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i casi di ermafroditismo nel Prodigiorum liber di Giulio Ossequente.

2. Un parallelo diretto: un caso di androginia in Orosio e Ossequente.

Anche relativamente alla casistica di androginia può essere significativo un confronto tra Orosio e Ossequente. Tuttavia, a differenza della concomitanza stringente dei due passi che si riferivano al caso di malformazione322, sussistono alcuni dubbi sull’opportunità di

una comparazione del tutto convincente. I due autori, entrambi verosimilmente ispirati da un passo di Livio che non ci è giunto, descrivono due casi analoghi di rinvenimento e di successiva espiazione di un neonato androgino. Molti studi323 sovrappongono i due casi

ritenendoli semplicemente due differenti descrizioni del ritrovamento del medesimo individuo, tuttavia forse può essere aggiunta qualche riflessione.

Orosio, Historiae adversus paganos 5,4,8

Ossequente, Prodigiorum liber 22

L. Caecilio Metello Q. Fabio Maximo Serviliano consulibus inter cetera prodigia androgynus Romae visus iussu haruspicum in mare mersus est. Sed nihil impiae expiationis procuratio profecit; nam tanta subito pestilentia exorta est, ut

Fames et pestilentia cum essent, per decemviros supplicatum. Lunae androgynus natus praecepto aruspicum in mare deportatus. Tanta fuit Lunensibus pestilentia ut iacentibus in publicum

321 Marie Delcourt, nell'esaminare questo passo -Vedi DELCOURT (1938)p. 56- sembra discutere anche la

possibilità che il bambino avrebbe potuto essere semplicemente bandito dalla comunità ed esposto.

322 Descritto nel capitolo V, paragrafo 1.

323 Per esempio MASTROROSA (2012), p. 8 oppure le edizioni MOURE CASAS (1990), p. 12 e MASTANDREA

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ministri quoque faciendorum funerum primum non sufficerent deinde non essent.

passim cadaveribus, qui funerarent defuerint.

Sotto il consolato di L. Cecilio Metello e Q. Fabio Massimo Serviliano, tra gli altri prodigi un androgino, individuato a Roma, per ordine degli aruspici fu annegato in mare. Ma a nulla giovò l’espletamento della condanna, infatti immediatamente scoppiò una tanto grave pestilenza che anche i ministri per fare i funerali in un primo momento non bastavano e poi non c’erano affatto

Mentre c’erano carestia e pestilenza, si fecero supplicazioni pubbliche da parte dei decemviri. Un androgino nato a Luni per prescrizione degli aruspici venne abbandonato in mare. Tanto violenta fu la pestilenza sugli abitanti di Luni che, mentre i cadaveri giacevano qua e là per strada, mancavano persone che ne facessero funerali.

In effetti la descrizione mostra parecchi punti sostanziali sovrapponibili: la data324, il

ritrovamento di un androgino, la consueta procuratio di annegamento, la concomitanza con una pestilenza. Vi sono però anche alcune discrasie, come la collocazione geografica a Luni per Ossequente e a Roma325 per Orosio, oppure il rapporto causale-consequenziale

tra il prodigium e la pestilenza.

Le ragioni per le quali credere nella sovrapposizione tra i due casi sono solide ed effettivamente non è inverosimile che ci sia stato, nella trasmissione delle informazioni, un guasto tale da creare un errore nell’indicazione del luogo.

Tuttavia vi possono essere altre interpretazioni. Non è inusuale che le fonti riferiscano di più prodigi avvenuti lo stesso anno: circa venti anni prima Ossequente racconta di ben

324 L’intestazione di ciascun capitolo dell’opera di Ossequente, in ottemperanza alla consuetudine tipica del

genere annalistico, indica i consoli in carica per ciascun anno: per il capitolo 22 l’intitolazione è Lucio

Metello Quinto Fabio Maximo coss., dato che senza dubbio si sovrappone con la datazione trasmessa da

Orosio (142 a.C.)

325 Non è tuttavia escluso che Orosio, che nel paragrafo precedente parla di altri grandi aambiti territoriali

e, in conseguenza di ciò, etnici e culturali, ora faccia riferimento a Roma nella medesima ampia accezione; in questo caso il toponimo sarebbe generico ma nonin contrapposizione rispetto allla collocazione data da Ossequente.

quattro monstra umani rinvenuti nell’arco di pochi mesi326 oppure esattamente mezzo

secolo dopo sono stati ritrovati due androgini nello stesso anno e addirittura nella stessa città327. Non sarebbe quindi improbabile che nello stesso 142 a.C. siano stati ritrovati due

ermafroditi, uno a Luni e un altro a Roma. Un altro elemento potrebbe confermare l’ipotesi che gli autori si riferiscano a due ermafroditi differenti, rinvenuti nello stesso anno ma magari in mesi diversi, benchè su questo dettaglio nessuna delle due fonti offra informazioni puntuali: Orosio è molto chiaro nell’affermare che la pestilenza328 si sia

scatenata subito dopo l’espletamento delle pratiche espiatorie per il prodigium, cerimonie che avrebbero voluto lenire l’ira degli dei e scongiurare una punizione più grave, riconosciuta invece inesorabilmente nell’epidemia violentissima scoppiata proprio come conseguenza della crudele espiazione. Orosio, forse con intento manipolatorio, si serve di questo esempio in chiave cristiana, per criticare la falsità e in alcuni casi anche la strumentalità dei rituali dei pagani329, ma, al di là di queste considerazioni, bisogna porre

ora in rilievo il fatto che ciò voglia dimostrare una posteriorità temporale del morbo rispetto al ritrovamento dell’androgino. Ossequente, al contrario, con altrettanta chiarezza

326 Un parto trigemellare, un ibrido umano-animale, un caso di amelia e uno di polimelia tutti quanti

individuati nel 163 a.C. e catalogati in Prodigiorum liber 14.

327 Ad Arezzo, come si descrive in Prodigiorum liber 53.

328 Calamità che nelle righe successive è ancora descritta nel suo terrificante svolgersi: iamque etiam

magnae domus vacuae vivis plenae mortuis remanserunt: largissimae introrsum hereditates et nulli penitus heredes. Denique iam non solum in urbe vivendi sed etiam adpropinquandi ad urbem negabatur facultas, tam saevi per totam urbem tabescentium sub tectis atque in stratis suis cadaverum putores exhalabantur. Expiatio illa crudelis et viam mortibus hominum morte hominis struens tandem Romanis inter miserias suas erubescentibus, quam misera et vana esset, innotuit. Ante enim in suffragium praeveniendae cladis est habita, et sic pestilentia consecuta est; quae tamen sine ullis sacrificiorum satisfactionibus tantummodo secundum mensuram arcani iudicii expleta correptione sedata est. (E ormai anche le grandi case, svuotate

dei vivi, restarono piene di cadaveri: dentro immense eredità e assolutamente nessun erede. Infine ormai era impedita la possibilità non solo di vivere in città, ma anche di avvicinarsi alla città, tanto insopportabili erano i fetori dei cadaveri che andavano in putrefazione sotto i tetti e nei loro letti, che venivano esalati attraverso tutta la città. Quella espiazione crudele e che preparava la via per le morti degli uomini con la morte di un uomo, alla fine ai Romani, che si vergognavano delle loro miserie, dimostrò quanto misera e vana fosse. Infatti era stata effettuata prima per scongiurare il fatto che la calamità giungesse, e così la pestilenza venne di conseguenza. Ed essa tuttavia senza alcun soddisfacimento di sacrifici ma soltanto secondo il calcolo dell’arcano giudice, conclusa la punizione, fu sedata). E a questa descrizione seguono alcune riflessioni sulla fede pagana menzognera ed empia e i suoi rituali insieme disumani e inefficaci.

329 Andrebbe probabilmente preso in considerazione il sospetto, che meriterebbe un approfondimento in

altra sede, di manipolazione da parte di Orosio. In questa circostanza, infatti, al fine di aggravare le accuse contro i pagani e i loro rituali, infatti, egli potrebbe aver capovolto causa ed effetto per dimostrare che non solo tali pratiche non scongiurano l’ira degli dei ma anzi scatenano ulteriormente la collera divina. D’altra parte non sono pochi gli studiosi che ritengono che per Orosio non sia inconsueto manipolare dettagli cronologici, geografici o causali-consequenziali per ragioni ideologiche, determinando consapevoli falsificazioni: a titolo di esempio vedasi BRACCESI (1999), pp. 19-25.

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afferma che carestia e pestilenza erano cronologicamente contemporanee, oltre che svincolate da nessi di causalità. Alla luce di queste osservazioni, dunque, si può forse immaginare che nello stesso anno 142 prima sia stato trovato un ermafrodito a Roma, poi dopo i rituali di espiazioni si sia diffuso il contagio e solo dopo, quando l’epidemia era così virulenta da essere legata al degrado delle attività economiche e alla carestia, sia stato trovato ed espiato l’androgino di Luni.

3. Le differenti forme di androginia analizzate in alcune fonti e confrontate con