato molto aperto e positivo, mi sono sempre confidata con loro, soprattutto con mia madre, sia riguardo le esperienze di vita che ai problemi che ho incontrato.
Loro mi hanno sempre ascoltata e consigliata, ma nessuno ha mai preso decisioni per me, l’ultima parola è stata sempre la mia e grazie a questo equilibrio sono riuscita a diventare quello che sognavo di essere. Non ho un solo modello a cui mi ispiro, sicuramente i miei genitori sono delle persone eccezionali, il primo modello che ho avuto nella mia vita e da loro ho cercato di imparare il più possibile ma poi, nel tempo, ho avuto la fortuna di incontrare tante persone valide e degne di stima, insegnanti, amici sia uomini che donne, e ho cercato di prendere da ognuno tutto ciò che mi piaceva, creandomi un modello da seguire del tutto personale.
Manuela Mariani
11.
Ah, ah, ah…bella domanda. Con mia madre ho un rapporto favoloso, gioco scherzo e rido. Io con mio padre ho un rapporto favoloso, gioco, scherzo e rido. Questo è quello che mi piacerebbe poterti dire.
Mamma: mia madre è il mio centro, il mio Buddha per i buddisti, il mio Cristo per i cristiani, è la benzina della mia macchina, è la pana dei miei bignè, è il mio latte del cappuccino, insomma lei è tutto. Quando si dice che i figli sono della madre è vero, mamma è come se fosse la mia migliore amica, c’è quando ne ho bisogno, c’è se mi devo confidare e mi copre se faccio qualche cazzata. Ero piccolo, ho avuto dei piccoli problemi di salute, e mamma era lì, vicino a me sempre pronta a tenermi la mano. Sono cresciuto e ho iniziato a giocare e mamma era lì quando poteva giocava con me. Sono diventato ragazzo, ho cominciato a praticare sport e mamma era lì a vedermi nuotare, a non riuscire a respirare ogni volta che mi immergevo. Sono cresciuto, volevo il motorino e mamma me lo ha comprato, sono caduto e mamma mi ha ritirato su. Sono diventato grande, forse non troppo e mamma ancora qui a farmi da mangiare, a mantenere i miei vizi, a farmi vivere con fierezza cercando di togliermi ogni sfizio. Lotto per i nostri ideali e mamma è qua. Piango perché mi hanno lasciato e mamma mi fa ridere. E tu mi domandi di quanta libertà godo. Quella che serve, rispondo io.
Papà: papà è l’amore, un gradevole aroma di caffè, è la pioggia in una meravigliosa ma calda giornata d’estate. Papà è quello che si incazza se vado male a scuola o faccio qualche macello, papà è quello che rompe ma poi ripara, papà è un tipo che prima mi impedisce di uscire e poi mi da i soldi per le sigarette, papà è l’opposto di mamma.
Modelli da seguire: sì, Don Gaetano io ho un modello da seguire si chiama Riccardo Mancini. È una persona che deve la simpatia al padre e l’amore alla madre. Non credo che mai nessuno possa ispirarmi come lui…
Riccardo Mancini
12.
A differenza delle mie amiche con cui parlo di più cose perché sono uguali a me e quindi ci diamo dei consigli a vicenda; tra me e i miei genitori c’è molto dialogo perché anche con loro parlo di molte cose, ma tralasciando qualche particolare. Per quanto riguarda la libertà nel progettare il mio futuro, penso di averne tantissima perché i miei genitori non mi hanno mai costretta a fare delle cose che non volevo fare, anzi mi hanno ascoltato e mi hanno assecondato nelle mie scelte. Naturalmente mi
hanno consigliato sul da farsi in molte occasioni ma come ho detto prima non mi hanno costretto a prendere decisioni rispetto ad altre. Per me esiste un modello a cui ispirarmi e sono i miei genitori che a volte mi danno dei consigli sul fare cose diverse da loro con la certezza di non sbagliare.
Sara Taddei
13.
Io con i miei genitori ho un buon dialogo, riesco a parlare con loro di qualsiasi cosa e loro sono sempre pronti ad ascoltarmi e consigliarmi. Loro sono molto presenti, quando devo prendere una decisione un loro consiglio è fondamentale. Ora ho 17 anni e ancora non ho un’idea chiara per il mio futuro, per ora penso solo a finire la scuola. Per quanto riguarda un modello di persona a cui
ispirarmi è mio nonno, perché per me lui è una persona molto fondamentale nella mia vita è un nonno unico, sincero, deciso, e molto protettivo nei miei confronti. In alcuni momenti vorrei essere come lui “forte.” Gli voglio troppo bene, e solo a pensare che un giorno (spero il più tardi possibile) non ci sarà più, la cosa mi fa venire un magone allo stomaco. Lo vorrei sempre con me, perché è il mio punto di riferimento.
Giulia Perciballi
14.
C’è molto dialogo tra i miei genitori e me, forse c’è più dialogo con mia madre ad essere sincera, a lei riferisco tutti i miei segreti. Ho abbastanza libertà nello scegliere il mio futuro, i miei si impegnano molto affinché sia io a fare delle scelte per me. La donna a cui vorrei assomigliare è mia mamma che a parer mio è la donna più gentile, generosa del mondo.
Noemi Pecoraro
15.