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È risaputo che l’incesto procuri conseguenze negative alle vittime di abuso e che queste conseguenze siano spesso gravi. Le differenze si riscontrano tra i diversi tipi di problemi che l’incesto può avere causato, o i diversi momenti – immediatamente dopo l’esperienza incestuosa, ovvero più a lunga scadenza – in cui le conseguenze dell’incesto si manifestano.

38 “Le conseguenze cui va incontro un bambino che ha subito violenza sono in parte visibili, handicap psichici, danni neurologici, in parte di natura psicologica. È più facile che un bambino maltrattato sviluppi, un’immagine negativa di sé, una scarsa autostima, e può anche avere dei forti sensi di colpa perché preferisce colpevolizzare se stesso piuttosto che dover riconoscere di essere odiato dalle persone cui è legato emotivamente. È per questo che alcuni di loro mostrano un attaccamento morboso proprio nei confronti di chi li maltratta: questi bambini sperano di riuscire ad ottenere prima o poi attenzione e affetto”.98

Molto spesso questi bambini non denunciano i genitori, oltre che per paura, soprattutto per il “continuum di indipendenza/dipendenza e per il robustissimo cordone psicologico che li vincolano alla figura di attaccamento. Questo legame esclude la possibilità che il piccolo possa percepire la figura di attaccamento come cattiva, per questo mette in atto un dispositivo di idealizzazione che purtroppo li condanna a subire un danno senza riuscire a decodificarlo come tale”.99

“La vittima della violenza, non avendo fiducia in sé e negli altri, per poter sopravvivere ad eventi così distruttivi, mette, quindi, in atto potenti meccanismi di difesa che rendono possibile quello che viene chiamato “adattamento all’abuso”. Attraverso di esso, il bambino tenta di ripararsi in qualche modo dal senso di catastrofe e di distruzione e può permettersi l’illusione che niente sia cambiato, che il suo papà sia comunque un papà buono che gli vuole bene. Solo così si possono comprendere certi atteggiamenti di negazione della violenza subita, da parte dei bambini anche molto piccoli, e la difesa, non solo determinata da una paura comprensibile per le conseguenze, dei propri genitori violenti sia fisicamente o affettivamente assenti”.100

Il bambino vittima di abuso sessuale intrafamiliare mette in atto dei meccanismi di difesa patologici, tra i quali l’instaurazione e il mantenimento del segreto rispetto a ciò che è accaduto. Questo fa si che il minore crei delle barriere sia a livello relazionale che interiore. I più comuni meccanismi di difesa utilizzati consistono nella rimozione, nella

98 Svevo L., op. cit. pag. 36.

99 Cirillo S., Cattivi genitori, op. cit. pag. 15. 100 Svevo L., op. cit. pag. 38-39.

39 negazione, nel distanziamento affettivo, nella scissione, nell’identificazione con l’aggressore e con la vittima.101

Molti sono i bambini che non riescono a confessare che sono maltrattati in famiglia; “alla loro età la cosa più importante è conservare una bella immagine dei genitori. Mentono per proteggerli e per mantenere questa immagine, si viene, quindi, a creare una relazione di sevizie e amore che per alcuni aspetti è simile a un rapporto sado- masochista”.102

Diversi dati clinici dimostrano come “il bambino vittima di abuso raramente lo denunci consapevolmente, ma esprima la sofferenza provata attraverso vari sintomi che possono essere nevrotici, psicosomatici, comportamentali. Immediatamente dopo l’abuso sessuale, può manifestare, emotivamente o verbalmente, i propri sentimenti di rabbia, paura e ansia, oppure un atteggiamento controllato di silenzio. In questa fase acuta il minore abusato potrebbe manifestare disturbi sia somatici che psichici.

Tra i vari sintomi a breve termine si riscontrano disturbi di personalità di vario tipo, come: casi di depressione; soggetti con distorsioni del carattere e varie forme di comportamento antisociale come atti delinquenziali, nevrosi traumatiche con sintomatologia ansiosa o fobica; o ancora sintomi psicosomatici quali dolori addominali, anoressia, disturbi gastrici; molto spesso presentano difficoltà di apprendimento, problemi del rendimento scolastico e disciplinare”.103

“Da studi effettuati emerge che, quando l’autore dell’abuso sessuale è conosciuto al minore, gli scompensi emotivi procurati sono più gravi. Infatti, i problemi emotivi più acuti sono riscontrati proprio nel caso in cui l’autore della violenza è il padre e, soprattutto, quando la madre, divisa tra la protezione nei confronti del figlio e la solidarietà col marito, prendere le parti di quest’ultimo”.104

Un altro aspetto su cui bisogna porre una particolare attenzione riguarda la gravità dei diversi episodi in relazione all’età in cui si verifica la violenza. Sembrerebbe, infatti,

101

Giusti E., Iacono M., op. cit. pag. 80.

102 Svevo L., op. cit. pag. 36.

103 Giusti E., Iacono M., op. cit. pag. 59. 104 Merzagora I., op. cit. pag. 92.

40 che l’incesto durante l’adolescenza causi disturbi particolarmente gravi, in quanto le ragazze sperimenterebbero un conflitto con il piacere derivato dal rapporto.

Finkelhor105 ha proposto un modello di analisi multifattoriale attraverso cui considera gli effetti che caratterizzano i vissuti e il comportamento di un bambino vittima di abuso sessuale.

Si determina nel bambino una sessualizzazione traumatica dovuta ad un’imposizione sessuale non idonea alla sua età. Esso mette in atto atteggiamenti, comportamenti, linguaggio, conoscenze e interessi culturali inappropriati all’età, con varie manifestazioni come masturbazione compulsiva e aggressività sessualizzata.106

Un altro momento drammatico per le vittime di incesto si verifica quando la violenza arriva ad assumere i connotati del tradimento, ossia, quando il minore, capisce che una persona in cui aveva posto fiducia e dalla quale si aspettava amore e protezione gli ha causato danni. Questo sentimento, spesso, non viene avvertito solo nei riguardi del padre abusante, ma anche nei confronti della madre, la quale spesso non crede alla vittima, attribuendogli delle colpe, o non riuscendola a sostenere e ad aiutarla efficacemente. Un altro livello di tradimento può essere connesso con le conseguenze che possono derivare dalla rivelazione dell’incesto: la “deflorazione pubblica” a cui viene sottoposta la ragazza con il processo, la rende agli occhi di alcuni, non più degna di amore e protezione. Gli aspetti comportamentali connessi si ricollegano a manifestazioni di depressione ed atteggiamenti di forte dipendenza.107

“Il terzo fattore è riconducibile ad un senso di impotenza in cui il bambino percepisce l’impossibilità di controllare la sua vita, i sui desideri e i sui bisogni. Sul piano del comportamento si riscontra: ansia diffusa, paure, fobie, incubi notturni e ipervigilanza.

La vittima, infine, sperimenta un processo di stigmatizzazione derivato dalla percezione di essere diversi (sporchi), proprio per l’esperienza che vive, cui si

105 Simon David Finkelhor è un sociologo americano noto, soprattutto, per le sue ricerche in abusi

sessuali sui minori e argomenti correlati. Egli è direttore del centro di ricerca sui crimini contro i bambini, co-direttore del laboratorio di ricerca sulla famiglia e docente di sociologia presso l’Università di New Hampshire.

106 Giusti E., Iacono M. op. cit. pag. 59. 107 Merzagora I., op. cit. pag. 95.

41 accompagnano vissuti di vergogna, biasimo, colpa, i quali si traducono nel bambino in sensi di colpa, vergogna, disistima, fino a comportamenti autodistruttivi”.108

La violenza è intrinseca agli atti di abuso sessuale e consiste nell’impatto traumatico che la sessualità adulta ha sul minore e nella natura di per sé coercitiva di tali atti sessuali. L’abuso sessuale su un minore, dunque, viene sempre attuato dall’adulto, anche quando non c’è apparente uso di forza, sfruttando la disparità di potere, l’autorità, a dipendenza materiale ed affettiva del bambino, ed è poi ripetuto utilizzando lo stato di confusione, disperazione, paura e vergogna causati dall’abuso stesso.

“Il bambino, infatti, è posto in una condizione esistenziale altamente confusiva, in quanto, l’adulto che lo dovrebbe guidare e proteggere è la stessa figura da cui il bambino dovrebbe difendersi. Alla luce delle conseguenze che un bambino subisce da una relazione incestuosa, sembra che, nei casi in cui venga messo in atto l’uso della seduzione anziché dell’aggressività, i danni psicologici per il minore siano devastanti, determinando una proiezione di sé confusa, falsa e distorta del suo essere che scatenerà un meccanismo difensivo e paranoico verso tutti”.109

Per quanto riguarda la durata dell’abuso, si può intuitivamente concordare con l’affermazione secondo cui un “episodio isolato risulta meno dannoso di un’esperienza protratta nel tempo. Tuttavia, i dati disponibili sono contraddittori, in quanto la durata e la frequenza dei rapporti sono comunque elementi collegati ad altre variabili, quali l’età del bambino all’esordio, il contesto familiare o extrafamiliare, la natura della relazione con l’abusante ed il tipo di attività sessuale commessa”.110

Per quanto riguarda le conseguenze a lungo termine sul comportamento sessuale, un’esperienza di abuso può compromettere le normali tappe dello sviluppo e della formazione del bambino, agendo sulla regolazione affettiva, sullo sviluppo dell’autostima e sulle relazioni con i coetanei. Anche nell’età adulta persistono disturbi di relazione rappresentati da sentimenti di paura e diffidenza nell’incontro con gli altri e di ostilità nei confronti delle figure parentali; varie disfunzioni del comportamento sessuale, tendenza alla prostituzione, alla tossicodipendenza e all’alcolismo.

108

Carini A., Pedrocco M. T. B., Savi G. (A cura di), op. cit. pag. 116-117.

109 Crisafi M., Trunfio E., Bellissimo L., Pedofilia: disciplina, tutele e strategie di contrasto, Giuffrè,

Milano, 2010, pag. 27.

42 “La prostituzione, in particolare, è una conseguenza comportamentale osservata non infrequente come risultato dell’esperienza incestuosa. Pur senza arrivare alla prostituzione, numerosi autori riportano tra i possibili comportamenti inadeguati delle vittime d’incesto la promiscuità sessuale, che è uno degli aspetti di un più vasto panorama di disordini del carattere. Tale promiscuità sarebbe motivata dell’intensa ostilità delle vittime di incesto nei confronti di entrambi i genitori.

La confusione fra sessualità e bisogni affettivi, che si sviluppa quando l’interesse sessuale è l’unica forma di risposta affettiva che una figlia riesce ad ottenere del padre, può essere all’origine di problemi sessuali ben diversi dalla promiscuità.

Insieme alla promiscuità, tra gli effetti del passato incesto viene inserita anche l’omosessualità. Essa potrebbe essere motivata dal desiderio di cercare l’amore di una donna più anziana che la ripaghi dal rifiuto materno, nonché dal fatto che la relazione eterosessuale precedentemente sperimentata, l’incesto appunto, è stata così traumatica da portare al rifiuto dell’eterosessualità in toto”.111

Sintetizzando si può dunque sostenere che l’abuso sessuale può provocare un effetto di disinibizione sul comportamento sessuale del bambino, per cui, è frequente la messa in atto di un “comportamento sessuale inappropriato, ipersessualità, acting out sessuali, confusione di genere, tentativi di introdurre oggetti nei genitali, aggressività sessuale, comportamenti e giochi notevolmente sessualizzati”.112

Com’è risaputo,” l’abuso sessuale non cessa, di avere effetti al momento della neutralizzazione e dell’allontanamento dell’abusante dalla vittima; in particolare, i bambini che hanno subito abusi a lungo termine, tenderanno a rinchiudersi nella loro solitudine in cui hanno trovato rifugio durante le devastanti esperienze subite, ovvero a difendere il genitore abusante per non perdere l’unica forma d’amore che gli è stata concessa”.

Di conseguenza, quando viene ascoltato un minore, è necessario cercare molto di più dell’attendibilità di una testimonianza: bisogna entrare in contatto emotivo con il bambino per individuare, al suo interno, la presenza di un’esperienza estranea imposta che continua a produrre effetti nel tempo. Il bambino, che è stato abusato a lungo, non

111 Merzagora I., op. cit. pag. 98. 112 Giusti E., Iacono M., op. cit. pag. 62.

43 ha alcuna aspettativa di trovare un adulto comprensivo ed accogliente, perché l’esperienza subita è tale da fargli vedere la realtà alla luce degli eventi vissuti.113

Abbiamo visto, dunque, come l’abuso sessuale intrafamiliare crei nel bambino una distorsione del suo essere nel mondo che sconvolgerà tutta la sua vita con il perenne meccanismo difensivo che adotterà con tutti i suoi simili, nella convinzione della propria impotenza a modificare gli eventi e a modificare se stesso. Disagio e disturbi psicologici andranno a sommarsi e ad amplificare tali modalità distorte, in una circolarità negativa, in un anello rigido che terrà prigioniero il bambino prima e successivamente l’adulto, per tutta la vita, salvo che non vi sia un intervento diretto e mirato a modificare la sua personalità spezzando le catene interne, liberando quelle sue dimensioni interiori che fino ad allora erano state schiacciate114.

5. La tutela dell’abuso sessuale intrafamiliare nella normativa