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Compagno di Achille: Aiace nell’epica non omerica

Capitolo 1. AIACE SECONDO CLASSIFICATO

1.1. Il migliore dopo Achille

1.1.1. Compagno di Achille: Aiace nell’epica non omerica

Molte epiche arcaiche erano emerse dallo stesso magma mitico dal quale le due storie omeriche avevano preso forma: si tratta dei cosiddetti poemi del Ciclo, in particolare del Ciclo Troiano, di cui ci restano solo scarsi e brevi frammenti. Tali racconti potevano narrare episodi estranei ed esterni alle trame di Omero, oppure offrire differenti versioni delle medesime imprese o, ancora, assumere punti di vista diversi sui medesimi eroi. Anche su Aiace. Epiche che, come l’Etiopide o la Piccola

Iliade, trattavano eventi troiani successivi a quelli iliadici ospitavano infatti nelle loro trame il

racconto di varie imprese guerriere nelle quali Aiace aveva forse rivestito un ruolo non trascurabile.

9 Apollod. 2.6.4 ci racconta che Telamone, mosso dal suo ardore a entrare per primo nella città conquistata,

aveva rischiato di oscurare il primato di Eracle, facendo però subito ammenda con l’accingersi alla costruzione di un tempio in suo onore. La vicinanza al campione, e le sue derive potenzialmente pericolose, sembrano dunque passare di padre in figlio o, nei rapporti cronologici della tradizione letteraria, dal “figlio” omerico al “padre” della tarda opera mitografica. Sulla Biblioteca di Apollodoro, vd. Parte I n. 5.

10 Greco (2007) 104.

11 Altri segnali sono del resto demandati a definire la superiorità di Achille nell’Iliade: la più diretta

discendenza divina, certo, ma anche il suo eroismo d’attacco, contrapposto alla statica resistenza di Aiace, e l’eccezionale consapevolezza del proprio fato, che lo distingue da ogni altro guerriero.

Secondo i riassunti di Proclo, per esempio, l’Etiopide narrava la battaglia dei Greci contro i nuovi alleati troiani: le Amazzoni e Memnone. Protagonista di queste vicende è certamente Achille, a cui il mito assegna infatti tanto l’uccisione di Pentesilea, regina delle Amazzoni, quanto la vittoria in duello su Memnone.12 Tuttavia, a distanza di molti secoli, quando la tarda epica greca tornerà a raccontare i medesimi fatti, un altro poema, quello di Quinto Smirneo, collocherà proprio Aiace al fianco di Achille. Nei Posthomerica, infatti, Aiace combatte al pari di Achille contro i nuovi alleati di Troia: all’arrivo delle Amazzoni è lui a incitare il Pelide al combattimento (Q. S. 1.494-507) e è sempre Aiace a venire quasi allo scontro con la regina Pentesilea, per poi lasciare intenzionalmente l’onore del combattimento, e della vittoria, ad Achille (1.568-72). Similmente, anche la tarda epica di Ditti Cretese riserva a Aiace un ruolo centrale nel combattimento contro l’altro alleato troiano, Memnone (Dict. 4.4-7): Aiace sarebbe stato, come nel caso di Pentesilea, il primo ad affrontare il grande alleato dei Troiani, arrivando addirittura a ferirlo; solo dopo avrebbe ceduto, di sua iniziativa, la vittoria finale al Pelide. Come questi episodi fossero narrati nei poemi del Ciclo non è possibile ricostruirlo. Certo è, tuttavia, che doveva esistere una tradizione mitica, ripresa poi dall’epica tarda, che vedeva Aiace coinvolto, insieme al grande Achille, nelle battaglie contro i nuovi alleati troiani.13 Il confronto con il caso omerico del duello con Ettore si fa dunque significativo: nell’affrontare i grandi campioni nemici, l’Aiace extrailiadico combatte al fianco di Achille e solo come un autonomo e volontario gregario decide di lasciare a quello il ruolo di campione. In Omero, al contrario, questo non può accadere: non può accadere che Aiace lasci volontariamente la vittoria a Achille, vero migliore dei Greci e principale motore della trama del poema. Ecco allora che la vittoria su Ettore viene riservata al Pelide da un pareggio voluto da Zeus. Anche nelle vicende precedenti alla trama iliadica non sembra mancare al Telamonio un ruolo di un certo rilievo. Tra i poemi del Ciclo Troiano, i Cypria narravano per esempio i fatti connessi alla guerra di Troia, dal matrimonio di Peleo e Teti fino ai nove anni di assedio precedenti l’omerica “ira di Achille”. Distruzioni, battaglie e saccheggi negli insediamenti costieri vicino a Troia avevano caratterizzato quei lunghi anni di guerra e Achille aveva rivestito, anche in questo caso, un ruolo protagonista.14

12 Testimonianze archeologiche confermano la generale attribuzione a Achille di queste imprese (LIMC s.

v. Achilleus 719-93, 807-11).

13 Il coinvolgimento di Aiace nella lotta contro Memnone potrebbe essere già attestato in un frammento di

Alcmane, dove si legge che “Aiace infuria con la sua asta aguzza, mentre Memnone appare assetato di sangue” (PMG 68: δουρὶ δὲ ξυστῶι µέµανεν Αἴας αἱµατῆι τε Μέµνων). Tuttavia, per quanto i tentativi di ricostruzione restino comunque incerti, il verso sembra descrivere genericamente l’infuriare della battaglia, a cui Aiace e Memnone prendono parte, più che inscenare un vero e proprio duello. Aiace µέµανεν (= µαίνεται), infuria nel fitto dello scontro, «killing right and left», più che lanciarsi a attaccare un preciso avversario. Cf. West (2013) 146. La tradizione epica potrebbe però aver fatto di Aiace, eroe dalla stazza così possente, un campione adatto a sostenere sfide e duelli in numero molto più alto rispetto a quello che ci è dato conoscere. Pausania ce ne offre, per esempio, un indizio, nel descrivere un gruppo statuario di Olimpia (Paus. 5.22.2): composto da una serie di coppie di avversari (Paride/Menelao, Enea/Diomede, Achille/Memnone), il gruppo ci presenta anche uno scontro diversamente non attestato, quello tra Aiace e Deifobo. Cf. Rizzo (2001) 530.

A fronte delle difficoltà di ricostruzione della trama epica, alcuni frammenti di lirica arcaica sembrano però rilevare una certa centralità assegnata anche ad Aiace. Già Ibico, nel catalogo di eroi della sua ode a Policrate, assegnava pari importanza ai due eroi, senza insistere sulla secondarietà omerica di Aiace rispetto ad Achille, ma nominandoli insieme, e dedicando loro un verso ciascuno.15 Anche Bacchilide (B. 13.166-7 Maehler) nomina insieme Achille e Aiace, abbinando ad entrambi il titolo di “distruttori di città”16 una caratterizzazione dal sapore epitetico che potrebbe derivare loro dalle effettive “distruzioni di città” compiute nei vari insediamenti lungo le coste troiane. Similmente, Euripide nel suo Rhesus presenterà Achille e Aiace come una coppia praticamente alla pari: a entrambi vuole paragonarsi il tracotante Reso, nuovo alleato troiano, ed entrambi vengono definiti da Ettore i migliori degli Achei, con un Aiace che non è da meno di Achille (E. Rh. 497): Αἴας ἐμοὶ μὲν οὐδὲν ἡσσᾶσθαι δοκεῖ. Compaiono nell’elenco anche Diomede e il λῆμά τ᾿ ἀρκούντως θρασὺς Ulisse; solo Achille e Aiace, tuttavia, saranno poi menzionati come l’estrema forza difensiva dei Greci (600-4). Una parità di ruolo effettivamente realizzata in combattimento viene però, ancora una volta, dal mondo dell’epica tarda. Nel racconto delle vicende troiane attribuito a Ditti Cretese l’eroe Telamonio partecipa, al pari del Pelide, a scontri e saccheggi nelle terre costiere.Pari spazio viene dedicato al racconto delle spedizioni di Aiace (Dict. 2.13,18) e di quelle di Achille (2.16-17), e a entrambe segue poi la comune premiazione dei due combattenti (2.19). In effetti, il co- protagonismo di Aiace nei fatti troiani precedenti la trama iliadica sembra trovare riscontro anche nelle testimonianze archeologiche. L’incisione sul retro di uno specchio etrusco di II a.C. attribuito al “Maestro di Caco” (FIG. 2.1) raffigura Aiace nell’atto di aiutare Achille nell’uccisione di Troilo,

il giovane figlio di Priamo sgozzato da Achille, secondo la tradizione, poco dopo lo sbarco greco nella Troade. Se qui l’incisione dei nomi dei personaggi rende praticamente certa la presenza di Aiace nell’episodio, forse troppo rischioso resta, su questa base, riconoscere Aiace in ognuna delle figure spesso compagne di Achille nelle raffigurazioni etrusche dell’impresa.17 Il caso dello specchio del “Maestro di Caco” rivela tuttavia la partecipazione di Aiace nella vicenda come una possibilità concreta – e almeno in un caso effettivamente realizzata – dell’immaginario etrusco di II a.C. A testimonianza, dunque, di una tradizione di co-protagonismo di Aiace ed Achille in queste vicende.

15 PMG 282.33-4 ~ P.Oxy. 1790 fr. 1: πόδ[ας ὠ]κὺς Ἀχιλλεὺς / καὶ μέ]γας Τ[ελαμ]ώ̣νιος ἄλκι[μος Αἴας.

La parità di attenzione e spazio dedicata dall’elenco di Ibico ai due eroi è sottolineata da Wilkinson (2013) 78.

16 Bacchilide sta qui ricordando la sorte dei guerrieri troiani, destinati a arrossare le acque dello Scamandro,

uccisi, appunto (B. 13.166-7 Maehler): ὑπ[᾿Αἰα]κίδαις / ἐρειψ[ιτ]ο̣ι̣[χοις (suppl. Kenyon) La recente edizione Cairns (2010) stampa invece ἐρειψ[ι]π̣υ̣[ργοις (suppl. Tucker) così come Campbell (1992).

17 Achille, Troilo e un terzo guerriero appaiono rappresentati nella medesima scena in un gruppo di urne

etrusche di II a.C. (LIMC s. v. Aias I 63a-f). Le urne sono illustrate in von Brunn (1870) 52-63 e tav. XLVIII- LXV, il quale sostiene in tutti i casi l’identificazione della terza figura con Aiace, seppur con ragionevole cautela. La figura potrebbe però corrispondere a un tipo formulare, privo di una precisa identificazione, come sembrerebbe suggerire anche l’instabilità del suo aspetto, a volte barbuto a volte imberbe, a volte vestito a volte in nudità eroica, cf. Pairault (1972).

FIGURA 2.1. Specchio etrusco, Maestro di Caco. II a.C. Londra, British Museum

Più fonti concorrono dunque a presentarci Aiace come compagno di Achille, secondo al grande eroe non perché suo sostituto, ma perché suo braccio destro o, al massimo, volontario gregario. Il trattamento che il poema iliadico riservava a questa peculiare vicinanza con il Pelide era stato però funzionale al protagonismo che la trama assegnava a quest’ultimo: a differenza forse di quanto gli altri poemi del Ciclo avevano forse realizzato, l’essere quasi come Achille era dunque diventato, per l’Aiace omerico, fonte di una relativizzazione che, invece di innalzarlo rispetto agli altri eroi, lo aveva spesso vincolato al ruolo di valida riserva, di “vice” all’occorrenza.