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La commisione stabilì di ripartire il donativo in base alla rendita an- an-nua di ciascun feudatario e preparò un elenco preciso delle somme

do-vute da ciascun feudatario 254. Nel novembre il re indirizzò una lettera a ciascun feudatario precisando che la prima rata doveva essere pagata en-tro il gennaio del 1453 al mercante di Cagliari Biagio Bellit, che dal re era stato nominato esattore del donativo e che dallo stesso era stato in-caricato del cambio e del trasferimento della somma a Napoli 255. I feu-datari pagarono e Salvatore Cubello, che per incarico del braccio si era recato da Oristano, sua residenza, a Cagliari, a Sassari e in altri luoghi dell'isola per prendere contatto con i vari feudatari, ebbe un salario 256.

Il braccio era stato composto, oltreché dal viceré Galcerando Mer-cader, da Iacopo Carroz, Pietro Joffre, Francesco Saba, Antonio Gam-bella, Francesco Gilberto de Centelles, Iacopo Aragall, Gerardo de Do-ni, Raimondo Zatrilla, Galcerando Torello. Il marchese di Oristano An-tonio e suo fratello Salvatore Cubello si erano fatti rappresentare: il pri-mo dal procuratore Bindo de Bansa e il secondo dal procuratore Dome-nico Marras, canoDome-nico della Cattedrale di Santa Giusta 257. Iacopo Pardo e Francesco Tomich si erano fatti rappresentare da Pietro Joffre e Filip-po Aragall da suo fratello IacoFilip-po 258.

2" Cfr. ATTI, Riunione 1452, cap. 30, pp. 207-208. Un alfonsino o fiorino d'oro, pari a

50 grammi d'argento, equivaleva a 12 soldi barcellonesí (ACA, Cancelleria, reg. 2628, cc. 48-48v.). Un ducato equivaleva a 4 soldi barcellonesi (ACA, Cancelleria, reg. 2634, c. 9). Tre du-cati formavano così un fiorino d'oro.

255 Cfr. ibidem, e ACA, Cancelleria, reg. 2637, c. 79.

256 ACA, Cancelleria, reg. 2637, cc. 82v., 93v.

257 Cfr. ATTI, Riunione 1452, pp. 196-197.

258 Ibidem.

Le richieste presentate al re furono in buona parte le stesse di quat-tro anni prima. Ne vennero aggiunte soltanto alcune nuove, relative allo ius relevi (luisme), al capbreu e ai salvacondotti. Poiché i feudi venivano concessi ín Sardegna more Italiae, e poiché in Italia non si pagava lo ius relevi, che si pagava invece in Sardegna, i feudatari ne chiesero per l'isola l'abolizione.

Lo ius relevi che si pagava alla Corte ogni qualvolta ci fosse stata ces-sione di beni tra feudatari, veniva sempre preteso in Sardegna dagli uffi-ciali regi ed era abbastanza elevato 259. Gli uffiuffi-ciali regi pretendevano poi che le spese di compilazione del capbreu, del registro cioè delle rendite regie ordinato da Alfonso nel 1438, venissero sopportate dai feudatari che vi venivano inseriti: e i feudatari a loro volta pretendevano che que-ste venissero sopportate dal re, cui il registro soprattutto serviva. Fu fat-ta così richiesfat-ta al sovrano perché accogliesse il secondo punto di visfat-ta e il re lo accolse 260; così come accolse anche l'abolizione dello ius relevi e una proposta intesa ad ottenere l'abolizione per due anni delle conces-sioni regie di salvacondotti e moratorie 261. Il re ne concedeva spesso e ciò recava un notevole danno all'esecuzione delle condanne, alle quali i colpevoli, muniti di salvacondotti regi, sfuggivano. I feudatari chiesero, altresì, l'amnistia per il notaio Simone Roig, responsabile del donativo fissato nella precedente riunione, e per tutti i feudatari che, in relazione ai fatti del 1448, erano stati condannati all'esecuzione dei beni 262, e il re la concesse 263.

In questo modo il contrasto che era sorto nel 1448 tra il re e i feu-datari fu sanato. Il re, che aveva ottenuto nel gennaio del 1452 dal mar-chese di Oristano un prestito di diecimila ducati 264, credette di aver or-dinato finalmente l'isola e di aver risolto con il donativo una parte delle preoccupazioni finanziarie che l'angustiavano 265: in realtà aveva fatto

259 IVI; cap. 20, pp. 204-205. Sulla vendita di un feudo del valore di 6.750 libbre di al-fonsini lo ius relevi o laudemio era, nel 1447, di 580 libbre della stessa moneta (8,6%). Cfr. C.

BAUDI DI VESME, Codex Diplomaticus cit., sec. XV, doc. 67. Dal pagamento del laudemio era escluso Francesco Gilberto de Centelles, cfr. D. SCANO, Codice diplomatico cit., II, p. 94.

260 Cfr. ATTI, Riunione 1452, cap. 21, p. 205. Sul capbreu cfr. anche ASC, AAR, reg. L4, cc.2-3.

261 'Vi, cap. 23, p. 205.

262 'Vi, cap. 24, pp. 205-206. Il notariato di Simone Roig appare in ACA, Cancelleria, reg. 2784, c. 79.

263 ACA, Cancelleria, reg. 2638, cc. 66v., 67v. e 71, 71v.

264 ACA, Cancelleria, reg. 2637, cc. 131, 131v. Un altro prestito di 3.000 ducati il re lo aveva ottenuto dal marchese nel maggio del 1444, cfr. ASC, AAR, reg. K5, c. 136v.

265 [Altri Paesi della Corona d'Aragona erano in quel periodo interessati da una pro-fonda crisi economica. In Catalogna, in particolare, la gravità della situazione e il malcon-

oscillare soltanto la bilancia della politica interna dell'isola a danno dei rappresentanti della sua autorità e a favore dei feudatari 266, lasciando al suo successore, Giovanni II, una lunga serie di problemi da risolvere 267.

tento generale avevano determinato una frattura fra il re e la Generalitat, le cui ripercussio-ni si erano avvertite anche nel regno di Sardegna.

Sulla crisi catalana cfr. J. VICENS VIVES, Profilo della storia di Spagna, Torino, 1966, pp.

95-104; Historia de las Remensas cit.; C. BATLLE GALLART, La crisi social y económica de Barce-lona a mediados del siglo XV, I e II, BarceBarce-lona, 1973].

266 Cfr. la serie dei provvedimenti presi dal re tre anni dopo per gli ufficiali regi in R.

DI Tucci, Il libro verde cit., docc. 222, 225, 226, 227, 240.

262 [Su Giovanni II il Senza Fede (1458-1479) cfr. J. VICENS VIVES, Juan II de Aragón, Barcelona, 1953; Els Trastàmares cit., pp. 147-189; F. SOLDEVILA, História de Catalunya cít., II, pp. 714-774; J. N. HILLGARTH, Los reinos hispdnicos cit., II, pp. 299-381; T. N. BISSON, The Medieval Crown cit., pp. 147-155. Cfr. anche S. SOBREQUES VIDAL, J. SOBREQUES CALLICÓ, La guerra civil catalana cit., I, pp. 4 ss.; N. Com. JuLÀ, Dona Juana Enriquez, lugarteniente real en

Cataluna, 1461-1468, 2 voll., Madrid, 1953].

[Ringrazio il prof. Antonello Mattone per i preziosi consigli e per la cortesia con cui ha seguito questo lavoro].

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