SVILUPPO TERRITORIALE?
6/ IL RUOLO DEI TERRITORI NELLA CANDIDATURA
6.1/ LE VOCAZIONI DI BELLUNO, PORDENONE E TREVISO
Questo lavoro di tesi ha inizialmente considerato, come casi di approfondimento, tre province del Nordest, ovvero Belluno, Pordenone e Treviso. Esse verranno riprese e analizzate nello specifico anche nel quadro della Candidatura.
85
Come si è potuto osservare attraverso lo schema della Metropolitana del Nordest si è deciso di prendere in considerazione alcuni centri del Nordest per definire dei percorsi tematici funzionali all’individuazione di quelle realtà dell’area metropolitana che hanno una specifica vocazione culturale, economica, geografica. Oltre all’individuazione di questa configurazione dell’area metropolitana del Nordest, si è optato per la ricerca e la valorizzazione di quei temi che contraddistinguono una provincia rispetto ad un'altra. Ritorna, quindi, la suddivisione territoriale anche nell’individuazione dei temi progettuali legati alla Candidatura. Ogni provincia possiede delle qualità, o meglio vocazioni, che permettono di caratterizzarla singolarmente e renderla riconoscibile. Non verranno in questa sede elencate le diverse vocazioni delle province del Nordest; ci si limiterà a inserire quelle previste per i tre territori presi in analisi. Tali vocazioni corrispondono alle declinazioni territoriali del macro-tema intorno al quale verte il progetto di Candidatura, ovvero, il rapporto tra economia e cultura. I temi sono stati individuati dall’Associazione Venezia con il Nordest 2019 attraverso una ricerca desk, confrontata in seguito con il parere di alcuni interlocutori privilegiati del territorio. Essi sono proposti come indicativi al fine di dare degli spunti alle province per le manifestazioni che esse avranno modo di realizzare nel corso del 2019 in caso di vittoria.
Belluno
La vocazione della provincia di Belluno viene così presentata:
«Belluno, che pienamente sarà riferimento negli itinerari della natura e del paesaggio che ricordano il grande tema dell’acqua e delle sue relazioni con l’uomo, centrerà la sua attenzione nella relazione tra Arte e Manualità nell’Impresa e nell’Artigianato.»86
Si riconosce, quindi, l’importanza del paesaggio e, in particolare, dell’acqua nella caratterizzazione del territorio. Tuttavia il tema che più si presta a raccontare la cultura bellunese nella sua proiezione verso il mondo economico è, in sostanza, la cultura materiale, l’artigianato e la manualità artistica. L’aspetto idiosincratico di tale vocazione verte, dunque, sull’esistenza di beni materiali che sono dotazioni naturali rielaborate da specifici know how che hanno concorso alla formazione di attività produttive artigianali caratteristiche.
86
Il testo (come anche i seguenti riferiti alle province di Pordenone e Treviso) sono estratti da un documento ufficiale promosso dall’Associazione Venezia con il Nordest 2019 dal titolo “Una città e un territorio per Capitale”.
Pordenone
La vocazione della provincia di Pordenone viene così presentata:
«Pordenone punta, come gemma di un lavoro compiuto negli ultimi anni, a dare dimensione europea al suo Festival Pordenone Legge, divenendo riferimento fondamentale in alcune importanti componenti dell’editoria e della cultura.»
La città di Pordenone viene ormai identificata con il suo Festival più conosciuto, PordenoneLegge. Come visto in precedenza PordenoneLegge è effettivamente un evento molto importante nel panorama culturale pordenonese, non soltanto nelle giornate nelle quale prende vita ma nell’arco di tutto l’anno, durante il quale hanno luogo numerose iniziative legate al libro, la lettura e la scrittura. A Pordenone si è sviluppata una vera e propria produttività culturale nel settore editoriale. In questo caso il legame tra un’attività culturale e le attività produttive ad esso collegate è piuttosto evidente e può diventare un esempio di eccellenza con il quale si possono confrontare tutte le altre realtà del Nordest del medesimo settore.
Treviso
La vocazione della provincia di Treviso viene così presentata:
«Treviso affronterà il tema del design che tanta parte ha avuto nello sviluppo delle terre del Nord Est negli ultimi trent’anni e che segna nel concreto per le aziende e le imprese il contatto tra economia e cultura. Diverrà, in questo senso, riferimento di una rete di relazioni per i diversi territori.»
La vocazione imprenditoriale della provincia di Treviso è emersa in maniera evidente dall’analisi proposta nel Capitolo 3 di questo lavoro. Molte imprese trevigiane hanno avuto successo grazie alla loro capacità di produrre beni caratterizzati da un alto contenuto di design. Ma non vi è solo questo. Il design per Treviso ha un senso molto ampio, che va oltre una circoscrizione all’ambito industriale, ma tale vocazione stenta a fare il salto di qualità per diventare il vero punto di forza per la Marca. Più che di cultura in senso tradizionale, in questo caso, è bene parlare di creatività e di cultura d’impresa. Nell’ottica di innescare una rivoluzione in senso creativo e culturale nel mondo delle imprese del Nordest il ruolo di Treviso diventa decisivo.
6.2/ COSA STA SUCCEDENDO A BELLUNO, PORDENONE E TREVISO
Per comprendere cosa concretamente sta avvenendo presso questi tre territori sono stati contattati alcuni soggetti locali per chiedere loro che livello di informazione vi è sul progetto di Candidatura e sulle sue motivazioni, se vi è un’adesione al progetto, se si sta lavorando su di esso e in che modo. Tale ricerca, seppur limitata a quattro soggetti, ovvero, il Comune del capoluogo di provincia, la Provincia, la Camera di Commercio provinciale e l’Unione degli Industriali provinciale, diventa rilevante innanzitutto per comprendere cosa sta avvenendo nelle tre province oggetto di analisi, ma anche per mettere a fuoco la capillarità dell’azione di divulgazione del progetto di Candidatura. Quest’ultima operazione corrisponde, ad avviso di chi scrive, ad una delle più cruciali, nel rispetto di quanto si è precedentemente evidenziato. La partecipazione e il coinvolgimento della collettività (soggetti pubblici, privati, cittadinanza) è un obiettivo importante da raggiungere per una Capitale Europea della Cultura e viene sottolineato più volte come requisito indispensabile anche nella Guida per le città candidate. Per un territorio vasto come il Nordest, questo elemento acquisisce una rilevanza ancora maggiore, dal momento che lo sforzo richiesto in questo caso è superiore rispetto ad altre Candidature che vanno a mettere in comunicazione un numero decisamente inferiore di soggetti. In questo senso, dunque, capire chi è stato contattato, e chi sta operando in questo momento (a distanza di meno di un anno dal termine di presentazione della Candidatura) diventa un’informazione rilevante.
Su questo punto, però, chi si sta occupando ora della presentazione del Dossier di Candidatura sembra aver ragionato in modo molto ipotetico e poco pratico. Vi è stato un coinvolgimento immediato dei partner istituzionali che sono confluiti tra i Fondatori dell’Associazione, ma il tutto si è fermato ad un livello epidermico, non riuscendo che in pochi casi ad andare oltre. Come segnalato in precedenza, si tratta di coinvolgere 1.132 comuni in un territorio che copre 39.838 kmq di superficie. Non è un’impresa facile e richiede degli sforzi importanti. Tuttavia non si è ritenuto, finora, di dover diffondere capillarmente la conoscenza del progetto di Candidatura, stimolando anche in questo modo l’adesione e la partecipazione dei vari soggetti coinvolti. Questa scelta è stata motivata dal fatto che la città di Venezia, con la sua area metropolitana Nordest, non risulta ancora tra le Candidate effettive in lizza per l’elezione a Capitale nel 2019. A partire da febbraio (c.a.) e per tutto il 2013, tuttavia, è prevista una ripresa più intensa delle attività di comunicazione in vista della presentazione del Dossier di Candidatura e sarà fatta un’opera di sensibilizzazione più mirata. Si è forse sottovalutato questo aspetto, in quanto, come segnalato in precedenza, nell’ottica di rendere sostenibile la Candidatura non solo nel caso in cui
essa vada a buon fine, ma per tutta la sua durata (quindi anche nel caso in cui il percorso di Venezia con il Nordest si interrompa nel 2015), ogni sforzo deve essere valutato come il tassello di un’azione culturale da svolgere a prescindere dal grande evento, perché c’è la volontà di farlo e perché ci sono i prerequisiti per portare avanti una tale strategia.
In questa fase non sono in proporzione molti nel territorio di riferimento a sapere cosa sia la Capitale Europea della Cultura e ad essere a conoscenza del fatto che una delle Candidate sia Venezia con il Nordest. Pur con le dovute attenuanti, legate alle difficoltà di estendere la comunicazione del progetto ad un target di più di 7 milioni di persone, la questione della Candidatura rimane una materia per gli addetti ai lavori.
Chi è stato coinvolto, dunque, allo stato attuale nei rispettivi territori considerati finora nell’analisi?
Belluno
La provincia di Belluno è la più periferica tra le tre prese in considerazione. Un’occasione come quella della Capitale Europea della Cultura diventa un importante trampolino di lancio per il territorio che ha l’occasione di mettere in atto un processo di valorizzazione e comunicazione della propria identità che finora ha stentato ad avviare. Circa un anno fa, quando le ricerche per questo lavoro sono iniziate, vi era un’informazione discretamente diffusa sul progetto, sebbene in termini piuttosto vaghi. L’opinione di alcuni operatori culturali e politici, tuttavia, si volgeva verso un certo scetticismo sulla reale possibilità per la provincia di ottenere degli effettivi benefici attraverso un grande evento. In particolare, poi, diventava difficile credere che Belluno riuscisse ad avere le stesse opportunità di sviluppo di altre province che partono da un livello culturale più strutturato. Tale concezione, che può sembrare dettata da un certo vittimismo che rende inefficaci le azioni intraprese in provincia, è stata col tempo convertita in una più sentita fiducia nelle possibilità di legarsi in maniera significativa all’evento. Contrariamente a quanto ci si potrebbe aspettare, infatti, solo a Belluno87 sono state individuate delle persone adatte a lavorare sul tema proposto alla provincia come sua “vocazione” e costoro hanno già ipotizzato delle possibili linee progettuali per il territorio. Si tratta di idee che centrano il tema, ma che lo lasciano tendenzialmente all’interno di schemi di pensiero piuttosto tradizionali. È importante, dunque, sottolineare come ci sia stata una certa propensione all’azione (non riscontrata altrove), sebbene sia mancata la componente innovativa nella ricezione del progetto.