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L'effetto del capitale umano sui livelli di occupazione

CAPITOLO 3- LA DOTAZIONE DI CAPITALE UMANO E IL RENDIMENTO DEL CAPITALE UMANO IN CINA

3.3 Il rendimento del capitale umano in Cina: l'effetto degli investimenti in capitale umano nel mercato del lavoro

3.3.1 L'effetto del capitale umano sui livelli di occupazione

Con la fine del sistema pianificato e la riduzione dei tassi di occupazione, si modificano i compiti della forza lavoro: spetta ora ai lavoratori stessi cercare un impiego che rispecchi le proprie competenze e mantenerlo. Maggiori capacità possono garantire l'accesso a professioni più qualificate e gratificanti e dunque l'investimento in capitale umano diventa prioritario non solo per lo Stato, ma anche per gli stessi lavoratori. L'economia di mercato, basata sull'efficienza produttiva, sulla competizione e sull'innovazione tecnologica, necessita infatti di personale sempre più specializzato e qualificato da impiegare nei settori chiave per lo sviluppo. La dotazione di capitale umano posseduta dai lavoratori diventa dunque, come avviene nei Paesi sviluppati, un elemento discriminante nelle assunzioni.

Il capitale umano assume quindi un'importanza crescente nel mercato del lavoro cinese e il suo rendimento può essere valutato in termini di aumento dell'occupazione. Tra la probabilità di ottenere un buon lavoro e le competenze possedute dai lavoratori esiste infatti una relazione positiva determinata proprio dal rendimento del capitale umano.

Per valutare l'impatto del capitale umano sull'aumento delle opportunità lavorative si ricorre in questo paragrafo a delle approssimazioni: per la dotazione di capitale umano si considera il livello di istruzione più alto conseguito dalla forza lavoro, mentre per le opportunità di impiego si valuta il numero degli occupati.

e l'evoluzione nel corso del tempo dal 1997 al 2013. Si nota come la porzione maggiore di lavoratori sia quella con il livello di istruzione secondaria di primo grado, tuttavia l'evoluzione mostra un aumento della percentuale di lavoratori con istruzione superiore e secondaria di secondo grado e una riduzione della percentuale di coloro privi di istruzione o con il solo livello di istruzione primaria.

Questo andamento è ovviamente il riflesso delle mutate condizioni del mercato del lavoro cinese, in cui è aumentata sempre più la domanda di lavoratori specializzati con un livello di istruzione più elevato. L'andamento rispecchia però anche la trasformazione subita dal sistema di istruzione formale cinese, per mezzo delle riforme degli anni Novanta. La riforma dell'istruzione obbligatoria ad esempio ha portato all'universalizzazione dei 9 anni di istruzione, determinando un aumento della porzione di popolazione (e di conseguenza anche dei lavoratori) con un livello di istruzione secondaria di primo grado. L'espansione dell'accesso all'istruzione superiore ha determinato invece un aumento di laureati soprattutto a partire dagli anni Duemila. Il miglioramento del benessere e delle condizioni di vita della popolazione ha inoltre favorito il calo dell'analfabetismo.

Figura 3.19. Percentuale di occupati in base al livello di istruzione.

Fonte: China Labour Statistical Yearbook (Il Zhongguo laodong tongji nianjian 中国劳动统计 年鉴.) 1997 2000 2003 2005 2007 2009 2013 0 10 20 30 40 50 60

senza istruzione istruzione primaria

istruzione secondaria di I grado istruzione secondaria di II grado istruzione superiore

Per valutare il rendimento del capitale umano in termini di aumento dell'occupazione si può fare ricorso anche ad una serie di misure disaggregate, che mostrano la percentuale di lavoratori per ogni livello di istruzione suddivisi per fasce d'età o classificati in base al genere, oppure che considerano tale percentuale per le diverse province cinesi.

Poiché l'investimento in capitale umano è un investimento a lungo termine, gli effetti degli investimenti realizzati dalla Cina a partire dagli ultimi vent'anni si manifestano soprattutto sulle nuove generazioni, nate e cresciute in una Cina ormai modernizzata e “marchetizzata”. Ci si aspetta quindi che le nuove generazioni siano più istruite di quelle anziane e posseggano più capitale umano. Data la relazione positiva esistente tra capitale umano e occupazione, ci si aspetta inoltre che le coorti più giovani siano più avvantaggiate nel mercato del lavoro.

In generale infatti come si osserva in Figura 3.20 (che mostra la percentuale di lavoratori in base all'età), la porzione maggiore di occupati nel 2013 si ha tra i 25 e i 49 anni (pari al 50,8% del totale), una forza lavoro piuttosto “giovane”, specie se paragonata con quella delle economie più mature. Questo dato è certamente legato alla dotazione di capitale umano che tende ad essere concentrata nelle coorti più giovani della popolazione, come conseguenza dei recenti investimenti.

In Tabella 3.6 si mostra la percentuale di popolazione con più di 16 anni con un dato livello di istruzione divisa in base alla fascia d'età. Osservando la distribuzione nel 1997 e nel 2013, si osserva che la porzione di popolazione con istruzione superiore era concentrata nel 1997 soprattutto nella fascia 25-34 anni, mentre la porzione di individui privi di istruzione assumeva valori considerevoli in tutte le fasce d'età. Nel 2013 la distribuzione è differente: innanzitutto la percentuale di popolazione con istruzione superiore nella fascia 25-34 anni è maggiore, inoltre tale percentuale cresce anche per le fasce di età successive (soprattutto tra i 35-44 anni), fino ai 59 anni. La percentuale di individui privi di istruzione risulta invece concentrata nella coorte più anziana (più di 65 anni) ormai fuori dal mercato del lavoro. Questo è frutto ovviamente del miglioramento del sistema di istruzione e dell'espansione degli accessi.

Figura 3.20. Distribuzione dei lavoratori per età nel 2013.

Fonte: China Labour Statistical Yearbook 2013.

Tabella 3.6. Distribuzione della popolazione +16 (%) in base al livello di istruzione e per età.

Livello di

istruzione Senza istruzione Istruzioneprimaria

Istruzione secondaria di I grado Istruzione secondaria di II grado Istruzione superiore Fascia età 1997 2013 1997 2013 1997 2013 1997 2013 1997 2013 16-19 anni 1,8 0,4 5,7 0,6 8,9 2,8 3,1 2,7 0,5 0,4 20-24 anni 3,9 1,2 11,2 2,1 17,6 10,4 13,6 15,4 11,4 10,4 25-29 anni 5,9 1 15,6 2,9 20,9 11 16,5 13,9 21,4 22,14 30-34 anni 6,4 2,5 13 4,6 20,2 12,3 23,3 14,8 21,2 25,44 35-39 anni 7,1 3,3 8,8 6,9 10,2 13,6 20,3 13 10,8 15,07 40-44 anni 13,1 6,4 14,4 12,9 10,2 17,9 11,5 13,6 11,7 12,54 45-49 anni 12,5 7,2 12,4 13,7 5,8 14,8 5,1 12,4 8 8,37 50-54 anni 11,9 7,8 7,7 10,3 3,5 7 3,5 8,4 4,44 6,8 55-59 anni 12,8 18,9 5,4 17,2 1,6 6 2,2 4,2 2,9 5,9 60-64 anni 12 17,5 3,4 14,9 0,6 2,9 0,6 1,1 0,6 1,27 più di 65 anni 12,7 33,8 2,4 13,9 0,4 1,5 0,3 0,5 0,7 0,2 Totale 100 100 100 100 100 100 100 100 100 100

Fonte: China Labour Statistical Yearbook 1997, 2013.

Parlando di occupazione in base al livello di istruzione per differenti fasce di età occorre considerare anche il problema della disoccupazione giovanile, un fenomeno che sta caratterizzando la Cina di recente. Come si nota in Figura 3.21 la percentuale di disoccupati con un livello di istruzione superiore è infatti piuttosto alta nelle aree urbane,

12 23,4 27,4 20,7 12,3 4,1 16-24 anni 25-34 anni 35-44 anni 45-54 anni 55-64 anni più di 65 anni

del 4,2% (sul totale dei disoccupati) nel 2007 e del 6,8% nel 2013. Ovviamente si tratta di una percentuale di gran lunga inferiore a quella dei disoccupati con livelli più bassi di istruzione (i disoccupati con il livello di istruzione secondaria di primo grado occupano ben il 41,3% nel 2013), ma desta comunque delle preoccupazioni. La bassa percentuale di disoccupati privi di livello di istruzione si spiega invece considerando che il tasso di analfabetismo nelle aree urbane è praticamente zero, e dunque la porzione di forza lavoro priva di istruzione è pressoché inesistente in tali aree. Contrariamente alle aspettative quindi il livello di disoccupazione, pur essendo influenzato dal valore del capitale umano, non dipende esclusivamente da quello.

Figura 3.21.Percentuale di disoccupati nelle aree urbane in base al livello di istruzione nel 2013.

Fonte: China Labour Statistical Yearbook 2013

In particolare tra i disoccupati con livello di istruzione superiore, la porzione maggiore è costituita dai neolaureati in attesa di occupazione. Come in tutti i Paesi sviluppati anche in Cina la percentuale di laureati è cresciuta enormemente, ma si è anche generato il problema dell'inserimento di questi laureati nel mercato del lavoro. Questo è dovuto a varie ragioni, soprattutto il fatto che i giovani neolaureati aspirino a posizioni per cui non possiedono sufficiente esperienza e che quindi non sono alla loro portata. Come osservano Hu et al. (2010), questo li porta a saltare da un impiego all'altro in attesa del lavoro dei propri sogni (per mansioni e remunerazioni), fenomeno che viene detto del

0,6 20,7 41,3 30,6 6,8 senza istruzione istruzione primaria istruzione secondaria di I grado istruzione secondaria di II grado istruzione superiore

job hopping, e che impedisce alle imprese di formare i propri lavoratori per un tempo

sufficiente ad acquisire le competenze del mestiere, e quindi di trovare personale con sufficiente esperienza lavorativa da assumere.

Come si nota in Tabella 3.7 la percentuale di giovani neolaureati in attesa di un impiego dopo il conseguimento del titolo è in crescita, nel 2007 costituivano ben il 55,84% del totale dei laureati disoccupati. Secondo Li e Xing (2010) i neolaureati disoccupati costituirebbero invece addirittura l'80% del totale dei laureati disoccupati.

Tabella 3.7. Motivi della disoccupazione nel 2007.

% di disoccupati per... Totale Licenziam ento per ragioni individuali In attesa di occupazione dopo titolo di studio Licenzia mento per fallimento dell'unità lavorativa Dimissioni Occuparsi del lavoro domestico Espropria zione della terra Altre ragioni Livello istruzio ne % di disoccup ati totali per... 100 13,6 21,4 33,4 2,4 11,9 2,2 15,3 senza istruzione 100 5,3 1,3 10,5 7,9 36,8 10,5 36,8 istruzione primaria 100 15,3 4,5 26,5 2,2 17,8 8,3 19,9 istruzione secondaria di I grado 100 13,8 16,1 32,7 1,9 14,9 2,3 17,9 istruzione secondaria di II grado 100 12,7 23 39,7 1 8,5 1 13,1 istruzione superiore 100 13,17 55,84 18,95 1,1 3,85 0,4 7,64

Fonte: China Labour Statistical Yearbook 2007.

Il livello di istruzione influisce positivamente sull'occupazione, ma ovviamente ha un influsso anche sul tasso di disoccupazione. Fleisher e Wang (2005), analizzando la situazione dei lavoratori in aspettativa (i cosiddetti xiagang 下岗) nei primi anni Novanta, osservano l'esistenza di una relazione negativa tra gli anni di scuola conseguiti dai lavoratori e la probabilità di essere messi in aspettativa. In particolare per ogni anno aggiuntivo di istruzione la probabilità di essere messi in aspettativa o licenziati diminuisce dello 0,76%. Il loro lavoro evidenzia inoltre una riduzione della durata media della disoccupazione al crescere del numero di anni di scuola, mentre la probabilità di

essere riassunti cresce del 6% per ogni anno di istruzione aggiuntiva.

La Tabella 3.8 mostra la durata media dello stato di disoccupato per la popolazione attiva divisa in base al livello di istruzione posseduto. Si osserva un periodo di disoccupazione piuttosto lungo (più di 25 mesi) per coloro che possiedono un livello di istruzione secondaria di primo grado. Contrariamente a quanto evidenziato da Fleisher e Wang (2005) tuttavia, la durata della disoccupazione assume valori considerevoli (da 7 mesi a un anno) anche per coloro che possiedono un livello di istruzione superiore, probabilmente a causa delle difficoltà di inserimento dei laureati nel mercato del lavoro.

Tabella 3.8. Durata della disoccupazione in base al livello di istruzione nel 2013 (% del totale

disoccupati).

% disoccupati per...

Totale 1 mese 2-3 mesi 4-6 mesi 7-12 mesi 13-24 mesi Più di 25mesi