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3. L'elezione di Enrico a Re di Germania e i preparativi per la spedizione, 1308–

3.3 La conferma dell'elezione

La conferma papale dell'elezione di Enrico VII a re di Germania non ebbe grande risonanza nella cronachistica coeva. In questo particolare caso tacciono anche i Gesta Baldewini e le miniature del Codex Balduini: ciò può esser connesso alle finalità politiche delle due opere. In esse già si presentava un collegio elettorale diverso da quello effettivamente presente a Francoforte e, allo stesso tempo in entrambe manca la notizia della conferma da parte di Clemente V. Le due opere assurgono così al ruolo di un documento giuridico, volto ad attestare la regolare elezione di Enrico VII prima a re di Germania e poi ad imperatore anche senza il diretto intervento papale a confermarne la validità: il ruolo primario nell'elezione in questa cronaca figurata è quindi conferito del tutto ai principi elettori51.

Ancora una volta a completare il quadro degli eventi è la cronaca del Villani la quale, per questo episodio, racconta che

nel detto anno, essendo fatta la lezione d'Arrigo Luzzimborgo a re de' Romani, sì mandò a Vignone a corte a papa Clemento per la sua confermazione il conte di Savoia suo cognato e messer Guido di Namurro fratello del conte di Fiandra suo cugino, i quali dal papa e da' cardinali onorevolemente furono ricevuti, e del mese d'aprile MCCCVIIII, per lo papa il detto Arrigo fue confermato a imperadore, e ordinato che ‘1 cardinale dal Fiesco e ‘1 cardinale di Prato fossono legati in Italia e in sua compagnia quando venisse di

50 Ibidem.

qua da' monti, comandando da parte de la Chiesa che da tutti fosse ubbidito52.

Per Enrico VII si trattava ora di prepararsi a scendere in Italia: decise pertanto l'invio nella penisola di numerosi ambasciatori. Essi avrebbero annunciato alle città italiane il suo imminente arrivo.

Nel frattempo il neo-eletto Re dei Romani si occupava anche di questioni interne. In questo primo periodo di tempo, una delle principali azioni di Enrico, che viene variamente ricordata con una certa discrepanza nei dettagli dalla cronachistica, è collegata ancora una volta all'omicidio di Alberto I: rimaneva infatti aperta la questione della sua definitiva sepoltura. Con l'occasione, oltre alla sua salma, vennero traslati anche i resti del predecessore ed avversario Adolfo di Nassau, morto il 2 luglio 1298 durante la battaglia di Göllheim, in cui si scontrarono appunto gli eserciti di Adolfo e Alberto I53.

Secondo i Gesta Baldewini Enrico VII «ecineravit et relevavit»54 le salme dei due sovrani per trasportarle presso il duomo di Spira, al seguito di un grande corteo di religiosi. All'arrivo, lo stesso Enrico VII assume un ruolo attivo nel corteo funebre di Adolfo: la cronaca dice infatti che Enrico, camminando ad una certa distanza «et lamentando»55 accompagna «rex funeri Adolphi, eo quod essent de eadem linea consanguinitatis»56. Quello stesso giorno, nel suo primo anno di regno, vengono

52 Nuova Cronica, II, p. 197.

53 Sulla deposizione di Adolfo di Nassau e la conseguente battaglia di Göllheim, cfr. F. COGNASSO, Arrigo VII, pp. 13–14; M. MENZEL, Die Zeit der Entwürfe 1273–1347, Klett- Cotta, Stuttgart, 2012, pp. 118–120.

54 Gesta Baldewini, p. 209. 55 Ibidem.

56 Ibidem. Francesco Cognasso, rendendo conto di quanto si dice in questo capitolo dei

Gesta Baldewini, afferma che Enrico «avrebbe diretto il corteo funebre a fianco della

regina vedova Elisabetta», riferendosi a Elisabetta di Tirolo–Gorizia, vedova di Alberto I: il testo della cronaca però non fa menzione esplicita della presenza della regina. Da questa presunta partecipazione di Elisabetta al corteo funebre di Adolfo e Alberto,

celebrate «amborum exequias in Spirensi ecclesia»57 e le salme vengono solennemente collocate a fianco degli altri sovrani lì sepolti.

Questo primo resoconto della traslazione delle salme dei suoi predecessori è piuttosto scarno. A dispetto dell'origine di questa fonte, interna al casato lussemburghese stesso, i Gesta Baldewini forniscono poche informazioni: un fatto singolare, ipotizzando che Baldovino, in questi primi importanti momenti del regno del fratello, dovette essere presenza costante al suo fianco.

Da altre fonti apprendiamo importanti precisazioni sulla cerimonia. Il racconto è ancora più scarno nella Chronica di Mathias von Neuenburg: il testo però offre alcune indicazioni interessanti: in luogo del corteo funebre, si dice che il corpo di Alberto venne trasportato a Spira con l'ausilio di una imbarcazione58; mentre per la sepoltura di Alberto l'autore riporta che «set omnino voluit corpus Adolphi regis inibi similiter sepeliri, et sic uno die Albertum et Adolphum Romanorum reges occisos Heinricus rex Spire in sepulcris regiis sepelivit»59. Il cronista specifica ancora più precisamente l'effettivo luogo di sepoltura: Alberto sarebbe stato sepolto «in uxoris … Friderici imperatoris»60 mentre Adolfo «in eiusdem filie sepulcris»61. La notizia della traslazione è presente anche nella Cronica S. Petri Erfordensis moderna62. Il

Cognasso conclude che Enrico avrebbe dimostrato così di «voler riconoscere la legittimità di ambo i re fra loro nemici, ma ambedue valorosi»; cfr. F. COGNASSO, Arrigo

VII, p. 77.

57 Ibidem.

58 Chronica Mathiae de Nuwenburg, Fassung B, cap. 37, p. 79. 59 Chronica Mathiae de Nuwenburg, Fassung B, cap. 37, pp. 79–80.

60 Chronica Mathiae de Nuwenburg, Fassung B, cap. 37, p. 80; il riferimento è a Beatrice di Borgogna, morta nel 1184.

61 Ibidem; secondo il curatore dell'edizione, Adolf Hofmeister, l'autore della cronaca si riferisce ad Agnese di Hohenstaufen, anch'essa morta nel 1184.

62 Cronica S. Petri Erfordensis moderna a. 1072–1335, in Monumenta Erphesfurtensia

saec. XII. XIII. XIV., ed. O. HOLDER-EGGER, Hannover, 1899, p. 340: «Corpora duorum regum Romanorum, scilitet Adolfi et Alberti, in presencia Heinrici regis Spiram delata et honorifice sunt sepulta».

cronista aggiunge che, avendo Alberto ucciso Adolfo «eum inter reges tumulari noluit Spire, dicens eum regno depositum et occisum»63, ma registra anche che «postea idem Albertus a suo patruo fraudulenter occisus nec ipse sepulturam Spire meruit»64. Per questo motivo i «civibus reclamantibus»65 di Spira avrebbero richiesto l'intervento diretto di Enrico VII affinché la salma di Adolfo venisse riesumata e trasportata nella loro città per essere meritatamente sepolta «cum predicto Alberto»66. Ulteriori ed importanti dettagli emergono dalla cronaca di Ferreto de' Ferreti. In quest'opera la sepoltura dei due sovrani è suddivisa in momenti diversi: dapprima Enrico si sarebbe occupato personalmente della sepoltura di Adolfo di Nassau, le cui ossa vengono poste in un «argenteo feretro»67, ignorando nello stesso tempo di fare altrettanto con la salma di Alberto I. Questa scelta secondo il cronista vicentino avrebbe avuto come conseguenza la forte protesta e la richiesta da parte di «Lippoldus et fratres, invidia magni ducti»68, di effettuare, con gli stessi onori, la sepoltura di loro padre. Enrico VII non pare acconsentire, almeno inizialmente, alle richieste avanzategli: solo dopo una certa insistenza dei figli di Alberto avrebbe deciso di procedere con la cerimonia di tumulazione:

donec placatus Cesar, putrescentem iam quinymo marcidum Alberti truncum cesareas urnas adduci compatitur; sed non illum pari honore tumulari dignatus est; nam plumbeum feretrum accipiens,

non alio metallo decorari voluit …69

Il tono del testo, in cui abbondano i termini negativi, evidenzia una profonda

63 Cronica S. Petri Erfordensis moderna a. 1072–1335, pp. 340–341. 64 Cronica S. Petri Erfordensis moderna a. 1072–1335, p. 341. 65 Ibidem.

66 Ibidem.

67 Ferreti Historia cit., I, p. 273.

68 Ibidem. Si tratta dei figli di Alberto I: viene specificato solamente il nome di Leopoldo I d'Asburgo (1290–1326), mentre non si fa menzione esplicita degli altri fratelli.

differenza di trattamento da parte di Enrico VII nei confronti delle due sepolture segno che, con buona probabilità, Enrico reputasse Alberto I in posizione di inferiorità rispetto a quella di Adolfo70.