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Una concomitanza eccezionale: l’unico caso di sovrapposizione tra Livio e Ossequente.

i casi di ermafroditismo nel Prodigiorum liber di Giulio Ossequente.

1. Una concomitanza eccezionale: l’unico caso di sovrapposizione tra Livio e Ossequente.

Un confronto sistematico tra il breve compendio di Ossequente e gli Annales liviani sarebbe stato, come s’è detto, molto utile per ragioni tanto contenutistiche quanto metodologiche. Per il periodo di intersezione tra quanto descritto nella porzione degli

Annales liviani che ci è rimasta e il resoconto dato dal Prodigiorum liber di Ossequente,

ossia l’arco di tempo che intercorre tra il 190 e il 167 a.C., si è verificato purtroppo un solo ritrovamento di individuo mostruoso: una sovrapposizione minima, ma assai interessante poiché riguarda un androgino ritrovato già in piena giovinezza.

Livio, Ab Urbe condita 39, 22,5 Ossequente, Prodigiorum liber 3

Sub idem tempus et ex Umbria nuntiatum est semimarem duodecim ferme annos natum inventum; id prodigium abominantes arceri Romano agro necarique quam primum iusserunt

In Umbria semimas duodecim ferme annorum inventus aruspicumque iussu necatus

Nello stesso periodo anche dall’Umbria fu annunciato che era stato trovato un ermafrodito di quasi dodici anni; ritenendo cattivo auspicio questo prodigio, ordinarono che quanto prima fosse portato via dal territorio romano e fosse eliminato.

In Umbria fu trovato un ermafrodito di quasi dodici anni e per ordine degli aruspici fu ucciso.

L’evento descritto è inequivocabilmente il medesimo310: nel 186 in un luogo non

precisamente individuato di un’area piuttosto periferica come l’Umbria è stato rinvenuto un fanciullo dodicenne semimas, ossia “solo per metà uomo”, che secondo la prassi è stato denunciato e condannato alla procuratio fatale.

310 Viene fornita di questo evento prodigioso una prospettiva in chiave politica in BREGLIA PULCI DORIA

Molte sono le riflessioni che la comparazione di questi due passi può suggerire. Anzitutto da un punto di vista meramente formale si nota la maggiore ampiezza e la più spiccata ricchezza di dettagli con cui Livio descrive il ritrovamento311. Ossequente ne mantiene

gli elementi chiave: la collocazione geografica, il sostantivo semimas312 con cui connota

il soggetto protagonista del prodigium e la sua età, e infine l’esito di morte della cerimonia espiatoria cui è stato sottoposto. Livio incrementa questi dati collegando cronologicamente questo ritrovamento con gli altri fatti straordinari registrati nello stesso periodo313, che peraltro richiesero un sacrificio hostiis maioribus e una lustratio della città

che invece non vennero applicati per l’ermafrodito; inoltre afferma che la reazione fu quella di abominari id prodigium, probabilmente poiché si riconobbe in lui un messaggio nefasto da parte degli dei, e di conseguenza venne comminato immediatamente, quam

primum, l’allontanamento preliminare alla morte. Se Ossequente tace questi aspetti,

riferisce un rilevante dettaglio: che la procuratio fosse stata espletata aruspicum iussu, chiarendo, a differenza di Livio314, quali magistrati fossero stati coinvolti.

Un primo punto di interesse è proprio questo: l’origine dell’informazione relativa ai magistrati coinvolti. Ossequente potrebbe aver ipotizzato che fossero stati interpellati gli aruspici, anche se di altri prodigia analoghi precedenti e successivi si sono occupati altri ufficiali -decemviri, pontefici, consoli- senza un apparente nesso automatico e inscindibile tra una specifica fattispecie e un preciso magistrato, oppure potrebbe aver avuto accesso a una differente fonte, forse diretta, relativa al provvedimento attuato. L’interrogativo sembra restare purtroppo aperto315.

Al di là della scelta del funzionario specializzato che presiedeva alla cerimonia, balza agli occhi in Livio l’urgenza di una condanna che andava compiuta quam primum, in

311 Per l’analisi specifica del passo di Livio, si veda anche BRISCOE (2008).

312 È l’unica occorrenza in cui Ossequente non usa il sostantivo androgynus, come rilevato nel capitolo VI,

paragrafo 3. Per una rapida ma efficace sintesi lessicale sull’area semantica della mascolinità e femminilità, si rinvia a PÉREZ IBAÑEZ (2010).

313 Che però non hanno attinenza con il caso dell’ermafrodito umbro: si tratta infatti di uno spectaculum

athletarum e una venatio leonum et pantherarum e poi alcuni eventi anomali provenienti dal cielo (una

pioggia di pietre, ignes celestes e un fulmine scaricatosi su in tempio sul Campidoglio).

314 In Livio sembrerebbero intervenire i consules, se si ammette una omogeneità con quanto affermato nel

paragrafo precedente.

315 InLENTANO (2010), p. 297 si afferma che, per porre rimedio a questo dubbio, alcune edizioni integrano

in Livio («plausibilmente» secondo Lentano) haruspices dopo abominantes, concludendo che, se Ossequente riporta la presenza di questi ufficiali, necessariamente deve averla tratta dalla storia di Livio.

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conseguenza della gravità dell’omen di cui il soggetto era portatore (la scelta del verbo

abominor, che indica precisamente il gesto di “respingere un presagio negativo”, non è

certamente poco significativa), per liberare dalla contaminazione letale la terra che accoglieva la comunità (ager romanus).

Dal passo possiamo inoltre intuire un aspetto significativo, ossia che ci fosse una gestione centralizzata, per così dire, di fattispecie di questo tipo: la forma nuntiatum est lascia ipotizzare una formale procedura di denuncia che potrebbe essere stata effettuata proprio a Roma, visto che poco più avanti si afferma che il fanciullo è stato allontanato Romano

agro316 come se prima fosse stato condotto in città, laddove poteva essere giunta la

notifica.

Una considerazione va fatta in merito a un elemento cruciale della vicenda esposta, ossia la precisa natura della procuratio; in casi precedenti e successivi317 la natura della

condanna era esplicita: l’androgino andava condotto in un corso d’acqua e abbandonato tra i flutti affinché morisse annegato. In effetti in casi precedenti318 Livio stesso è più

preciso nel descrivere inequivocabilmente una condanna per annegamento, poiché usa le espressioni proicere in mare, mergere o deportare in mare. In questo caso invece compare in entrambi gli autori il verbo più generico necare: potrebbe sottintendere il metodo consueto319 oppure indicare una condanna diversa, benché ben di rado si operi

per questi casi un altro provvedimento, come il rogo320. Resta il fatto che questa è la prima

occorrenza in cui si indichi il ricorso a una uccisione attiva, ben differente dalle varie formule che alludono ad un "abbandonare e lasciar morire", che nella maggior parte dei casi si trovano in Livio e in Ossequente: qualcunoha formulato l’ipotesi che gli aruspici, vista l’età del giovane, abbiano ritenuto necessario mettere in atto una procedura estrema

316 Formula che normalmente (come ad esempio in Prodigiorum liber 34) indica in generale il territorio

pubblico di Roma. Potrebbe, forse non altrettanto probabilmente, indicare in generale il territorio romanizzato, ma non sembra che le procurationes venissero compiute in aree al di fuori del pomerio.

317 Si rinvia a una ricognizione delle procurationes rilevabile dalla tabella XI.a che prende in

considerazione, tra le altre informazioni rilevanti relative ai fatti prodigiosi, anche i dettagli delle cerimonia espiatorie.

318 Per citare solo alcuni esempi precedenti cronologicamente, Livio, Ab Urbe condita 27,37 (dove si

descrive un neonato di dimensioni straordinarie ed ermafrodito) e 31,12 (dove si porta il caso di ben due androgini, l’uno neonato e l’altro sedicenne).

319 Questa tesi è francamente la più accreditata: entrambe le edizioni italiane di Ossequente, ad esempio,

puntualizzano nel commento al passo che la condanna per sommersione va qui sottintesa. Vedasi MASTANDREA -GUSSO (2005), p. 174, n. 3 e TIXI -ROCCA (2017), p. 66, n. 16.

per accertarsi che l'individuo pericoloso fosse realmente eliminatopoiché se avessero imposto la semplice esposizione, che per un neonato si traduceva automaticamente in una morte rapida e quasi certa, probabilmente un fanciullo di quell’età, benché isolato e solo, avrebbe invece avuto qualche possibilità di sopravvivere321, tuttavia sembra poco

probabile pensare a una procuratio mai esercitata per gli androgini. Livio non chiarisce l'esito della vicenda, tuttavia in assenza di elementi espliciti sembra preferibile attenersi con prudenza alle informazioni certe e ritenere che probabilmente la regola della sommersione sia stata rispettata anche in questa occasione.