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Confronto tra gli approcci e principali problematiche nella loro applicazione Gli approcci per la valutazione del capitale umano sono numerosi ed eterogenei, s

7) Tasso di rendimento

1.3 I principali approcci per la stima del capitale umano

1.3.4 Confronto tra gli approcci e principali problematiche nella loro applicazione Gli approcci per la valutazione del capitale umano sono numerosi ed eterogenei, s

basano su differenti set di indicatori e restituiscono misure o indici molto diversi. È necessario operare una scelta, adottando l'approccio più appropriato a seconda delle esigenze. Importante è dunque osservare quali approcci sono più utilizzati nell'ambito della contabilità nazionale e dei progetti internazionali e comprendere le ragioni alla base di questa scelta.

Per un'analisi sull'utilizzo dei differenti approcci di valutazione del capitale umano a livello internazionale si può fare riferimento alla ricerca dell'UNECE e in particolare ai risultati del questionario somministrato a 70 Paesi membri del CES.20

I risultati dell'indagine mostrano una preferenza degli Stati per misure di capitale umano di tipo monetario. Le misure monetarie tendono infatti ad essere preferite perché consentono di combinare diversi aspetti del capitale umano ed esprimerli in un valore numerico (o meglio monetario). Le stime income-based ad esempio permettono il confronto tra informazioni demografiche, dati relativi all'istruzione e dati relativi al mercato del lavoro. Allo stesso modo le stime cost-based permettono di valutare il contributo dato dalla spesa effettuata da diversi settori (pubblico, privato, famiglie) e quello dato dagli input non economici.21

Dalle risposte ottenute, emerge la netta preferenza per l'income-based approach (che costituisce ad oggi il metodo di valutazione del capitale umano più utilizzato a livello mondiale), seguito dal cost-based approach e dal residual approach, usato quasi esclusivamente per la sua semplicità di applicazione.

Il cost-based approach è particolarmente apprezzato per la reperibilità dei dati su cui 20 UNECE, ovvero United Nations Economic Commission for Europe, CES, ovvero Conference of European

Statisticians. Per i risultati dettagliati del questionario si veda UNECE (2013).

21 La maggior parte dei Paesi inoltre preferisce ricorrere all'uso di dati contenuti nelle statistiche ufficiali sull'istruzione, piuttosto che creare degli indicatori specifici sulla base di sondaggi effettuati per la verifica delle competenze (come il PISA o il PIAAC).

si basa e perché non richiede assunzioni arbitrarie riguardo al futuro. La principale motivazione indicata per spiegare la scelta dell'income-based approach è invece il fatto che questo, e in particolare il metodo J-F, abbia un fondamento teorico e produca un modello coerente con quello previsto dalla teoria economica per la misurazione degli altri fattori di produzione. Tale approccio è inoltre considerato il più diffuso e dunque il più indicato per sviluppare misure che permettano confronti internazionali.

Sebbene gli approcci monetari offrano molti vantaggi, tuttavia essi presentano anche un enorme rischio, ovvero quello di sottostimare gli effetti del capitale umano, considerando solo quelli di mercato. A livello teorico, il metodo J-F prevede di includere nel modello non solo la stima del capitale umano coinvolto in attività di mercato (e dunque il reddito derivante dal lavoro retribuito), ma anche quello legato ad attività non di mercato, come la produzione familiare o il tempo libero.22 A livello pratico tuttavia,

poiché la stima di tali attività e di tali fattori risulta estremamente complessa, nella maggior parte degli studi compiuti a livello nazionale e internazionale ci si limita ad applicare l'approccio J-F alle attività di mercato.

In conclusione risulta evidente come ogni approccio abbia dei pro e dei contro. Il limite di uno costituisce il punto di forza dell'altro. Non esiste l'approccio perfetto, e sebbene l'income-based approach tenda ad essere il più utilizzato, esso presenta molti limiti e difficoltà di applicazione. Come mostrato dall'OCSE (2012), un tentativo di superamento di tali limiti potrebbe consistere nell'utilizzo simultaneo del cost-based

approach e dell'income-based approach. Questo permetterebbe di integrare i due metodi

ed eliminare anche il divario esistente nelle stime di capitale umano risultanti dai due differenti approcci.23 In questo modo si giungerebbe alla definizione di un aggregato

omogeneo di capitale umano, più completo, e confrontabile a livello internazionale. La modalità principale per l'applicazione di questo approccio integrato potrebbe consistere nella creazione di conti satellite, destinati al capitale umano e all'istruzione, che mantengano tali componenti separate dalla Contabilità Nazionale.24

22 Per la stima dei redditi associati a produzione familiare e tempo libero si veda Fraumeni (2013) e ISTAT (2014). 23 In generale infatti le stime income-based risultano di gran lunga più elevate di quelle realizzate con l’approccio

cost-based. Un risultato atteso, in quanto la nozione stessa del capitale umano implica che il suo rendimento sia superiore al costo.

1.4 Conclusioni

Si è dunque osservato come nell'ambito dei moderni studi sul capitale umano, l'elemento fondamentale da considerare sia quello della sua misurazione. Gli investimenti in capitale umano, siano essi individuali, delle imprese o nazionali, sono infatti motivati dalla prospettiva di ottenere un rendimento (in termini di aumento salariale, incremento della produttività o crescita economica). Questo rendimento è determinato dal valore del capitale umano, di cui risulta necessario dare una valutazione.

Data la natura intangibile e multidimensionale del capitale umano la sua valutazione risulta molto complessa. La misurazione necessita di un set di dati, costituito dagli indicatori, e di un approccio, costituito da un modello che consenta di ricavare il valore del capitale umano.

Definire e misurare il capitale umano è ormai prioritario per molti Paesi, tra cui anche la Cina, in quanto la valutazione degli output connessi a tale tipologia di capitale determina anche l'ammontare totale degli investimenti (ovvero degli input) che saranno diretti alla formazione di esso.