• Non ci sono risultati.

i casi di ermafroditismo nel Prodigiorum liber di Giulio Ossequente.

4. Geografia dei casi di ermafroditismo 291

La mappatura delle occorrenze di androginia offre interessanti spunti di riflessione, specialmente se si cerca un confronto con il quadro geografico dei casi di malformazione. La prima osservazione è che, nonostante il numero inferiore di rinvenimenti considerati292, l’area geografica è sostanzialmente la medesima, benché i confini

286 Prodigiorum liber 34. 287 Prodigiorum liber 36.

288 La stessa considerazione in merito al verbo scelto può probabilmente essere applicata al breve

riferimento contenuto in Prodigiorum liber 53 (Arretii duo androgyni inventi), dove si effettua la medesima scelta di invenio ma poi si sottintende la procedura di espiazione. Non è escluso, anzi per ragioni di frequenza sembra fortemente verosimile, che anche in questo caso i due androgini siano stati condannati al rito espiatorio della sommersione.

289 Prodigiorum liber 22.

290 Nella sua monografia specifica su questo tema: DELCOURT (1938)

291 Per una più proficua osservazione della distribuzione dei casi di ermafroditismo sul territorio, si rinvia

alla consultazione in parallelo della tabella XI.d e carta XI.e.

292 Undici casi di androginia a fronte dei diciannove di mostruosità atipica. Da un punto di vista meramente

statistico si tratta di un numero considerevolmente maggiore di occorrenze di difformità generica rispetto a queste, tuttavia, come già accennato altrove, è significativo osservare che in questo caso si tratta di una sola

settentrionale e meridionale siano in questo caso spostati entrambi poco più a nord, a partire dall’attuale Lunigiana, al confine tra Liguria e Toscana, con il caso di un ermafrodito rinvenuto a Luna, sino al confine tra Lazio e Campania a sud, in un toponimo indicato Forum Suessanum. Una particolarità che distingue però la ricognizione geografica di questa casistica è che, a differenza della collocazione puntuale degli individui caratterizzati da malformazioni di altra natura, in ben tre casi l’area geografica indicata è piuttosto ampia e non ben definita; a questa indeterminatezza geografica si aggiunge un caso di difficile collocazione sul territorio, per ragioni prima testuali e poi interpretative. Su questi casi occorrerà soffermarsi con qualche considerazione più accurata.

Procedendo, appunto, con l’identificazione dei centri coinvolti da rinvenimenti di ermafroditi, si rinvengono da nord a sud: Luna, Urbinum, Arretium, la regione Umbria,

Ferentum, Saturnia, Roma e l’ager Romanus e Suessa. Se riguardo alle occorrenze di

malformazione293 era interessante notare una certa sproporzione tra i pochi casi rinvenuti

nella capitale e i numerosissimi in centri più piccoli, in ambito di androginia si possono fare osservazioni differenti. Roma e il territorio circostante sono protagonisti del ritrovamento di tre ermafroditi294 su undici, in un lasso di tempo relativamente breve, di

poco più che venti anni: non è probabilmente possibile individuare la motivazione, ammesso che esista, di questa frequenza, tuttavia si può pensare che questa anomalia fosse agli occhi dei cittadini meno inconsueta di altre. Se, poi, colpisce l’intensità di ritrovamenti in una metropoli come Roma, sorprende ancora di più notare che in un centro di piccole dimensioni come Arretium, e per giunta nello stesso anno, furono ritrovati ben due casi di ermafroditi. Più saltuari sono invece i ritrovamenti a Luna, Urbinum e

Saturnia, che non sembrano vicini né geograficamente né cronologicamente, giacché

avvengono a più di venti anni l’uno dall’altro.

specifica malformazione, o di una tipologia di malformazioni eterogenea ma comunque dalla fenomenologia analoga, che, in proporzione a ciascuna delle altri singole tipologie di anomalia fisica, ricorre invece con una frequenza notevolissima.

293 Analizzate sotto questo stesso punto di vista nel parallelo paragrafo 4, all’interno del capitolo IV. 294 Benché qualcuno consideri la prima parte di Prodigiorum liber 48 una prosecuzione di quanto descritto

in Prodigiorum liber 47, modificando parzialmente le conclusioni in merito alla frequenza dei prodigi per le singole città.

138

Altri ritrovamenti sono però forse più interessanti proprio per alcune specificità, che rendono non immediata e certa la collocazione del prodigium nella geografia dell’Italia repubblicana.

In un primo caso295, Ossequente decide eccezionalmente di indicare non una città ma una

regione, l’Umbria: non sembrano esserci ragioni politico-amministrative per le quali la notizia del rinvenimento provenga da un dipartimento e non da un centro singolo, quindi probabilmente la motivazione dipende dalla modalità di trasmissione delle informazioni giunte a Livio296. Resta il fatto che per noi è a questo punto impossibile restringere il

campo per collocare il ritrovamento in un’area geografica più puntuale.

Ancora in un’occasione297 non si ha la possibilità di individuare precisamente sul

territorio l’episodio di ermafroditismo, a causa questa volta della concomitanza di un guasto al testo, rilevato proprio in corrispondenza dell’indicazione geografica: a fronte della lezione Vessano sono state proposti alcuni emendamenti, ossia Suessano (Ortelius),

Vestino (Scaliger), Vesciano o Vescino (Oudendorpius), delle quali la prima è quella più

comunemente accolta298. Tuttavia, anche dopo aver ipotizzato una soluzione al danno del

testo permane comunque l’incertezza sulla collocazione del centro abitato, in cui difficilmente si può riconoscere Suessa Pometia, di posizione peraltro dubbia nel Latium

vetus, o più probabilmente l’attuale Sessa Aurunca al confine tra Lazio e Campania299.

Ancora un interrogativo di carattere geografico si ha sul toponimo Ferentum, visto che «la determinazione geografica può riferirsi ad almeno due località: Ferentinum, oggi Ferentino, situata lungo la via Latina tra Anagni e Frosinone, in territorio degli Ernici (Strabone 5,3,9; Livio 1,50; Gellio 5,3,3), e Ferentium, oggi Ferento, a nord di Viterbo in direzione del lago di Bolsena (Plinio, Nat., 3,52»300: nell’impossibilità di sciogliere tale

295 Prodigiorum liber 3.

296 In questo caso eccezionale possiamo fruire del confronto tra la fonte liviana e il compendio

ossequentiano, ma con un certo rammarico dobbiamo notare che anche il resoconto di Livio non è più preciso di Ossequente (infatti anche nella descrizione tratta dall’opera storiografica originale si legge che

sub idem tempus et ex Umbria nuntiatum est semimarem duodecim ferme annos natum inuentum: Livio, Ab Urbe condita 39, 22).

297 Prodigiorum liber 32.

298 MASTANDREA -GUSSO (2005),per esempio, ritiene Suessano la lezione corretta.

299 E nemmeno a questo punto si è giunti all’identificazione finale del luogo, poiché in MASTANDREA -

GUSSO (2005), p. 69 si intende “a Foro di Suessa”, mentre in TIXI -ROCCA (2017), p. 84, n. 174 riconosce

nella locuzione una perifrasi, costituita da forum con genitivo del nome di città o con un aggettivo, per indicare le «città di provincia in cui erano tenuti giorni di mercato e tribunale».

dubbio, si sceglie in questa sede di traslitterare il toponimo in Ferento301, riservandosi

semmai altrove di approfondire, se possibile, questa questione. Fortunatamente sembra che non vi siano casi specifici in cui cambi sostanzialmente l’interpretazione di passi di Ossequente con un’eventuale differente decodificazione del luogo in cui l’evento si è svolto.

Diverse sono le osservazioni in merito ad altri due casi302 su cui è si fatica a decifrare in

modo inoppugnabile la perifrasi usata da Ossequente e presente in entrambe le occorrenze: nelle espressioni in agro Ferentino e in agro Romano si tende a riconoscere, semplicemente, una contestualizzazione non urbana ma rurale del ritrovamento dell’individuo mostruoso, conferendo al sostantivo ager una contrapposizione rispetto alla urbs: magari in un piccolo centro, in un villaggio o in un’abitazione isolata all’esterno della città303. Tuttavia Cantarella scorge, in queste indicazioni geografiche, alcune

informazioni più particolari relative al trattamento subito dai giovani ermafroditi: «talvolta, infatti, i monstra erano stati trovati vaganti (bambini attorno agli otto-dieci anni) nelle campagne in cui erano evidentemente stati abbandonati, e dove erano pressoché miracolosamente sopravvissuti per qualche tempo»304. L’interpretazione è

tragica e suggestiva, tuttavia ci sono alcuni elementi che ne mettono in discussione l’attendibilità: anzitutto la considerazione del fatto che in un contesto come questo ager sembra più probabilmente avere il significato politico-amministrativo di ager publicus e non genericamente di “campagna”, inoltre la scarsa precisione che Livio (o forse addirittura la fonte che lo storiografo utilizza) dimostra, come si è poco fa osservato a proposito della regione Umbria, a collocare i ritrovamenti non necessariamente entro il perimetro di una città, ma limitandosi talvolta a un territorio più ampio e meno circoscritto. Anche l’evidenza di un abbandono volontario praticato per estromettere dalla comunità un individuo mostruoso in effetti non è così solida, tanto più che secondo alcuni studiosi è ipotizzabile che al contrario ci fossero resistenze da parte dei familiari a denunciare la mostruosità e in considerazione del rischio inevitabile sottoporre il figlio

301 Tale scelta si opera non solo in questa sezione del nostro studio, ma anche in altri capitoli, dove risulti

necessario prendere in considerazione il passo.

302 Prodigiorum liber 27a e 34.

303 Si allinea con un’interpretazione e traduzione analoga anche l’edizione italiana diMASTANDREA -GUSSO

(2005).

140

alle fatali cerimonie espiatorie previste per questi casi305: e a dire il vero non sarebbe stato

così diverso l’assistere alle prevedibili procurationes di morte rispetto alla decisione di scegliere preventivamente un’esposizione di un ragazzino, messo in palese rischio di morire di inedia e per i pericoli, che non è difficile immaginare, legati alla vita in solitudine, senza una dimora e all’aperto nelle campagne.