SVILUPPO TERRITORIALE?
1/ LA CAPITALE EUROPEA DELLA CULTURA
1.3/ COME SI DIVENTA CAPITALE EUROPEA DELLA CULTURA
Le città che diventano Capitali, in genere, non ottengono tale nomina per il fatto di possedere eccellenze culturali già espresse e confermate, ma per le caratteristiche potenziali che possono
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Sito Commissione Europea: http://ec.europa.eu/culture/our-programmes-and-actions/doc738_en.htm
Asse temporale (in anni; n=anno della manifestazione al 1 gennaio)
Fase della procedura Organo responsabile
n-6 Invito a presentare le candidature Stato Membro n-6 +10 mesi Data limite per rispondere all’invito Città Candidate
n-5
Riunione della giuria per una preselezione nello Stato membro interessato elenco di città pre- selezionate (13 esperti)
Stato Membro
n-5 +9 mesi
Riunione della giuria per la selezione finale nello Stato membro
interessato (13 esperti)
Stato Membro
n-4 Notifica della Candidatura di una città alle istituzioni europee
Stato Membro
n-4 +3 mesi Parere del Parlamento Europeo relativo a tale Candidatura
Parlamento Europeo
n Designazione della Capitale Europea della Cultura
Consiglio dei Ministri dell’Unione
essere ancora strutturate e realizzate. Il titolo di Capitale Europea della Cultura, dunque, non si configura come un premio celebrativo, ma come un’importantissima occasione per trasformare in atto qualcosa che esiste solamente in potenza, creando le premesse per la crescita di una città o un territorio.
Perché si ricorre ad una manifestazione di tipo culturale? Innanzitutto perché la cultura di un territorio corrisponde alla sua identità. Un territorio consapevole della propria identità è in grado di offrire non solo beni e servizi culturali di qualità, ma tendenzialmente sarà anche un luogo nel quale vi è una buona qualità della vita e dove si possono avviare delle attività economiche remunerative. Oltre a questo il progetto dell’ECoC si inserisce in una specifica politica europea di sostegno alle attività culturali e creative73. Il peso economico della cultura e della creatività in Europa è stato stimato al 2,6 % del Pil UE74, ed è in continua crescita. Nel periodo 1999-2003 tale settore è cresciuto molto più rapidamente di altri quali, ad esempio, l’alimentare e il tessile- abbigliamento. Si può comprendere, dunque, come alle motivazioni di tipo culturale e sociale si aggiungano obiettivi di tipo economico, che mirano allo sviluppo di attività capaci di creare ricchezza per un territorio e, soprattutto in questa fase storica, occupazione.
Una città o territorio che decide di candidarsi deve essere, dunque, ben consapevole delle motivazioni per le quali è nata tale manifestazione e dei criteri ai quali si fa riferimento nella designazione. Innanzitutto è necessario proporre un programma culturale forte scandito da eventi e iniziative artistico-culturali di qualità. I criteri sulla base dei quali saranno valutati i programmi si dividono in due macro-tipologie: “la dimensione europea” e “la città e i cittadini”75. La “dimensione europea” dell’evento si basa su un principio fondamentale per l’Unione Europea in materia di politica culturale, ovvero sull’unità nella diversità. Non si sostiene, dunque, solamente un’identità europea comune di fondo, ma anche la diversità che caratterizza l’Unione e rende gli Stati e i territori, nello specifico, quello che sono. La città candidata deve essere in grado, nel promuovere la propria identità, di rendere manifesto anche il proprio ruolo all’interno dell’Unione Europea. Per fare questo essa può selezionare determinati temi di respiro
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La politica culturale adottata con il Forum di Lisbona del settembre 2007 si fonda su tre obiettivi principali: 1. favorire il dialogo interculturale affinché venga compresa la diversità culturale che caratterizza i paesi
europei; per fare questo è possibile, ad esempio, favorire la mobilità di artisti e operatori culturali o la diffusione di opere oltreconfine;
2. promuovere la cultura come catalizzatrice di creatività (previsto nella strategia di Lisbona per la crescita e il lavoro e nel seguente documento programmatico “EU 2020”) e industrie culturali. Esse sono un asset decisivo per la competitività europea e la creatività che esse stimolano è in grado di generare innovazione a livello non solo tecnologico, ma anche sociale;
3. promuovere la cultura come elemento vitale nelle relazioni internazionali dell’Unione.
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Dato riferito al 2003. Fonte: Kea, 2006
internazionale in sede di programmazione culturale o può, ad esempio, favorire il dialogo interculturale e gli scambi di artisti, operatori e prodotti culturali nell’ambito dell’Unione.
Il tema della “città” e dei “cittadini” si riferisce, in prima istanza, al riconoscimento di una cittadinanza europea non solo per la popolazione coinvolta in maniera diretta nella Candidatura, ma anche per coloro (appartenenti alla nazione designata o in generale all’Europa) che visiteranno la Capitale e parteciperanno alle attività culturali allestite. Le città candidate, dunque, devono lavorare sull’attrattività a livello locale e a livello europeo del proprio programma culturale con iniziative che integrino i diversi tipi di fruitori della manifestazione.
Oltre a questo, il coinvolgimento dei cittadini della Capitale designata e la loro partecipazione alla progettualità devono essere effettivi. Si auspica, pertanto, la creazione di reti che permettano a un numero più ampio possibile di soggetti di avere un ruolo nel progetto, il quale non deve essere, pertanto, l’espressione della volontà culturale di un gruppo ridotto. La condivisione a più livelli di un progetto culturale, inoltre, è anche la base per permettere che i risultati conseguiti durante la preparazione dell’evento non si annullino con la sua conclusione. Si lavora, dunque, per organizzare un evento di durata limitata (seppur annuale), ma che deve celare al suo interno obiettivi di lungo periodo.
Valutando le esperienze acquisite dalle precedenti Capitali e sulla base delle indicazioni contenute nella Guida per le città candidate diffusa dall’Unione Europea, è possibile individuare dei fattori determinanti per la buona riuscita della manifestazione con i quali confrontarsi fin dalle prime elaborazioni di un progetto di Candidatura. Essi sono:
1. Una pianificazione chiara e accurata. È necessario conoscere la “filosofia” insita nella manifestazione per impostare dei temi progettuali coerenti con i criteri che essa individua, non riducendola, pertanto, ad una summa di eventi eterogenei o estremamente legati alla tradizione.
2. La ricerca del sostegno pubblico sia nell’allestimento del programma culturale, sia a livello economico. I progetti vengono, solitamente, portati avanti da soggetti autonomi rispetto alle amministrazioni pubbliche, ma il ruolo di queste ultime riamane fondamentale. È bene che l’azione del direttore artistico non sia guidata da scelte dettate dalle
amministrazioni pubbliche. Nel “Rapporto Palmer”76 si sottolinea come alcune Capitali abbiano sofferto dell’ingerenza del settore pubblico nel proprio operato. Va sottolineato, poi, che la preparazione all’evento può durare anche sei anni, periodo nel quale le amministrazioni possono cambiare e con esse gli orientamenti in fatto di politiche culturali.
3. L’ente che si occupa della progettazione e della realizzazione dell’evento deve avere un buon livello di autonomia amministrativa e finanziaria. È necessario, comunque, strutturare delle reti coinvolgendo prima di tutto la società civile individuando degli obiettivi condivisi.
4. Selezionare con cura i partner culturali e i temi che costituiranno il programma della manifestazione, tenendo presente la dimensione europea che si vuole far emergere con la Capitale Europea della Cultura. È importante, dunque, prendere contatti e avviare collaborazioni con partner culturali europei con il giusto timing e con motivazioni significative e predisporre dei temi basati sull’interculturalità.
5. Oltre al coinvolgimento di operatori del mondo culturale è bene far entrare nel progetto anche operatori del mondo socio-economico. Più la manifestazione riesce ad avere un carattere pervasivo, ovvero più persone partecipano alla sua realizzazione condividendone le finalità, più sarà possibile conseguire risultati di lungo periodo e portare avanti uno sviluppo sostenibile. Nelle programmazioni delle precedenti Capitali, infatti, le iniziative culturali hanno spesso portato con sé riflessi di tipo economico e sociale, rendendo manifesta la natura interdisciplinare delle politiche culturali di matrice territoriale.
6. L’approccio bottom-up nel coinvolgimento dei diversi soggetti si è rivelato vincente. I cittadini riescono a interiorizzare più efficacemente gli obiettivi della manifestazione, poiché non sono semplicemente chiamati ad approvarne passivamente i temi guida, ma possono diventare loro stessi promotori di iniziative.
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Il Rapporto Palmer consiste in uno studio effettuato per la Commissione Europea nel quale si valuta il significato e gli impatti delle Città/Capitali Europee della Cultura (e dei Mesi della Cultura) a partire dalla prima edizione del 1985 fino a quella del 2004. Lo studio è stato svolto nell’arco di sei mesi, durante i quali sono stati somministrati dei questionari e sono state intervistate delle persone che hanno partecipato all’organizzazione delle Capitali Europee della Cultura. Alle informazioni ottenute in questo modo si sono aggiunte quelle contenute nei report redatti da alcune Capitali. Il Rapporto Palmer non può essere considerato un documento esaustivo, dal momento che è stato compilato ex post sulla base di valutazioni che ogni Capitale ha espresso secondo i propri parametri e non su dei criteri definiti ex ante, ma è sicuramente un documento fondamentale per valutare l’andamento della
7. Nello strutturare il programma culturale della Candidatura a Capitale Europea della Cultura è importante partire dal livello micro (l’identità locale) ed allargarsi fino al livello macro (l’identità europea).
8. La storia della città è la scaturigine della sua identità, ma la pianificazione culturale che essa mette in atto non può essere una semplice rivisitazione del suo passato. Il programma culturale dev’essere rivolto verso il futuro della città e del territorio che la circonda. Il patrimonio culturale locale non va sicuramente dimenticato, ma affinché venga impostato un programma culturale dinamico è necessario valorizzare anche le espressioni culturali contemporanee facendo intervenire artisti locali ed europei, per dare un decisivo impulso alla creatività e all’innovazione nel territorio.
9. La macchina organizzativa, che viene messa in moto qualche anno prima dell’anno di designazione, non deve considerare solo gli obiettivi relativi alla manifestazione in sé, ma deve puntare il più possibile a integrare questi ultimi con degli obiettivi di lungo periodo riferiti al periodo post-evento. La sostenibilità culturale ed economica dell’ECoC non deve essere valutata solo con un bilancio di fine manifestazione, ma proiettando i benefici ottenibili in un periodo che ha inizio con l’anno delle celebrazioni e si estende ben oltre. 10. La campagna di comunicazione è un elemento molto importante per la preparazione
dell’evento. Essa, infatti, oltre a dare una determinata identità alla città e alla regione che ospiteranno l’evento, consente di incentivare la partecipazione popolare facendo conoscere la città candidata sotto la veste di Capitale Europea della Cultura.