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3. Famiglie incestuose

3.2 Il ruolo della madre

Un ruolo assai rivelante nell’incesto padre-figlia e padre-figlio, assume la madre, spesso definita, in letteratura, il “terzo”, “l’osservatore”.84

La capacità della madre di

81

Merzagora I., l’incesto, aggressori e vittime, diagnosi e terapia, Giuffrè editore, Milano, 1986, pag. 78.

82 Miccoli A., op. cit. pag. 160.

83 Carini A., Pedrocco M. T. B., Soavi G. (A cura di), op. cit. pag. 147. 84 Malacrea M., Vassalli A., (a cura di), op. cit.

33 essere attenta e protettiva nei confronti della prole è riconosciuta universalmente come una delle quattro condizioni perché l’abuso non si verifichi.

Come per il padre, anche in questo caso si assiste talvolta ad una grande confusione dei ruoli tra autori e vittime.

“La scoperta dell’abuso rappresenta un momento di crisi familiare unico e peculiare, con potenziale distruttivo d’incidibile portata per l’intero sistema delle relazioni familiari. È un momento particolarmente difficile per la madre messa di fronte a qualcosa cui non vorrebbe mai credere e che la costringe ad affrontare un conflitto di ruolo, essendo lei stessa figura centrale di riferimento sia per il proprio figlio che per il partner, in un momento in cui la propria sicurezza affettiva, economica e sociale può essere seriamente messa a rischio”85

.

Alla madre possono essere condotte varie accuse come quella della loro “cecità” di fronte all’evidenza dell’incesto; oppure di incoraggiare l’incesto stesso, negandosi sessualmente al coniuge, disertando così, il suo ruolo nell’ambito familiare e, addirittura, lasciando che lo assuma la propria figlia.86

“La scelta che la madre farà in seguito alla scoperta dell’abuso è determinante. Le conseguenze dell’abuso possono variare in relazione a diversi fattori, quali il grado di vulnerabilità individuale della vittima, l’età, le caratteristiche e la durata dell’evento traumatico e il livello di sostegno della risposta familiare alla rilevazione.

L’evento della rilevazione dell’abuso, può imprimere una svolta decisiva nella vita del bambino; che è fortemente dipendente dal tipo di sostegno che la madre riesce a garantire ai figli, cosa che sottolinea come il supporto affettivo materno costituisca per i bambini un valido e importante meccanismo protettivo. La capacità materna di proteggere il proprio figlio ha poi un peso nel progetto sul minore.

Molti e complessi sono i sentimenti che prova una madre alla scoperta dell’abuso, e ancor prima, davanti a quei segnali che lasciano intuire la terribile realtà. Tuttavia è proprio nel periodo dello svelamento che alcune madri rispondono con incredulità, biasimo e rifiuto”.87

85 Carini A., Pedrocco M. T. B., Soavi G. (A cura di), op. cit. pag. 123. 86 Merzagora Isabella, op. cit. pag. 82-83.

34 Sulla linea della classificazione di Everson è possibile analizzare la varietà comportamentale delle diverse tipologie di madre.

In moltissimi casi d’incesto si tratta di una madre poco protettiva assente, non attenta alla sua realtà familiare, non in grado né di essere moglie né di essere mamma.88 “Talvolta la negazione diventa l’unica possibilità di sopravvivenza per queste donne che vedono drammaticamente frenare la loro vita di coppia e la loro credibilità sociale. Spesso sono personalità fragili, con problemi di depressione, a volte esse stesse vittime di abusi sessuali. Queste madri incapaci del sostegno verso i loro figli, verosimilmente lottano con una serie di problemi personali che impediscono loro di entrare in risonanza con i bisogni emotivi e con la sofferenza dei loro bambini.

A volte si tratta di donne che hanno sperimentato un maltrattamento psicologico e/o fisico in tempi che hanno preceduto l’inizio dell’abuso e che quindi, sono impaurite dal partner, in quanto, l’abuso subito, ha strutturato una personalità fragile, tale da condurla alla ricerca di un partner dominante e prepotente. Si tratta, quindi, di donne vittime di violenza, svalutate dal marito su tutti i piani, incapaci di reagire per se stesse e per i propri figli. Non sono in grado di stabilire un’indipendenza psicologica dal maschio dominante, e, cercando di mantenere uno pseudo-equilibrio familiare, talvolta spinge, in maniera più o meno cosciente, la figlia nelle braccia del marito.

Tra le posizioni estreme vi è quella della madre ambivalente; caratterista principale è quella di essere almeno in parte consapevole dell’abuso, di non negarlo quindi a se stessa, ma allo stesso tempo di non offrirsi come sostegno alla figlia per aiutarla ad uscire da una situazione così traumatica. Tale madre si aspetta che l’abuso si interrompa, senza la necessità di schierarsi con la figlia contro il marito. Esiste in queste madri la capacita, anche se minima, di identificarsi con la sofferenza della figlia, che va attentamente valutata e sostenuta”.89

Quando l’incesto diventa evidente, a causa di una denuncia o per la ribellione della figlia, anche per la madre-struzzo arriva il momento di prendere posizione rispetto all’evento.90

Anche in questo caso, se vuole continuare il rapporto con il marito, la

88 Malacrea M., Vassalli A., (a cura di), op. cit.

89 Carini A., Pedrocco M. T. B., Soavi G. (A cura di), op. cit. pag. 128 a ss. 90 Gombia A., Bambini da Salvare, edizione Red, Novara, 2002.

35 madre tende a proteggere il partner, scagliandosi contro la figlia, ritenendola responsabile di quanto avvenuto. Perdere il marito vorrebbe dire scontrarsi con la propria incapacità di essere indipendente, di assumersi responsabilità che non è in grado di reggere; quindi, per cercare di mantenere integra la famiglia, fa pressione sulla figlia minacciandola e implorandola di ritrattare le accuse. Solo nel caso in cui la madre riesce a distaccarsi dal marito, allora diventa alleata della figlia e con lei combatte la battaglia morale e giuridica contro l’abusante.

All’estremo opposto troviamo le madri protettive, capaci di credere al proprio figlio/a senza mettere in dubbio la sua parola, la sua difficile realtà. A ciò fa seguito una scelta di alleanza a favore della figlia, in cui la donna mette da parte la sua dimensione di moglie.91

La scelta delle alleanze comporta quasi necessariamente la disgregazione del nucleo familiare con la separazione dei genitori; questa scelta diventa una preziosa risorsa per il figlio.

“Va inoltre considerato che le madri di ragazzine abusate dal padre da lungo tempo prima della rivelazione hanno maggiori difficoltà a rispondere alle richieste di aiuto delle figlie. Hanno la sensazione di essere state escluse da un legame tra marito e figlia, nutrono più forti i sensi di rabbia, colpa e depressione, pensano alla figlia come a una persona attiva nell’abuso, complice non vittima del padre, una vera e propria rivale, soprattutto se la scoperta dell’abuso è accidentale e non conseguente ad uno svelamento esplicito della ragazza”92.