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Comprensione del problema e del contesto

Per svolgere correttamente la valutazione dell’impatto, occorre innanzitutto capire adeguatamente le differenti dimensioni e componenti del progetto. Le iniziative in ambito sociale si caratterizzano infatti per la compresenza di più attività, anche di natura eterogenea; gli impatti sono generati, oltre che dall’intervento nel suo complesso, da ognuna delle attività che lo compongono, e di ciò si deve tenere ovviamente conto nel processo di misurazione (Vanclay et alii 2015:34). I risultati degli sforzi dell’organizzazione non sono interamente sotto il suo controllo: diversi fattori del contesto in cui si svolgono le attività possono influenzarne gli esiti. Di conseguenza, è importante analizzare l’andamento evolutivo e le condizioni attuali dell’ambiente sociale di riferimento, costituito dall’insieme dei destinatari, dei gruppi sociali potenzialmente interessati alle attività, delle altre organizzazioni e delle istituzioni. Gli aspetti dell’“ecosistema” che devono essere valutati sono (The Interorganizational Committee on Guidelines and Principles for Social Impact Assessment 1994): le caratteristiche demografiche, economiche, occupazionali e sociali della popolazione; la distribuzione del potere a livello politico e sociale; la cultura, le attitudini psicologiche e l’evoluzione storica della comunità; le relazioni della società con l’ambiente biologico (sfruttamento delle risorse, uso del territorio, ecc.). È inoltre fondamentale esaminare le modalità (se esistono) attraverso cui la pubblica amministrazione cerca di offrire una risposta all’esigenza sociale, nonché valutare le possibilità di collaborazione con altre organizzazioni che operino nello stesso ambito o in settori simili. Concretamente, le informazioni raccolte dovranno consistere in una descrizione qualitativa della comunità, dei suoi trend evolutivi e dei problemi sociali, nonché in un elenco di variabili sociali, a cui si dovrà cercare di attribuire un valore quantitativo. Tali indicatori costituiranno il riferimento di partenza rispetto a cui confrontare i progressi realizzati dall’intervento; la

73 percentuale di successo verrà calcolata paragonando i risultati ottenuti con dei target di riferimento, che a loro volta vanno fissati in questa fase iniziale del processo (Vanclay et alii 2015:44).

2) Pianificazione

La pianificazione a sua volta si articola in:

a. definizione dell’ambito di analisi (box 1);

b. coinvolgimento degli stakeholder (box 2);

c. progettazione della “theory of change” o “impact value chain” (box 3).

Box 1 – Definizione dell’ambito di analisi Nel corso della definizione dell’ambito di analisi, si determinano:

i. l’obiettivo della misurazione. Per definirlo, occorre stabilire se l’analisi che si intende effettuare verrà svolta

ex ante (per verificare la fattibilità del progetto), in itinere (per apportare eventuali correttivi) o ex post (per

valutare il raggiungimento degli scopi prefissati) (Impronta Etica 2016:20). Affinché la valutazione dell’impatto sociale di un intervento sia efficace è fortemente consigliabile, dopo aver analizzato e compreso adeguatamente le problematiche dell’ambito in cui si va ad operare, porsi sempre degli obiettivi ex ante. È utile, a tal fine: individuare le variabili sociali che potranno essere influenzate dalle attività dell’organizzazione; stimare e, quando possibile, quantificare, i prevedibili effetti ed impatti dell’intervento; ipotizzare le reazioni delle parti coinvolte agli esiti del progetto, considerando anche gli impatti indiretti (conseguenti a quelli diretti) e quelli cumulativi (dovuti all’azione congiunta di diversi progetti nello stesso settore o nei confronti degli stessi destinatari); prefigurare le possibili evoluzioni dello scenario di riferimento e valutare le conseguenze sui risultati dell’intervento (The Interorganizational Committee on Guidelines and Principles for Social Impact Assessment 1994). Gli obiettivi rientrano in tre tipologie: decidere, apprendere o informare. Ovviamente, differenti stakeholder avranno punti di vista diversi e, dal momento che il report finale è a loro destinato, occorre tenerne conto in questo stadio.

ii. l’oggetto della valutazione. L’oggetto è strettamente legato allo scopo (mission) dell’organizzazione, la quale deve identificare gli impatti sociali maggiormente correlati ai propri fini istituzionali. La scelta degli aspetti da misurare si lega dunque alla theory of change ed alla strategia operativa dell’organizzazione: riguardo alla prima, si nota che più si allarga il raggio d’azione del progetto, più diventa complesso misurare l’impatto realizzato, a causa della difficoltà di isolare i risultati dell’intervento dell’organizzazione dagli effetti dovuti a fattori esterni. Un discorso analogo vale per la strategia operativa: nei casi in cui l’intervento sia focalizzato su un ambito specifico, l’influenza delle attività sulle condizioni dei destinatari è più facilmente valutabile, rispetto ai casi in cui l’organizzazione sia solo uno dei molteplici attori che operano in un contesto più esteso (scale) e in diversi settori (scope). La scelta dell’oggetto dipende poi dalle risorse e dal tempo a disposizione per la misurazione: anche in base a questi due aspetti si deciderà quante siano le attività di cui è opportuno rilevare l’impatto. In ogni caso, è consigliabile distinguere le singole iniziative in base alle fonti di finanziamento, per riuscire ad informare ciascun investitore circa il rendimento della sua operazione (Impronta Etica 2016:22).

iii. i destinatari delle informazioni. La scelta delle informazioni da veicolare deve presupporre la concreta fattibilità del processo di misurazione e reporting; non è pensabile, specie nelle situazioni in cui l’ambito di attività è vasto e complesso, rendere conto di ogni aspetto a tutti gli stakeholder. Dunque, il primo passo consiste nell’identificazione dei soggetti interessati dall’intervento e nella loro suddivisione in categorie. Gli stakeholder vanno poi sistematicamente intervistati, per comprendere le necessità e i prevedibili effetti degli interventi nei loro confronti (The Interorganizational Committee on Guidelines and Principles for Social Impact Assessment 1994). La fase di individuazione dei destinatari delle informazioni è di aiuto non solo nella scelta di obiettivo e oggetto, ma anche dello stile comunicativo da impiegare nel report, che deve essere calibrato in base alla tipologia di soggetti a cui devono essere veicolati i dati. La successiva selezione degli aspetti da valutare non può basarsi esclusivamente sulle richieste delle categorie più influenti, ma si deve

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piuttosto concentrare sugli aspetti più strettamente legati al conseguimento della mission sociale dell’organizzazione (Ebrahim in Hanna 2010); gli stakeholder a cui dedicare maggiore considerazione sono dunque quelli il cui coinvolgimento è indispensabile per il raggiungimento del cambiamento desiderato. iv. le risorse e i tempi a disposizione. La quantità di risorse necessarie a svolgere le misurazioni sarà più

consistente nei casi di progetti caratterizzati da strategie operative complesse. Tuttavia, sono proprio questi ultimi che in genere riescono a garantire il raggiungimento di impatti sociali su orizzonti di lungo periodo. In casi del genere, in cui le relazioni causa-effetto della theory of change sono meno evidenti, è più utile indirizzare il processo di valutazione dell’impatto all’apprendimento ed alla comprensione del contesto, piuttosto che alla dimostrazione delle relazioni tra azioni e risultati (Ebrahim in Hanna 2010). Tra le risorse a disposizione, oltre al denaro, vanno considerati il personale, i materiali e l’accesso a determinate informazioni. Come già detto, il costo della misurazione deve essere proporzionato alla rilevanza del problema sociale, alla sua innovatività, alle dimensioni e alla scalabilità del progetto.

v. le competenze necessarie allo svolgimento dell’analisi. La determinazione di tali capacità è necessaria a

valutare se queste esistano già all’interno dell’organizzazione o, in caso contrario, a chi rivolgersi. Le competenze più rilevanti comprendono le capacità tecniche, quelle di analisi, il project management, le abilità interpersonali, l’integrità professionale (Impronta Etica 2016:23).

Box 2 – Coinvolgimento degli stakeholder

Il coinvolgimento degli stakeholder deve essere mirato a circoscrivere l’ambito di analisi e a garantire la collaborazione, nel processo di misurazione, dei soggetti interessati dal progetto. Tale attività si articola in 3 passi (Impronta Etica 2016:24-25):

1) l’identificazione degli stakeholder (che vanno da chi lavora nell’organizzazione, ai beneficiari, alla comunità di riferimento, ai finanziatori, al governo e allo Stato), che dovrebbe prevedere prima la selezione di quelli significativi per il progetto, e poi la mappatura in base al ruolo ricoperto all’interno dell’iniziativa e alle esigenze rispetto al problema affrontato;

2) l’ordinamento degli stakeholder, in funzione del livello di influenza sull’attività valutata e di dipendenza dagli esiti di questa. Dal risultato di questo procedimento dipende l’intensità della partecipazione all’iniziativa; 3) il coinvolgimento vero e proprio degli stakeholder, che deve consistere in un processo sistematico e ripetuto di

ascolto dei soggetti interessati dal progetto, nella loro partecipazione alle decisioni ed alla successiva implementazione, ed eventualmente nella rimodulazione degli obiettivi e dell’oggetto della valutazione.

Box 3 – Progettazione della “theory of change” o “impact value chain”

La “theory of change”, o “impact value chain”, consiste nella rappresentazione del modello di intervento, che spiega come si intenda raggiungere il risultato finale attraverso i vari passaggi intermedi. La teoria del cambiamento deve essere in grado di indicare anche i metodi di valutazione dei risultati intermedi e di quello finale. Concretamente, la catena del valore può essere rappresentata come un diagramma di flusso, in cui vengono esplicitate le seguenti dimensioni (European Commission 2016:54):

1) input: ne fanno parte le risorse (finanziarie, strumentali, umane, intellettuali, ecc.) impiegate dall’organizzazione per lo svolgimento dell’intervento. In termini monetari, corrispondono ai costi ed agli investimenti sostenuti;

2) attività: sono le azioni che, attraverso l’impiego degli input, consentono all’organizzazione di realizzare gli obiettivi;

3) output: sono tutti i risultati misurabili generati dall’attività di un’organizzazione, ovvero i beni o servizi prodotti nell’esecuzione del progetto;

4) outcome: sono i cambiamenti sperimentati dai beneficiari delle attività (sia gli utenti diretti che gli altri soggetti coinvolti, sino ad arrivare alla comunità di riferimento), come conseguenza degli effetti (positivi o negativi; a breve, medio o lungo termine; diretti o indiretti) degli output;

5) impatto: è la quota di cambiamento attribuibile esclusivamente agli interventi messi in atto dall’organizzazione. La definizione di impatto sociale presenta molteplici declinazioni, a seconda degli elementi su cui, di volta in volta, si concentri l’attenzione. In generale, l’espressione “impatto sociale” comprende tutti quegli aspetti, associati

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