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L’esperienza presso il “Centro Affidi” del Comune di Viareggio

In quest’ultimo capitolo vorrei dar voce a ciò che ho avuto modo di osservare durante la mia esperienza di tirocinio presso il Centro Affidi “seconda stella” del Comune di Viareggio.

Tale ente svolge funzioni di “reperimento” di famiglie e singoli disponibili ad accogliere minori temporaneamente privi di un idoneo sostegno familiare.

Dopo un’attenta conoscenza e selezione delle famiglie, l’assistente sociale procede all’abbinamento con il minore proposto dal servizio sociale territoriale, verifica periodicamente l’andamento dell’affido ed offre supporto professionale alla famiglia affidataria. Organizza incontri periodici con gruppi di famiglie affidatarie per il confronto delle esperienze e propone momenti di riflessione sulle problematiche inerenti l’affidamento. Svolge inoltre una funzione di sensibilizzazione sulla popolazione in merito alle tematiche dell’affidamento e incontra gruppi di persone che intendono avvicinarsi a questa esperienza per fornire loro orientamento e opportunità di formazione mirata al ruolo di genitori affidatari.

Al Centro Affidi vi è un’équipe costituita da un’assistente sociale e un’educatrice professionale; manca, purtroppo, la figura della psicologa a causa delle problematiche legate alle risorse economiche dell’ente. L’ottica adottata da questo servizio è quella sistemico-relazionale.

Durante il periodo in cui ho svolto il tirocinio, vi erano trentotto bambini in carico, di cui ventinove in affido intra-familiare giudiziale, mentre quattro intra-familiare consensuale; due in affido part-time giudiziale, mentre uno part-time consensuale; c’era un solo caso di affido etero-familiare giudiziale e uno intra-familiare internazionale.

Come risaputo, non tutti gli affidi si concludono nel periodo dei due anni previsti come tempo massimo dalla legge sull’affidamento, vi sono, infatti, anche affidi sine-die come nel caso della storia di abuso che di seguito riporterò.

96 Il Centro Affidi è il luogo preposto ad attuare e sostenere il passaggio del bambino dai genitori naturali a genitori affidatari. Il reinserimento del minore nella famiglia d’origine avviene in modo graduale e se il tribunale, su suggerimento del Servizio Sociale, ritiene recuperate le capacità accuditive dei genitori. Allo scadere dei due anni l’assistente sociale deve inviare una relazione al Tribunale per i Minorenni con proposta di rientro in famiglia o dai nonni o, ancora, di adottabilità.

Per quanto concerne la candidatura all’affido, chi decide di intraprendere questo percorso dovrà farsi conoscere dall’assistente sociale e dalla psicologa. Verranno effettuati, dunque, colloqui individuali con i singoli coniugi, due-tre colloqui con la coppia, colloqui con la psicologa, una visita domiciliare e un ultimo colloquio di restituzione. Nella circostanza in cui dovesse mancare la disponibilità di famiglie candidate all’affido, il bambino viene inserito temporaneamente in una comunità.

Il rapporto tra Servizio Sociale e Centro Affidi è caratterizzata dalla stipulazione di un progetto quadro.

La struttura del Centro Affidi è, inoltre, il luogo adibito allo svolgimento degli incontri protetti, durante i quali vi è sempre la figura dell’educatrice professionale che osserva, vigila e favorisce il contatto tra gli attori sociali in gioco.

Inoltre sono diversi i servizi con i quali il centro affidi collabora nel svolgere il proprio compito.

Tra questi ultimi troviamo l’UFSMIA (e UFSM), Unità Funzionale Salute Mentale Infanzia Adolescenza che è una struttura organizzativa territoriale di erogazione dei servizi sanitari e socio-sanitari dell’Azienda USL 12 Viareggio della Regione Toscana che lavora in tandem con il centro affidi. Il suo compito è quello di realizzare gli obiettivi generali del Dipartimento di Salute Mentale per la popolazione di riferimento in età evolutiva (0-17 anni): prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione dei disturbi neurologici, psicopatologici e neuropsicologici. Tali obiettivi vengono perseguiti con l’apporto operativo integrato di professionisti appartenenti alle discipline di Neuropsichiatria Infantile, Psicologia, Riabilitazione Funzionale ed Assistenza Sociale e Infermieristica e con il supporto di personale amministrativo.

97 Anche il SERT, servizio per i tossicodipendenti, collabora con il Centro Affidi, nel caso in cui il minore faccia uso di stupefacenti o nel caso di genitori naturali che abusano o hanno abusato in passato di sostanze stupefacenti, alcol o farmaci.

Il centro affidi collabora anche con il servizio di Neuropsichiatria Infantile e di Psichiatria.

In particolare, durante la mia esperienza di tirocinio ho avuto modo di partecipare a diversi incontri con le famiglie affidatarie, ciò mi ha permesso di costatare il reale impegno messo in atto da queste ultime nello svolgere funzioni accuditive, educative, senza sostituirsi alla famiglia naturale, cercando di produrre un cambiamento in quei minori segnati in qualche modo dalle loro esperienze precedentemente vissute nella famiglia di origine. Le famiglie si sostenevano a vicenda, attraverso la narrazione delle proprie storie, cercando di superare le paure derivanti dai compiti e dai doveri relativi all’essere un buon genitore.

Attraverso questa esperienza ho appreso ancora di più quanto i servizi debbano prestare particolare attenzione nel preservare il diritto del minore a mantenere dei rapporti significativi con i genitori biologici sia attraverso gli incontri protetti che attraverso telefonate e social network.

Prima di procedere con l’esposizione del caso, vorrei fare alcune considerazioni sull’attuale situazione in cui si trova il Comune di Viareggio e di conseguenza il Centro affidi.

Nel primo periodo del tirocinio, ci fu un cambio a livello organizzativo comunale dell’assistente sociale che ha comportato sostanziali modifiche all’ente. In quel periodo il Comune si trovava in una fase di pre-dissesto che ha portato alla riduzione dei fondi adeguati volti a garantire il sostegno economico ai vari utenti. Quest’ultima condizione risulta essere dannosa non solo per gli operatori, in seguito ai licenziamenti subiti, ma anche e, soprattutto, perché in questo modo non si riesce ad andare incontro alle esigenze degli utenti e a garantire in maniera adeguata, un sostegno, economico e non, di cui hanno bisogno. Per quanto riguarda specificatamente la situazione del Centro affidi, esso ad oggi offre servizio al pubblico solo una volta alla settimana a causa della mancanza di personale professionalmente qualificato. Per questo motivo il servizio non

98 riesce a svolgere adeguatamente tutti i sui compiti e, di riflesso, conseguono enormi difficoltà nella gestione e nella risoluzione dei diversi casi.